TRISE, LA NUOVA TASSA CHE SOSTITUISCE IMU E TARES COSTERA’ 366 EURO A FAMIGLIA
I PRIMI CALCOLI SIA DELLA UIL CHE DELLA CGIA DI MESTRE: SI PAGHERA’ CIRCA 80 EURO IN PIU’ RISPETTO AL 2013 E CIRCA 80 EURO IN MENO RISPETTO AL 2012
La Trise, la nuova imposta che unificherà Imu e Tares, dovrebbe costare alle famiglie in media sulla prima casa 366 euro.
I calcoli, in attesa che il testo definitivo della legge di stabilità venga licenziato dal Consiglio dei ministri, li ha fatti la Uil, utilizzando come riferimento un nucleo familiare di 4 persone su un appartamento di 100 metri quadrati.
Un aggravio superiore ai 281 pagati nel 2013, ma inferiore comunque ai 450 spesi nel 2012. Quando però, a differenza dell’anno in corso, l’imposta veniva pagata anche sulla prima casa.
Nel 2012 si pagò in media 225 euro per l’Imu e 225 per la Tarsu/Tia (450 complessivi) mentre nel 2013 si pagarono 257 euro per la Tares parte rifiuti e 24 per la Tares addizionale parte servizi (l’Imu per la prima casa è stata cancellata) per 281 euro in media.
Nel 2014 si dovrebbero pagare 257 euro per la Trise parte rifiuti (Tari) e 109 per la Trise parte servizi (Tasi) per un totale di 366 euro.
Le prime simulazioni del sindacato mostrano anche le prime differenze tra i diversi capoluoghi.
Il picco si avrebbe a Bologna (269 euro), a Milano so arriverebbe a 250 euro mentre a Roma a 198.
I calcoli della Cgia.
Stime simili arrivano anche dalla Cgia di Mestre, secondo sui un proprietario di prima casa subirebbe un aggravio di imposta rispetto al 2013, ma pagherebbe di meno rispetto al 2012.
Su una abitazione di tipo civile (categoria A2) – spiega la Cgia -, con una superficie di 114 metri quadrati (valore medio nazionale) e una rendita catastale di 625 euro, nel 2014 il proprietario dovrebbe versare 369 euro (264 euro di rifiuti più 105 euro di Tasi).71 euro in più rispetto al 2013, ma 147 euro in meno di quanto pagato nel 2012.
Se si tiene conto anche della composizione familiare, il beneficio rispetto al 2012 diminuisce al crescere del numero dei figli, in quanto l’Imu prevedeva una detrazione di 50 euro per ogni figlio residente.
(da “L’Huffington Post“)
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