TOTOMINISTRI: DI MAIO AGLI ESTERI, GUERINI O FRANCESCHINI ALLA DIFESA, DE MICHELI ALLE INFRASTRUTTURE, LAMORGESE AGLI INTERNI
SCONTRO SUL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO TRA CONTE E DI MAIO… TANTI NOMI IN BALLO, MA LA NOTTE E’ ANCORA LUNGA
Può essere la notte delle speranze esaudite o dei sogni irrealizzati. D’altro canto, il totoministri è così: si entra e si esce in un lampo.
Adesso, dopo il pronunciamento di Rousseau, la trattativa è entrata per davvero nel vivo. E già si inizia a definire uno schema di massima di quella che potrebbe essere la squadra di governo.
Il passo indietro di Andrea Orlando, che nei giorni scorsi era quotato per un ministero di peso (Esteri) o per la casella di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, spiana la strada a Luigi Di Maio che in queste ore sembra essere il favorito per la Farnesina.
E se i vicepremier scompariranno, per il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio si prefigura un testa a testa fra Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi, e Vincenzo Spadafora, già sottosegretario del governo gialloverde e regista dell’avvicinamento dei grillini con i democrat.
Eppure raccontano che si starebbe consumando un vero e proprio braccio di ferro fra Conte e Di Maio perchè il primo, non solo starebbe spingendo per Chieppa, ma non intende cedere la delega dei servizi segreti. E non è cosa di poco conto.
La partita Viminale sembra chiusa. Nel gioco dei veti incrociati sarebbe stato individuato il profilo tecnico di Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano, che gode di ampio credito nei palazzi della politica, e, in particolare, al Quirinale.
Un discorso a parte merita il Ministero dell’Economia. Le truppe di Nicola Zingaretti rivendicano per il Nazareno la casella di via XX Settembre, e insistono su un politico come Roberto Gualtieri, storico di formazione, europarlamentare e presidente della commissione Problemi economici e monetari.
Quest’ultimo sta duellando con Dario Scannapieco, economista, che nel 1997 iniziò a lavorare al ministero del Tesoro, diventando nel 2002 direttore generale Finanze e Privatizzazioni.
Oggi Scannapieco è vicepresidente della Banca di investimenti europei, e viene considerato un tecnico “di centrosinistra”, assicurano dal Nazareno. In questo schema, se al Pd toccasse il Mef, i cinquestelle si siederebbero al Ministero dello Sviluppo economico, dicastero strategico per le nomine delle partecipate dello Stato, con Barbara Lezzi.
Calano invece le quotazione di Stefano Buffagni al Mise. Sullo sfondo resta la riconferma di Giovanni Tria, e non è escluso che alla fine sia il ministro uscente ad occuparsi della prossima finanziaria, anche perchè è assai apprezzato dal Movimento ma anche dal Colle.
In questo schema al Mise andrebbe la numero due del Nazareno, Paola De Micheli, che è anche in lizza per il dicastero dell’Infrastrutture. Dove invece i cinquestelle puntano le fiches sull’ingegnere triestino Stefano Patuanelli per sostituire Danilo Toninelli.
Alla Difesa il favorito è Lorenzo Guerini, “il Forlani del Pd” è stato vicesegretario del Pd negli anni di Renzi ma ormai si è affrancato dall’ex sindaco di Firenze. Ma dal Nazareno filtra che nel gioco degli incastri ci potrebbe finire Dario Franceschini.
A Giuseppe Provenzano, classe ’82, siciliano, graduato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, economista, vicepresidente dello Svimez, Zingaretti vuole affidare il ministero del Lavoro e del Mezzogiorno.
Mentre i pentastellati avrebbe mente Nicola Morra per questa casella. Ci sarà spazio anche per Anna Ascani (Affari Regionali), Teresa Bellanova (Agricoltura), e soprattutto per Dario Franceschini che assieme al grillino Spadafora è il vero artefice del governo Conte 2.
Ecco, l’ex diccì ritornerà al ministero della Cultura e si candida già a capo della delegazione ministeriale del Pd
E se sono blindati Alfonso Bonafede (Giustizia) e Riccardo Fraccaro (Rapporti con il Parlamento), uno tra Nicola Morra e Lorenzo Fioramonti potrebbero finire all’Istruzione.
Alla Sanità se saltasse Giulia Grillo, spazio a Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Sanità in Senato in quota M5S. In forte ascesa le quotazioni di Laura Castelli, che potrebbe essere confermata viceministro dell’Economia, o addirittura fare un upgrade come ministro dello Sviluppo Economico.
Per Mattia Fantinati si profila la carica di ministro alla Pubblica amministrazione. Una vera sorpresa potrebbe essere Luca Carabetta, classe ’91, una laurea in ingegneria energetica, imprenditore nel settore delle nuove tecnologie, che avanza per il ministero dell’Innovazione.
Nel mazzo dei cinquestelle c’è anche Giuseppe L’Abbate (Agricoltura). Infine, Di Maio non vorrebbe perdere Sergio Costa, oggi ministro dell’Ambiente, una casella ambita da LeU con Rossella Muroni, che è stata presidente di Lega Ambiente.
Ma Liberi e Uguali propone anche il nome di Roberto Speranza. Il tutto si intreccia con la partita del commissario Ue, ma qui l’ha spuntata Paolo Gentiloni che avrà un portafoglio di peso e la vicepresidenza.
Eppure la notte è ancora lunga, e i sogni potrebbero non esaudirsi.
(da “Huffingtinpost”)
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