“UN MISERABILE CALCOLO PARTITICO”: LO SCRITTORE ANTONIO SCURATI CONTRO CHI HA FATTO CADERE IL GOVERNO
IL PREMIO STREGA NEL 2019 NON LESINA CRITICHE AI POLITICI
Con la sua penna ha sempre raccontato storie e romanzi che hanno fatto la storia della letteratura italiana contemporanea. Ma Antonio Scurati non si è mai tirato indietro quando gli è stato chiesto di dare un suo giudizio, una sua visione, sullo stato di salute del nostro Paese. A livello sociale, economico e anche politico.
E oggi lo scrittore ha un parere molto severo nei confronti di quegli attori della politica nostrana che hanno prima provocato la crisi di governo e poi hanno affossato l’esecutivo prima della fine della legislatura e del completamento di provvedimenti necessari (per esempio quelli legati al PNRR).
Intervistato dal quotidiano La Repubblica, Antonio Scurati ha analizzato quanto accaduto nelle ultime settimane. Il suo parere attorno a questa ragnatela di mosse e decisione prese dai vari leader politici è molto negativo, per usare un eufemismo: “Abbiamo assistito a una ricerca del tornaconto personale, a un calcolo partitico miserabile a discapito dell’interesse generale. Una sciagurata manifestazione di irresponsabilità”.
Non fa nomi e cognomi, non indica i partiti. Perché tanto la storia recente ha già messo in mostra l’identità di chi ha messo in scena la crisi di governo e l’ha cavalcata, fino alla morte di questa legislatura. Lo scrittore è un grande ammiratore di Mario Draghi. Del suo ruolo, della sua storia e della sua autorevolezza (nazionale e internazionale). Per questo quella ferita inferta all’uomo (Draghi) ha lasciato e lascerà una cicatrice sulla pelle del tessuto civile.
A settembre, poi, si andrà al voto. Secondo Scurati il risultato non è scontato (nonostante i sondaggi) e la destra (Fratelli d’Italia, Lega e quel che resterà di Forza Italia) non può essere equiparata a quella del passato. Insomma, nessun rigurgito fascista, ma sicuramente si parla di partiti basati sul quel mix tra populismo e sovranismo. Il reale problema, infatti, riguarderebbe la fine di processi consolidati (e diventati sempre più forti grazie a Mario Draghi): “Un arresto del processo storico di formazione di un’unità politica europea e di una sua indipendenza militare, che la guerra in Ucraina ha dimostrato necessaria. Credo che i grandi problemi epocali di questi giorni possano essere affrontati solo da un’Europa politicamente unita”.
Le premesse, quelle che arrivano da Fratelli d’Italia e Lega, vanno nell’esatta direzione opposta.
(da agenzie)
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