SUI MIGRANTI GIORGIA MELONI È FINITA IN UN CUL DE SAC E NON SA COME USCIRNE
TRA SBARCHI, L’IMPOSSIBILITÀ DI COLLOCARE I NUOVI ARRIVATI E LA FARSA DEGLI ACCORDI CON LA TUNISIA
Il brusco scambio di battute tra Schlein e Meloni segnala una seria difficoltà del governo in materia di immigrazione.
Malgrado la durezza delle norme contenute nel decreto Cutro, il governo nelle ultime settimane era ricorso all’aiuto di fatto delle Ong per far fronte a un flusso di sbarchi mai visti.
Dall’inizio dell’anno il numero degli immigrati approdati sulle coste meridionali ha superato i centomila, più del doppio del 2022. Nel timore di nuovi naufragi e nell’impossibilità di soccorrere quantità incredibili di disperati che si affidano a trafficanti irresponsabili era stata stabilita una sorta di collaborazione tra mezzi di soccorso italiani e navi delle Ong.
Una solidarietà improvvisamente interrotta tre giorni fa, quando una dopo l’altra la Open Arms, la Sea Watch e la Sea Eye sono state bloccate nei rispettivi porti di approdo. E dopo aver fatto scendere gli immigrati, ai comandanti è stato notificato il blocco del mezzo e una multa per contravvenzione alle leggi che impediscono di effettuare più soccorsi nelle acque territoriali nazionali
Lo scambio di polemiche tra Schlein e Meloni parte da qui, con la prima che accusa la seconda di aver istituito il «reato di solidarietà» e l’altra che replica di aver fatto solo applicare la legge.
Ma dietro il botta e risposta s’intuisce il problema di un governo che non sa che fare: stretto tra gli sbarchi, l’impossibilità di collocare i nuovi arrivati (sindaci e presidenti di regione protestano contro le prefetture per l’invio di piccoli e grandi gruppi), il mancato funzionamento, o la lentissima implementazione di accordi internazionali come quello con la Tunisia, le promesse non mantenute di aiuti europei.
(da La Stampa)
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