TUTTI CONTRO RENZI IL BUGIARDO
LA RIVOLTA È IN DIVISA: POLIZIA, ESERCITO, MARINA, FORESTALI, MEDICI, VIGILI DEL FUOCO.IN SCIOPERO CONTRO RENZI… IL BLOCCO DEGLI STIPENDI ERA STATO NEGATO DA ALFANO E PINOTTI POCHI GIORNI FA
Il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici (fino al 2020, dice il Def) scatena la furibonda reazione degli uomini in divisa, che annunciano il primo sciopero della storia repubblicana.
Lo schiaffo più esplicito viene dalle Forze dell’ordine. “Per la prima volta siamo costretti a scioperare” dicono i sindacati di Polizia e il Cocer Interforze che rappresenta i militari.
Dichiarazione dura, a tratti inquietante, visto che si tratta di divise. Ma, in ogni caso, una sconfessione diretta della decisione del governo di bloccare ancora nel 2015, dopo un blocco che dura dal 2010, gli stipendi dei dipendenti pubblici.
Non a caso Matteo Renzi cerca di correre ai ripari annunciando una imminente convocazione, ma facendo sapere di “non accettare ricatti”: proclamare gli scioperi quando ci sono tanti disoccupati “non è giusto”, dice il premier.
Polizia e militari si dicono soddisfatti per la convocazione ma non abbassano i toni. Parlano di “maltolto” e rivendicano quanto scritto nella nota del pomeriggio: “Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica siamo costretti, verificata la totale chiusura del governo, a dichiarare lo sciopero generale”.
Lo sciopero vero e proprio, in realtà , alle forze di polizia è precluso nel caso in cui venga interrotto il servizio.
Ma la posizione si carica di un forte valore simbolico.
Ai ministri Alfano e Pinotti, che si sono fatti garanti dello sblocco degli stipendi, ad esempio, chiedono di scegliere: “O state con noi oppure vi dimettete”.
In ogni caso, a Bologna i sindacati di polizia hanno dichiarato il blocco degli straordinari . Toni analoghi a quelli della Polizia penitenziaria, del Corpo Forestale dello Stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che definiscono le dichiarazioni della ministra Madia “l’ennesima umiliazione” che rischia di provocare una “frattura insanabile proprio per chi si sacrifica ogni giorno”.
Non parlano di sciopero o altre proteste eclatanti, ma si dicono “delusi e amareggiati” anche i medici del Servizio sanitario nazionale.
Il presidente del Sindacato dei medici, Cimo, Riccardo Cassi, si aspettava almeno qualche apertura mentre il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Costantino Troise, accusa il governo di “rastrellare risorse dai soliti”. Il segretario nazionale della Cgil Medici, Massimo Cozza, fa il conto dei giorni di blocco contrattuale “oltre 1800 giorni” e il vice presidente dell’Aaaroi-Emac Fabio Cricelli, teme l’estensione del blocco “anche per il 2016”.
Intervengono anche i medici veterinari della Fvm secondo i quali “ancora una volta il governo fa cassa attraverso il bancomat dei dipendenti pubblici”.
Sono solo le manifestazioni più irritate ed evidenti della protesta strisciante che corre lungo tutto il pubblico impiego e che si irradia verso le varie categorie sindacali. Fino a raggiungere i vertici confederali.
Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ad esempio, si dice profondamente deluso dall’atteggiamento del governo che comunica notizie come quella del blocco degli stipendi senza nemmeno “il minimo galateo” di convocare i sindacati.
“Nemmeno a Cuba succedono cose come questa”, sbuffa il leader della Cisl che giura di essere “il più inc… di tutti”. Più della Cgil che pure interviene con Susanna Camusso, segretario generale, definendo “incomprensibile” l’atteggiamento del governo finalizzato a colpire “i soliti noti” per tutelare altri interessi.
Interessi che più esplicitamente mette in rilievo Bonanni quando fa notare che le concessioni alle Autostrade vengono varate in fretta e furia mentre misure come il blocco degli stipendi o il taglio dei permessi sindacali vengono fatti senza nessuna discussione preventiva.
Il malumore cresce nei posti di lavoro e la realtà della prima mobilitazione sindacale contro il governo Renzi si fa sempre più concreta.
Non ci sono ancora date nè modalità . Le prime riunioni operative si terranno la prossima settimana ma sembra certo che si vedranno anche i segretari di Cgil, Cisl e Uil.
C’è il tema del Pubblico impiego ma anche nella Scuola si avverte il disagio di chi ritiene la riforma degli scatti stipendiali una limitazione delle prerogative degli insegnanti. “La buona scuola” di Renzi garantisce l’assunzione dei precari ma non piace a chi nella scuola pubblica già ci lavora.
Non dovrebbe però esserci uno sciopero generale. La Cisl non vuole e la Cgil punta alla massima unità . L’idea che circola è di imitare le proteste dei pubblici dipendenti dei comuni di Roma e Venezia che sono state molto massicce e molto visibili.
La modalità , quindi, potrebbe essere quella di una manifestazione nazionale da tenersi a Roma di sabato, quindi senza proclamare lo sciopero.
Cgil, Cisl e Uil sono stati finora ampiamente provocate da Renzi e ora si trovano nel passaggio in cui scegliere se rispondere ai colpi subiti oppure condannarsi all’impotenza.
Una scelta che potrebbe aprire una nuova fase nella vita del governo Renzi.
Salvatore Cannavò
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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