VIOLENZA DI STATO IN CILE: IL PADRE ARRESTATO PERCHE’ CERCA DI PROTEGGERE LA FIGLIA DAI MILITARI E L’URLO DISPERATO DELLA RAGAZZA
DAL SUDAMERICA AD HONG KONG, I GIOVANI SI METTONO IN GIOCO PER CONQUISTARSI UN FUTURO DI LIBERTA’
Cile, una ragazza, in piazza per la libertà e la democrazia, picchiata e bloccata dai carabineros in completo anti sommossa.
La ragazza sanguina dalla testa mentre è trascinata verso una camionetta blindata per essere portata in carcere, o in una di quelle stanze di sicurezza dove in queste settimane, in questi giorni, accade di tutto, come nel Cile di tanti anni addietro.
La ragazza urla “Papà !!!!”, lo ripete con più forza tanto più si avvicina al portellone già aperto della camionetta bianca e verde: Papà !!!! Papà !!!!”.
In Cile da tempo è tornata la paura di altri tempi, la cronaca da quel Paese offre al mondo distratto la morte misteriosa di Daniela Carrasco, artista di strada 36enne.
La sua faccia mascherata, dipinta da clown oggi è diventata velocemente il volto delle proteste che da oltre un mese incendiano il Cile.
La sua immagine viaggia sui social, come di profilo in profilo, seguito dall’urlo di questa ragazzina che implora l’intervento del padre.
Daniela Carrasco, conosciuta in strada come El Mimo è stata trovata impiccata ad una recinzione alla periferia di Santiago del Cile lo scorso 20 ottobre.
Il giorno precedente Daniela era stata fermata dai militari, loro l’avrebbero violentata, torturata, quindi lasciata appesa per ore all’inferriata.
Un avvertimento ai tanti ragazzi che continuano a scendere in strada per la libertà , la democrazia e contro un carovita che sta strozzando le loro famiglie, soffocando il loro futuro.
La ragazza che implora il padre di non lasciarla nelle mani dei carabineros sa di Daniela, conosce le torture che le hanno inflitte, ha parlato con i suoi coetanei della violenze alla ragazza che in strada faceva sorridere la gente. E per questo ha paura, è piccola, urla “Papà !!”, e disperatamente.
Il padre della ragazza non è distante, pure lui era in strada, con la figlia, con tanti altri, per strappare il Cile dalle mani di chi la vorrebbe ancora una volta regalarla ad una dittatura.
L’uomo si fa strada tra i carabineros, qualcuno prova ad aiutarlo, vorrebbero strappare la ragazza dalle mani dei militari, restituirla alle braccia del padre. L’uomo urla, si fa largo con tutte le sue forze, implora gli uomini in divisa, che lascino la figlia.
I carabineros non mollano, e allora anche l’uomo non molla, non lascia la figlia, non la lascerà sola, costi quel che costi. Così, abbracciati, salgono sulla camionetta. Il padre si fa arrestare con la figlia, per non lasciarla sola.
L’uomo ha i capelli bianchi, ha impressa negli occhi un’altra storia, sempre in Cile.
Ricorda i rastrellamenti di ragazzi e di ragazze, ricorda quanti di loro finirono nel nulla. Ricorda quanto è stato difficile ricominciare, ricostruire.
In queste ore, dal Cile ad Hong Kong passando per tante altre piazze, c’è tanta cronaca come questa che ci arriva dal Cile.
Parla di ragazzi giovani, giovanissimi, che si mettono in gioco per quello che credono, contro quello che credono un attacco al loro futuro.
Non sappiamo dove andranno i nostri giovani ai quali si stanno accodando tanti uomini e donne coi capelli grigi e bianchi.
Non sappiamo se sapranno portarci in acque fresche e pulite.
Certo l’alternativa a questa scommessa appariva l’acqua putrida di una pozza dove cominciava a mancare l’ossigeno.
(da Tpi)
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