VOLTAGABBANA D’ITALIA: IERI TUTTI CON NAPOLITANO, OGGI TUTTI A METTERE PALETTI E OPERARE DISTINGUO
IERI SEMBRAVA UNA GARA TRA PD, PDL, MONTIANI E GRILLINI A CHI APPREZZAVA LA MOSSA DEI SAGGI… DOPO UN GIORNO EMERGONO I PERPLESSI E I DUBBIOSI: OGNUNO PENSA SOLO AL PROPRIO UTILE PERSONALE
Dieci saggi al lavoro in due commissioni sui temi delle riforme istituzionali e e delle riforme economiche.
La mossa di Giorgio Napolitano per trovare una convergenza tra le varie forze politiche innesca reazioni e commenti anche nel giorno di Pasqua.
E nei partiti improvvisamente crescono i dubbi.
LA MOSSA DEL COLLE
Il Capo dello Stato ha ripreso in mano la partita guadagnando tempo prezioso in attesa che prevalga quel «senso di responsabilità » che da settimane il capo dello Stato chiede, inascoltato.
Napolitano ha fatto sapere che resterà in carica «fino all’ultimo giorno del mandato nell’interesse nazionale» e ha blindato il Governo tecnico definendolo «pienamente operativo» ed anzi prossimo a varare importanti e necessari provvedimenti economici. Ma dopo le prime reazioni a caldo, tra le forze politiche emergono i primi distinguo di Pdl, Pdl e Grillo.
I “BERLUSCONES” ALL’ATTACCO
I più duri sono gli esponenti del Pdl.
Di prima mattina ci ha pensato l’ex capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, a puntare il dito contro gli esperti del Colle quasi intimandogli di concludere il loro lavoro istruttorio in «7-10 giorni al massimo» per poi aprire la strada ad un esecutivo politico.
A rincarare la dose il suo successore, Renato Brunetta che, lasciando intendere di parlare non a titolo personale, accusa tra le righe la decisione di tirare per le lunghe una crisi politica apertasi ormai l’8 dicembre scorso con le dimissioni del governo Monti.
«Il presidente della Repubblica – spiega Brunetta premettendo di non voler giudicare il capo dello Stato – prova a prendere altro tempo, chiedendo a dieci soggetti di indicare un programma e un percorso. Tale iniziativa – sentenzia – credo non cambierà i dati del problema».
«Dai tecnici ai saggi, per la serie fine pena mai», chiosa Giorgia Meloni.
I PALETTI DI 5 STELLE E I DUBBI DEL PD
A mettere dei paletti arriva anche il Movimento 5 stelle. Dopo alcune dichiarazioni – anche in contraddizione tra loro – registrate fino a tarda sera (e ancora oggi) che criticavano o esaltavano la mossa del Quirinale, a mettere ordine arriva lo stesso Beppe Grillo che con un post non firmato sul suo blog spiega senza giri di parole che quella individuata da Napolitano, «al momento, è la miglior soluzione possibile in un Paese che ha visto Parlamenti svuotati di ogni autorità e significato».
Ma se ciò può in qualche modo rispondere alla necessità di «ridare al Parlamento la sua centralità » non può però prescindere dall’urgenza di istituire le Commissioni perchè «il Paese ha bisogno di un parlamento funzionante» e non di «fantomatici negoziatori» o di «badanti della democrazia».
Dal fronte del Pd e di Scelta Civica si confermano i giudizi di ieri con la piena disponibilità a collaborare.
Precisando però, in casa Democrat, che i saggi non possono sostituire i politici e che – parole di Dario Franceschini – ricorrere a loro è utile «ma non risolutivo».
IL FRONTE ROSA
Non molla, nel frattempo, il fronte “rosa” della critica di chi vede nell’assenza di donne tra i saggi, un’offesa alle loro capacità .
In attesa di capire come sarà alla fine l’accoglienza finale per la task force quirinalizia in parlamento, i 10 saggi si preparano al primo giorno di scuola, martedì, quando con ogni probabilità saliranno al Quirinale per comprendere nel dettaglio quale sarà il loro mandato.
In settimana, potrebbero già avere i primi incontri con i presidenti di commissione e, forse, con lo stesso Monti.
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