TANTO RUMORE PER NULLA: FLOP DEI NO-VAX NELLE URNE, UNICHE ECCEZIONI TRIESTE E RIMINI
LA CARICA DELLE 3V SI SCHIANTA CONTRO L’INDIFFERENZA DEGLI ITALIANI
Verità, libertà e azione. Sono le tre parole che campeggiano, a grandi lettere, sul sito del Movimento 3V.
L’unico partito – si legge nella homepage ufficiale – che chiede verità e mette al centro di ogni azione politica il benessere e la salute dell’essere umano. È il partito dei no-vax, gli irriducibili che dall’inizio della pandemia hanno sempre detto no a tutto: lockdown, coprifuoco, mascherine, vaccino e Green Pass.
“La libertà dell’essere umano – si legge nel loro programma politico – viene calpestata sulla base di ipotetiche motivazioni medico scientifiche che, a detta di medici e scienziati, sono inesistenti, false od errate”. Combattere la scienza con altra scienza. Le hanno provate tutte, in questi mesi. Con i riflettori dell’opinione pubblica puntati addosso.
Le guerriglie nelle principali città l’anno scorso, con tanto di aggressioni ai giornalisti. Le proteste contro le nuove restrizioni in primavera. E poi la proliferazione in rete di chat e gruppi, come Basta Dittatura!, di recente oscurato da Telegram, dove minacce a politici e giornalisti erano all’ordine del giorno. C’era persino chi incitava a minacciarli di persona, condividendo sulla chat numeri di telefono ed indirizzi di casa.
Ecco: un anno di centralità mediatica, forse esagerata dai media stessi (gli italiani con almeno una dose, ad oggi, sono l’84%), non ha dato i suoi frutti. Il Movimento 3V ha fallito in tutti comuni dove si era presentato. E non erano neanche tanti, tra l’altro. Sul sito sono state presentate solo 9 liste di candidati ai consigli comunali, quasi tutte nelle grandi città al voto.
Percentuali da zero virgola in tutta Italia. A Milano non si va oltre allo 0,4. Mezzo punto percentuale a Torino e Napoli. A Roma, il segretario nazionale del movimento e candidato sindaco Luca Teodori racimola ben 7 mila voti. Ma nella capitale questo si traduce nello 0,6%. In Emilia-Romagna le cose vanno un po’ meglio. A Bologna, l’ex pentastellato Andrea Tosatto, cantautore e cantore della Roma raggiana, va poco sopra la soglia psicologica dell’un per cento. A Ravenna si sfiora il tre.
Una sorpresa imprevista arriva da Rimini. Nella capitale della riviera, il candidato no-vax Matteo Angelini è riuscito ad entrare in consiglio comunale, superando di poco il 4% necessario ad ottenere un seggio. Certo, anche in Romagna, le 3V non sono competitive. Ma i risultati sono più incoraggianti.
Discorso a parte, invece, lo merita Trieste. Qui i no-vax sono più forti che nel resto d’Italia. Raccolgono quasi 4 mila voti e raggiungono il 4,4%. L’unico dei cinque capoluoghi regionali dove possono dire la loro. In terra giuliana, le 3V sono davanti al Movimento 5 Stelle (3,4%), loro ‘progenitore’ storico nelle battaglia no-vax prima del Covid, quando i grillini erano all’opposizione e facevano eleggere alla Camera Sara Cunial, la deputata di riferimento per il mondo no-vax.
E infatti, il candidato sindaco delle 3V Ugo Rossi è un ex militante pentastellato, anche lui tra i delusi della svolta governista a 5 Stelle. Ingegnere, 31 anni, ambientalista, ex M5s, ex Fridays for Future, Rossi è riuscito a convogliare su di sé larga parte del consenso no-vax a Trieste grazie ad episodi temerari: a settembre, i carabinieri lo hanno arrestato perché avrebbe tentato di ‘difendere’, usando le mani, due cittadini accusati di aver indossato male la mascherina.
Dopo il rilascio, avvenuto subito, Rossi non si è fermato ed ha organizzato una doppia manifestazione che ha portato in piazza oltre diecimila persone. Numeri importanti, per una città di poco più di 200 mila abitanti. A parte il caso di Trieste, però, le 3V non hanno sfondato. Tanto rumore per nulla.
(da Huffingtonpost)
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