VACCINI CONTRO L’INFLUENZA, INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SUGLI ACQUISTI DELLA REGIONE LOMBARDIA
IL PREZZO E’ SUPERIORE RISPETTO A QUELLO DI MERCATO
La Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva sull’acquisto di vaccini antinfluenzali da parte di Regione Lombardia a prezzo superiore rispetto a quello di mercato.
Il fascicolo, che non ha nè indagati nè titolo di reato, verrà coordinato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli assieme al pool che dirige e che si occupa di reati relativi alla pubblica amministrazione. Ieri il direttore generale dell’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia, Marco Trivelli, rispondendo a una domanda sulle polemiche sul prezzo al quale sono stati acquistati i vaccini anti-influenzali in Lombardia aveva risposto: “Noi abbiamo fatto degli acquisti in varie fasi. Diciamo che l’85 per cento delle nostre forniture è stato fatto a prezzi di mercato e l’ultimo lotto a un prezzo superiore. Il mercato adesso è variegato. Basti pensare che le farmacie adesso non sono in grado di comprare i farmaci, questo fa capire come il mercato adesso sia diverso è come sia complicato muoversi in questo momento” ha poi aggiunto Trivelli, a chi gli ha chiesto se il prezzo superiore pagato per le dosi è dovuto al fatto che la Regione si è ‘mossa tardi’ nel reperire le fornitureù
Nei giorni scorsi è emerso che nonostante un prezzo doppio rispetto ai primi bandi e la promessa di un pagamento anticipato da 15 milioni di euro la gara indetta a inizio settembre da Regione Lombardia per l’acquisto urgente di 1,5 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale non era stata aggiudicata e così era venuta venuta meno l’ultima chance per porre rimedio a una situazione che sembra sempre più disastrosa.
Perchè nella Regione più colpita dalla prima ondata di Covid-19, le strutture pubbliche potrebbero non avere un numero sufficiente di vaccini da offrire gratis a tutte le persone a rischio cui l’antinfluenzale quest’anno è fortemente consigliata.
Erano fino a pochi giorni fa solo 2,3 milioni le dosi in arrivo, a fronte di una platea che la Regione stimava in 2,7 milioni, anche la fondazione Gimbe faceva salire a 3,4 milioni.
Carenza di vaccini a cui si aggiungono i ritardi: la campagna vaccinale, che da indicazioni ministeriali sarebbe dovuta partire ai primi di ottobre come le telefonate de ilfattoquotidiano.it a diversi centri vaccinali hanno dimostrato.
Colpa non solo di un mercato dove i fornitori hanno ormai esaurito la propria capacità di produzione in tempi ristretti, ma anche di un filotto iniziale di tre bandi sbagliati imputabili ai vertici regionali e alla coppia Fontana-Gallera.
L’iter per aggiudicarsi i vaccini risulta piuttosto lungo e complicato: nei giorni scorsi la Regione Lombardia ha indetto il decimo bando, dopo il fallimento del primo avvenuto in piena emergenza coronavirus.
In quel momento, lo scorso marzo, un’azienda sarebbe stata disponibile a fornire 1,3 milioni di vaccini a 5,9 euro a dose, ma la gara indetta da Aria (la centrale acquisti, ndr) è per 4,5 euro a dose, probabilmente nel tentativo di risparmiare.
La seconda gara viene revocata a maggio perchè in Regione si rendono conto che sono necessari più vaccini di quanti ne sono stati richiesti.
A giugno, nella terza gara, l’offerta sale a 5,9 euro a dose ma sarebbero stati trovati solo 20mila vaccini pediatrici, nulla per adulti.
Dopo le quattro gare portate a buon fine durante l’estate, a fine agosto si ripropone il problema: nessuna offerta viene ricevuta per 700mila vaccini per adulti a oltre 4 milioni di euro.
Con la nona gara la Lombardia è disponibile a pagarli più del doppio ma ormai non si trovano più. Nel dettaglio la richiesta è 1,5 milioni di dosi, al prezzo di 10 euro l’una, per un totale di 15 milioni di euro.
La Regione sarebbe anche disposta al pagamento anticipato, ma neanche questo basta così come i 10 euro a dose messi sul tavolo, il doppio rispetto a quanto offerto nelle prime gare. L’assenza di risultato costringe, solo pochi giorni fa, a un nuovo bando, il decimo, soltanto in parte andato a buon fine.
(da agenzie)
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