“TROPPA VIOLENZA VERBALE CONTRO I MIGRANTI, CI VUOLE PIU’ UMANITA'”: IL CASO DI ACQUI TERME
LA CONDANNA DELLA CITTA’ PER L’AGGRESSIONE A SHALID
Non si placano le polemiche sull’aggressione ai danni di un ragazzo di 22 anni richiedente asilo.
E se da una parte c’è l’autore materiale dell’aggressione, un ragazzo di 17 anni, denunciato per lesioni personali, che ha ritirato da facebook il post attraverso quale provava a chiedere scusa a Shalid, il ragazzo di colore aggredito, per i troppi insulti, dall’altra c’è chi oggi si interroga sul perchè di questo brutto episodio.
Una brutta storia che non riguarda solo chi materialmente ha agito davanti alla telecamera del cellulare, e oggi sta pagando il prezzo più alto, ma almeno altri tre ragazzi.
Uno è stato denunciato per istigazione ma altri due, probabilmente minorenni, sono ancora impuniti.
Ed è proprio su di loro che ora si stanno concentrando le indagini dei carabinieri. C’è da capire cioè chi ha effettivamente realizzato il filmato e poi la ha postato su facebook facendo scoppiare così il caso.
Una brutta storia, che in tanti ora pensano sia la somma di fragilità che si scontrano anzichè incontrarsi.
Per CrescereInsieme, la cooperativa sociale responsabile dell’accoglienza di Shalid, come di altri ragazzi nelle sue identiche condizioni, il problema va analizzato sotto diversi punti di vista.
«La violenza fisica nei confronti del ragazzo richiedente asilo — si legge in una nota – è anche frutto della dilagante e incontrollata violenza verbale che circola intorno al tema dei migranti, delle difficoltà che la loro presenza sul territorio comporta e della fatica ad incontrare il “diverso-da-me”».
Per CrescereInsieme, ormai una presenza ben radicata nel territorio dell’acquese
«La comparsa del video sui social – e la sua virulenta circolazione online e sugli smartphone – sono la prova di una fatica ormai sempre più evidente di distinguere il vero dal virtuale, dei minori come degli adulti».
Il fatto poi che l’aggressore sia un minore e l’aggredito sia un giovane richiedente asilo, cioè entrambi persone che hanno bisogno di essere tutelate, guidate, aiutate, ed accolte, «interroga le coscienze di tutti noi cittadini, sul lavoro da fare per recuperare umanità sul piano sociale, politico e delle relazioni tra le persone».
Come dire cioè che quando due fragilità si scontrano, invece di incontrarsi per costruire insieme un mondo migliore, il senso stesso del convivere civile viene stravolto e offeso. «L’indifferenza però dilaga ma non vince — si legge ancora nella nota di CrescereInsieme – alla fine del video si vede chiaramente una persona intervenire per arrestare la violenza dell’aggressore. Ed è a lui che vogliamo dire grazie per aver trovato il coraggio di un gesto così importante».
(da “il Secolo XIX”)
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