LO SCANDALO MENSE SI ALLARGA …BARCOLLA LA GIUNTA DI SINISTRA
PARTITI PER LA TANGENTE …SI DIMETTONO I DUE ASSESSORI E IL PORTAVOCE DEL SINDACO, INQUISITI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE…
Le uniche luci accese ieri pomeriggio a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, pare fossero quelle delle torce dei militari della Guardia di Finanza che rovistavano nei cassetti e in tutti i luoghi accessibili ai tre inquisiti dal pm Pinto. Perquisizioni decise in tutta fretta, in quanto la fuga di notizie e la loro anticipazione sui giornali cittadini ha determinato il timore di un occultamento delle prove a carico di due assessori comunali dell’attuale giunta Vincenzi, Massimiliano Morettini e Paolo Striano, del portavoce personale del sindaco, Stefano Francesca, di due ex consiglieri comunali, Massimo Casagrande e Claudio Fedrazzoni, tutti uomini del Pd. A cui si aggiunge un dirigente regionale di livello elevato, Giuseppe Profiti, attualmente presidente del Bambin Gesù di Roma.
Vediamo meglio chi sono i tre principali inquisiti: intanto tutti facevano parte del Comitato elettorale del Sindaco, essendone i principali organizzatori. Stefano Francesca è ritenuto il consigliere e il braccio destro, oltre che il portavoce del sindaco. Ne curava l’immagine, è esperto di comunicazione, un passato ai massimi livelli a Telecittà , emittente di proprietà delle Coop. A lui si deve l’organizzazione della campagna elettorale della Vincenzi e quella della Notte Bianca; ha avuto incarichi di livello dal Pd nazionale nell’ambito della comunicazione. Considerato un rampante, pare che anche la procura di Pavia stia indagando su di lui per le consulenze nell’ambito del Festival dei Saperi. Massimiliano Morettini è l’assessore dalle mille deleghe ( tra cui giovani, centro storico e immigrazione), ma un recente passato di presidente dell’Arci e portavoce del Genoa Social Forum, ai tempi del G8 , stretta osservanza diessina. Paolo Striano, assessore allo sport, è stato capogruppo della Margherita, ex presidente Aics e consulente aziendale. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero costituito il nucleo di una vera e propria associazione a delinquere, un “comitato di affari” con compiti ben suddivisi: chi il referente politico, chi l’aggiustatore di appalti, chi doveva segnalare le gare più “appetitose”. Il magistrato ricostruisce tutta una serie di incontri e pranzi tra l’imprenditore Roberto Alessio ( titolare della Alessio Carni) con Francesca, Morettini e Striano, dove sarebbero stati fissati appalti e tangenti. Sarebbe stato l’ex consigliere com. DS Claudio Fedrazzoni a presentare l’imprenditore piemontese sulla piazza di Genova, tutti interessati all’appalto delle mense dell’Asl 2 di Savona per 15 milioni di euro. Successivamente, andato a buon fine “l’affare” a Savona, si sarebbe creato il “comitato di affari” anche a Genova. Appalti pilotati, pagati con consulenze fittizie, su cui farebbero testo ben 600 pagine dell’inchiesta del pm, correlate da intercettazioni telefoniche e ambientali inequivocabili. Le perquisizioni di ieri hanno riguardato sia le abitazioni private degli inquisiti che uffici del Comune , della Regione, della Asl. Nel pomeriggio di ieri i tre principali indagati hanno rimesso il mandato nelle mani del Sindaco che le ha accettate con riserva, in attesa dello sviluppo delle indagini. Il centrosinistra genovese è visibilmente sconcertato, oltre che preoccupato. Già diviso al proprio interno, in difficoltà a gestire persino la propria maggioranza spesso spaccata in Consiglio, sta paurosamente barcollando e non si esclude una crisi politica a breve, nonostante il disperato tentativo di “serrare le fila”. Molto dipenderà dagli ulteriori sviluppi della indagine da parte della magistratura…
Leave a Reply