SUL BOICOTTAGGIO DELLE OLIMPIADI, IN ITALIA IL SILENZIO DEI PAVIDI
Aprile 8th, 2008 Riccardo FucileDIO CI SALVI DAI PRUDENTI
Sembra emblematico che in Italia, durante la campagna elettorale, tutti i grandi partiti siano ” presenti”, quando si tratta di parlare del nulla, di schede mal stampate, di fatiscenti assegni da distribuire ieri ai precari, oggi ai pensionati, domani alle casalinghe, dopodomani agli agricoltori, quattro giorni fa agli elettricisti, e giovedì alle aspiranti veline per rifarsi le tette, ma, quando si tratta di temi “seri” ed etici, assistiamo al “fuggi fuggi”, come sulla nave alla deriva, prima che si inabissi.
Quando Ferrara ha posto il problema dell’aborto, i grandi leader erano”schifati” dal fatto che un “tema così” diventasse argomento di dibattito elettorale. Come dire: ” Cosa viene a rompere le palle Ferrara con l’aborto, quando dobbiamo parlare di Alitalia, del sistema elettorale porcelloso, di come comporre il futuro Governo, di come ridurre dello 0,01% i costi della politica per dare una parvenza di popolarità al programma” . E pensare che il Governo italiano, pochi mesi fa, aveva “venduto” al mondo dei media la notizia che ” grazie a Prodi, era stata approvata una risoluzione dell’ONU che vietava la pena di morte nel mondo”. Continua »
da parte dei gruppi proTibet e di coloro che denunciano da anni la vergogna di aver assegnato i Giochi olimpici a un regime comunista che si guarda bene dal garantire la libertà politica e religiosa dei propri “sudditi”, è opportuno che l’Europa si interroghi sulla presenza dei Capi di Stati del Continente alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici. Mentre Stati Uniti e Gran Bretagna si sono piegati alla logica liberista e alla tutela del “mercato”, ancora una volta da apripista di una “visione non mercantile” della politica si è fatto interprete il presidente francese Nicolas Sarkozy che ha richiamato con durezza il governo cinese al rispetto dei diritti umani. Sarko ha portato sulla sua linea il cancelliere tedesco Angela Merkel, il premier polacco Vaclav Klaus, il governo estone e quello slovacco. Ma la presa di posizione del presidente francese sta ponendo seri problemi a tanti altri governi, anche alla luce della repressione nel sangue dei dissidenti tibetani, con oltre 140 morti tra le strade.