SULLA SCORTA A SAVIANO, IL PARERE DI SALVINI NON CONTA UNA MAZZA
LA DECISIONE SPETTA ALL’UCIS, ISTITUITO NEL 2002 E GUIDATO DA UN PREFETTO O DA UN DIRIGENTE GENERALE DELLA POLIZIA … LE ZECCHE ISTERICHE PADANE SI RASSEGNINO
Non spetta al ministro dell’Interno decidere se assegnare o revocare il meccanismo di protezione delle persone a rischio.
Ecco perchè la minaccia di Salvini di togliere la scorta a Roberto Saviano è solo un avvertimento di pessimo gusto: il vicepremier leghista non ha infatti alcun potere di incidere su procedure codificate per legge.
DECIDE L’UCIS
In seguito alle polemiche suscitate dall’omicidio del giuslavorista Marco Biagi da parte delle Nuove Brigate Rosse, avvenuto a Bologna il 19 marzo 2002, si riaprì la discussione sulla protezione personale delle persone a rischio: al professore era stata da poco rimossa la scorta. Così il governo, allora guidato da Berlusconi, emanò un decreto legge con cui venne istituito l’Ufficio centrale interforze per la sicurezza (Ucis) presso il Viminale. Si tratta dell’organismo che gestisce, “attraverso la raccolta e l’analisi coordinata delle informazioni relative alle situazioni personali di rischio”, l’assegnazione delle scorte per la tutela di soggetti istituzionali oppure minacciati dal terrorismo e/o dalla criminalità organizzata.
COM’E’ ORGANIZZATO
Suddiviso in 4 uffici, l’Ucis è guidato da un prefetto o da un dirigente generale della Pubblica sicurezza: ufficio analisi (raccoglie, valuta e analizza le informazioni riguardanti le persone a rischio, su segnalazione delle questure e delle prefetture); ufficio servizi di protezione e vigilanza (pianifica la protezione della persona interessata); ufficio formazione e aggiornamento (per la formazione del personale) e ufficio per l’efficienza dei mezzi e degli strumenti speciali (si occupa della verifica dei mezzi usati).
COME FUNZIONA
Il prefetto segnala all’Ucis le personalità che necessitano di scorta, allegando le analisi fatte sulla base delle indagini che hanno portato a questa conclusione. L’Ucis esamina quindi la richiesta e dispone — se lo ritiene necessario — l’istituzione della scorta, stabilendo modalità e risorse da impiegare. Ed è sempre l’Ucis a valutare l’eventuale revoca. La scorta viene assegnata solo quando esiste un rischio concreto: per la revoca bisogna invece stabilire che questo pericolo sia cessato. In entrambi i casi la decisione finale spetta alla Commissione centrale consultiva che è composta dal direttore dell’Ucis e dai rappresentanti delle forze di polizia, di Aise e Asi.
LIVELLI DI PROTEZIONE
Esistono diversi livelli di protezione, in base all’intensità del rischio e delle minacce. Il più blando è la vigilanza, che può essere dinamica (un’auto della polizia passerà più volte al giorno nelle vicinanze del posto di lavoro o dell’abitazione) oppure fissa (gli agenti resteranno in presidio). Per quanto riguarda la scorta, dipende dal livello di allerta: il primo — quello massimo – prevede l’assegnazione di tre auto blindate con tre agenti per ogni auto. Il secondo livello prevede due auto blindate con tre agenti ciascuna. Il terzo livello di allerta prevede un’auto blindata con due agenti a disposizione. Il quarto livello assegna un’auto non blindata e uno o due agenti di scorta.
QUANTO COSTA
Nel 2012 è stato calcolato che le misure di protezione e vigilanza costano allo Stato 250 milioni di euro all’anno. Tanto quanto si spende per 2.108 agenti, alla guida di 484 auto blindate e 190 non blindate, che scortano 584 personalità ritenute a rischio. Un numero che però, a causa degli interventi di spending review dei governi di centrosinistra, si sarebbe assottigliato: gli scortati sarebbero infatti più che dimezzati, scendendo all’incirca a 200 soggetti.
(da agenzie)
Leave a Reply