TANTE BOCCHE DA SFAMARE: GRILLINI E LEGHISTI ALLA CACCIA DELLE POLTRONE IN SCADENZA
I CRITERI DI NOMINA? LA SOLITA SPARTIZIONE DELLA CASTA
Subito la Rai, poi l’Autorità per l’Energia, la Cdp e soprattutto la presidenza dell’Antitrust, organismo che regola la concorrenza ed ha forte influenza sugli interessi di Silvio Berlusconi.
Il cda che guida la televisione di Stato e il direttore generale Mario Orfeo scadranno il 30 giugno, dunque tra un mese, all’approvazione del terzo bilancio aziendale, peraltro in utile.
La legge Renzi di riforma della Rai ha cambiato i criteri per la loro nomina. Se il direttore generale (e amministratore delegato) resta una scelta del ministero dell’Economia (azionista quasi totalitario di Viale Mazzini), i 7 consiglieri d’amministrazione arriveranno da percorsi diversi.
Due saranno designati dal Consiglio dei ministri (su proposta, ancora, del ministero dell’Economia). La Camera dei deputati eleggerà intanto due consiglieri e il Senato, altri due. Ma come? Ogni deputato e senatore potrà votare un solo consigliere Rai. In linea teorica, dunque, la maggioranza grillino-leghista è in grado di fare l’en-plein. Cioè di scegliere quattro consiglieri a lei gradita. Oppure – seconda ipotesi – tre consiglieri graditi e un quarto, invece, in quota Berlusconi.
La consuetudine vuole che anche la minoranza (incarnata oggi soprattutto dal Pd) abbia una rappresentanza nel Cda.
Se questa cortesia istituzione sarà praticata anche stavolta, è tutto da dimostrare.
Un ultimo consigliere della televisione pubblica verrà scelto dai dipendenti dell’azienda. Il nuovo presidente, infine, sarà individuato tra i consiglieri d’amministrazione. Per entrare in carica, avrà bisogno dei deputati e senatori della Commissione di Vigilanza (con maggioranza dei due terzi).
Anche i presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, saranno subito chiamati a entrare in partita.
Spetterà a loro nominare il nuovo presidente dell’Antitrust, dunque la sentinella della concorrenza e dei diritti dei consumatori. Il presidente uscente Giovanni Pitruzzella scadrebbe a novembre, ma già a ottobre si trasferirà alla Corte di Giustizia del Lussemburgo come avvocato generale.
Il 18 aprile, per la seconda volta, il governo Gentiloni è stato costretto a prorogare nel ruolo – con decreto urgente – sia il presidente Bortoni sia i quattro componenti dell’Autorità per l’Energia. Resteranno i carica, per la sola gestione corrente, fino a 90 giorni dal varo del nuovo governo nazionale.
La strada per il rinnovo chiamerà in causa i ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, che proporranno i candidati. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, servirà il parere delle commissioni parlamentari competenti, a maggioranza dei due terzi. Parere vincolante
In uscita sono anche i vertici della maggiore cassaforte pubblica, la Cassa Depositi e Prestiti, dove Fabio Gallia è l’ad e Costamagna il presidente.
La Cassa ha in mano un patrimonio da 410 miliardi di euro (grazie soprattutto al risparmio postale). E i 5Stelle guardano a questo “tesoretto” per dare vita risorse alla futura Banca degli Investiment
L’ad viene scelto dal ministero dell’Economia, azionista maggioritario con l’82,77 per cento delle azioni. I 9 componenti del Cda sono indicati dall’assemblea dei soci (dove partecipano le Fondazioni bancarie che, forti del 15,93 delle azioni, impongono il presidente).
Altre nomine in arrivo, a cavallo tra economia e politica
– alla Sogei (digitalizzazione pubblica amministrazione), ad Eur Spa, Invimit, Centostazioni, Gestore Servizi Energetici;
– al ministero dell’Economia (dove è scaduto il direttore generale, Vincenzo La Via;
– al Csm dove ha sono in scadenza gli otto membri laici nominati dalla Camere, in seduta comune, nel 2014.
Roba da leccarsi i baffi per chi è in crisi di astinenza da tempo.
(da agenzie)
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