SPIONAGGIO, LO STORICO GIANNULI: “IL SISTEMA ISTITUZIONALE E’ IMPAZZITO: C’E’ SOLO CAOS”
“LA NOVITA’ E’ CHE OGGI INFILTRANO SENZA NASCONDERSI”
“Noi, inteso come l’Italia, in uno Stato di polizia ci siamo sempre stati. La novità è un sistema istituzionale impazzito dove regna il caos totale e non solo perché il livello è quel che è”.
Lo storico Aldo Giannuli, esperto di servizi segreti, offre uno spunto promettente: il caso di giornata sono i poliziotti infiltrati in Potere al popolo, ma ci sono anche Paragon e la vicenda ancora misteriosa della Porsche di Gianbruno sotto casa di Giorgia Meloni e finita nel mirino degli 007. O almeno così pare: “La verità è che è saltato il meccanismo dei controlli: nessuno sa cosa fa l’altro. Quand’è così la deriva rischia di essere grottesca ma soprattutto pericolosa”.
Agenti dell’antiterrorismo spacciandosi per studenti avrebbero spiato per diversi mesi Potere al popolo.
Diciamo la verità: in passato i Servizi ne hanno fatte di tutti i colori, a partire dall’infiltrazione nei partiti come il Pci. La novità è che oggi lo fanno praticamente senza nascondersi. Questo è il salto di qualità più evidente anche se non è il solo.
Cioè?
Una premessa: l’intelligence ha avuto l’ultima grande stagione tra gli anni 90 e i primi anni duemila. Poi c’è stata una caduta verticale con una serie di insuccessi clamorosi. Si può ricordare lo scivolone in Libia e soprattutto l’inazione come nel caso Regeni. Del resto l’ultimo personaggio di rilievo dei nostri Servizi è stato Marco Mancini, saltato per la vicenda dei babbi portati in dono a Renzi all’autogrill. E ho detto tutto.
In questi anni hanno tenuto banco vicende poi finite nel nulla o comunque rimaste avvolte nella nebbia. Dossieraggi veri o presunti, logge Ungheria e da ultimo il gruppo Fiore a Milano,
lo spionaggio di giornalisti e le infiltrazioni nei gruppi politici: un quadro inquietante.
Il quadro è quello di un grande caos in cui su ciascun singolo caso si possono fare più ipotesi che è come non averne nessuna.
Ne faccia qualcuna.
Io non posso escludere che dietro gli ultimi fatti a certe slabbrature ci sia una guerra interna ai due apparati magari per la corsa ad accreditarsi con FdI o a restare agganciati al carro della Lega che è stata al governo anche prima di ora
Paragon: i giornalisti intercettati come Cancellato di Fanpage o Roberto D’Agostino. Lei ha detto che viviamo nell’illegalità più sistematica.
L’azienda in questione vende questi software solo ai governi e solo per un impiego di antiterrorismo. C’è qualcuno che considera i giornalisti terroristi?
Squadra Fiore, dossieraggi veri o presunti, giornalisti intercettati, partiti infiltrati. C’è un disegno?
Guardi in uno scenario così confuso non escludo niente. In tutti i casi che lei mi ha citato non escludo una guerra tra apparati, non escludo l’interesse di qualche Stato straniero a mettere in difficoltà il governo, né che dietro alcune vicende possa esserci una questione di concorrenza tra le aziende per gli appalti nell’intelligence. Non escludo neanche che ci siano state iniziative sgangherate frutto dello zelo che facilmente declina in macchietta. Però resta un dato.
Quale?Il decreto Sicurezza è stato piallato dalla Cassazione
Che c’entra?
Normalmente quando un provvedimento rischia rilievi da questa
o quella Corte si attiva un canale ufficioso da parte di Palazzo Chigi o del Viminale. Perché quelle norme rappresentano una volontà politica, ma hanno tutta una filiera dietro che queste bocciature non se le può permettere. Un esito come quello di oggi significa non solo che sono saltati i fondamentali e che i meccanismi non funzionano più. Ma soprattutto che non interessa più farli funzionare.
(da Il Fatto Quotidiano)
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