SPOGLIO IN CORSO IN IRLANDA, SFIDA A TRE FINO ALL’ULTIMA SCHEDA: IL TRIONFO DEL SINN FEIN
TRE PARTITI DIVISI DALLO 0,1%
Elezioni in Irlanda: spoglio in corso, sfida a 3 fino all’ultima scheda, in palio 160 seggi I risultati definitivi non giungeranno prima di domani.
Gli exit danno un sostanziale equilibrio tra il partito di centrodestra Fine Gael al 22.4%, dalla sinistra nazionalista del Sinn Fein al 22.3% e dall’altro partito di centrodestra, Finna Fail, al 22.2%, con la prospettiva di una gara all’ultima scheda per la spartizione dei 160 seggi del Dà¡il à‰ireann, la camera bassa, data la situazione di quasi parità tra tre partiti visto il margine di errore dell’1.3%,
Malgrado la quasi parità tra i tre partiti in termini percentuali, la distribuzione dei seggi deve tenere conto di un sistema proporzionale con “voto singolo trasferibile”, che prevede l’assegnazione di più di una preferenza scrivendo 1 per il candidato preferito, 2 per il secondo, 3 per la terza scelta, e il quadro finale non dipende solo dalle “prime scelte”.
Inoltre, il Sinn Fèin – che comunque si prospetta come il ‘vincitore morale’ delle elezioni di ieri, considerata l’avanzata di 13,8 punti percentuali rispetto alle elezioni generali del 2016 – ha presentato solo 42 candidati, circa la metà rispetto al Fine Gael e al Fianna Fà¡il, cosa che si tradurrà in un minore numero di seggi.
I nazionalisti del Sin Fein, sostenitori dell’unificazione con l’Ulster britannico, sembra abbiano fatto incetta di voti soprattutto tra i giovani, sensibili piuttosto a istanze sociali come il problema delle abitazioni.
Il partito diretto da Mary Lou McDonald ha condotto una campagna di denuncia della scarsità di posti negli ospedali, dei problemi dei costi della assicurazioni, della riforma delle pensioni: temi molto sensibili per quella parte di elettorato che si sente esclusa dalla crescita economica irlandese.
Questo accento sui temi sociali ha fatto fare un balzo in avanti al partito penalizzato in passato perchè visto come il braccio politico dell’Ira.
Anche la questione dell’unificazione e dell’Irlanda del Nord in generale è rimasta in secondo piano.
Scommessa persa invece per il premier Varadkar, che sperava di capitalizzare proprio sulle ottime performance economiche del Paese (Pil +5,6% nel 2019) e ha così puntato su elezioni anticipate per rafforzare il suo governo.
Se gli exit polls saranno in sostanza confermati, i negoziati per la formazione di una coalizione governativa saranno certamente difficili.
Sia Varadkar che Micheal Martin del Fianna Fail hanno escluso un governo con la partecipazione del Sinn Fein.
Dietro il terzetto di testa, gli exit danno il Partito dei Verdi al 7,9% delle preferenze, i Laburisti al 4,6%, i socialdemocratici al 3,4%, il partito Solidarietà prima del profitto al 2,8%. I candidati indipendenti raccoglierebbero complessivamente l’11,2% dei voti.
(da agenzie)
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