SULLE SPIAGGE IL VERGOGNOSO BLITZ DEI COMUNI: PROROGHE DI UN ANNO PER TUTTI
VIOLATA LA SENTENZA DELLA CORTE DI STATO: E’ IL GOVERNO DELL’ILLEGALITA’
Anche il Consiglio di Stato nell’ultima sentenza di qualche giorno fa sull’ennesimo ricorso ha ribadito che non si possono prorogare le concessioni balneari senza gare. Ma nonostante ormai i giudici amministrativi di ogni ordine e grado abbiamo ribadito l’illegittimità delle proroghe, permesse dal Milleproroghe dello scorso anno e avallate nell’ultimo Consiglio dei ministri da un’informativa di Matteo Salvini, il governo Meloni ha in sostanza permesso ai Comuni di procedere comunque.
Non prima di aver inviato a Bruxelles un documento con numeri farlocchi, che conteggiano pure gli scogli e le aree portuali, per dimostrare l’indimostrabile: e cioè che in Italia ci siano talmente tante spiagge e coste libere e balneabili che non c’è bisogno di fare alcuna gara pubblica.
Risultato? Da Venezia a Palermo sindaci e governatori stanno approvando provvedimenti per allungare le concessioni a tutto il 2024, mettendo però a rischio i funzionari che queste proroghe le devono poi firmare. Perché i giudici di Tar e Consiglio di Stato sono stati chiari e hanno espressamente scritto che la responsabilità va in capo alla pubblica amministrazione. Insomma, un caos che rischia di ricadere sulle spalle dei dipendenti comunali o degli assessori competenti, l’anello più deboli di tutta la ricca filiera del settore.
Poco prima di Capodanno, il 27 dicembre, comunque è arrivata una sentenza del Consiglio di Stato, su un ricorso riguardante il Comune di Amalfi, che sembra mettere la parola fine (almeno a livello giuridico) sull’obbligo per gli enti locali di rispettare la direttiva europea Bolkestein. Scrivono i giudici: «Le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono in contrasto con il diritto eurocomunitario; tali norme, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione. E ancorché siano intervenuti atti di proroga rilasciati dalla pubblica amministrazione deve escludersi la sussistenza di un diritto alla prosecuzione del rapporto in capo gli attuali concessionari».
La sentenza è chiara, ma in base a un emendamentino introdotto nel decreto Milleproroghe a febbraio 2023, Comuni e Regioni stanno avviando una corsa a rinnovare le concessioni almeno fino al 31 dicembre 2024.
Lo ha fatto a esempio la Regione siciliana per tutta l’isola, con un decreto firmato dall’assessora al Territorio e ambiente Elena Pagana, ex M5s adesso in FdI. Provvedimento analogo lo ha preso la Regione Campania guidata dal dem Vincenzo De Luca attraverso un emendamento arrivato in extremis poco prima dell’approvazione del bilancio: un testo di un rigo a firma del consigliere regionale del Pd Franco Picarone.
Ma ieri anche il Comune di Venezia con un provvedimento della giunta guidata da Luigi Brugnaro ha prorogato le concessioni. In ordine sparso hanno seguito lo stesso indirizzo vari Comuni: come, solo per citarne alcuni, Lecce e Bari, quest’ultimo guidato dal sindaco dem e presidente dell’Anci Antonio Decaro, Riccione e Rimini in Emilia Romagna, Santa Margherita e Genova in Liguria, Santa Marinella e Gaeta nel Lazio, Camaiore e Viareggio in Toscana, Trieste e San Benedetto del Tronto.
Per le associazioni ambientaliste si tratta di proroghe del tutto illegittime: «Dal primo gennaio è cessata l’efficacia delle concessioni — dice Roberto Biagini, di Mare Libero — noi chiediamo che da oggi partano le verifiche sull’arenile per accertare quello che non risulta più autorizzato e chiediamo altresì alla magistratura ordinaria e contabile di intervenire per accertare eventuali illeciti penali e contabili». La guerra continua ma questa volta a rischiare sono amministratori e funzionari.
(da agenzie)
Leave a Reply