STAMINA, IL TAR STOPPA IL GOVERNO, SOSPESA LA BOCCIATURA DEL METODO
LORENZIN: “SUBITO UN NUJOVO COMITATO”… VERRA’ SCELTO UN ALTRO TEAM DI ESPERTI PER VALUTARE IL PROTOCOLLO DI VANNONI
Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto di nomina della Commissione del Ministero della Salute che ha bocciato il “metodo Stamina”. Di conseguenza è sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione.
Accolto dunque il ricorso del presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni.
“È necessario che ai lavori del Comitato scientifico per la sperimentazione che ha bocciato il metodo«partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore del metodo», scrive il Tar nella lunga ordinanza con la quale ha sospeso la nomina della Commissione del ministero della salute.
Il ministero della Salute nominerà un nuovo comitato scientifico di esperti per una nuova valutazione del protocollo Stamina di Davide Vannoni.
Ciò a seguito della sentenza di oggi del Tar del Lazio che sospende il comitato scientifico dal quale è arrivata la bocciatura al metodo.
Tempestiva la reazione del Ministero della Salute. «Ho voluto attivare immediatamente le procedure per il nuovo comitato scientifico perchè ritengo che in questa vicenda non si possano lasciare i malati e le famiglie nel dubbio», così il ministro Beatrice Lorenzin, a seguito della sentenza del Tar.
Il ministero, si sottolinea in una nota, provvederà già nelle prossime ore alla nomina dei nuovi componenti del comitato scientifico, scelti anche tra esperti stranieri.
La «tempestiva ripresa dei lavori del comitato scientifico permetterà – sottolinea il ministero della Salute – di compiere gli approfondimenti istruttori indicati dal Tar». Una delegazione di malati pro-Stamina è stata ricevuta a Palazzo Chigi dal vice segretario generale della presidenza del Consiglio, Elisa Grande.
La delegazione era composta da Roberto Meloni e dagli ormai noti fratelli Biviano, Marco e Sandro, protagonisti la settimana scorsa di una protesta choc che ha consistito nel versare il loro sangue sulle foto del capo dello Stato, del presidente del Consiglio e del ministro della Salute.
A Grande hanno consegnato una lettera, indirizzata a Napolitano, Letta e Lorenzin, in cui chiedono un decreto ministeriale d’urgenza che autorizzi il metodo Stamina.
A tal fine, si legge nella missiva, si richiede «la creazione di un tavolo di confronto tra scienziati, istituzioni, e rappresentanti dei malati, così da costituire una commissione scientifica d’urgenza che possa valutare immediatamente la possibilità di utilizzare il metodo Stamina quale terapia, non ancora sperimentata, quindi ad uso compassionevole, per tutti i malati a rischio di morte, affetti da patologie per le quali la medicina ufficiale non ha soluzioni terapeutiche».
La lettera prosegue con la richiesta di dare in seguito vita a «una sperimentazione scientifica con un comitato scientifico più allargato, composto da personalità internazionali individuate da entrambe le parti».
Al termine dell’incontro, Sandro Biviano ha riferito che la Grande «ha detto che si farà portavoce» delle loro istanze e che «a giorni» darà loro una risposta. «Siamo determinatissimi – ha aggiunto Biviano – e per fermarci dovranno spararci contro».
Intanto la sperimentazione va avanti a Miami.
«Dopo il 10 gennaio inizieremo una sperimentazione biologica del metodo Stamina a Miami, insieme al professor Camillo Ricordi, lo scienziato italiano che dirige il centro trapianti cellulari e il Diabetes Research Institute della città americana».
Ad annunciarlo il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni.
«Saranno fatti test approfonditi sulle cellule, dai quali spero scopriremo qualcosa di nuovo- prosegue Vannoni- saranno dieci- quindici giorni importanti anche per poter eventualmente dare risposte ad attacchi ingiustificati che vengono mossi nei nostri confronti».
«Contestualmente ho parlato con Ricordi anche della pubblicazione dei dati relativi ai pazienti trattati a Brescia» aggiunge Vannoni, che conclude «la battaglia che si sta conducendo in Italia è importante, non scappiamo in un altro Paese».
(da “La Stampa“)
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