LE MANOVRE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI: BERLINO PUNTA SULLE TASSE, LONDRA TAGLIA GLI SPRECHI, PARIGI LE SPESE STATALI
LA MANOVRA TEDESCA SARA’ DI 10 MILIARDI DI EURO, QUELLA INGLESE DI 12, QUELLA SPAGNOLA DI 15, NIENTE AUSTERITY PER LA FRANCIA….ECCO I DETTAGLI DELLE LORO SCELTE
Dopo il doloroso via libera ai 750 miliardi destinati al salvataggio dei Paesi ad alto debito di Eurolandia e mentre a Bruxelles si continua a discutere una riforma della Ue che vincoli i bilanci, nei vari Paesi europei si mettono a punto le manovre correttive per il risanamento dei conti.
Una prima cosa risulta evidente: se l’Italia predispone una manovra da 30 miliardi in due anni, in altri Paesi si lavora su cifre leggermente inferiori. Vediamo che accade altrove, esaminando caso per caso.
Germania Tagli ai trasferimenti ai Laender, abolizione delle esenzioni fiscali, riduzione di spesa per tutti i ministeri, tassa sulle transazioni finanziarie, tagli a sovvenzioni, probabilmente un leggero aumento delle tasse, ancora da valutare: sono questi i pilastri della manovra finanziaria che dovrebbe portare a un risparmio di 10 miliardi annui.
Un piano drastico di austerity che fa tremare alcuni elementi cardine del modello tedesco di welfare e che sta creando non poche polemiche.
Va in ogni caso considerato che le tutele sociali in Germania sono molto più estese delle nostre, quindi l’impatto di una contrazione delle stesse non è paragonabile ai riflessi che potrebbero avere nel nostro Paese.
Gran Bretagna Qui si lavora solo a sostanziosi tagli alla spesa pubblica per 6 miliardi di sterline per ridurre il deficit.
Sia la Banca d’Inghilterra che i tecnici del Tesoro hanno concordato che c’è bisogno di azioni immediate per tagliare gli sprechi del settore pubblico. Nessuno toccherà invece l’Nhs, la sanità pubblica e la scuola.
Nessun impatto sull’occupazione, solo un blocco delle assunzioni.
Spagna Qua si punta a una manovra da 15 miliardi di euro, incentrata sulla riduzione del 5% medio degli stipendi degli statali, sul congelamento delle pensioni, su mirati tagli alla spesa sociale, all’aiuto allo sviluppo e agli investimenti pubblici.
I ministri si sono ridotti simbolicamente gli stipendi del 15%, ma la manovra viene considerata ingiusta da molti ambienti pur filogovernativi.
Francia Qui la parola d’ordine è avanti col risanamento, ma niente austerity: si punta semplicemente a una riduzione del 10% in tre anni delle spese di funzionamento corrente dello Stato.
In pratica ci si limita a tagli alla spesa e ad assicurare maggiori entrate, attraverso una spesa pubblica per lo più congelata, escludendo però interessi e pensioni che sono salvaguardate. Si procede attraverso tagli uniformi del 10% a tutti i ministeri.
Va fatto notare che nessun Paese ha messo in programma entrate derivanti da misure anti-evasione o da condoni immobiliari o fiscali, blocchi dei contratti o tagli alla sanità , provvedimenti invece così in voga nelle leggi finanziarie italiane.
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