LEGGE STABILITA’, MANOVRA DA 11,5 MILIARDI, MINIMA RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE E SGRAVI, INCERTE LE COPERTURE, REAZIONE NEGATIVA DI SINDACATI E CONFINDUSTRIA
LETTA ANTICIPA IL MONDO DEI SOGNI E PARLA DI RIDUZIONE DELLO 0,7% DELLA PRESSIONE FISCALE IN TRE ANNI, DISMISSIONI TEORICHE E TAGLI NON PRECISATI
Nessun taglio alla sanità , riduzione del cuneo fiscale per 2 miliardi e mezzo e da qui al 2016 5,6 miliardi in dote alle imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fisco sui lavoratori.
Sono le misure chiave della legge di stabilità , una manovra da 11,5 miliardi di euro che il governo Letta punta ad approvare in nottata in consiglio dei ministri: i conti pubblici sono infatti “in ordine”, a tal punto che — spiega il governo — il prossimo anno il deficit scenderà al 2,5% e la pressione fiscale scenderà di un punto in tre anni arrivando al 43,3%.
Il primo anno il cuneo fiscale vale 2,5 miliardi. Meno di quanto richiesto dalle parti sociali che tuonano immediatamente.
Confindustria già prima del Cdm lamenta l’assenza di “segnali forti” o se anche questi non saranno destinati a diventare oggetto di trattativa.
Subito dopo la conferenza stampa di Letta la Cgil diffonde una dura nota. “Non convince” e “manca un chiaro segnale di equità ” e “per la redistribuzione del reddito”. Ma le critiche arrivano praticamente da tutte le parti sociali: è una manovra “che allontana la ripresa”, che “non convince” e che non centra l’obiettivo dell’equità .
Il no arriva dalla Confindustria e in generale dal mondo delle imprese ma anche dalla Cgil e dalla Uil. E la stessa Cisl si rallegra, certo, per la riduzione delle tasse per i lavoratori e le imprese, ma bisogna “fare di più sul fisco”.
Per l’allentamento del patto di stabilità arriva solo un miliardo in investimenti contro i due attesi e anche sul fronte della nuova Service tax il finanziamento messo nero su bianco è solo la metà di quello previsto nelle bozze (1 miliardo anche in questo caso). Così come non convincerà tutti la scelta di non incrementare la tassazione delle rendite finanziarie che ancora nelle ultime bozze doveva salire dal 20 al 22%.
C’è un rinvio anche per un altro capitolo, quello dell’Iva.
La manovra è all’incirca di 11,5 miliardi nel 2014, 7,5 miliardi nel 2015 e 7,5 miliardi nel 2016.
Per quanto riguarda il prossimo anno sono previsti 3,5 miliardi per sgravi fiscali, 1 miliardo per gli enti territoriali, 500 milioni per pagare i debiti commerciali, 3,9 miliardi per spese inderogabili (dalle missioni ai non autosufficienti), 2,5 miliardi per nuovi progetti di spesa.
Due e mezzo sono dedicati al cuneo fiscale e qui sono comprese una riduzione dell’Irpef per le fasce medio-basse (1,5 miliardi) e una riduzione della quota lavoro dell’Irap (0,4). Tre miliardi e 700 milioni sono invece destinati a sgravi fiscali.
Saltano i tagli alla sanità , arrivano risorse dal rientro dei capitali all’estero e dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia (ma ancora non sono quantificati) e calano (circa la metà ) le risorse destinate al taglio del cuneo fiscale
Le coperture: 3 miliardi e mezzo di tagli alla spesa
Le risorse della legge di stabilità a copertura dei nuovi interventi ammontano al momento a 8,6 miliardi di euro.
E’ quanto si legge in un documento del governo che fa parte del dossier dell’esecutivo. Si va da 3,5 miliardi di tagli alla spesa (di cui 2,5 al bilancio dello Stato e 1 alla spesa delle Regioni) ai 3,2 miliardi che derivano da dismissioni, rivalutazioni cespiti e partecipazioni e trattamento perdite (dei quali 2,2 dalla revisione del trattamento delle perdite di banche, assicurazioni e altri intermediari, 0,3 da misure riguardanti la rivalutazione delle attività delle imprese, 0,2 da misure riguardanti il riallineamento del valore delle partecipazioni, 0,5 da vendita di immobili).
E ancora tagli da 1,9 miliardi derivano da interventi fiscali, 0,9 dall’incremento dell’aliquota del bollo sulle attività finanziarie, 0,46 dal visto di conformità per le compensazioni sulle imposte dirette, 0,5 dalla riduzione delle spese fiscali attraverso interventi selettivi sulle agevolazioni fiscali da definire entro gennaio 2014.
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