Dicembre 15th, 2009 Riccardo Fucile
AL “CONFRONTO CIVILE” SI TORNA SIA EVITANDO LE FRASI DA GUERRA CIVILE DI DI PIETRO, MA ANCHE IL KILLERAGGIO DE “IL GIORNALE”… NON SI PUO’ ACCUSARE TUTTO IL MONDO DI COSPIRAZIONE PER MASCHERARE LE PROPRIE DEBOLEZZE…. SI INIZI NON SPECULANDO SULL’ATTO DI UNO SQUILIBRATO
C’è chi scrive per unirsi al coro e meritarsi una gratifica natalizia: facile dire cose scontate in
questa Italia divisa a metà tra una imitazione della destra e una della sinistra.
Sembrano talvolta prodotti made in China, marchi contraffatti di una politica dove gli appelli al “confronto civile” di Napolitano e di Fini vengono “recepiti” da entrambi di schieramenti come se l’auspicio fosse solo rivolto all’altro contendente.
A scuola si usava ingenuamente giustificarsi sostenendo “ha iniziato prima lui”, in politica vale lo stesso principio, ma con una buona dose di malafede. E’ quanto stiamo assistendo in questi giorni, dopo l’inqualificabile aggressione al premier ad opera di uno squilibrato e convalida la nostra tesi.
La solidarietà costa poco e si spende in abbondanza, la coerenza e una analisi anticonformista crea inimicizie pericolose.
Leggiamo su “Libero” di stamane: “In Italia si respira guerra. E’ colpa dei compagni. Monta l’odio politico e a fomentarlo è da mesi una opposizione che ha scatenato contro Berlusconi una caccia all’uomo senza precedenti”.
Se questa è la ricerca del “confronto civile” andiamo bene.
Dalla’altra parte Di Pietro ha parlato di un “premier che istiga alla violenza” e la Bindi ha accusato il premier di essere “l’artefice di un clima violento che si respira nel Paese”.
Pensiamo che ogni schieramento dovrebbe iniziare a farsi un bell’esame di coscienza, se avesse veramente a cuore le sorti della nostra nazione, perchè creare una perenne delegittimazione dell’avversario, usare un linguaggio truculento, chiamare a raccolta le truppe come se si dovesse andare a combattere la madre di tutte le battaglie non giova all’unità delle future generazioni.
Chi vince deve avere rispetto di chie perde, sempre, soprattutto quando è chiaro che l’Italia è divisa a metà e nessuno ha tagliato il traguardo con distacco, ma solo in volata con un rush finale: mettiamocelo bene in testa.
E chi ha vinto, non ha mai vinto per meriti suoi, ma per demeriti altrui, non a caso Prodi e Berlusconi si sono alternati, come se il popolo italiano scegliesse non il meglio, ma il meno peggio. Continua »
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Dicembre 15th, 2009 Riccardo Fucile
UNA SOCIETA’ OFFRE 73 EURO, MA VIENE GIUDICATA INAFFIDABILE, ANCHE SE CURA IL SERVIZIO MENSA DI MINISTERI E CARABINIERI…. VINCE CHI NE OFFRE 79,14 ED E’ ANCHE SOCIO DEL SAN RAFFAELE, GESTITO DA DON VERZE’, AMICO PERSONALE DI BERLUSCONI
Il Senato della Repubblica cambia gestione: a partire da gennaio è come se cambiasse l’insegna di un ristorante, in questo caso si tratta di una società esterna unica per ristorante, buvette e mensa per i dipendenti.
Succede che la gara d’appalto per gestire per quattro anni il servizio la vinca la società Ladisa per 11,5 milioni di euro, ma che venga giudicata “inaffidabile” e passi la seconda classificata, la ditta Gemeaz.
Teniamo presente che un pasto al Senato, con l’incidenza anche del personale e del servizio, era arrivato a costare 85,75 euro a fronte di un 15 euro pagati dai senatori.
Con il nuovo contratto la spesa si ridurrà a 79,14 euro, ma se fosse stata scelta la Ladisa ancor meno, 73 euro.
Il ribasso normalmente è quello che determina la scelta del fornitore a parità di servizio, ma in questo caso l’offerta della Ladisa viene stranamente giudicata nel suo complesso inaffidabile e rilevate incongruenze.
Vediamo ora chi ha vinto: la seconda classificata è la ditta Gemeaz di Toberto Cusin, colosso del settore con 5.200 dipendenti.
Cusin è anche consigliere della Fondazione San Raffaele di MIlano di don Luigi Verzè, amico personale di Berlusconi. Continua »
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Dicembre 14th, 2009 Riccardo Fucile
I CONCESSIONARI CHE NON AVEVANO COLLEGATO LE SLOT ALLA RETE DELLO STATO DEVONO UNA CIFRA DI 90 MILIARDI, PARI A 12 VOLTE LA MANOVRA FINANZIARIA, MA HANNO PROTETTORI POLITICI…LA SUPREMA CORTE HA RESPINTO IL RICORSO DEI GESTORI DELLE SLOT MACHINE RIBADENDO CHE LA COMPETENZA SULLA MULTA SPETTA ALLA CORTE DEI CONTI E NON AL TAR
Queste notizie stranamente in Italia la stampa o non le pubblica o le mette in ventesima
pagina sotto i necrologi, così nessuno è informato.
La meritoria inchiesta di Marco Menduni del “Secolo XIX” che abbiamo seguito fin dall’inizio, riportando ampi stralci di quanto emergeva da uno dei più grossi scandali del dopoguerra, merita un aggiornamento.
Due giorni fa c’è stata una brutta notizia per le dieci concessionarie che gestiscono le slot machine: la Corte di Cassazione ha infatti respinto la interpretazione dei loro legali che tendeva a sottrarre alla Corte dei Conti la competenza sulla maxi multa inflitta alle società ( 90 miliardi di euro) per concederla al Tar.
La Suprema Corte ha ribadito fermamente la giurisdizione della Corte dei Conti e questo escamotage è stato respinto.
Il Tar avrebbe certamente ridotto la sanzione, la Corte dei Conti ribadisce la cifra dovuta di 90 miliardi di euro.
I legali delle concessionarie erano riusciti a bloccare il tutto alla prima udienza del dicembre 2008, sollevando la questione di merito sulla competenza, ora il processo può riprendere a carico di Snai, Hbg, Cirsa Italia, Sisal Slot, Cogetech Codere Network, Lottomatica Videolot Rete, Gmatica, Atlantis World Giocolegale, Gamenet.
La vicenda risale a un’inchiesta del Secolo XIX ed è viaggiata su due binari: da un parte una commissione di inchiesta denunciò le storture del sistema gioco in Italia.
Dall’altro la Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio aveva inoltrato ai concessionari del settore New Slot una richiesta di risarcimento di 98 miliardi, limati poi a 90.
I magistrati contabili contestavano il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica dello Stato, quello che permette di controllare l’entità delle giocate e di applicare quindi l’imposta che grava, il Preu.
Nonchè il mancato rispetto di alcuni livelli di servizio nella trasmissione dei dati degli apparecchi di gioco. Continua »
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Dicembre 14th, 2009 Riccardo Fucile
L’AGGRESSIONE NON HA UNA MATRICE POLITICA… FUORI LUOGO TANTE SPECULAZIONI INTERESSATE, MA OCCORRE SVELENIRE IL CLIMA …GRAVI RESPONSABILITA’ DEL MINISTRO DEGLI INTERNI, MENTRE BOSSI FARNETICA DI TERRORISMO E DI PIETRO DI PROVOCAZIONI
L’inqualificabile aggressione subita da Silvio Berlusconi ieri a Milano, a conclusione del suo comizio in piazza del Duomo, da parte di Massimo Tartaglia, un ingegnere 42enne in cura psichiatrica da dieci anni, ha dato adito, ancor prima di conoscere i problemi mentali dell’aggressore, a una serie di prese di posizione che dimostrano quanta speculazione vi sia nella politica italiana.
E quanto sia inefficiente il sistema di sicurezza che dovrebbe tutelare le massime autorità istituzionali del nostro Paese.
Nella prima ora, successiva all’aggressione, senza neanche conoscere le motivazioni che avevano portato Tartaglia a quel gesto sconsiderato, i politici italiani hanno dato il peggio di sè: da parte del centrodestra si speculava sul “clima di odio” che avrebbe alimentato certa sinistra, e nel calderone dei mandanti sono finiti opposizione, magistratura, stampa di sinistra, no global e chi più ne ha più ne metta.
Dal centrosinistra ecco Di Pietro parlare di “provocazione” da parte del premier e la sinistra estrema di generiche “responsabilità ” .
Su Facebook si creano in pochi minuti gruppi che inneggiano a Tartaglia o che lo vogliono morto, raccogliendo migliaia di imbecilli di segno opposto.
Ascoltiamo giornalisti e ministri che le sparano grosse anche quando la labilità mentale dell’ing. Tartaglia, malato da circa dieci anni, diventa di dominio pubblico.
L’aggressore non ha precedenti politici, solo un gran disagio mentale: chi lo voleva “longa manus” dell’eversione è servito, chi ne voleva fare un martire della causa altrettanto. Entrambe le parti dovranno aspettare una occasione migliore per portare avanti le proprie speculazioni.
Rimane la condanna di un atto inqualificabile e il senso del degrado cui è arrivata la politica italiana.
Nessuno ha avuto il tempo e l’onestà di fare una prima osservazione di buon senso: quando mai, in una manifestazione pubblica (di qualsiasi segno sia) si permette a un gruppo di contestatori di arrivare fin quasi sotto il palco?
Ci riferiamo al fatto che, durante la manifestazione, un centinaio di esponenti di sinistra erano arrivati a diffondere slogan a pochi metri dal premier. Continua »
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Dicembre 13th, 2009 Riccardo Fucile
INDAGINE DI LEGAMBIENTE: A MILANO IN RITARDO IL 57% DEI TRENI LOCALI, A ROMA IL 54%, A PALERMO IL 41% …..SITUAZIONE TRAGICA ANCHE A SALERNO, TORINO E MESSINA …RITARDI MEDI DI 11 MINUTI PER TRATTE ANCHE BREVI….CARROZZE SPORCHE E INCURIA: LA RABBIA DEI LAVORATORI
Sono arrivati puntuali i dati di Pendolaria 2009, l’indagine annuale di Legambiente che
monitorizza lo stato di salute del trasporto regionale italiano. Una indagine effettuata in 13 stazioni di 11 città italiane capoluogo di provincia, a fine novembre, nella fascia oraria tra le 7 e le 9 del mattino, per tre giorni di seguito.
Ne emerge un quadro disastroso: un treno su tre è in perenne ritardo, percentuale che aumenta al 57% a Milano e al 54% a Roma e che vede nelle prime posizioni anche Salerno, Torino e Messina.
Dietro gli aridi numeri si nasconde però il disagio e la rabbia di tanti lavoratori che ogni giorno sono costretti a servirsi delle ferrovie per raggiungere il posto di lavoro.
Sono stati monitorati 1.216 treni: ben 430 hanno registrato un ritardo superiore ai 5 minuti, 410 convogli sono arrivati con un ritardo tra 1 e 4 minuti, solo 374 sono giunti in orario.
Il ritardo medio registrato è di 11 minuti, con punte del 16% a Messina e del 15% a Salerno e Genova.
A Roma , Palermo, Bari e Torino il ritardo medio è di 9 minuti.
Dopo MIlano e Roma, c’è Palermo: solo il 16% dei treni viaggia in orario, il 41% in ritardo di pochi minuti, il 43% in ritardo oltre i 5 minuti.
A Genova viaggia in ritardo il 44% dei treni locali.
I pendolari denunciano l’incuria dei vagoni e l’odore nauseabondo delle carrozze, la mancata pulizia e i bagni fuori uso. Continua »
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Dicembre 13th, 2009 Riccardo Fucile
UN SONDAGGIO IPR RIVELA CHE IL 53% DEGLI ITALIANI NON APPROVA GLI ATTACCHI DEL PREMIER AI MAGISTRATI, SOLO IL 41% E’ D’ACCORDO….NELLO STESSO PDL IL 21% NON CONDIVIDE LE POSIZIONI DI BERLUSCONI: E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE FINI PARTE DA UN MINIMO DELL’ 8%… SENZA DI LUI FORZA ITALIA NON SARA’ PIU’ IL PRIMO PARTITO
In attesa della giornata di oggi, caratterizzata dallo struscio in Piazza del Duomo con la cerimonia della autoconsegna della tessera annonaria n°1 e, a seguire, di qualche altra social card ai fedeli precettati, il presidente del Consiglio ha dichiarato a una riunione di europarlamentari del Pdl (lui che non alimenta mai polemiche interne…) che “Fini da solo vale elettoralmente appena il 2,8%, al massimo se rifacesse An il 4,5%”.
Questo sulla base dei suoi sondaggi “infallibili”, forse come quelli che aveva commissionato per le Europee che attribuivano al Pdl tra il 40-45% di consensi e alla fine dalle urne uscì un misero 35.2%.
Forse il premier non si rende conto che gli italiani, a questo punto, gli porrebbero una semplice domanda, di cui ci facciamo interpreti: “Caro Silvio, ma se Fini non conta nulla, perchè ti preoccupi e ti agiti così tanto?”.
Possibile che un premier debba temere la scissione di un misero 2,8%, quando il Pdl viene dato intorno al 37%?
Cerchiamo allora di smascherare un bluff che sta andando avanti da tempo.
E partiamo da un sondaggio di ieri della Ipr che ha monitorato l’opinione degli italiani sulle accuse a magistrati e Corte di Cassazione, pronunciate dal premier a Bonn.
I risultati dicono che il 53% degli italiani non condivide la posizione di Berlusconi, il 41% è invece d’accordo, il 6% non ha opinione.
Esaminiamo i dati per fascia d’età : contrari al premier l’80% dei giovani tra i 18 e i 34 anni (favorevole il 6%, senza opinione il 14%) e il 55% di coloro che sono tra 35 e i 54 anni (37% i favorevoli, l’8% non si esprime).
Favorevoli alle dichiarazioni di Berlusconi invece il 64% di chi ha più di 54 anni (contrari il 36%). Continua »
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Dicembre 12th, 2009 Riccardo Fucile
LE SOCIETA’ ITALIANE DI TELEFONIA STANNO SPOSTANDO ALL’ESTERO UNA FETTA DI CALL CENTER, TRA ALBANIA, ROMANIA, TUNISIA E ARGENTINA…. SARANNO 4.000 I LAVORATORI ITALIANI IN MENO: ALL’ESTERO COSTERANNO LA META’….CI SONO I CLIENTI DI SERIE A CHE PARLANO CON UN CALL CENTER ITALIANO, QUELLI DI SERIE B DIROTTATI ALL’ESTERO
Ormai capita spesso: chiami da Torino, Roma o Catania e ti rispondono da Tirana o da
Bucarest.
Le società di telefonia e in parte anche le Tv italiane stanno dirottando all’estero una gran fetta dei call center, dislocandoli in Albania, Romania, Tunisia e Argentina.
Wind ha già 400 lavoratori all’estero, Telecom 600, la “3” 200, Fastweb 50 e anche Sky ha operatori in Albania.
Le previsoni parlano di un passaggio a breve da 1.500 a 4.000 operatori telefonici impiegati all’estero, a scapito dei call center italiani e di migliaia di giovani che almeno sopravvivevano pur con stipendi miseri.
La crisi porta le aziende telefoniche a creare posti di lavoro all’estero dove la manodopera costa la metà , il tutto senza che il nostro governo intervenga.
Ci sono poi altri risvolti, oltre quelli occupazionali, che riguardano il servizio alla clientela.
Perchè sta emergendo un fatto anomalo.
Se a chiamare è un cliente che spende tanto, il numero viene dirottato a un call center di serie A, ovvero in Italia, con personale più pronto e qualificato. Quando a chiamare invece è un cliente che spende poco e che fa poche telefonate, viene instradato verso un call center estero, dove operano lavoratori volenterosi, che parlano un discreto italiano, ma che offrono un servizio più scadente. Continua »
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Dicembre 12th, 2009 Riccardo Fucile
IL “PACCO” SICUREZZA FALLISCE PROPRIO A TREVISO, PATRIA DEI BEONI LEGHISTI: 25 MULTE AL GIORNO…. INVECE CHE PAGARE 20.000 EURO DI AMMENDA, TUTTI SI FANNO PROCESSARE CON LA CONDIZIONALE…LO STATO NON PRENDE UN EURO E IL TRIBUNALE SI INTASA
Nella Marca trevigiana sbevazzare è un’abitudine, ma tra grappini e prosecchi gli effetti si vedono.
Quando uno non è più in grado di controllarsi commette facilmente l’errore o di votare per la Lega o di mettersi al volante in stato di ebrezza e di causare incidenti, o entrambe le cose.
Nel 2008 i magistrati trevigiani hanno dovuto gestire 1.500 provvedimenti di questo tipo, nel 2009 la media è di 25 al giorno, 750 al mese.
Si dà il caso che il “pacco” sicurezza di Maroni preveda un’ammenda sostitutiva della condanna piuttosto onerosa e chi ha alzato il gomito, invece che versare l’obolo alla “padagna del magna magna” preferisca romanamente “scapolare”, ovvero affrontare un processo, puntando sulla sospensione condizionale della pena.
Il pacco maroniano ha infatti portato “l’indice di scambio” della pena detentiva in pena pecuniaria da 38 euro per giorno di arresto a 250 euro al giorno.
Ciò significa che se un automobilista alticcio viene fermato e denunciato, con una sanzione di 3 mesi di carcere, deve dare 22.500 euro, invece dei vecchi 3.420.
Ovvio che tutti scelgano l’impugnazione del decreto di condanna e via a processi su processi.
Anche perchè con un tasso alcolemico da 0,80 a 1,50, il “pacco” prevede l’arresto fino a sei mesi; sopra 1,50 da 3 mesi a un anno e le multe da pagare arrivano a livelli astronomici.
In pratica conviene non pagare e affrontare un processo, chiaramente coperto dalla sospensione condizionale della pena.
Alla fine di questa bella pensata maroniana, lo Stato non incassa un euro e i tribunali si ingolfano di processi. Continua »
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Dicembre 11th, 2009 Riccardo Fucile
IL PDL PRECETTA PER LETTERA GLI ISCRITTI E LI INVITA ALLA “MOBILITAZIONE”, CI SI ATTENDE UN NUOVO “STRAPPO”…..FINI: “A BONN SILVIO INVECE DI TUTELARE IL PARLAMENTO, HA SPUTTANATO IL PAESE, HA DETTO COSE ASSURDE: E’ UN’ INCOSCIENTE”… ANCHE NAPOLITANO HA PERSO LA PAZIENZA E MEDITA SUL DISCORSO DI FINE ANNO
L’appuntamento è per domenica, alle 17.30, Piazza del Duomo, Milano. L’occasione è la
consegna della tessera numero 1 del Pdl a Berlusconi, una iniziativa peraltro che ricorda le cerimonie un po’ vetuste della consegna della medaglia di cavaliere del lavoro, da parte delle autorità , a qualche senile imprenditore.
Chi se la sia inventata non è dato sapere, ma di “teste d’uovo” il Pdl è pieno. Sarebbe stato un bagno di folla durante lo struscio natalizio, l’occasione per chiedere a qualche bella signora il classico numero di telefono, il pretesto di raccontare una di quelle barzellette al termine delle quali il popolo forzaitaliota è costretto a ridere ventre a terra.
Invece l’appuntamento è diventato una “precettazione” in piena regola.
Il testo della lettera dei tre coordinatori nazionali agli iscritti lombardi parla chiaro, già nell’oggetto: “Mobilitazione per la manifestazione di domenica 13 dicembre”.
Poi si legge: “E’ superfluo sottolineare l’importanza di dare il massimo sostegno all’azione del presidente Berlusconi e al suo governo” e per chi non avesse ancora capito bene : “Vi invitiamo a partecipare numerosi, facendovi parte attiva nel coinvolgere il maggior numero possibile di persone”.
I giornali di centrodestra parlano già di un discorso da “predellino bis”, a base di lotta ai giudici, alle istituzioni, al “o con me o contro di me”, al “legittimo impedimento subito o elezioni”.
Non siamo preveggenti e non sappiamo di che umore il premier si alzi domenica mattina, che consigli ricevi dai maggiordomi di corte che lo stanno spingendo verso il baratro e che idee abbia in testa.
L’unico sciancato appoggio lo ha da Bossi, in cambio di poltrone a volontà , l’unico obiettivo leghista fedeli al motto “dal federalismo al poltronismo, dalla secessione al cadregone”. Loro di culi ne hanno tanti. Continua »
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