UN NUOVO PROBLEMA PER BERLUSCONI: ANDARE AI TALK-SHOW CON I PREGIUDICATI
FREQUENTARE STUDI TELEVISIVI CON POLITICI E GIORNALISTI CONDANNATI POTREBBE SPEDIRE AI DOMICILIARI L’EX PREMIER
Quando il Tribunale di Milano ha deciso di concedere a Silvio Berlusconi la pena alternativa, cioè l’affidamento ai servizi sociali, lo ha automaticamente inserito in un percorso da soggetto redimendo.
Un viaggio rieducativo che prevede condizioni accessorie piuttosto interessanti se a muoversi è un imprenditore multi-milionario nonchè politico con tanto di nome piazzato nel simbolo di partito in disperata rincorsa alle prossime elezioni europee.
Per esempio, il condannato non costretto a vivere chiuso in casa ma libero di andarsene dove ha i propri interessi — secondo quanto concesso dalle autorità — deve mantenere un comportamento specchiato, e abbandonare le cattive abitudini del passato.
In concreto: non può assolutamente frequentare persone condannate per reati penali in via definitiva, altrimenti il tribunale di sorveglianza interviene e revoca subito la misura leggera per passare a quella più pesante, ovvero gli arresti domiciliari.
Il problema è dunque che alla blanda costrizione materiale del leader (mezza giornata con gli anziani a settimana, e poi tre giorni a Roma per seguire gli affari correnti) dovrebbe corrispondere un imperioso ritorno d’immagine fatto di ospitate, interviste, show.
A tirare la carretta di Forza Italia in Europa deve pensarci ancora una volta il Cavaliere in carne e ossa, ma ogni passo andrà studiato con cura per evitare qualsivoglia irritazione dei controllori milanesi: niente attacchi ai giudici, e frequentazioni esemplari.
Tg e talk-show non aspettano altro: quando potrà tornare in studio Silvio?
Come garantirgli una vera agibilità televisiva a consolidamento di quella politica?
Il primo limite sta negli orari, perchè Berlusconi deve rientrare a casa entro le 23. Certo tra registrazioni anticipate e collegamenti dal salotto di casa si può trovare la soluzione più adatta. Poi ci sarebbe la questione del pregiudicato che non può frequentarne altri, e lì l’affare si complica perchè diversi habituè televisivi hanno sulle spalle una condanna in Cassazione.
Per dire: un amarcord con Gianni De Michelis e Paolo Cirino Pomicino?
Azzardato dimostrare che il congresso funga da raduno criminale, eppure formalmente l’incontro è poco auspicabile. Le provocazioni di Vittorio Sgarbi o Umberto Bossi per scaldare il vecchio leone? L’amore di polemica dovrebbe sanare il vulnus tecnico-giuridico, eppure qualche pignolo potrebbe bussare agli uffici milanesi per far notare la scarsa correttezza della procedura.
Oltretutto, per la Rai valgono regole più severe.
Il Codice etico, le linee guida e tutto il corollario di norme che sovrintendono alla qualità del servizio pubblico impongono particolarissime cautele sulla presenza di soggetti dalla fedina penale sporca.
Nei meandri dei regolamenti c’è chi giura vigente una leggina per cui i pregiudicati non dovrebbero proprio mettere piede tra Saxa Rubra e dintorni.
Bruno Vespa non ci vuole neanche pensare: “Mi pare prematuro fare questi calcoli, o almeno io ancora non so che dire. Ignoro regole e dettagli, vedremo più avanti”.
Il dettaglio anche i giornalisti sono spesso colpiti da sentenze definitive.
Per questo a Berlusconi è teoricamente vietato il colloquio con i suoi direttori presenti e passati: Alessandro Sallusti (Il Giornale), Giorgio Mulè (Panorama) e Maurizio Belpietro (ex di entrambe le testate). Per dirla tutta, lo stesso Vespa ha una condanna per diffamazione vergata dalla Cassazione.
E far arrabbiare i magistrati prendendo alla leggera i vincoli di legge sarebbe una mossa azzardata: specie da ieri, quando la Corte di Strasburgo ha rigettato la richiesta di sospensione della pena da qui al 25 maggio.
Le Europee, Silvio, dovrà farle in tivù.
Chiara Paolin
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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