TENSIONE AL VERTICE DEL PD, IRROMPE VELTRONI: “ATTENZIONE CHE A LUGLIO CI SARA’ LA CRISI”
L’EX SEGRETARIO RITIENE CHE BERLUSCONI SIA PRONTO A STACCARE LA SPINA AL PROFESSORE…MA NEL PD LAVORERANNO PERCHE’ NEL PDL RESTINO ATTACCATI ALLA CORRENTE DELL’ALTA TENSIONE
Doveva essere una riunione come tante altre, una di quelle in cui si fa il punto dello stato dell’arte, si parla degli impegni futuri, si fa un’analisi politica di quello che sta avvenendo e ci si confronta.
E, invece, quella di due sere fa alla Camera è stata una riunione del gruppo del Partito democratico del tutto inusuale.
Anzi, è stata una riunione di svolta.
Per la prima volta da tanto tempo, qualcuno ha buttato un macigno nello stagno delle sicurezze legate al futuro della legislatura, del governo e delle possibili elezioni anticipate.
Quando, insomma, nessuno se lo aspettava, uno solitamente silenzioso come l’ex segretario Walter Veltroni ha preso la parola e ha lanciato un allarme, quasi a voler condividere con i “compagni” non solo una premonizione infausta, ma qualcosa di più: l’imminenza dell’apertura di un nuovo capitolo di lotta parlamentare.
A fronte del quale il Pd sarà chiamato a fare delle scelte che, se sbagliate o intempestive, potrebbero anche rivelarsi esiziali per il suo futuro.
à‰ successo poco dopo la fine della diretta dal Senato e il voto sull’arresto dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi.
E subito dopo che le agenzie di stampa avevano battuto la notizia di un Silvio Berlusconi di nuovo sulle barricate sulla questione dell’uscita possibile dall’euro.
Il segretario Pier Luigi Bersani aveva parlato fino a quel momento con tono più grave del consueto, a quello che raccontano alcuni dei presenti.
Il suo discorso era stato tutto incentrato sulla riforma del lavoro. Che sì, “la dovremo votare — avrebbe detto il segretario Pd — ben sapendo che colpisce direttamente quelli che ci votano”, che, insomma “questa riforma cade tutta su di noi, non su di loro”, intendendo con “loro” il Pdl.
Visto il tono del segretario, sembra che sulla riunione sia calato un silenzio molto pesante, interrotto solo dall’intervento di una deputata che ha ripreso le fila del discorso del segretario auspicando un’azione del Pd che potesse riacciuffare quelli che “ci hanno votato” ma che, con la riforma del lavoro, dopo forse ci penseranno su un po’.
Poi è arrivato Veltroni. “Ma non vi siete accorti — ha esordito l’ex segretario — di che cosa stanno facendo quelli? ”.
Dove “quelli” sono il Pdl e Berlusconi. “Non vi siete accorti proseguito — di come sono cambiati i loro toni anche dall’ultima fiducia, quella sulla legge anti-corruzione? Non vi dice nulla tutto questo? ”.
Nel silenzio tombale, Veltroni ha spiegato la sua versione dello stato delle cose.
Che, cioè, Berlusconi si starebbe preparando a staccare la spina al governo Monti.
Se il premier tornerà da Bruxelles con meno risultati del previsto o — peggio — a mani vuote dal consiglio europeo del 28 giugno, allora scatterà l’addio ai tecnici.
I segnali, secondo Veltroni, sono inequivocabili, a cominciare da quei sondaggi che, secondo voci della ex maggioranza, continuano a parlare in negativo.
Tanto in negativo da indurre Berlusconi a pensare di poter staccare la spina al governo per andare ad elezioni anticipate, non certo per chiedere un rimpastino, un Monti bis.
Una disamina, quella di Veltroni, che ha ammutolito per qualche lunghissimo minuto tutto l’uditorio.
Sembra che Bersani abbia ascoltato l’intervento con aria molto preoccupata, ma di fatto condividendo appiano la visione ventroniana dell’imminente show down causato dai berlusconiani in cerca di mantenere l’elettorato scontento e in libera uscita. “Quello che dobbiamo fare noi — è stata la conclusione di Veltroni — è fare in modo che se questi staccano la spina, poi restino attaccati alla corrente dell’alta tensione”. Quasi un grido di battaglia. Che è stato capito da tutti. Ma poi nessuno ne ha più voluto parlare.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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