LUCIANA LAMORGESE, PROBABILE MINISTRO DEGLI INTERNI: UNA VITA AL SERVIZIO DELLE ISTITUZIONI E DELLA LEGALITA’, ESPERTA DI IMMIGRAZIONE
AVVOCATO, EX PREFETTO DI MILANO, UNA TOSTA CHE NON SI FA CONDIZIONARE: “PRIMA VIENE LA LEGGE”… MISE IN RIGA I SINDACI RAZZISTI: “LA LEGGE DICE TRE PROFUGHI OGNI MILLE ABITANTI O SCEGLIETE VOI DOVE OSPITARLI O DECIDO IO, AVETE TRE GIORNI PER RISPONDERE”
Si chiama Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano. Secondo i rumors, è lei ad essere in pole position per il Viminale. Nata a Potenza, Lamorgese è la prima prefetto donna nella storia di Milano.
È laureata in Giurisprudenza e avvocato: ha lavorato anche alla prefettura di Varese e nel 2010 è stata nominata prefetto di Venezia.
Lamorgese ha esperienza in tema di immigrazione perchè nel 2011 è diventata “soggetto attuatore per l’espletamento di tutte le attività necessarie per l’individuazione, l’allestimento o la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto”.
Dal 19 luglio 2013 al 12 febbraio 2017 è stata capo di gabinetto del ministero dell’Interno.
Una donna tosta con il senso delle Istituzioni.
Da prefetto di Milano non ha esitato a bocciare le ordinanze antiprofughi dei sindaci leghisti che imponevano obblighi e sanzioni fino ai 5mila euro ai cittadini e agli enti che avessero intenzione di ospitare richiedenti asilo.
Luciana Lamorgese con due pagine chiare e sintetiche spiegò come tali provvedimenti “presentano diversi profili di dubbia legittimità , anche costituzionale”. Non solo: il prefetto arriva a minacciare “eventuali profili di responsabilità in sede giurisdizionale” per chi non tenesse conto di queste spiegazioni.
Anche considerando i poteri dei sindaci, “difettano i presupposti di contingibilità e di urgenza” per chiedere ai privati di sottoporsi a controlli preventivi e alla tramissione di relazioni quindicinali”.
Lamorgese sottolineò anche che il potere di ordinanza dei sindaci è “volto a fronteggiare emergenze socio sanitarie e di ordine pubblico”, caso che secondo il prefetto non si verifica nell’accoglienza dei migranti che non “mette in pericolo la sicurezza e salute pubblica, ma si inserisce nella regolamentazione di una materia di esclusiva compotenza statale”.
La posizione sul 25 aprile e i saluti romani durante la manifestazione neofascista a Milano
“Noi vogliamo consentire a tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma nei limiti dei principi della Carta costituzionale. Non possiamo impedire a chi vuole entrare nel cimitero di farlo. Non lo abbiamo fatto neanche per il 25 Aprile. Anche questa è democrazia, che deve esistere per tutti, non solo per una parte. Quello che non è consentito e che non deve assolutamente avvenire è un comportamento fuori dalle regole. Non è accettabile fare una parata e non solo per il rispetto dovuto a un luogo di preghiera e ricordo”.
Accoglienza sul territorio dei richiedenti asilo “equilibrata, diffusa e sostenibile dei rifugiati”
Da prefetto di Milano Luciana Lamorgese inviò ai sindaci di 134 Comuni dell’area metropolitana quattordici pagine da restituire firmate. I sindaci hanno sul loro tavolo un documento “finalizzato a un’accoglienza equilibrata, diffusa e sostenibile dei rifugiati. Chi non firma verrà ugualmente invitato ad accogliere la quota di tre rifugiati ogni mille abitanti, come previsto dal governo. Con l’unica differenza che a scegliere dove ospitarli, sarà la prefettura.
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