STRAGE IN FLORIDA, CRUZ ERA MEMBRO DI UN GRUPPO SUPREMATISTA NEONAZISTA E AVEVA PARTECIPATO A ESERCITAZIONI PARAMILITARI
TRUMP PARLA IN TV MA NON MENZIONA MAI LE ARMI… SPOPOLA IL TWEET DI UNA STUDENTESSA: “FOTTUTO PEZZO DI MERDA, NON SO COSA FARMENE DELLE TUE PREGHIERE, PENSA A FARE QUALCOSA CONTRO LA DIFFUSIONE DELLE ARMI”
Ieri Nikolas Cruz, il 19enne ex studente alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida (dalla quale era stato espulso perchè ritenuto pericoloso), ha compiuto una strage imbracciando un’arma semiautomatica AR-15, versione civile dell’M-16 usato dai soldati americani in Vietnam, l’arma preferita dagli stragisti Usa. Il ragazzo, formalmente incriminato per 17 omicidi premeditati, è membro di un gruppo suprematista bianco, la ‘Repubblic of Florida’, che punta a fare dello Stato una realtà abitata esclusivamente da bianchi.
Lo riferisce l’Agenzia americana Associated Press citando il leader di questa formazione, Jordan Jereb, aggiungendo che Cruz aveva partecipato ad esercitazioni paramilitari con l’uso di armi da fuoco come il fucile d’assalto AR-15.
In molti ora ricordano che una delle prime mosse di Donald Trump dopo l’insediamento alla Casa Bianca fu proprio cancellare una normativa voluta da Barack Obama per impedire ai malati mentali di entrare in possesso di un’arma. Così fu rimosso l’obbligo per la Social Security Administration di segnalare all’Fbi le persone che ricevono assistenza per la loro disabilità e che hanno problemi mentali. La norma interessava circa 75 mila persone con disordini mentali.
“Nel corso del mese incontrerò i governatori e gli attorney general: la sicurezza delle nostre scuole e dei ragazzi sarà la nostra priorità assoluta”, ha detto Trump nel messaggio di circa 6 minuti in cui non ha fatto riferimento alle armi e ad eventuali provvedimenti.
Prima dell’intervento in tv, subito dopo la strage, il presidente aveva inviato un tweet di condoglianze.
“Non so cosa farmene delle tue preghiere, fottuto pezzo di m., piuttosto fai qualcosa contro la diffusione delle armi, l’unica cosa che potrebbe fermare il ripetersi di queste stragi”
E’ stato il post di replica di una studentessa di nome Sarah.
E il suo commento è stato ritwittato da migliaia di americani. Sarah, è diventata così l’eroe in rete della protesta contro la retorica del presidente degli Stati Uniti.
E ora si apprende che Nikolas Cruz aveva acquistato legalmente il fucile automatico Ar-15 usato per la strage.
Lo riporta la Cnn citando fonti delle forze dell’ordine che spiegano che il giovane aveva acquistato lo scorso anno, passando quindi il “background check”, cioè i controlli dei precedenti penali ed eventuali altri problemi che i rivenditori d’armi sono tenuti a fare.
Nikolas Cruz aveva quindi acquistato la micidiale arma a 18 anni, età in cui negli Stati Uniti non si possono acquistare alcolici, vietati ai minori di 21 anni. Un divieto che ora vige in molti stati anche per le sigarette.
In passato il ragazzo si era sottoposto a cure psichiatriche ma da circa un anno non si recava più nelle clinica dove era in cura. Era stato espulso dalla scuola per atteggiamenti violenti e sui sui social media pubblicava foto di armi, di animali da lui uccisi. E video con diichiarazioni deliranti.
E, come è accaduto altre volte, dopo le tragedie si scoprono falle nel sistema delle forze di sicurezza che avrebbero potuto se valutate con accuratezza impedire il crimine. Cinque mesi fa, a settembre, all’Fbi arrivò la segnalazione che su YouTube Nikolas Cruz aveva postato un commento che oggi suona particolarmente agghiacciante: “Diventerò un killer di scuole professionista”.
Benn Bennight, 36 anni, video blogger dal Missisipi vide il messaggio e lo segnalò immediatamente all’Fbi.
Ma secondo la Cnn in realtà furono due le persone a contattare i federali, che “non condivisero l’informazione con la polizia locale”. Benning, in particolare, inviò una mail con l’immagine della schermata con la dichiarazione di Kruz a quella che riteneva fosse una mail per segnalare sospetti all’Fbi ma sbagliò indirizzo.
A quel punto contatò telefonicamente il Bureau ma apparentemente l’unico risultato fu l’eliminazione del post di Cruz.
Secondo Bennight, infatti, agenti dell’ufficio dell’Fbi in Mississippi lo contattarono e andarono nel suo ufficio per interrogarlo ma lui non fu in grado di dare alcuna informazioni non conoscendo l’autore del post. Da allora non venne più sentito fino ad ieri quando l’Fbi ieri – a strage compiuta – si rifece viva.
Da parte sua L’Fbi ha ammesso di aver ricevuto la segnalazione ma “non c’era in quel post (pubblicato su YouTube, ndr) alcuna altra informazione che indicasse quando e la località o la vera identità della persona che aveva scritto il messaggio”, ha dichiarato l’agente speciale responsabile dell’ufficio di Miami, Robert Lasky.
Non è invece ancora stato accertato quando i federali ricevettero la seconda segnalazione su Kruz.
(da “La Repubblica”)
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