“VAI AVANTI, SALVINO”: FORZA ITALIA LO SPINGE A SINDACO DI MILANO, MA LUI HA PAURA DI PERDERE. UNA TRAPPOLA?
SICURI CHE AMBIENTI FORZISTI E MARONI NON LO SPINGANO VERSO IL BARATRO? … UNA SCONFITTA PROPRIO A MILANO CONTRO SALA PER SALVINI SAREBBE LA FINE
Gliel’aveva detto mesi fa e gliel’ha ripetuto domenica dopo la manifestazione di Bologna: «Devi candidarti a sindaco di Milano, Matteo».
«Giovanni, ma come posso fare insieme tre cose…», ha risposto Salvini.
C’è un motivo però se il leader della Lega non ha potuto respingere con nettezza l’ennesima sollecitazione del forzista Toti: sta nella consapevolezza che l’argomentazione usata dall’alleato è fondata, «perchè – come spiega il governatore della Liguria – se è vero che l’obiettivo di Salvini è costruire un nuovo modello di coalizione, allora è opportuno investire le migliori energie nel progetto».
È una sorta di regola politica, «una forma di determinismo» come la definisce l’ex ministro La Russa, che – al pari di Toti – caldeggia la candidatura del segretario del Carroccio e in questo senso rilancia l’idea di un ticket alle Comunali: «Se c’è Salvini a Milano, allora c’è la Meloni a Roma».
Il capo della Lega e la leader di Fratelli d’Italia potranno anche scorgere rischi (e trappole) dietro questo disegno, ma non potranno evitare di fare i conti con l’offerta che di sicuro verrà formalizzata, e che è conseguenza della loro azione politica.
In fondo Salvini, quando domenica dal palco ha attaccato Alfano, ha inteso anzitutto spezzare il disegno di Maroni, quel «modello Lombardia» (con Ncd nell’alleanza) che il governatore leghista voleva in prospettiva proiettare (da regista) a livello nazionale, partendo dalla candidatura a Milano dell’ex ministro Lupi.
Al segretario del Carroccio, che si è intestato la «rottamazione» dei vecchi equilibri, viene a questo punto chiesto di portare a compimento la missione. E insieme alla Meloni di essere i protagonisti dello start-up alle Amministrative.
Salvini e Meloni, che certo potrebbero anche respingere l’offerta, dovrebbero però poi fronteggiare la mossa successiva: perchè un loro «no» alla candidatura aprirebbe la strada a Milano come a Roma a una soluzione civica, quel modello che non piace a Salvini ed è osteggiato dalla Meloni: «Sono contro la retorica della società civile».
È in questo puzzle da comporre che Berlusconi può tentare di recuperare nell’alleanza un ruolo da protagonista.
Sarà una lunga partita di poker, che forse finirà dopo le feste di Natale.
(da “il Corriere della Sera”)
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