UNA NOTTE A CACCIA DI SPIE CON LE FORZE SPECIALI UCRAINE
KHARKIV LA CACCIA AI SABOTATORI “SPIE AL SOLDO DI MOSCA”
«Diamo la caccia ai sabotatori russi, ne abbiamo presi 26 dall’inizio dell’invasione ma la minaccia rimane costante». La Special unit investigation della polizia di Kharkiv controlla il territorio cittadino giorno e notte nel tentativo di stanare gli infiltrati russi che da prima dell’invasione si mescolano tra i residenti con un solo obiettivo: facilitare l’invasione delle truppe di Mosca. Abbiamo seguito la Sui durante un venerdì notte di pattugliamento per capire che clima si respira durante il coprifuoco di Kharkiv.
L’oscuramento scatta alle otto di sera, tutte le luci delle abitazioni devono essere spente e i cittadini barricati dentro casa: ogni persona trovata a girare per la città senza autorizzazione speciale da parte dell’esercito sarà considerata una minaccia alla sicurezza dell’Ucraina. Il pattugliamento inizia intorno alle 22, il comandante Andry impartisce le ultime istruzioni ai suoi uomini prima dell’inizio delle operazioni.
«Abbiamo il totale controllo del territorio cittadino – spiega indossando un passamontagna per proteggere la sua identità – Dobbiamo far rispettare il coprifuoco e le leggi marziali entrate in vigore all’inizio dell’invasione».
Ordini impartiti, può iniziare il nostro viaggio nella città fantasma. Un clima spettrale tra strade vuote e buio totale, edifici distrutti dai bombardamenti e il silenzio interrotto soltanto dai colpi d’artiglieria.
La missione è sempre la stessa, scovare i sabotatori che spesso si muovono di notte: «Il loro obiettivo principale è distruggere le nostre infrastrutture strategiche». Reti elettriche, torri di comunicazione, ma anche sistemi del gas che da un momento all’altro smettono di funzionare. Nessun guasto, nessun incidente, ma veri e propri sabotaggi a regola d’arte in grado di mettere in ginocchio queste infrastrutture anche per diverse settimane.
E poi ci sono le geolocalizzazioni: «Inviano informazioni al nemico su quello che accade in città: le posizioni dei nostri soldati, delle scuole e delle folle di persone da colpire con i bombardamenti».
Come in ogni guerra le spie giocano un ruolo fondamentale. Sapere con precisione dove si trova un sindaco, un generale o anche solo un avamposto militare può avere un ruolo strategico determinante. Il comandante Andry racconta che «per marcare gli obiettivi usano dispositivi elettronici, vernici speciali e ovviamente i droni».
L’unico metodo per le forze speciali è fermare e controllare qualsiasi persona sospetta. Ci spostiamo nell’area a sud di Kharkiv, è passata da poco la mezzanotte, un uomo sospetto si nasconde al passaggio della volante: un segnale inequivocabile per gli agenti della Sui.
L’allerta è massima, la squadra si innervosisce subito e scatta l’identificazione. Dopo qualche minuto di tensione passa l’allarme: si tratta di uomo ucraino anziano, in evidente stato d’ebrezza, che viene caricato in macchina e portato in caserma. Passerà la notte in galera per aver violato il coprifuoco.
«Per fortuna non ci sono tante persone come lui – commenta Andry – la maggior parte dei cittadini capisce la situazione e rispetta le regole».
L’IRRUZIONE
Passa qualche ora e gli agenti sono chiamati a un nuovo intervento. La Sui fa irruzione in una palazzina a sud di Kharkiv, i condomini hanno segnalato la presenza di sconosciuti nel palazzo e hanno chiamato la polizia, potrebbe essere un covo di sabotatori. Arrivati davanti all’appartamento sospetto i classici tre pugni alla porta: «Polizia, aprite».
Gli agenti caricano tutti contemporaneamente i kalashnikov, è il segnale che stanno per sfondare la porta. La squadra fa irruzione nel monolocale a fucili spiegati: «Tutti a terra». In totale sei ragazzi e tre ragazze vengono arrestati. Nessun sabotatore ma solo una festa tra giovani in barba alle leggi marziali riguardanti il coprifuoco e l’utilizzo di alcolici. «Siamo in guerra e il nostro compito è far rispettare la legge – conclude il capitano – abbiamo dovuto arrestarli».
(da il Messaggero)
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