LA COSTRUZIONE DI NUOVE CARCERI E’ BLOCCATA A CAUSA DELLA CRICCA: LA TORTA DI 600 MILIONI FACEVA GOLA A MOLTI
21 NUOVI ISTITUTI E 45 NUOVI PADIGLIONI DOVEVANO ESSERE AFFIDATI ALLA GESTIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE PER ESSERE PRONTI ENTRO FINE 2012 … ORA E’ TUTTO FERMO, SIA PROTEZIONE CIVILE CHE INFRASTRUTTURE HANNO TROPPI SOGGETTI INDAGATI: IL GOVERNO HA FATTO FLOP
Il piano di costruzione delle nuove carceri è contenuto in un comma dell’art 17 della legge 26 del 2010, la stessa che avrebbe dovuto sveltire la ricostruzione in Abruzzo.
In realtà il piano carceri è rimasto bloccato dallo scandalo che ha coinvolto la cricca e dalla crisi dei vertici della Protezione civile.
Andare avanti vorrebbe dire dover affidare i lavori a quelle poche aziende che dispongono di autorizzazioni di quel tipo e nessuno ha il coraggio di rischiare di trovarsi poi al centro di altri scandali con ditte chiacchierate.
La nuova legge infatti prevede che il capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il Dap del magistrato Franco Ionta, faccia riferimento alla Protezione civile per la progettazione e la scelta del contraente e della direzione dei lavori per le nuove carceri.
Era una norma pensata su misura per i superpoteri di Guido Bertolaso, quando si pensava alla super Protezione civile SpA, ma dopo l’effetto cricca tutto è rimasto bloccato.
Contro questo progetto si erano anche scagliati gli alti funzionari del ministero delle infrastrutture che temevano di perdere il controllo sulla gestione di un piano da 600 milioni di euro.
Il business era ricchissimo e la possibilità di lucrare enorme.
L’ultimo progetto del ministero prevedeva infatti non solo la costruzione di 21 istituti e il completamento di quello romano di Rebibbia, ma anche altri 45 padiglioni nuovi da edificare o da ristrutturare, all’interno di istituti già esistenti. La costruzione di tutte queste carceri tassativamente entro il 2012, avrebbe rappresentato uno degli affari più redditizi nell’ambito delle opere pubbliche degli ultimi anni.
Alla fine, il governo che aveva voluto usare la decretazione d’urgenza, rimanendone vittima, ha dato a Ionta la “facoltà “, ma non “l’obbligo” di avvalersi della Protezione civile.
Una scelta da Ponzio Pilato, visto che anche alle Infrastrutture, con De Santis e Balducci in carcere, la situazione è bloccata.
Ionta ha quindi poteri commissariali e relativi soldi stanziati, ma si trova privo di interlocutori in quanto sono in galera.
Una situazione paradossale in cui il Governo è andato a infilarsi con i decreti d’urgenza, causa adesso del blocco totale dei lavori.
Senza neanche avere ora il coraggio di azzerare tutto e ricominciare da capo.
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