WASHINGTON POST: “LEGAMI FINANZIARI TRA TRUMP E PUTIN”
“UNA VASTA RAGNATELA DI AFFARI LEGA IL CANDIDATO REPUBBLICANO E LA RUSSIA”
Dietro l’idillio fra Donald Trump e Vladimir Putin, c’è anche una vasta ragnatela di affari che legano il candidato repubblicano alla Casa Bianca e la Russia.
Lo rivela il Washington Post in un ampio reportage, che segna anche l’ultimo capitolo di una guerra tra la prestigiosa testata della capitale e il tycoon newyorchese (pochi giorni fa Trump ha cancellato gli accrediti a tutti i giornalisti del Washington Post, escludendoli dai suoi eventi elettorali).
L’ultimo business è quello da 14 milioni di dollari che ha portato Trump a organizzare a Mosca una premiazione del concorso Miss Universo (di cui possiede il marchio). In parallelo ci sono i vari tentativi dell’immobiliarista di sbarcare in Russia per costruirvi delle Trump Tower; e i reciproci investimenti di oligarchi russi nel mercato immobiliare Usa.
Al centro di questa ragnatela c’è la figura di Aras Agalarov, il miliardario russo che funge da intermediario fra Trump e Putin.
Sul fronte americano è il figlio di Trump, Donald Junior, a seguire più da vicino la filiera degli investitori russi: “Rappresentano una quota sproporzionatamente elevata degli investimenti nei nostri asset”, dichiarò Donald Junior ad una conferenza di immobiliaristi.
Intanto fra Putin e Trump i due continua a fiorire anche una “luna di miele” politica. Ancora di recente il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha ribadito di gradire gli apprezzamenti che gli arrivano dal presidente russo: “Putin mi definisce un genio, certo che mi fa piacere”.
In altre circostanze Trump aveva detto che la guerra civile in Siria lui la risolverebbe affidando alla Russia il compito di sconfiggere militarmente lo Stato Islamico.
Secondo l’inchiesta del Washington Post anche il recente furto compiuto da hacker russi, che hanno trafugato notizie su Trump negli archivi dello staff di Hillary Clinton, andrebbe visto in questa luce.
Putin sarebbe interessato a capire le chances di successo di Trump, e la possibilità che una sua vittoria segni la fine delle sanzioni occidentali contro la Russia, scattate dopo l’annessione della Crimea e l’intervento in Ucraina.
(da “La Repubblica”)
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