PATTO BIPARTISAN DI 50 SINDACI PER INTRODURRE IL QUOZIENTE FAMILIARE: PER OGNI FIGLIO DEDUZIONE DEL 25%
RIUNITI A PARMA 50 PRIMI CITTADINI DI DESTRA E SINISTRA, DA ROMA A BARI, DA VARESE A TRAPANI: OCCORRE UNA NUOVA FISCALITA’ CHE TUTELI LA FAMIGLIA…. ATTRAVERSO UN NUOVO SISTEMA DI MISURAZIONE, LE FAMIGLIE POTRANNO AVERE SCONTI DIVERSIFICATI ED ACCESSO AGEVOLATO AI SERVIZI
Nella vicina Francia, un lavoratore dipendente con 36.500 euro di reddito, moglie e quattro figli a carico è completamente esentasse.
In Italia il valore dei figli, mantenuti per una vita, non equivale neppure a uno sconto rottamazione del motorino.
Da tempo si parla di introdurre nel nostro Paese il “quoziente familiare”, ovvero un nuovo sistema di misurazione dello stato sociale delle famiglie che valuti le situazioni caso per caso, senza le sperequazioni dei vecchi scaglioni. Le famiglie così “pesate”, potranno poi avere sconti diversificati e agevolazioni sulle tariffe e un diverso modo di accesso ai servizi forniti dal Comune: asili nido, servizi socio-assistenziali, tassa sulla raccolta dei rifiuti. Un circolo virtuoso a favore dei cittadini e delle famiglie che più hanno bisogno di un sostegno pubblico.
Qualcosa in tal senso si è cominciato a proporre in qualche Comune, ma in realtà dovrebbe essere il governo a convertire il prelievo fiscale in un sistema che tuteli maggiormenti le famiglie. In concreto non è mai stato fatto nulla. Ora qualcosa pare si stia muovendo dalla base degli enti locali: ben 50 sindaci, provenienti da ogni parte d’Italia, da Roma a Bari, da Varese a Trapani, da Rimini a Viterbo, da Ascoli a Imperia, in rappresentanza di giunte di vario colore politico, da destra a sinistra senza distinzione, si sono riuniti a Parma per siglare un accordo politico.
La città emiliana non è stata scelta a caso, ma in quanto è stata la prima in Italia ad applicare il quoziente familiare, ribattezzato infatti “quoziente Parma”. Nel desolante panorama italiano, dove il governo spende solo lo 0,7% del Pil, Parma si piazza al secondo posto nella classifica delle città che destinano più soldi al sociale (377 euro pro-capite), la prima è Modena con 407.
Il quoziente familiare è un nuovo modo di esercitare la fiscalità , evitando che questa si accanisca contro i soggetti primari della società , a cominciare dalla famiglia, luogo di protezione e di educazione di ogni singola persona.
Il quoziente è uno strumento che misura lo stato di salute economica delle famiglie e lo segnala all’amministrazione: prende in esame i componenti, il numero dei figli (ogni figlio riduce la capacità contributiva del 25%), la condizione lavorativa dei genitori, o parenti a carico, la presenza di disabili.
A tutte queste variabili viene assegnato un punteggio che sommato ad altre fornirà la situazione specifica della famiglia.
Cosa molto più precisa e “pesante” dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente): quanto più numerosi saranno i componenti, i figli e il tipo di lavoro, tanto più incideranno sul dato finale, riducendo l’Isee.
Va segnalato che tale iniziativa , proprio in quanto bipartisan, dimostra che spesso in Italia le contrapposizioni sono solo deleterie, mentre spesso si potrebbe coltivare il bene comune dell’interesse pubblico dei cittadini, senza distintizione di partiti di origine.
E’ una rete destinata ad ampliarsi a macchia di leopardo che impegna i comuni che aderiscono su tre punti: una fiscalità a misura di famiglia, programmi “family friendly” e un sostegno al privato sociale .
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