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LA DENUNCIA DI GIANNI ALEMANNO DAL CARCERE: CELLE FORNO, QUI SI MUORE DI CALDO MENTRE LA POLITICA DORME”

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

IL SENATORE PD MICHELE FINA LEGGE LA LETTERA DI ALEMANNO IN AULA

Il senatore Pd Michele Fina ha letto in Aula, durante l’esame della riforma sulla separazione delle carriere, una lettera dell’ex sindaco e ministro, Gianni Alemanno, da mesi detenuto a Rebibbia. Il “diario di cella” contiene una denuncia delle condizione delle carceri, sovraffollate ed esposte al caldo asfissiante di queste settimane.
“Arriva il momento più difficile, il caldo che arroventa il sovraffollamento, ma la politica dorme con l’aria condizionata. Sono le parole di Gianni Alemanno”, ha esordito Fina. “Rebibbia 29 giugno 2025. Centoottantesimo giorno di carcere”, si legge nella lettera. L’ex sindaco descrive “l’inferno” vissuto nelle “celle forno” di Rebibbia, dove nel più fortunato dei casi si
può godere di un ventilatore. “Qui si muore di caldo, ma la politica dorme con l’aria condizionata”, è uno dei passaggi ripetuti più volte. “Nei giornali si parla del caldo che si abbatte su cittadini e turisti, ma sui detenuti no, problema rimosso. Non si può volgere la testa dall’altra parte perché questo non è solo uno sbaglio, è una vergogna”.
L’ex ministro ed ex sindaco di Roma spiega la vera condizione in cui vive assieme agli altri detenuti tra caldo torrido e sovraffollamento. E la stessa sorte che tocca anche agli agenti di polizia penitenziaria, vittime di ciò che succede all’interno delle carceri. “Questo caldo rovente che ci porteremo nei prossimi mesi si aggiunge alla vergogna del sovraffollamento. La politica non si accorge che già a giugno siamo arrivati a 5 proteste carcerarie, oggi reato dopo il decreto sicurezza”, attacca Alemanno.
L’ex sindaco condivide le esperienze drammatiche di altri detenuti e compagni di cella, stipati in celle surriscaldate e sovraffollate. Attraverso questa testimonianza diretta, il senatore dem ha chiesto all’intero emiciclo: “Mi chiedo se qui in quest’aula stiamo davvero parlando dei reali problemi della giustizia italiana”.
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All’appello di Fina si è aggiunto quello di Cuperlo (Pd) che ha pubblicato sui suoi social il diario di Alemanno: “Chi è un avversario politico? Nella mia esperienza è qualcuno che per formazione, scelte, militanza, si colloca molto lontano da te, talvolta all’opposto dei valori e della cultura a cui senti di appartenere. Da questo punto di vista, Gianni Alemanno è stato parte (e tuttora lo è) di quella destra che fino da ragazzo mi è sembrata un avversario da contrastare, e possibilmente battere nelle urne e nelle coscienze”, ha scritto.” Oggi, però, riproduco qui sotto il “diario” che Gianni Alemanno (già parlamentare,
ministro, sindaco di Roma) ha pubblicato su questi giorni d’inizio estate e su cosa implica viverli dentro un carcere. Credo sia una lettura doverosa, non per la matrice politica e culturale di chi la scrive, ma per quel senso di umanità che lo Stato (e la democrazia) non dovrebbero mai calpestare, per nessuno e in nessun luogo”, ha dichiarato.

(da agenzie)

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TRA IL 2001 E IL 2020, I DANNI DIRETTI CAUSATI DA CALAMITÀ NATURALI SONO PIÙ CHE RADDOPPIATI, SUPERANDO I 200 MILIARDI DI DOLLARI ALL’ANNO

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

MOLTI DI QUESTI DANNI ERANO PREVEDIBILI E IL LORO COSTO SUPERA I 2,3 TRILIONI DI DOLLARI ALL’ANNO, CONSIDERANDO I COSTI INDIRETTI E QUELLI PER GLI ECOSISTEMI … “I BAMBINI NATI NEL 2020 HANNO OLTRE IL 20% DI PROBABILITÀ IN PIÙ DI SUBIRE UN’ALLUVIONE CATASTROFICA RISPETTO A QUELLI NATI NEL 1990”

“Tra il 2001 e il 2020, i danni diretti causati da calamità naturali sono più che raddoppiati, superando i 200 miliardi di dollari all’anno. Le perdite dirette rappresentano solo una frazione del costo reale delle calamità naturali. Molti di questi danni erano prevedibili e il loro costo supera i 2,3 trilioni di dollari all’anno, considerando i costi indiretti e quelli per gli ecosistemi”. Lo denuncia Natalia Alonso Cano, capo per l’Europa e l’Asia centrale dell’Agenzia dell’Onu per la riduzione del rischio di disastri (Undrr), durante a un evento sul cambio climatico in vista della Cop 30′ organizzato da Annalisa Corrado (Pd).
“I bambini nati nel 2020 – ha aggiunto Alonso Cano – hanno oltre il 20% di probabilità in più di subire un’alluvione catastrofica rispetto a quelli nati nel 1990. L’impatto umano è più grave nel Sud del mondo. Ma le perdite economiche e la non assicurabilità, ovvero la mancanza di garanzie assicurative circa i disastri ambientali, stanno crescendo più rapidamente nei paesi più sviluppati”.
Per quanto riguarda, invece, direttamente la prossima Cop 30 di Belem, in programma tra il 10 e il 21 novembre, l’agenzia dell’Onu lancia un appello perchè ci sia una iniziativa urgente per ridurre la differenza tra le emissioni globali attuali e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici (emission gap).
(da agenzie)

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LA NOTTE D’ORO DEI MASTELLA FA NASCERE IL “GOVERNO CEPPALONI”

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

“MANFREDI SARA’ L’AVVERSARIO DA BATTERE ALLE PROSSIME POLITICHE”

A Ceppaloni, all’amore, ai Mastella. Non osi l’uomo separare ciò che Ciriaco De Mita ha unito, in matrimonio, non osi il giornalista accostare la pochezza con l’infinito, non osi, nessuno, comparare le nozze Bezos-Sánchez, di Venezia, con l’anniversario Mastella-Lonardo, a Benevento-Ceppaloni, 50 anni di voti, governi, singhiozzi, udienze papali, sorrisi di Sandra che per Clemente è “mio amore”, “mio farmaco”, “mio cielo”, “mio tutto”. A fine serata il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il Daniel Craig del Viminale, rivolgendosi al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dirà: “Qui c’è il prossimo federatore del centrosinistra. Sindaco, sarai tu l’avversario da battere alle prossime politiche”.
Pier Ferdinando Casini annuisce e gli mette la stola: “E’ vero, il sindaco di Napoli è la personalità del centrosinistra”, e aggiunge, ma con il sorriso, che “Elly Schlein, mamma mia!”, e poi, fumando un sigaro: “Questo nuovo Papa è un altro film”. Cara segretaria Schlein, è qui che devi stare, nella provincia più provincia, dove Clemente vince con la destra, la sinistra, il dritto
e il rovescio. Si presenta un esponente del Pd e si annuncia così: “Candidato a sinistra, battuto da Mastella e amico di Mastella”. Olè. I miliardi di un magazziniere non valgono i “mastellini”, i dolci che Eugenio Scalfari si faceva spedire da Mastellazon: “Caro Clemente, me ne mandi ancora?”. Ceppaloni tutta la vita e Iva Zanicchi, da oggi, a palla, sotto la doccia, ovunque, perché qui a Villa Mastella, afferra il microfono per farci sapere che “la moglie di Bezos è tutta rifatta mentre Sandra è tutta naturale. Guardate quanto è bella. Uomini, non siate mosci!”. Zanicchi che è “L’Aquila di Ligonchio” canta “prendi questa mano Zingara” sul palco perché la Iva nazionale non fa la Lady Gaga, invitata a Venezia, che magna, scrocca e non si esibisce: un pacco.
Sbarchiamo a Benevento che è la Seattle della Dc, la Nasa del centro del centro del mondo, perché quando Mastella invita, l’Italia risponde. Anche Mastella ha il suo Arrigo Cipriani, il suo Harry’s Bar, che ci informano essere l’Antica Trattoria Traiano, di Paolo Moscovio. Il suo menù straccia gli chef stellati, i suoi frutti di mare, le sue seppie farcite, con capperi, sembrano quelli di Poseidone. Prende le comande in bermuda e vi cucina uno spaghettone che vi sazia per 48 ore. Finiamo al tavolo con altre coppie e tutte a chiedersi: “Siete qui per l’anniversario di Clemente e Sandra?”. Ma quanti sono gli invitati? E’ storia nazionale, politica, lo sanno tutti che, cinquant’anni fa, Ciriaco De Mita scelse il giorno della felicità di Sandra e Clemente, “perché vedi, caro Clemente, se mi vuoi come testimone del tuo matrimonio, io posso ma solo di lunedì”. Ed è ancora lunedì come nel 1975 perché nove partiti fondati da Mastella ne faranno sempre uno, la Democrazia mastelliana, la mano del benefattore che ci ha confidato una volta: “Sono stato un missionario in un ospedale da campo, in questo sud ho esercitato la provvidenza”. Ci spiegano in città che San Giovanni in
Ceppaloni, dove si celebra messa, è la frazione di Ceppaloni, lì dove si rinnovano le promesse, dove arrivano le Ferrari degli amici dei Mastella. Con il signor Giovanni, tassista, che mette l’audio in viva voce e vi spiega cos’è l’amore (“dimmi, tesoro. Vuoi le sigarette? E io vado a prendere le sigarette. Devo passare dalla farmacia? E che problema c’è? Passo dalla farmacia”) ci arrampichiamo a San Giovanni dove si sente soltanto il frinire dei grilli e i pensionati sono i beati angelici. Concelebra don Lorenzo, che, lo scriviamo ancora, ha più fascino dell’attore Orlando Bloom, e c’è il vescovo Felice Accrocca che Papa Prevost porterebbe a Roma, se lo ascoltasse, tanto è misurato, come Leone XIV.
Il Tgr Rai imbastisce la diretta ma il primo ad arrivare al traguardo della villa è Tommy Giuntella, inviato di “Filorosso”, altra diretta, che ha già la mappa, della disposizione dei tavoli. Ha ragione L’Aquila di Ligonchio, “Sánchez? Ma per carità!”. Il vestito di Sandra è dello stilista Jamal Taslaq e lo ha scelto senza l’aiuto di Anna Wintour. La granita dei fratelli Collariva, di Benevento, “limone spremute a mano”, se solo l’assaggiasse Bezos morirebbe di invidia. Fermiamo Piantedosi che ormai è un divo e che dichiara affetto incondizionato: “Io per Clemente vengo ovunque. E’ un amico. E l’amore con Sandra è da manuale”. E’ abbronzato, scuro, tenebroso, e lui, Piantedosi-Craig spiega: “E’ la bicicletta che mi permette di pensare, prendere il sole. Ho scoperto l’Italia sui pedali”. Quando Mastella è stato colpito negli affetti, dai giudici, ha mandato a gambe all’aria un governo, quello del Prodi II, e Piantedosi ci racconta che è stato un gesto di denuncia “contro quella che riteneva un’invadenza. E’ il gesto dell’indignazione per un torto subìto”. I settimanali mondadoriani non si perdono uno scatto di cerimonia, Casini è inseguito perché ha profumo di Quirinale e perché è sempre Casini “il golden boy della Dc” e qui la Dc fa
parte dell’elica genetica. Le rose, gli anelli scambiati, rinnovati, le parole, non restituirebbero la dolcezza di una scena. E’ “Viva gli sposi”, ma Clemente, non visto da Sandra, agguanta la seconda granita al limone e allora Sandra lo riprende: “Clemente, come te lo devo dire? Ti fa male” e lui confessa: “Devo fare attenzione. Ma ora venite in villa”. Chiamarla villa è come dire che la Casa Malaparte di Capri è un villino sulla costa. Ci prende per mano un amico di Clemente che già sa: “Volete vedere anche voi la piscina che non è a forma di…”. Lo finisce di dire e la piccola Giulia urla: “Quella è una conchiglia, ecco cos’è”. Ed è vero, è a forma di conchiglia, e non c’è nulla di pacchiano, ma tanto verde, piccole isole-abitazioni, coperte da alberi, come nei progetti di Frank Lloyd Wright. Dicono che il prossimo Sanremo Rai potrebbe non tenersi a Sanremo e dicono che si cercano altre località. Ebbene, se l’ad Rai Giampaolo Rossi vedesse la terrazza Mastella forse ci farebbe un pensierino. E’ l’auditorium Mastella ma la fortuna è che qui, in prima fila, al posto dei componenti della commissione Vigilanza Rai, troviamo l’ex presidente del Napoli calcio, Corrado Ferlaino, lo scrittore Maurizio De Giovanni che si presenta a Katia Ricciarelli con queste parole: “Io sono quello che ha scritto il commissario Ricciardi, è per me un onore incontrarla”. Le fa un baciamano e un inchino da nobile francese mentre Piantedosi ci canzona: “A Roma, a Ceppaloni, ma voi sempre qui?”, ma lo dice allegro come uno zio e ci presenta la moglie, Paola Berardino, innamoratissima, così come Cettina Del Piano, medico a Nola, moglie di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. Anche Manfredi ci prende sotto la sua ala, ci federa, e ci dà la linea sul terzo mandato, sull’idea di posticipare le elezioni che “non è praticabile. Le abbiamo posticipate per il Covid, ma cosa diciamo adesso? Qual è oggi la ragione? Se passa questo principio chiunque pensa di perdere può dire posticipiamo”. Gli
chiedono: “Sindaco, ma è vero che Vincenzo De Luca ce l’ha con te?” e Manfredi, il federatore Sik Sik, ricorda: “Ho sempre avuto e continuerò ad avere parole d’affetto nei suoi confronti. La cosa più bella che possa accadere a un politico è lasciare il potere e non vivere in funzione del potere”.
Al tavolo siede come ospite il “cardinale” del governatore Vincenzo De Luca, Fulvio Bonavitacola, che è amico di Clemente perché Clemente attraversa campi larghi, le coalizioni e nel bisogno si inventa l’originalità. Gigi D’Alessio, atteso al tavolo, quello di Sandra e Clemente, Andrea e Diego Della Valle, resta appiedato, ma a sostituirlo c’è la cantante Giusy che con il suo tamburello canta insieme a Sandra Era de maggio e la strofa “Core, core, core mio, luntano vaje/ tu me lasse e io conto ll’ore”. Il componente della band rivela che è la prima volta che suonano insieme, ma funziona perché al sud si improvvisa scientificamente. Lo scrittore De Giovanni, sempre conversando con Katia Ricciarelli, si supera: “Rispetto a te, io sono di secondo livello, cara Katia”. E dice bene, perché Katia e Iva qui fanno ticket, non duellano come Conte e Schlein, e come tutti si mettono in fila con il piatto in mano, come Piantedosi, Diego Della Valle, il consigliere comunale, per assaggiare “i friarelli imbottiti”, “trecciona” e “zizzona”, “il caciocavallo impiccato”, alla brace, i mezzi paccheri Rummo, perché, dimenticavamo, ci sono anche i corsari dell’impresa campana, amici di Mastella, Cosimo Rummo, Gaetano Melluso. La moglie di Manfredi, Cettina, strepitosa, provocata da tutti (“guarda che Gaetano finisce a Palazzo Chigi, ti stai preparando?”) risponde che “fare il sindaco di Napoli è bellissimo”. Manfredi che capisce la malaparata interviene: “Io resto a Napoli, non mi inguaiate, vi prego!”. Clemente che è felice come un bimbo, e che si ricorda di quando andava a prendere Sandra con la Torpedo blu, confessa che “non avrei mai fatto nulla senza di lei. A
Benevento ci vogliono bene come famiglia. Anche l’Avvenire ha messo in pagina la nostra foto dal Papa. Cinquant’anni insieme, cinquant’anni di sorrisi, ma anche di pianti, dolori, e poi la sofferenza dei miei figli che non dimentico, ma abbiamo superato ogni cosa”.
Dice Titti, funzionaria al tribunale di Benevento, che sarebbe bello alle prossime regionali “vedere il figlio di Clemente, Pellegrino, candidato” e lo dice mentre Gino Rivieccio, attore, conduttore, fa sbellicare dalle risate il ministro Piantedosi raccontando l’aneddoto sui fratelli Bennato: “I campani sono così. A un concerto di Eugenio Bennato un fan, per tutta la sera, ripete: ‘Eugenio, ti prego, canta Viva la mamma’. E una, e due, e tre, e quattro vote. A quel punto, stremato, l’impresario scende dal palco e gli dice: ‘Ma ‘o vuò capì che Viva la mamma è dell’altro fratello, di Edoardo? E il fan, geniale, ‘e vabbè, ‘a mamma è sempre ‘a stessa’. Noi siamo così”. Sono come Mastella, 78 anni, il sud che non si perde d’animo, che arriva con l’intuito, che perdona, comprende, il sud che a differenza di quello più a sud non porta rancore per un’offesa, per un’incomprensione. Questo è il sud che si scioglie con una stretta di mano, con “l’avvicinati, qui”, come si avvicinano Piantedosi, Manfredi, Casini, il governo Ceppaloni, un modello. La famosa foto che ha fatto il giro del mondo, e sorridere i giovani, Clemente che abbraccia la rockstar Lenny Kravitz, è nata per simpatia. Mastella non ascoltava Lenny, ma Mastella abbraccia Kravitz perché come a Telese, dove si è inventato la festa dell’amicizia, Mastella apre i flussi, e non per decreto, non è avaro di carezze, Mastella dice: “Siedi, mangiamo insieme” e continua: “Non ho mai perso l’umanità, sono rimasto quello che ero. Per me voler bene, vale più di sapere che partito voti. E devo tutto a Sandra non mi stanco di dirlo”. Non si possono immaginare separati. Hanno bisogno entrambi, l’uno dell’altra,
come il corallo ha bisogno di stare attaccato alla roccia, come Piantedosi ha bisogno della sua Paola, Manfredi di Cettina. E’ la pazienza, la durata delle cose, il maggio lungo della vita, 50 anni, il maggio della canzone: “Core mio, turnato io so/ torna maggio e torna ammore/ fa de me chello che vuò!”.

(da agenzie)

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LA GRANDE SOSTITUZIONE DEGLI ESSERI UMANI È GIA INIZIATA: AMAZON È ARRIVATA AD AVERE NEI SUOI MAGAZZINI OLTRE UN MILIONE DI ROBOT. E IL SORPASSO SUI DIPENDENTI IN CARNE E OSSA È SOLO QUESTIONE DI MESI

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

LE BRACCIA MECCANICHE AFFERRANO PRODOTTI DAGLI SCAFFALI E I DRONI SU RUOTE LI SPOSTANO NEI VARI REPARTI… ORMAI IL 75% DELLE CONSEGNE GLOBALI DEL COLOSSO DI BEZOS È REALIZZATO CON L’ASSISTENZA DI ROBOT, CHE PRODUCONO DI PIU’, NON SI STANCANO E NON PRETENDONO DIRITTI

Amazon ha schierato nelle sue strutture più di un milione di robot, automatizzando il lavoro e migliorando la produttività. Presto ne lavoreranno tanti quanti sono i dipendenti.
Il colosso dell’e-commerce, che ha impiegato anni ad automatizzare nelle sue strutture compiti precedentemente svolti dai suoi lavoratori in carne e ossa, adesso ha fatto sapere di aver schierato in quei posti di lavoro oltre un milione di robot. Si tratta del numero più alto di sempre e di quello che più si avvicina al totale dei suoi dipendenti nelle sue varie strutture.
I depositi dell’azienda ronzano per le braccia meccaniche che afferrano prodotti dagli scaffali e i droni su ruote che li spostano in vari locali dei reparti, avviando le merci all’imballaggio. […]
Uno degli automi più recenti di Amazon, denominato Vulcan, ha un senso del tatto sviluppato che gli permette di afferrare con accuratezza gli articoli da numerosi scaffali diversi. Da qualche tempo l’azienda sta cercando di collegare i robot ai suoi processi
di evasione degli ordini, così che le macchine possano lavorare in sintonia tra loro e con il personale umano.
«Siamo un po’ più vicini a concretizzare la piena integrazione dei robot» ha detto Rueben Scriven, research manager presso Interact Analysis, una società di consulenze di robotica. L’azienda ha fatto sapere che ormai il 75 % delle consegne globali è realizzata in talune fasi con l’assistenza di robot.
Secondo alcuni dipendenti di Amazon la maggiore automazione ha voluto dire sostituire lavori pesanti e ripetitivi – come sollevare, spingere e suddividere gli articoli – con incarichi più accurati come controllare le macchine. «Pensavo che avrei dovuto sollevare pesi e camminare tutto il giorno» ha detto Neisha Cruz, che ha trascorso cinque anni a dividere i prodotti nel deposito Amazon di Windsor, in Connecticut, prima di intraprendere la formazione per il controllo dei sistemi robotici.
I robot stanno anche sostituendo alcuni dipendenti, aiutando l’azienda a frenare le assunzioni. Complessivamente, Amazon impiega 1,56 milioni di persone, la stragrande maggioranza delle quali lavora nei suoi magazzini.
Ogni struttura l’anno scorso aveva una media di circa 670 dipendenti, il numero più basso degli ultimi 16 anni, secondo un’analisi del Wall Street Journal che lo ha confrontato con la forza lavoro dichiarata dall’azienda che riporta cifre e stime relative alle sue varie strutture.
Il numero dei pacchi per lavoratore che Amazon ha spedito l’anno scorso è aumentato notevolmente, passando da circa 175 nel 2015 a 3870, si legge nell’analisi. Da questo solo dato si evincono i guadagni dell’azienda in termini di produttività.
Amazon sta lanciando nelle sue strutture anche l’intelligenza artificiale, ha detto Andy Jassy, chief executive, «per migliorare la disposizione degli articoli, fare previsioni sulle richieste e aumentare l’efficienza dei nostri robot»
L’azienda iniziò a introdurre la robotica avanzata nei suoi magazzini dopo aver pagato 775 milioni di dollari nel 2012 per acquistare Kiva Systems, che produce robot che trasportano interi scaffali di prodotti.
All’inizio, i robot spostavano enormi quantità di articoli non imballati, una mansione pesante sul piano fisico per un essere umano. Con il passare del tempo, le macchine hanno iniziato a svolgere mansioni ancora più complesse, come imballare, dividere i prodotti e sollevare oggetti pesanti.
Amazon ha formato nel mondo oltre 700mila lavoratori per incarichi di lavoro ad alta retribuzione, tra cui la collaborazione con i robot, ha fatto sapere l’azienda. «Si sono create mansioni lavorative completamente nuove» come tecnici di robot, ha detto Yesh Dattatreya, senior applied scientist presso Amazon Robotics.
Dattatreya guida un team Amazon di recente formazione con personale proveniente dal laboratorio innovazione della Bay Area in California dell’azienda per introdurre nei suoi sistemi robotici sistemi più avanzati di intelligenza artificiale.
L’obiettivo, ha detto, è trasformare i robot magazzinieri del futuro in assistenti in grado di reagire a comandi verbali, per esempio scaricare un rimorchio.
Amazon sta sperimentando anche un robot umanoide, ha dichiarato il produttore Agility Robotics. I robot hanno braccia, gambe e testa, sono stati sperimentati per mansioni quali la gestione di contenitori per il riciclo presso Amazon e sono tuttora in fase di ricerca e di sviluppo.
Sheheryar Kaoosji, executive director presso il Warehouse Worker Resource Center, un’associazione no-profit che promuove i diritti dei lavoratori dei magazzini, ha detto che finora la robotica non ha cambiato tanto il lavoro nei piccoli centri Amazon, ma lo ha cambiato molto nei grandi centri di
smistamento e distribuzione.
Kaoosji, tuttavia, si dice preoccupato per l’impatto a lungo termine sull’occupazione. Il sogno dell’azienda «è di ridurre in modo significativo la forza lavoro nei suoi stabilimenti ad alta densità» ha detto.

(da agenzie)

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“LA RUSSIA BOMBARDA I CIVILI PERCHE’ NON HA LE CARTE PER VINCERE SUL CAMPO, LE SUE FORZE ARRANCANO TRA PERDITE CATASTROFICHE E AVANZATE MINIME”

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

L’ANALISTA RILEY MCCABE: “LA VITTORIA Eì FUORI PORTATA PUTIN PUNTA SULLA RESA DIPLOMATICA FAVORITA DA PRESSIONI AMERICANE E STANCHEZZA EUROPEA”

Le forze armate di Vladimir Putin stanno soffrendo, a causa di difetti nel loro coordinamento tattico e dell’efficienza delle difese nemiche. Nonostante mantengano l’iniziativa, la lentezza dell’avanzata e la dimensione delle perdite subite fanno dubitare che gli obiettivi bellici totalizzanti del Cremlino possano essere raggiunti con una vittoria sul campo — secondo le osservazioni di think tank e di analisti militari con esperienza diretta del fronte.
Mosca spera in una resa di Kyiv “a tavolino”. Destabilizzazione interna, diminuzione degli aiuti occidentali e pressioni di Donald Trump potrebbero piegare Zelensky anche senza una disfatta militare. Uno scenario che Putin cerca di alimentare con attacchi sempre più intensi dal cielo. Sulle città e sulla popolazione civile.
Un conteggio agghiacciante
“La Russia non ha le carte per vincere la guerra”, dice a Fanpage.it Riley McCabe, ricercatore del Programma conflitti armati, minacce asimmetriche e terrorismo del Center for Strategic and International Studies (Csis). McCabe è tra gli autori dello studio secondo cui le perdite di Mosca dall’invasione del 2022 quest’estate avrebbero superato la sconcertante cifra di un milione, tra morti e feriti. Cosa puntualmente avvenuta, secondo le più recenti stime dell Stato maggiore ucraino, dei governi britannico e statunitense e della Nato.
“Sono oltre cinque volte le perdite combinate della Russia e dell’Unione Sovietica in tutti i conflitti dopo la Seconda guerra mondiale”, nota McCabe. “È una scala impressionante”. Le forze armate di Vladimir Putin dall’ inizio dell’anno hanno perso in media 1300 soldati al giorno.
I soldati russi uccisi sono oltre 250mila, secondo i dati del Csis. Le testate giornalistiche investigative Meduza e Mediazona, con il servizio russo della Bbc, hanno incrociato dati sulla mortalità, elenchi militari, funerali e altro: alla fine dello scorso febbraio ritenevano che i caduti della Federazione in tre anni fossero stati oltre 160mila, senza contare i combattenti delle regioni ucraine annesse e i volontari stranieri. Il Cremlino non fornisce cifre dal settembre 2022, quando ufficializzò poco meno di 6.000 morti. L’Ucraina, secondo il Csis, conta tra 60mila e 100mila morti e circa 300mila feriti. In tutto, la guerra scatenata da Putin ha fatto oltre 1,4 milioni di vittime solo tra i soldati. E poi ci sono i civili: ben oltre 13mila morti e quasi 32mila feriti in Ucraina, sono le ultime valutazioni dell’Onu; più di 620 morti e circa 790 dispersi in Russia, rende noto il governo federale di Mosca.
Morire per 50 metri
In linea e nelle retrovie, il rapporto tra le forze in campo è sfavorevole a Kyiv di quasi tre a uno: 400mila soldati di Mosca contro 250mila ucraini, calcolano gli analisti. “La superiorità numerica è il principale vantaggio della Russia e la base della sua capacità di mantenere operazioni offensive”, commenta a Fanpage.it Pavel Aksenov, osservatore militare del servizio in lingua russa della Bbc.
“Nel primo anno di guerra le forze armate ucraine disponevano di un numero maggiore di truppe, oggi hanno una grave carenza di uomini, mentre Putin è in grado di reclutare centinaia di soldati al giorno”. Con 100 milioni in più di popolazione, la mobilitazione parziale di due anni fa e le paghe alte per i volontari, il vantaggio numerico per ora è assicurato, e permetterà alla Russia di continuare questa guerra di attrito. “Ma sta pagando un prezzo altissimo per guadagni minimi”, sottolinea McCabe.
Secondo il Csis, l’avanzata nella regione di Kharkiv è in media di 50 metri al giorno; quella nel Donbass — dove le cose vanno più spedite — di circa 135 metri. La Nato calcola una media di 167 tra morti e feriti per ogni chilometro quadrato conquistato. Il ritmo è simile a quello delle carneficine della Prima guerra mondiale, quando i generali lanciavano la fanteria all’assalto contro le mitragliatrici per guadagnare qualche metro tra i fili spinati e i cadaveri nella terra di nessuno. L’atteggiamento dei comandanti russi rispetto alla vita dei loro soldati è simile, purtroppo. Dall’inizio del 2024, la Russia ha conquistato circa 5.000 chilometri quadrati — meno dell’1 per cento del territorio ucraino. “A questo ritmo, non potrà mai conquistare tutta l’Ucraina”, afferma Riley McCabe.
Il capo della regione di Luhansk occupata ha annunciato in TV che le forze russe controllano ormai totalmente quel territorio. Se confermato sarebbe la prima volta che Mosca può vantare il
pieno dominio su una oblast ucraina. Annessione della Crimea a parte. Ma i territori sono il minore degli obiettivi di guerra, per Putin, ribadiscono a Fanpage.it fonti vicine al Cremlino: quel che davvero conta sono la demilitarizzazione dell’Ucraina, un governo pro-Putin a Kyiv e un sistema di sicurezza che escluda la Nato e su cui la Russia abbia un sostanziale potere di veto. In pratica, si vuole una capitolazione.
Tattiche
Se il numero di caduti rispetto alle avanzate ricorda la Prima guerra mondiale, le tattiche sono molto diverse. Soprattutto negli ultimi mesi. “La natura del combattimento in prima linea è cambiata”, spiega Aksenov. “Prima, entrambe le parti facevano grande affidamento su duelli di artiglieria su larga scala. Ora mancano le munizioni, e i droni Fpv hanno stravolto il carattere della guerra”. È la prima guerra dell’era digitale. Droni e intelligenza artificiale sono i migliori amici e i più terrificanti e letali avversari dei soldati. Se i russi ormai lanciano all’attacco solo plotoni, spesso dotati di motociclette, non è tanto per l’assottigliarsi delle scorte di carri e blindati in grado di coprire unità di fanteria più consistenti. La produzione russa è salita a oltre 180 veicoli corazzati al mese, rivela la Nato. Abbastanza per sostituire i mezzi colpiti. È che si tratterebbe di un gioco a somma zero, vista l’efficacia degli operatori ucraini. Avanzate su larga scala verrebbero comunque interrotte.
La pressione su Sumy, città ucraina a ridosso del confine con la oblast russa di Kursk, continua da mesi senza risultati definitivi. Alcuni media americani riportano che Mosca ha ammassato ben 50mila uomini per un’offensiva in grande stile. Ma tra gli esperti, c’è chi ha parecchi dubbi sull’opportunità di un’azione simile. “Non mi aspetto grandi cambiamenti tattici: niente unità meccanizzate o coordinamento avanzato”, prevede Riley McCabe. “Un’eventuale offensiva consisterà in assalti gradual
su un fronte ampio, ma senza una guerra combinata non ci saranno sfondamenti reali”. I limiti restano quelli osservati dal Csis nel terzo anno di guerra: “L’incapacità russa di coordinare artiglieria e manovre ostacola gli sfondamenti. E la difesa ucraina in profondità è solida: mine, trincee, droni, artiglieria”. Non solo debolezza tattica russa, quindi. Ma anche forza difensiva ucraina.
Bombardamenti indiscriminati per vincere “a tavolino”
“Nonostante l’efficacia nell’uso di droni e altro l’Ucraina ha ancora bisogno di enormi quantità di materiali, e qui il sostegno occidentale – Europa e USA – resta cruciale”, chiarisce l’accademico del Csis. E a questo punto, dopo l’ennesimo catastrofico barrage russo di lunedì scorso, è chiaro che l’aiuto militare a Kyiv dovrebbe concentrarsi sui sistemi di difesa antiaerea. Mosca ha aumentato la produzione di missili balistici e gli acquisti dello stesso tipo di armi dalla Corea del Nord. E costruisce 500 droni Shahed al giorno. “Vedremo continui bombardamenti su tutto il territorio ucraino, soprattutto contro le città e i civili”. Stessa previsione degli analisti della Nato. Ma l’Ucraina ha anche necessità di missili a lungo raggio, sostiene McCabe. “Kyiv non adotterà una tattica simile a quella russa, almeno non su vasta scala: si limiterà ad obiettivi militari”, afferma. “Colpire obiettivi militari nella Russia profonda ha molto senso, per Kyiv”, concorda l’osservatore militare Aksenov: “La popolazione sente esplosioni e percepisce la guerra. Gli allarmi aerei bloccano gli aeroporti e cancellano voli. Anche quando i danni restano limitati, l’effetto psicologico è importante”. È il caso dell’attacco contro la fabbrica di Izhevsk.
Se gli obiettivi di guerra del Cremlino si limitassero al controllo su quattro regioni ucraine, “potrebbe essere in grado di raggiungerlo militarmente”, conclude Pavel Aksenov . “Ma se si tratta di portare di fatto alla sottomissione dell’intero Paese, ciò
sembra fuori portata. Non c’è alcuna garanzia che la Russia possa ottenere ciò che considera una vittoria solamente tramite mezzi militari”. Serve una “vittoria a tavolino”, appunto. O meglio, al tavolo di un “negoziato” equivalente a una capitolazione. Complici l’imprevedibile Trump e un’Europa poco convinta del sostegno a Kyiv. Uno scenario che al momento sembra piuttosto distante dal realizzarsi. E che il regime russo spera si concretizzi bombardando le città.

(da agenzie)

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COMPLICITA’ TRA CRIMINALI: TRUMP LASCIA CAMPO LIBERO A PUTIN SULL’UCRAINA: GLI USA INTERROMPONO LA FORNITURA DI ARMI (TRA CUI I MISSILI PER LA DIFESA AEREA) A KIEV

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

LA DECISIONE DI WASHINGTON, “PRESA PER METTERE AL PRIMO POSTO GLI INTERESSI AMERICANI”, ARRIVA DOPO LA TELEFONATA DI DUE ORE TRA MACRON E PUTIN L’AMMINISTRAZIONE USA SI È DETTA PREOCCUPATA PER IL CALO DELLE PROPRIE SCORTE DI MUNIZIONI

Gli Stati Uniti hanno interrotto la fornitura di alcune armi, tra cui i missili per la difesa aerea, all’Ucraina. Lo ha confermato il primo luglio la Casa Bianca dopo alcune indiscrezioni di stampa. La decisione arriva dopo la telefonata di due ore tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin sulla tregua tra Mosca e Kiev.
Washington si è detta preoccupata per il calo delle proprie scorte di munizioni. «Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani, a seguito di una revisione da parte del Dipartimento della Difesa dell’assistenza militare della nostra nazione ad altri paesi in tutto il mondo», ha dichiarato Anna Kelly, vice portavoce della Casa Bianca, in una dichiarazione all’Afp.
In una e-mail, il Pentagono ha affermato di aver offerto al presidente Donald Trump opzioni per continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina, in linea con l’obiettivo di porre fine alla guerra russa in Ucraina.
«Allo stesso tempo, il dipartimento sta esaminando e adattando rigorosamente il suo approccio per raggiungere questo obiettivo, preservando al contempo la prontezza delle forze statunitensi per le priorità di difesa dell’amministrazione», ha dichiarato Elbridge Colby, sottosegretario per le politiche.
Finora, e nonostante il rapporto conflittuale con Kiev, l’amministrazione di Trump ha continuato, almeno in parte, gli aiuti militari avviati sotto Joe Biden. Sotto la presidenza di quest’ultimo, gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev oltre 60 miliardi di dollari in aiuti militari. Questa interruzione arriva pochi giorni dopo un incontro tra Trump e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, all’Aja.

(da Open)

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IL MINISTRO LOLLOBRIGIDA CON IL CASCO A FORMA DI PARMIGIANO SCATENA LO SFOTTO’ SUI SOCIAL

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

“FAI RIMPIANGERE TONINELLI”

Se serve mettersi un casco da football americano marchiato Parmigiano Reggiano per «rendere più forte il nostro export», il ministro Francesco Lollobrigida non è tipo da tirarsi indietro.
E così ha fatto con tanto di foto sul suo profilo Instagram. «Questo è il casco “forma” di Parmigiano – scrive Lollobrigida sul suo profilo – che accompagnerà una delle più seguite squadre di Football Americano di New York». L’idea arriva dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha deciso di promuoversi con quel casco nella Nfl. Ma forse non aveva messo in conto che il ministro avrebbe voluto provare in prima persona il «casco forma» di formaggio.
Gli sfottò nei commenti per il casco di Lollobrigida
I commenti sono un fiume in piena di prese in giro. In testa l’attore Luca Bizzarri che si limita a un emblematico «Ancora grazie». C’è chi scrive poi «Lollo meglio di De Sica». Non manca chi ride, non si capisce però se del gesto ironico del ministro o del ministro stesso. E poi qualcuno si spinge fino all’inimmaginabile: «Mi fai rimpiangere Toninelli».

(da agenzie)

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ELLY SCHLEIN CON LA COMPAGNA PAOLA AL CONCERTO DI BRUCE SPRINGSTEEN A SAN SIRO: SE A QUALCHE SOVRANISTA LA COSA CREA PROBLEMI SI RIVOLGA A UNO PSICHIATRA

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

ESISTE ANCHE UNA VITA PRIVATA E OGNUNO HA DIRITTO A DIVERTIRSI COME GLI PARE, IN POLITICA CI SONO ANCHE PERSONE NORMALI, FATEVENE UNA RAGIONE

Per una notte, la segretaria del Pd Elly Schlein ha mollato i veleni della politica e si è fiondata a San Siro con la sua compagna Paola Belloni, grande appassionata del «Boss».
Niente foto, come sempre, per tutelare privacy e sicurezza, sotto gli occhi attenti della Digos in mezzo ai 60 mila fan in delirio.
Ma a tarda sera Belloni si è lasciata andare con una storia su Instagram: «Bruce ha cantato, ballato, urlato per tre ore di fila. Steve, operato quattro giorni fa di appendicite ha suonato e saltato con lui. 150 anni in due…». Poi la chiusura ironica: «E io, 36 anni, sto abbracciata al Voltaren perché ero sottopalco».
Una serata davvero speciale per la «coppia «dem rock», in mezzo a celebrità planetarie come la supermodella Gigi Hadid, gli attori di Hollywood Bradley Cooper e Olivia Wilde. Mentre sul fronte italiano erano presenti, tra gli altri, il cantante Tommaso Paradiso e l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi.
Schlein è una grande appassionata di musica, suona discretamente la chitarra e a volte si è esibita anche sul palco, improvvisando pezzi dei Cranberries alla Festa dell’Unità. La leader del Pd e la sua compagna sono anche grandi appassionate di Brunori. E pochi giorni fa, «Schlein & Belloni» avevano
assistito anche al concerto di Dario al Circo Massimo: «Io sono “brunoriana” da più di dieci anni», cioè dagli esordi di Brunori, ha raccontano Schlein intercettata da The Journalai in un breve video. E anche in questa sequenza, diversi passi indietro, si vede la sua compagna.
Un’attenzione molto forte a non voler mai apparire, la sua. «Mi rendo conto che essere la compagna di una figura pubblica vi abbia fatto pensare di avere il diritto di esporre me quanto è esposta lei», aveva ribattuto seccamente Belloni due anni fa, quando un settimanale pubblicò le prime foto della segretaria del Pd con la sua fidanzata, che aggiunse: «Comunicare a mezzo stampa l’intimità affettiva di una persona è un atto ingiusto e si chiama outing ».
Ma dietro la vita «politica» della coppia c’è la voglia di normalità di due donne di 36 e 40 anni, che quando vogliono si fanno una partita alla Playstation, guardano Ballando con le Stelle a casa a Bologna o quando c’è Sanremo rianimano una vecchia chat social dei tempi giovanili bolognesi per dare le pagelle agli artisti, in tempo reale, su look e canzoni. Ma quando di mezzo c’è la musica: da Springsteen agli Articolo 31, si canta a squarciagola. Sotto palco.

(da agenzie)

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LA VERGOGNOSA RIMOZIONE DEL GENERALE ORESTA DALLA SCUOLA MARESCIALLI DI FIRENZE: “IL VOSTRO BENESSERE E’ SUPERIORE A QUALCUNA ISTRUZIONE O PROCEDURA”

Luglio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

IL SOSTEGNO DEL SINDACATO DEI CARABINIERI… UN ANNO FA UNA ALLIEVA SI SUICIDO’, LE PAROLE DEL GENERALE DETTATE SOLO DA UNA GRANDE UMANITA’

Un cambio di marcia che i vertici non hanno visto di buon occhio. Dopo il suo discorso agli allievi della scuola marescialli e brigadieri di Firenze il generale Pietro Oresta è stato rimosso dal proprio incarico. A far propendere il comando generale per questa decisione è stato il discorso, dai toni insoliti, che Oresta ha tenuto davanti alle nuove leve. «Ricordatevi, che il vostro benessere, e quello dei vostri familiari, la nostra vita è superiore a qualunque istruzione o procedura», questa una delle frasi che l’ormai ex comandante ha pronunciato rivolgendosi ai giovani.
Dell’accademia di Firenze si era già parlato l’anno scorso, quando ad aprile 2024 un’allieva, Beatrice Belcuore si tolse la vita. Sul caso fu aperta un’inchiesta, che ha ricevuto l’archiviazione pochi giorni fa.
Il discorso di Pietro Oresta ai nuovi marescialli: «Prima venite voi»
«Aiutare un anziano ad attraversare la strada ha più impatto di trovare 300 tonnellate di cocaina e arrestare 20 persone», ha detto Oresta rivolgendosi ai ragazzi. Parole, le sue, che sottolineano l’importanza dei piccoli gesti, rispetto alle grandi imprese. Ma non solo. Nel suo discorso l’ex comandate ha posto al centro il benessere psicofisico delle nuove leve, un tema di cui si discute sempre di più nel mondo del lavoro: «Sappiate che è impossibile che vi venga chiesto qualcosa che non si possa fare. Ricordatevi, che il vostro benessere, e quello dei vostri familiari, la nostra vita è superiore a qualunque istruzione o procedura».
Le affermazioni di Oresta sono intrecciate al caso di Beatrice Belcuore, un’allieva dell’accademia di Firenze morta suicida a 25 anni nell’aprile 2024. Nonostante, secondo le indagini, l’atto compiuto da Belcuore sia stata la conseguenza di un disagio psicologico personale, che a quanto pare non riguarderebbe l’ambiente e gli insegnanti dell’istituto.
La rimozione del generale Oresta
Proprio le parole di Oresta potrebbero aver urtato i vertici, che a seguito del discorso hanno deciso di rimuoverlo dall’incarico a partire dallo scorso 28 giugno. In particolare, sarebbe inaccettabile considerare il benessere personale più importante dell’istituzione. Per il momento, nessuno commento dal comando generale. Tuttavia, come riporta Repubblica, il comandate generale Salvatore Luongo, durante la cerimonia per il cambio di guardia al vertice del Comando interregionale carabinieri Vittorio Veneto avrebbe pronunciato una frase che sembra essere un riferimento velato al fatto accaduto qualche giorno prima. «Per me, sostanzialmente, la disciplina è il collante di una organizzazione complessa, specialmente se gerarchicamente strutturata. La disciplina è l’ordinata adesione a un codice di norme e valori che, nell’ambito militare, si sublima in dovere morale e in atto di fedeltà assoluta».
La posizione del sindacato dei carabinieri Unarma
Da Oresta, intanto, nessuna replica. Ma qualcuno che ha preso le sue parti, all’interno dell’ambiente, c’è. Si tratta del sindacato dei carabinieri Unarma, che già all’epoca del suicidio di Beatrice Belcuore si era interrogato sulle presunte vessazioni che la giovane poteva aver subito all’interno dell’accademia. «Di fatto è stato esautorato – ha detto il segretario generale del sindacato, Antonio Nicolosi – Evidentemente la rimozione è legata a quel discorso, ma il suo era un giudizio da padre di famiglia, che di certo non ha creato alcun danno all’amministrazione. E’ una scelta che proprio non comprendiamo».
Il caso dell’allieva suicida
Dopo l’atto estremo compiuto dalla 25enne nell’aprile del 2024, la famiglia aveva scritto una lettera-denuncia rilanciata proprio dal sindacato Unarma. «Riferiva alla madre che stava perdendo i capelli e che non ne poteva più di sottostare a quelle “regole” poco funzionali e che si insinuavano in ogni ambito della propria vita», riportavano i genitori. Nonostante le indagini abbiano archiviato il caso di Beatrice Belcuore come «una suo scelta», affermando quindi che non vi è stata istigazione al suicidio, il benessere psicofisico degli allievi dell’accademia è un tema di cui si continua a discutere.

(da agenzie)

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