SUPERBONUS, SPUNTA L’IPOTESI DELLA MINI PROROGA A DETERMINATE CONDIZIONI
COSA VUOLE IL MINISTRO GIORGETTI E COSA VUOLE INVECE FORZA ITALIA
Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe metter la parola fine alla saga del Superbonus 110%, chiarire come cambierà definitivamente e se ammettere o meno una sua eventuale proroga, come auspica Forza Italia e M5S. Anche perché il nodo dei cantieri – oltre 30 mila aperti, precisa oggi Il Corriere della Sera – rimane, con il rischio che saltino imprese, posti di lavoro e che vadano restituiti i crediti ceduti. Secondo le nuove regole da gennaio le detrazioni scenderanno al 70 per cento. Il rimanente 30 per cento lo dovranno pagare condomini e famiglie. Mentre salgono i costi dello Stato: secondo i dati Enea di fine novembre la misura costerebbe già 97 miliardi di euro. Forza Italia spera in un provvedimento ad hoc con una miniproroga di 2 o 3 mesi. Probabilmente però, grazie all’intervento del Mef, la proroga verrà concessa solo con delle limitazioni: attraverso il Sal, lo Stato di avanzamento lavori, per chi è almeno al 70% dell’opera. Ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato netto. Ha detto che il buco di finanza pubblica si è rivelato ancora più grande di quello ipotizzato solo a fine settembre nella Nadef (extracosto di 80 miliardi di euro per i prossimi 4 anni). «In cuor mio so quale è il limite che posso fare e che proporrò al consiglio dei ministri. Oltre quello non si può andare, perché questa è la realtà dei numeri. Una norma fatta in un momento eccezionale ha degli effetti radioattivi che non riusciamo a gestire».
(da agenzie)
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