UCRAINA, I GIOVANI ANCORA IN PIAZZA CONTRO LA CORRUZIONE
“NON E’ UNA PROTESTA CONTRO ZELENSKY, MA RIFIUTIAMO L’AUTORITARISMO”
Oggi, giovedì 31 luglio, in occasione della riunione del Parlamento ucraino per esaminare il nuovo disegno di legge presidenziale, migliaia di giovani scenderanno in nuovamente in piazza
«Ma che diavolo, vi manca Yanukovych?» recita il cartello che Elina, giovane studentessa ucraina, tiene sollevato tra la folla. Il riferimento è chiaro: l’ex presidente filo-russo Viktor Yanukovych, costretto alla fuga nel 2014 dopo le imponenti proteste di Euromaidan, simbolo della spinta dell’Ucraina verso l’Europa. A distanza di oltre un decennio, Elina e migliaia di suoi coetanei sono tornati nelle piazze anche per difendere l’eredità di quella stagione di rivolte. Le nuove manifestazioni, le prime dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, sono scoppiate dopo l’approvazione del controverso disegno di legge che avrebbe smantellato l’autonomia di due agenzie anticorruzione, pilastri delle riforme promosse nel 2014. Il timore dei giovani, per lo più ventenni, era che la legge potesse sabotare la lotta alla corruzione sistematica, requisito chiave per il cammino dell’Ucraina verso l’Unione europea. «Abbiamo riempito le piazze per chiedere cambiamenti concreti, affinché l’Ucraina possa avvicinarsi all’Unione Europea e non resti immobile», dice a Open Vlada, giovane ucraina che ha preso parte alle manifestazioni. «Siamo una generazione libera e non tollereremo l’ingiustizia né un ritorno all’autoritarismo – prosegue -. Non vogliamo che il governo ripiombi nel clima del 2010-2014, quando l’Ucraina era governata da una persona controllata dal Cremlino, segnata da corruzione diffusa, istituzioni indebolite e
dove nessun corrotto veniva mai punito».
La mobilitazione in Ucraina continua
Di fronte alla crescente pressione interna e alle critiche esplicite da parte degli alleati occidentali, il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato il ritiro del provvedimento e l’intenzione di presentare una nuova proposta che, almeno sulla carta, dovrebbe preservare l’indipendenze dell’Ufficio Nazionale Anticorruzione dell’Ucraina e della Procura Specializzata Anticorruzione. «Dopo le proteste di massa, il presidente ha prestato attenzione alle richieste dei manifestanti, tra le quali è stato aggiunto un ulteriore punto – precisa -: una richiesta al Consiglio dei Ministri di nominare il capo dell’Ufficio per la Sicurezza Economica dell’Ucraina in conformità alla legge e alle procedure vigenti di selezione e nomina. Si tratta di una richiesta avanzata anche dalla Commissione Europea nei confronti dell’Ucraina». Ma anche dopo il ripensamento del leader di Kiev, la mobilitazione in piazza non intende fermarsi. I giovani sanno che la battaglia non potrà dirsi davvero vinta finché non verrà approvato il disegno di legge che assicuri l’indipendenza degli organismi anticorruzione.
Per questo, giovedì 31 luglio – in occasione della riunione del Parlamento ucraino per esaminare la nuova proposta presidenziale – i giovani ucraini hanno organizzata una manifestazione. «Sarà una forma di controllo sull’operato dei deputati durante la sessione – ci dice Zapashna -, un modo per esercitare una pressione da parte della società affinché il voto non venga sabotato». Per i giovani manifestanti, l’indipendenza
degli organismi anticorruzione è di cruciale importanza per la loro sopravvivenza, soprattutto in guerra. «È banale – ci dicono – ma se oggi in Ucraina qualcuno ruba dal bilancio – dove il 22,1% del Pil, ovvero 40,1 miliardi di dollari secondo il Bilancio di Stato (statistiche 2024), è destinato alla difesa – significa che i corrotti potranno rubare soldi destinati alla guerra: all’acquisto di droni, attrezzature mediche, cure, sostegno finanziario all’esercito, e così via».
«Alcune persone sono insoddisfatte di Zelensky, ma è pericoloso parlare di rovesciamento del potere»
Non si tratta, tuttavia, di «una protesta contro il presidente Zelensky», ci spiegano alcuni giovani al telefono. Molti di loro hanno chiarito di non volere una destabilizzazione a livello politico, consapevoli dei rischi che un indebolimento delle istituzioni comporterebbe in pieno conflitto. «Alcune persone sono insoddisfatte delle azioni del presidente, ci sono parecchie critiche verso le sue decisioni e quelle del suo team. Ma è molto pericoloso parlare di “rovesciamento e cambiamento del potere in Ucraina” a causa della guerra e dell’impossibilità di tenere elezioni democratiche», spiega Vlada. «Il nemico russo osserva tutto – prosegue -, e potrebbe in qualsiasi momento sfruttare questi sentimenti nella società a proprio vantaggio: questo rappresenta un rischio per la sopravvivenza stessa dello Stato, e non possiamo permettercelo. Per questo motivo, tutte queste voci provocatorie secondo cui i manifestanti sarebbero favorevoli a un cambio di potere sono delle provocazioni. Stiamo cercando di evitare che questo accada e contrastiamo tali messaggi tra i
singoli provocatori, nel caso compaiano in strada persone con tali richieste». Non si tratta di nuove elezioni, si tratta solo di riforme.
La legge e il dietrofront di Zelensky
La legge puntava a eliminare l’autonomia dell’Agenzia nazionale anticorruzione (Nabu) e della Procura specializzata anticorruzione (Sapo), sottoponendole a maggiore controllo politico. Gli emendamenti, sostenuti dal partito di governo «Servitore del popolo», prevedevano infatti che gli organismi, finora indipendenti, passassero sotto la supervisione diretta del procuratore generale, una figura nominata politicamente e scelta dal presidente. La riforma era stata introdotta all’indomani di una vasta operazione dei servizi segreti contro le agenzie anticorruzione che ha portato all’arresto di presunte spie russe tra i funzionari della Nabu, e in un momento in cui Zelensky era già oggetto di forti critiche da parte di opposizioni e media per l’accentramento dei poteri nelle sue mani.
Dopo le proteste di piazza in Ucraina e le reazioni critiche degli alleati europei, a partire da Ursula von der Leyen, Zelensky ha tuttavia deciso di fare marcia indietro, annunciando il 24 luglio di avere messo a punto un nuovo testo della normativa che a suo giudizio «garantisce un effettivo rafforzamento dello stato di diritto». Un concetto ribadito in colloqui telefonici che ha avuto con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier britannico Keir Starmer e che sembra aver soddisfatto Bruxelles. La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha quindi convocato una seduta il 31 luglio per esaminare il nuovo disegno di legge
presidenziale. Intanto, fuori dai palazzi istituzionali, le nuove generazioni continueranno a presidiare le piazze, pronte a vigilare affinché il percorso verso l’Unione europea non subisca battute d’arresto.
(da Open)
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