STANDARD & POOR’S NON DECLASSA L’ITALIA MA L’OUTLOOK PASSA A NEGATIVO
LE NUVOLE ALL’ORIZZONTE PEGGIORANO SE LA MANOVRA RESTA QUESTA… L’AGENZIA DI RATING NON CREDE AL TASSO DI CRESCITA ANNUNCIATO DAL GOVERNO
Italia, i grandi problemi si avvicinano. Per ora nessun declassamento, ma le nuvole nere sono all’orizzonte e dense. Quello emesso da Standard&Poor’s sull’affidabilità del debito è un verdetto mite se si guarda all’oggi, ma allarmante se lo sguardo si volge al futuro imminente, a quello cioè che diventerà presente quando e se la manovra entrerà in vigore così come è stata disegnata dal governo gialloverde.
Cosa ha deciso S&P? Il rating è stato confermato a BBB, mentre l’outlook è stato rivisto al ribasso, da stabile a negativo.
L’Italia resta a due gradini dal livello “spazzatura” e le prospettive negative possono portare a un potenziale declassamento tra qualche mese.
Se il presente, infatti, è più o meno salvo, il futuro dell’Italia per S&P è pieno di incognite.
E nel mirino dell’agenzia di rating c’è il piano economico del governo che “rischia di indebolire la performance di crescita dell’Italia”. Altro colpo diretto a uno dei pilastri dell’impianto definito da Lega e 5 Stelle con la Nota di aggiornamento al Def e la manovra: la super crescita stimata già a partire dal prossimo anno, fissata all’1,5 per cento.
Per Standard&Poor’s le previsioni sono “ottimistiche”. Quelle dell’agenzia di rating sono riviste al ribasso: 1,1% quest’anno e anche il prossimo. In precedenza erano molto più alte, con un Pil stimato a 1,4% per tutti e due gli anni.
Sterilizzata la teoria della crescita ipertrofica cade anche l’altro punto fermo dei piani del governo, cioè che il super Pil porterà all’abbassamento del debito proprio in relazione al Pil.
A cascata anche il rapporto deficit-Pil – il pomo della discordia tra il governo e la Commissione europea – sarà più elevato: non 2,4%, ma 2,7 per cento.
Oltre alla cornice descritta, quindi, come precaria e debole, il giudizio dell’agenzia di rating impatta anche nel merito della manovra.
La quota 100 per il superamento della legge Fornero in materia di pensioni, “se attuata in pieno invertirà i guadagni della precedente riforma e minaccia la sostenibilità di lungo termine dei conti pubblici”, si legge nella nota dell’agenzia di rating.
C’è – guardando a una prospettiva più larga – la messa in discussione di quelle “misure politiche che annullano o compromettono le precedenti riforme economiche strutturali o che ampliano ulteriormente il deficit di bilancio”.
Un accento negativo sostanziale perchè — spiega l’agenzia di rating — queste scelte “hanno indebolito la fiducia degli investitori”. Lunedì è già tempo di un nuovo esame da parte dei mercati.
(da agenzie)
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