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GOVERNO NEL RIDICOLO: VOGLIONO ABOLIRE SOLO NOVE PROVINCE, ESCLUSE QUELLE DELLA PADAGNA

Maggio 27th, 2010 Riccardo Fucile

SI INVENTANO UN CRITERIO ASSURDO PER SALVARE SONDRIO E VERCELLI E COLPISCONO SOLO IL CENTROSUD…I FINIANI CHIEDONO DI ABOLIRLE TUTTE E BOSSI DAL SEGGIOLONE MINACCIA DI SPARARE CON LE PISTOLE AD ACQUA SE GLI TOLGONO IL REDDITIZIO GIOCHINO…QUANDO SCOPRIRANNO CHE E’ INCOSTITUZIONALE NON SE FARA’ NULLA COME AL SOLITO

Nel contesto della messa a punto della manovra finanziaria, si è verificato un fatto che merita un approfondimento: in gergo teatrale, più che di tragedia o commedia, si dovrebbe parlare di farsa.
Ci riferiamo alla proposta di abolire le province sotto i 220.000 abitanti, purchè non confinanti con Stati stranieri ed escluse quelle di regioni a statuto speciale.
Proposta mai preannunciata nei giorni scorsi e arrivata in Consiglio dei ministri nella cartelletta segreta di Tremonti, senza che neanche il premier ne sapesse nulla.
Frutto di riunioni della setta padana con il gran sacerdote Tremonti a officiare il rito.
Dato che l’argomento “abolizione delle province” è ormai patrimonio comune dell’elettorato e un atto di accusa alla Lega che si ostina a difendere le proprie remunerata poltrone al nord, che hanno pensato gli spacciatori di fumo leghisti?
Facciamo vedere che siamo anche noi d’accordo a volerne abolire qualcuna, così i pirla ci cascano.
A questo punto gli alchimisti padani si sono messi all’opera come la banda del buco e hanno fissato in 220.000 (non a caso) il tetto di abitanti consentito, dopo aver verificato che quelle amministrate da loro superassero quasi tutte il tetto.
A questo punto qualcuno ha fatto osservare che una intera ragione, la Val d’Aosta sarebbe saltata: in un attimo è stato allora deciso di includere la formula “escluso le regioni a statuto speciale”.
Ma ecco il problema di Sondrio, terra natale tremontiana: la provincia ha solo 182.205 abitanti, trovare i 37.795 di differenza è impresa impossibile anche per il maestro della finanza creativa.
Il problema esiste anche per Vercelli, ricorda qualcun altro.
Ecco che nasce alllora un altro argine: non verrano abolite le province che confinano   con uno Stato straniero. E Sondrio e Vercelli sono salve. Continua »

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BERLUSCONI: “NON MI FIDO PIU’ DI TREMONTI, LAVORA PER LA LEGA: VOGLIONO FARMI FUORI, DOBBIAMO FERMARLI”

Maggio 27th, 2010 Riccardo Fucile

“NON HA TOCCATO LE BANCHE PERCHE’ SONO SUE, NON HA TOCCATO NULLA DI SUO”….. NEL PDL SONO CONVINTI CHE TREMONTI STIA METTENDO DA PARTE I SOLDI PER IL FEDERALISMO A SPESE DEGLI ITALIANI….TREMONTI AI MINISTRI NON HA MOSTRATO NE’ TABELLE, NE’ CIFRE….I SUOI RAPPORTI CON LO IOR E LE BANCHE DEL NORD

“Spero che Silvio ora abbia capito” è stato il commento caustico del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alle polemiche nate all’interno del Pdl circa il concetto di un “governo al traino della Lega”.
Il premier ieiri si è presentato insieme a Tremonti alla conferenza stampa di presentazione della manovra solo per necessità , ma non ha affatto digerito l’aut aut imposto dal ministro sulla misure adottate.
E subito dopo ha riunito i suoi collaboratori ed ha affermato che “ormai non mi fido più di lui, si sta preparando il terreno con la Lega per succedermi. Ora basta, occorre bilanciare la coalizione, dobbiamo fermarli, ormai mi sento commissariato. Giulio non ha toccato le banche perchè sono sue, non ha toccato nulla di suo”.
Cresce negli ambienti pidiellini la convinzione che Tremonti voglia conservare i soldi dei costi del federalismo e li accantoni facendoli pagare agli italiani.
I ministri sono furibondi: Tremonti non ha mostrato nè tabelle, nè cifre, ci si è trovati di fronte al solito fatto compiuto.
La manovra l’hanno fatta Tremonti e Bossi, solo alla fine l’ha vista anche il presidente del Consiglio: addirittura volevano chiudere il rubinetto persino a Palazzo Chigi, riducendo i poteri di Gianni Letta.
Ora forse Berlusconi comincia a capire cosa intendeva Fini per “governo appiattito sulle posizioni della Lega” e ha cercato un contatto con il presidente della Camera, ricevendo ieri Augello e Bocchino.
Ufficialmente il tema è stato quello delle intercettazioni, dove i finiani non retrocedono di un passo e vogliono che sia garantita la libertà  di informazione. Ma già  il fatto che il premier abbia accettato di parlare con l’odiato Bocchino, la dice lunga sul suo momento di difficoltà .
Ha proposto ai finiani una “pace blindata”, dichiarandosi disposto a trattare alle condizioni imposte da Fini. Continua »

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INTERCETTAZIONI: QUANDO BERLUSCONI REGISTRAVA LE CONVERSAZIONI AD ARCORE

Maggio 27th, 2010 Riccardo Fucile

ALLORA NON ERA ANCORA DIVENTATO PALADINO DELLA PRIVACY: 15 ANNI FA FECE INSTALLARE   NELLE SUE RESIDENZE UNA SERIE DI CIMICI….QUANDO REGISTRO’ IL COLLOQUIO CON IL COSTRUTTORE D’ADAMO PER CERCARE DI INCASTRARE DI PIETRO E PASSO’ LA REGISTRAZIONE AI GIUDICI….CHI E’ SENZA INTERCETTAZIONI SCAGLI LA PRIMA PIETRA

Registrare all’insaputa degli interlocutori e divulgarne poi la chiacchierata pare sia tentazione irresistibile dei potenti: in America Nixon ci lasciò le penne, in Italia forse hanno fatto la fortuna di qualcuno.
Resta il fatto che non sempre chi oggi si erge a campione del garantismo e a difensore della privacy, non sia stato in passato immune dal desiderio di intercettare altri.
Le cronache giudiziarie certificano che lo stesso premier, quindici anni fa, fece allestire nelle sue residenze un vero e proprio sistema di registrazione, con due radiomicrofoni e due miniregistratori che si attivavano automaticamente appena captato un suono o un rumore.
Tali cimici erano ben nascoste e, come si legge in atti pubblici, furono utilizzate “in svariate occasioni”.
Il tecnico preposto a tale compito era l’allora responsabile dell’immagine Tv e oggi potente regista delle pubbliche apparizioni del premier: Roberto Gasparotti, che di questo parlò nel giugno 1997 con i giudici bresciani.
Lo scopo che spinse allora Berlusconi a fare ciò che oggi la sua legge vorrebbe punire con estrema severità , era quello di scoprire un mai identificato “dipendente infedele”, una persona del suo staff che avrebbe passato notizie riservate ai giornalisti.
La classica talpa, insomma, che avrebbe giustificato le registrazioni e persino la loro conservazione in archivio.
In verità  il premier era appena stato scosso dalla vicenda di Stefania Ariosto che aveva denunciato le mazzette di Previti: fu in quella fase che apparve persino una grossa cimice nel radiatore dietro la scrivania di Palazzo Grazioli, di provenienza mai rivendicata.
Lo stesso Maroni allora commentò che “secondo me è stata messa da qualche berlusconiano per fargli fare la figura della vittima”. Continua »

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IL PDL ALTOATESINO CHIEDE IL DEFERIMENTO DI GASPARRI AI PROBIVIRI

Maggio 26th, 2010 Riccardo Fucile

COLUI CHE VOLEVA ESPELLERE I FINIANI ORA FINISCE LUI SOTTO INCHIESTA PER “AVER LESO IL PARTITO, SOSTENENDO IN CAMPAGNA ELETTORALE,   A MERANO, UNA LISTA ANTAGONISTA AL PDL”…..LA DENUNCIA DI MICAELA BIANCOFIORE, BERLUSCONIANA DI FERRO…. “RICORSO IMPROPONIBILE” REPLICANO I COORDINATORI DEL PDL

Gli strascichi dele recenti elezioni comunali in Alto Adige, una sonora sconfitta per il Pdl, con gli ex forzisti guidati da Micaela Biancofiore e gli ex An fedeli a Giorgio Holzmann a farsi una guerra senza esclusioni di colpi, sono ormai esplosi in una contesa da “Mezzogiorno di fuoco”, se non fosse che siamo al Nord.
Compagni di partito che si picchiano per strada per alcuni manifesti strappati, due sedi di partito distinte, due gruppi consigliari in municipio e ora una denuncia ai probiviri del Pdl per il presidente dei senatori, Maurizio Gasparri. Con un’accusa grave, quella “di aver leso il partito, sostenendo in campagna elettorale a Merano una lista antagonista al Pdl”.
Con il bel risultato di una sonora sconfitta.
Certo che da un integerrimo uomo di partito e berlusconiano di ferro non ci saremmo aspettati che Gasparri appoggiasse una lista “antagonista”.
Come, proprio lui che ha passato una vita a servire un capo senza discutere e mai dissentire, fedele alla linea sempre, contro ogni tentativo di ragionare nel merito, reprimendo ogni minoranza in nome del “Papa re” del momento, ora appoggia una lista anti-Pdl?
Me se fino a ieri si battuto per cacciare persino i suoi vecchi amici finiani dal partito perchè “lui è rimasto quello che era” e gli altri sono cambiati.
Oddio, che lui sia rimasto quello che è sempre stato non avevamo dubbi in merito. Continua »

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LA MANOVRA “SOCIALE” DEL GOVERNO TREMONTI-BOSSI: METTERE LE MANI NELLE TASCHE DEL CETO MEDIO-BASSO

Maggio 26th, 2010 Riccardo Fucile

SU 24 MILIARDI DI TAGLI, LA META’ RIGUARDANO GLI ENTI LOCALI CHE COSI’ DOVRANNO RIDURRE I SERVIZI E AUMENTARE LORO LE TASSE….LA FARSA DELLE 9 PROVINCE TAGLIATE, NESSUNA DEL NORD…NON SI CERCANO I FINTI INVALIDI, SI AUMENTA LA PERCENTUALE DI INVALIDITA’…STIPENDI BLOCCATI PER 4 ANNI A CHI GUADAGNA 1.200-1500 EURO AL MESE E CONDONO AGLI EVASORI

La filosofia della manovra varata ieri dal governo si può leggere in un titolo di stamane di “Libero”: “manovra nordista che fa sorridere Bossi e Tremonti”. Nel testo si precisa: “Tremonti prende le forbici e Bossi applaude, il Pdl del Sud ingoia il rospo, la legge prepara il terreno al federalismo fiscale”.
In altre pagine dei quotidiani nazionali si rivela la tensione ormai esistente tra Tremonti e Berlusconi, per nulla soddisfatto di come è stata messa a punto la manovra.
Il premier ha in mano dei sondaggi che gli fanno esclamare: “Così si aumentano le tasse, la fiducia nel governo è scesa al 40%, Giulio ci sta facendo perdere voti, stiamo bruciando la fiducia degli italiani”.
E il confronto personale di ieri con Tremonti è stato di fuoco: “Le Regioni saranno costrette ad aumentare le tasse e io ci farò una brutta figura, noi la pressione fiscale dobbiamo diminuirla, non aumentarla”.
Per concludere che “Giulio mi sta nascondendo i numeri, questa è la verità , se potessi ne farei a meno”.
Quello che non ha ancora compreso Berlusconi è che il pericolo nel Pdl non è rappresentato da Fini che perlomeno le cose le dice in faccia, ma dall’asse Tremonti- Bossi che si candida non a caso a governare in futuro quello che resterà  del Paese.
Tremonti non da oggi rappresenta, per ambizione personale, le istanze della Lega, non certo del Pdl: decide tutto lui, qualsiasi iniziativa dei ministeri dipende solo dal fatto che lui allarghi o meno i cordoni della borsa.
Sfatiamo anche una leggenda: il professore di Sondrio è un tipo spocchioso e ambizioso, e passi, ma per gestire l’economia come sta facendo lui basterebbe un amministratore di condominio che dica sempre no a qualsiasi richiesta.
Basta con il Moloch del “grande esperto”: è anche lui un politico al servizio di un programma preciso, un economista pieno di contraddizioni che ha imparato presto l’arte dell’inganno e dello spot.
Guardiamo la sostanza della manovra, premettendo che era ovviamnete necessaria.
Fosse dipeso da noi, avremmo cercato i quattrini azzerando la corruzione nella Pubblica Amministrazione che è stata quantificata dalla Corte dei Conti in 60 miliardi annui, più deldoppio di quanto ora è necessario.
Se due anni fa, al momento di insediamento del governo, si fosse organizzata una task force di ispettori da mandare in giro per l’Italia con pieni poteri, a controllare anche gli spilli di ogni appalto e concorso, magari accompagnati da una legge che permettesse qualche decina di ergastoli senza sconti ai corrotti, oggi nelle casse dello Stato entrerebbero già  almeno 20 miliardi l’anno in più.
Questione solo di volontà  politica. Continua »

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LE MANOVRE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI: BERLINO PUNTA SULLE TASSE, LONDRA TAGLIA GLI SPRECHI, PARIGI LE SPESE STATALI

Maggio 26th, 2010 Riccardo Fucile

LA MANOVRA TEDESCA SARA’ DI 10 MILIARDI DI EURO, QUELLA INGLESE DI 12, QUELLA SPAGNOLA DI 15, NIENTE AUSTERITY PER LA FRANCIA….ECCO I DETTAGLI DELLE LORO SCELTE

Dopo il doloroso via libera ai 750 miliardi destinati al salvataggio dei Paesi ad alto debito di Eurolandia e mentre a Bruxelles si continua a discutere una riforma della Ue che vincoli i bilanci, nei vari Paesi europei si mettono a punto le manovre correttive per il risanamento dei conti.
Una prima cosa risulta evidente: se l’Italia predispone una manovra da 30 miliardi in due anni, in altri Paesi si lavora su cifre leggermente inferiori. Vediamo che accade altrove, esaminando caso per caso.
Germania   Tagli ai trasferimenti ai Laender, abolizione delle esenzioni fiscali, riduzione di spesa per tutti i ministeri, tassa sulle transazioni finanziarie, tagli a sovvenzioni, probabilmente un leggero aumento delle tasse, ancora da valutare: sono questi i pilastri della manovra finanziaria che dovrebbe portare a un risparmio di 10 miliardi annui.
Un piano drastico di austerity che fa tremare alcuni elementi cardine del modello tedesco di welfare e che sta creando non poche polemiche.
Va in ogni caso considerato che le tutele sociali in Germania sono molto più estese delle nostre, quindi l’impatto di una contrazione delle stesse non è paragonabile ai riflessi che potrebbero avere nel nostro Paese.
Gran Bretagna   Qui si lavora solo a sostanziosi tagli alla spesa pubblica per 6 miliardi di sterline per ridurre il deficit.
Sia la Banca d’Inghilterra che i tecnici del Tesoro hanno concordato   che c’è bisogno di azioni immediate per tagliare gli sprechi del settore pubblico.   Nessuno toccherà  invece l’Nhs, la sanità  pubblica e la scuola.
Nessun impatto sull’occupazione, solo un blocco delle assunzioni. Continua »

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SACRIFICI PESANTI PER I SOLITI NOTI: NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI RESTANO SOLO GLI SPICCIOLI

Maggio 25th, 2010 Riccardo Fucile

TAGLIARE RISORSE AGLI ENTI LOCALI, BLOCCARE I RINNOVI DEI CONTRATTI, AUMENTARE I PEDAGGI, RITARDARE IL PAGAMENTO LIQUIDAZIONI, RIDURRE I FONDI ALLA SANITA’, INTRODURRE I TICKET, DETERMINERA’ UNA RIDUZIONE DEL POTERE D’ACQUISTO DEI CITTADINI…. MENTRE I CONDONI FAVORIRANNO I FURBI

La maxi-manovra varata da Tremonti che tra poche ore approda al Consiglio dei Ministri, punterà  a rastrellare 28-30 miliardi in due anni, al netto della sanatoria catastale e della lotta all’evasione.
Occorre una visione d’insieme per capire queste misure chi andranno a colpire, come e in che misura.
Enti locali Per Regioni, Province e Comuni è previsto un taglio degli stanziamenti   pari a 5,8 miliardi, compensati in teoria, e solo per il 33%, da eventuali utili della lotta all’evasione.
Per il resto gli enti locali dovranno fare cassa con tasse e vendite di quote di partecipazione nelle municipalizzate.
Se valutiamo la promessa di “non mettere le mani nelle tasche degli italiani”, appare evidente che si scarica “l’onere della prova” sugli enti locali.
Meno entrate statali, meno servizi e più tasse locali.
Quindi pagano sempre i cittadini.
Contratti Congelamento dei rinnovi contrattuali: per tre anni niente aumenti per tutti i settori del pubblico impiego, compresi magistrati, militari, polizia e docenti universitari.
Per la buonuscita o liquidazione che sia, uno dovrà  attendere non più tre mesi, ma sei, però, caso strano, i dipendenti di Palazzo Chigi hanno firmato ieri in extremis il contratto relativo al biennio 2008-2009, con un aumento di 86 euro.
Osservazione: a parte che non sono paragonabili lo stipendio di un magistrato o di un prof. univ. con quello di un agente di polizia, resta il fatto che i contratti di cui si parla sono scaduti da tempo e il lavoratore si vede così sottratti circa 80-100 euro (arretrati compresi) al mese, per tre anni.
Sanità    E’ previsto un taglio di 1,5 miliardi al fondo sanitario nazionale: le regioni in rosso poi dovranno tagliare i posti letto o aumentare le imposte locali (Irpef e Irap).
Probabile il ticket di 7,5 euro sulla specialistica e la diagnostica.
Anche in questo caso la misura finirà  per colpire tutti i cittadini indiscriminatamente.
Pensioni   Il piano di Tremonti prevede di dimezzare nel 2011 le finestre di uscita, sia per l’anzianità    (da 2 a 1) che per la vecchiaia ( da 4 a 2).
L’effetto sarà  che i lavoratori   che l’anno prossimo avranno maturato i requisiti della pensione di anzianità  andranno a riposo a luglio 2012.
Chi quella di vecchiaia dovrà  attendere sei mesi in più.
Non pensiamo sia un provvedimento anche questo che si tramuti in un vantaggio per il cittadino.
Condono   E’ confermata una sanatoria delle case fantasma sfuggite al catasto che sarebbero circa 2 milioni.
L’ultima novità  è che anche gli ampliamenti di cubatura, non dichiarati al catasto, potranno essere messi in regola.
Una sorta di condono mascherato che dovrebbe fruttare (in teoria) circa 5 miliardi.
Viene da porsi la domanda: come sia possibile che in Italia 2 milioni di edifici possano essere abusivi, senza che lo Stato se ne accorga e non intervenga a tempo debito, invece che condonare a posteriori. Continua »

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INTERCETTAZIONI, VINCONO I FINIANI: SI RITORNA AL TESTO MORBIDO APPROVATO ALLA CAMERA

Maggio 25th, 2010 Riccardo Fucile

VINCE LA LINEA DI FINI ANCHE SUI TAGLI AGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI: SI PASSA DAI 300 EURO PROPOSTI DA TREMONTI A   1.400 EURO AL MESE PER DEPUTATI E SENATORI….I FALCHI DI BERLUSCONI E I LEGHISTI COSTRETTI ALLA RESA DI FRONTE AL PERICOLO DELL’ABBANDONO DELL’AULA AL SENATO

Giornata convulsa ieri per il mondo politico, dopo che i direttori dei principali quotidiani italiani, senza distinzione di opinione o di schieramento, hanno chiesto al centrodestra di fermare la legge sulle intercettazioni in quanto “penalizza il diritto di cronaca, impedisce di dare notizie, viola il diritto dei cittadini ad essere informati, tocca il principio della libertà  di stampa, intacca gli stessi principi base della democrazia”.
Prima che il centrodestra commettesse un errore gravissimo, insistendo su una legge bavaglio che tutto è, salvo conforme ai principi liberali spesso richiamati dal governo, i finiani hanno costretto i falchi alla retromarcia: a metà  pomeriggio è arrivato l’aut aut di Bocchino che invitava la maggioranza a ripristinare il testo   approvato alla Camera, dove era salvaguardato il diritto di cronaca almeno “per riassunto”.
La minaccia era che almeno 12 finiani non si sarebbero presentati al voto al Senato, aprendo di fatto una crisi interna.
E alla Camera sarebbe in seguito andata anche peggio.
I punti “irrinunciabili” dei finiani erano: la possibilità  di estendere le intercettazioni ai reati “connessi”, la facoltà  di accedere anche alle intercettazioni ambientali, l’autorizzazione ai giornalisti di pubblicare gli atti giudiziari per riassunto, anche senza utilizzare eventuali trascrizioni.
Ora Alfano ha già  scaricato sul relatore Centaro le responsabilità  di aver voluto giungere al limite della rottura e di aver cambiato le carte in tavola.
Il “salva cronaca” proposto alla Camera dalla finiana Bongiorno sarebbe stato sparire al Senato per colpa insomma di mano ignota.
Se non lo avessero denunciato i finiani per giorni però, mentre la marea della contestazione montava, il governo sarebbe andato avanti con queste norme vessatorie. Continua »

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LA COSTRUZIONE DI NUOVE CARCERI E’ BLOCCATA A CAUSA DELLA CRICCA: LA TORTA DI 600 MILIONI FACEVA GOLA A MOLTI

Maggio 25th, 2010 Riccardo Fucile

21 NUOVI ISTITUTI E 45 NUOVI PADIGLIONI DOVEVANO ESSERE AFFIDATI ALLA GESTIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE PER ESSERE PRONTI ENTRO FINE 2012 … ORA E’ TUTTO FERMO, SIA PROTEZIONE CIVILE CHE INFRASTRUTTURE HANNO TROPPI SOGGETTI INDAGATI:   IL GOVERNO HA FATTO FLOP

Il piano di costruzione delle nuove carceri è contenuto in un comma dell’art 17 della legge 26 del 2010, la stessa che avrebbe dovuto sveltire la ricostruzione in Abruzzo.
In realtà  il piano carceri è rimasto bloccato dallo scandalo che ha coinvolto la cricca e dalla crisi dei vertici della Protezione civile.
Andare avanti vorrebbe dire dover affidare i lavori a quelle poche aziende che dispongono di autorizzazioni di quel tipo e nessuno ha il coraggio di rischiare di trovarsi poi al centro di altri scandali con ditte chiacchierate.
La nuova legge infatti prevede che il capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il Dap del magistrato Franco Ionta,   faccia riferimento alla Protezione civile per la progettazione e la scelta del contraente e della direzione dei lavori per le nuove carceri.
Era una norma pensata su misura per i superpoteri di Guido Bertolaso, quando si pensava alla super Protezione civile SpA, ma dopo l’effetto cricca tutto è rimasto bloccato.
Contro questo progetto si erano anche scagliati gli alti funzionari del ministero delle infrastrutture che temevano di perdere il controllo sulla gestione di un piano da 600 milioni di euro.
Il business era ricchissimo e la possibilità  di lucrare enorme. Continua »

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