TASSE SUI MAXI STIPENDI DEI MANAGER, SUI PROFITTI DI BANCHE E PETROLIERI
TREMONTI PARTE ALL’ATTACCO DI PRIVILEGIATI E POTERI FORTI… VADA FINO IN FONDO
Bruxelles, convention dell’Eurogruppo, presenti i ministri finanziari europei: il dibattito si accende sulla necessità di tassare di più i superbonus che i manager di banche e grandi gruppi si attribuiscono, anche quando le loro aziende vanno male.
Il lussemburghese Jaen-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, sbotta contro lo “scandaloso flagello sociale” di banchieri e amministratori delegati che decidono di premiarsi con milioni fiscalmente incentivati: ” E’ inaccettabile che super remunerazioni e liquidazioni dei manager in molti Paesi possano essere dedotte dalle tasse e presentate come normali spese generali”. In Olanda si è già passati ai fatti: il ministro delle Finanze, Wouter Bos, ha depositato una proposta per tassare del 30% le buonuscite superiori a 500mila euro e di aumentare del 15% i contributi che le aziende dovranno sborsare per i dirigenti pagati più di 500mila euro l’anno. Tremonti concorda su queste idee guida, ipotizzando anche interventi sui profitti bancari derivanti dalla gestione degli aumenti dei mutui e sui cespiti dei petrolieri, relativi all’aumento del costo del petrolio e al cambio dollaro-euro. Una nuova politica economica, che tenga conto di una “visione sociale” liberista e attenta ai bisogni reali degli Italiani.
La retribuzione media lorda di un lavoratore dipendente in Italia è di circa 22.700 euro l’anno. Si è accresciuta di circa il 17% dal 2000 a fronte di un aumento del 19% dell’indice dei prodotti e servizi. Ma per i supermanager non è la stessa cosa. Nel 2007, i 50 dirigenti più pagati tra le aziende italiane hanno avuto un incremento di stipendi pari al 29% rispetto al solo anno precedente. Nelle 10 maggiori banche italiane, i 294 maggiori manager si sono riconosciuti, rispetto al 2006, aumenti retributivi pari al 68,9% a fronte, per i normali dipendenti, di un misero incremento dell’1,9%. E non in tempi di vacche grasse, ma mentre il listino di Borsa perdeva ben il 9% e quello dei titoli bancari aveva una flessione del 14,7%. In Italia, amministratori delegati di banchette di paese guadagnano più dei responsabili di grandi banche tedesche. In Italia, da aziende decotte come Telecom e Alitalia, sono usciti manager che, come premio per averne incrementato il dissesto, sono andati via con liquidazioni di decine di millioni di euro, mentre in Usa sarebbero usciti in manette. Confidiamo che Tremonti sappia imboccare la strada giusta e che la percorra fino in fondo: mentre la sinistra inneggia a uno pseudoliberismo in cocca coi “poteri forti” del capitalismo assistito, nulla deve vietare a una destra sociale di porsi come reale moralizzatrice del mercato, capace di “cavalcare” esigenze reali e sentite, non prona alle regole della globalizzazione. Mai serva delle regole di mercato, bensì orgogliosa della propria identità e delle nostre radici che affondano nella equità sociale, garanzia di sviluppo e di benessere.
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