Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
SANTELLI, BUONFIGLIO E BOCCHINO RACCONTANO LO STUDIO PREVITI E L’AMBIENTE “RELAZIONALE” IN CUI E’ NATA PROFESSIONALMENTE LA RAGGI
Vecchi uomini di mondo, quelli che comandavano a destra, quando la giovane Raggi si faceva le
ossa nello studio Previti. O nello studio Sammarco.
Antonio Buonfiglio, avvocato come la Raggi e ai tempi parlamentare di peso della destra romana spiega, senza tanti giri di parole: “A me pare ovvio che se diventi presidente di una società , come è accaduto alla Raggi con l’Hgr, ti ci mette l’azionista, in questo caso la Rojo legata a Panzironi, d’intesa con lo studio. Ed è evidente che se ti ci mettono sei uno di fiducia. Fiducia tecnica o politica? Fiducia punto”.
Ruolo “tecnico”, ripete la candidata pentastellata.
Il riferimento è alla società di cui era presidente, l’Hgr di cui era azionista l’assistente di Panzironi, il braccio destro di Alemanno finito nei guai per Parentopoli e per Mafia Capitale.
Così “tecnico”, il ruolo, da essere omesso dal curriculum che la Raggi ha presentato al momento dell’annuncio della candidatura, perchè forse imbarazzante politicamente.
E così tecnico da non aver capito il contesto: “Gloria Rojo (amministratore delegato di Hgr, ndr) – precisa la Raggi – era presente in studio e la conoscevo come tale. Ho scoperto che lei ha avuto incarichi da Panzironi quando voi ve ne siete occupati, quindi molto più tardi, nel 2012-2013”.
Tecnica la professionalità , politica la relazione, in un intreccio in cui i confini tra tecnica e politica si confondono.
Questa è la logica del centrodestra, negli anni del potere romano (e non solo).
Jole Santelli prima di diventare parlamentare di Forza Italia si fece le ossa proprio nello studio Previti: “Sono studi particolari — racconta – in cui si trattano affari importanti. Voglio dire che chi entra nello studio Previti o nello studio Sammarco è un tipo di avvocato particolare, non è uno che fa patrocinio gratuito. E che, stando dentro, acquisisce una serie di relazioni”.
Previti e il suo studio. Alemanno e il suo sistema di potere, negli anni del governo a Roma. Feudi diversi di poteri chiusi, dove la politica è tutto e tutto è politica.
E il mondo dei Sammarco, dove la Raggi lavora, è parte integrante della galassia Previti, cioè di quel sistema di relazioni, non sempre trasparenti e finite in più di un’inchiesta, fra magistrati, avvocati, imprenditori e politici che ruotava intorno all’ex ministro della Difesa del primo governo Berlusconi.
Una galassia della vera destra, tra tribuna dell’Olimpico e Roma nord, che nella Capitale ha raccolto una parte importante dell’eredità andreottiana, compresa una nebbia fitta nel porto, intesa come un tribunale dove finivano insabbiate le inchieste scottanti prima che al Tribunale arrivasse Pignatone.
Figuriamoci cosa contava rispetto alla grande abbuffata del sottogoverno alemanniano, l’incaricuccio alla giovane Virginia, in uno dei tanti contatti tra lo studio che conta e l’amazzone di un ras, come Panzironi.
Già , perchè la Rojo fu una delle 41 assunte da Panzironi all’Ama, ribattezzate come le “41 amazzoni”, messe lì appunto, senza concorso e per una logica di legami politici. La stessa per la quale l’ex ad di Ama sarebbe stato condannato a 5 anni e tre mesi, in relazione alla Parentopoli di Ama. Condanna arrivata dopo la detenzione per Mafia Capitale.
Vecchi uomini di mondo, quelli della destra di allora.
Italo Bocchino, che non era nella corrente di Alemanno ma che lo conosceva bene, parla col distacco di chi commenta una roba da ragazzini: “Vabbè, si capisce come è andata. La Raggi sta allo studio Sammarco, questa qui, questa Gloria Rojo, l’assistente di Panzironi si rivolge allo studio Sammarco per farsi seguire la società . Non c’è niente di male. L’hanno messa lì, magari nell’ambito di un sistema di rapporti e relazioni tra uno studio, come quello Sammarco e Panzironi, e un ras di peso di allora”. Molto di peso.
Così di peso che Alemanno verga, subito, una nota: “Non ho dato mai indicazione o consenso a nessuno per costituire una simile società nè ero a conoscenza di questa attività svolta dalla signora Gloria Rojo e da Franco Panzironi”.
Come a dire, io non c’entro, tesi credibile perchè, come sa chi va il mondo, non è che scomodi il sindaco per l’ultima delle nomine.
Giovane della bottega Previti, presidente di una società quasi a sua insaputa, la giovane Raggi respira l’aria delle stanze che contano sia pur non da protagonista. Prosegue Bocchino, in vena di ricordi: “Non mi scandalizzo, figuriamoci. Altro che Raggi nello studio Previti ci entrarono figure ben più pesanti. Gliene dico una: quando vincemmo le elezioni del ’94, chiedemmo a Davigo se voleva diventare ministro della Giustizia e lui declinò dopo aver sentito Borrelli e a Di Pietro di andare agli Interni. La Russa andò a sondare, poi facemmo un incontro proprio nello studio Previti. C’erano Berlusconi, Di Pietro, Letta, Tatarella, io e ovviamente Previti. Se ci entrò Di Pietro, non ci poteva fare uno stage la Raggi? Certo, capisco che per lei è imbarazzante dirlo nel momento in cui è candidata”.
E nel momento in cui il suo slogan, uno dei tanti, è: “La legalità e la trasparenza dovranno essere il nostro faro”.
Panzironi è in carcere, Previti condannato e interdetto dai pubblici uffici.
E nel curriculum, la candidata omette le sue esperienze “tecniche”, iniziate in quel lontano 2003, epoca del suo praticantato, quando parecchi giovani il giorno della condanna di Previti suonavano il clacson sotto lo studio simbolo dell’arroganza del potere che non vuole essere processato.
Lei invece in quello studio andava a prendere ordini per fare i giri di cancelleria.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
NASCE “ROUSSEAU”, GIALLO SULLO STATUTO, MALUMORE TRA I PARLAMENTARI
A Milano è il giorno della prima riunione politica tra Direttorio e Davide Casaleggio, dopo la morte del co-fondatore pentastellato.
A Roma invece sono già tutti molto interdetti.
I parlamentari 5 Stelle aspettano con ansia delucidazioni sul futuro del Movimento e temono un accentuarsi del verticismo: “Casaleggio jr. parla solo con Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista”, lamentano i grillini tra i corridoi del Senato e di Montecitorio.
E infatti tutto il Direttorio, il giorno dopo l’annuncio ufficiale della nascita dell’associazione Rousseau, ha incontrato Casaleggio jr. per conoscere qualche dettaglio in più rispetto a ciò che è stato rivelato in un post apparso sul blog di Beppe Grillo.
Il vicepresidente della Camera avrebbe dovuto presiedere i lavori d’Aula e invece è volato nel capoluogo lombardo per fare un punto sui prossimi passi e anche per decidere come riempire il nuovo Blog delle Stelle.
A Roma però i deputati si domandano tra loro: “Ma questa associazione a cosa serve?”. E quello a fianco risponde: “Nella prossima assemblea dobbiamo parlarne per forza. Non possiamo lasciar correre”.
La creazione dell’Associazione è per tutti una novità assoluta, soprattutto perchè — viene fatto notare — un’associazione esiste già e ha il nome di “Movimento 5 Stelle”. Lo stupore nei volti dei grillini è evidente poichè mai avrebbero immaginato che il blog di Beppe Grillo sarebbe andato in pensione per lasciare spazio al Blog delle Stelle.
Cosa significa? “Significa — dice a taccuini chiusi un senatore 5 Stelle — che Grillo sta delegando i temi politici sempre di più al Direttorio e che Davide Casaleggio non vuole più sostenere le spese onerose come ha fatto fino ad ora. Dobbiamo farcela da soli”.
La nuova associazione, infatti, non a scopo di lucro, come scrive il figlio del co-fondatore, sarebbe stata fondata per raccogliere risorse finanziare e per permettere al Movimento di andare avanti da solo rendendosi indipendente.
Anche perchè il nuovo sistema di democrazia partecipata, che prende il nome di piattaforma Rousseau, secondo quanto ha lasciato intendere Davide Casaleggio, avrà dei costi molto elevati.
Dell’associazione, tuttavia, non si conosce ancora lo statuto e, nonostante la trasparenza più volte annunciata dai 5Stelle, non è noto — almeno ufficialmente – neanche chi sono il presidente e i soci.
La raccolta fondi però è già partita. Sul blog appare il codice Iban e viene specificato che il bonifico va intestato ad “Associazione Rousseau”.
La finalità dell’Associazione è contenuta sempre in un post, che Gianroberto Casaleggio avrebbe voluto pubblicare per annunciare la nascita dell’associazione: “Fino ad oggi gli sviluppi sono stati legati alle risorse che ho potuto dedicare a beneficio del Movimento 5 Stelle, ma oggi la velocità e l’importanza del Movimento rischierebbero di essere rallentate”.
Poi la nuova creatura “confluirà nella fondazione Gianroberto Casaleggio”.
Segno, anche quest’utlimo, che la rivoluzione è in atto e che il Movimento 5 Stelle sta cambiando. Nessuno, tra i pentastellati, ha dubbi su questo. I dubbi, tra i parlamentari, riguardano però tutto il resto e i nuovi assetti.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
IL COISP POSTA UNA FOTO ; “CI PRENDONO IN GIRO”, FATTA GIRARE DAI SOLITI QUATTRO IMBECILLI RAZZISTI… MA NON SA CHE ESISTE UN FILMATO CHE SBUGIARDA GLI INFAMI
Mentre i grandi della Terra si riuniscono e si confrontano e mentre in mare si continua a morire,
in un tentativo disperato di fuggire da guerra e violenze, in Rete non mancano gli esempi di chi diffonde il sospetto che alcune immagini e notizie relative a naufragi e tragedie non siano vere.
L’ultimo caso ieri, quando sull’account Twitter del Coisp, il Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia, è stata pubblicata una foto relativa a un episodio del dicembre 2015.
‘Il naufragio…’ è il testo postato insieme alla foto, in cui una freccia rossa evidenzia la posizione di un ragazzo, molto più in alto rispetto a quella degli altri profughi.
In testa all’immagine tre opzioni, in cui non manca il sarcasmo. “I casi sono tre: o è alto 7 metri, o cammina sulle acque come Mosè, o ci stanno tirando per i fondelli”.
La foto gira sui social network già da mesi, serve alla propaganda dei soliti mentecatti razzisti che nessuno ha ancora pensato di assicurare alle patrie galere.
Ma ieri, chi sa per quale motivo, è stata pubblicata sul profilo del sindacato senza alcuna presa di distanza, senza commenti.
E per questo, scatenando una pioggia di commenti. E la lapidaria reazione di Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.
“Non era necessario quell’umorismo dozzinale per avere conferma che il Coisp è un sindacato necrofilo. Viene da dire: lasciate che i morti seppelliscano i morti”.
La reazione sul web.
Molti non riescono a credere che cose del genere compaiano su pagine ufficiali di forze dell’ordine, come Paolo Mercuri, che â€si augura che l’account sia stato hackerato: “Per favore ditemi che la vostra password è stata rubata da un fascistello 16enne ubriaco!” o Marco, che aggiunge ironia all’ironia: “ovvio, lo sanno tutti che i naufraghi non esistono. Ma non erano i carabinieri quelli poco astuti?”. Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, ad esempio, chiede: “Ci spiegate questo disgustoso tweet?”.
Gli altri sindacati prendono le distanze.
Daniele Tissone, segretario del sindacato Silp-Cgil: “Sarcasmo fuori luogo e inaccettabile, la maggioranza dei poliziotti è distante da atteggiamenti e battute di questo tipo”.
“Un atteggiamento decisamente fuori luogo che offende in primo luogo le migliaia e migliaia di vittime di un tragico esodo, figlio delle guerre e della povertà . La stragrande maggioranza degli operatori di polizia è impegnata in prima linea per salvare vite e, per tale motivo, riteniamo, come Silp Cgil, di condannare chiunque posti o retwitti foto che sono, peraltro, delle autentiche bufale, messe in giro ad arte per alimentare sentimenti di autentica intolleranza”.
Lo “sconforto” dei Funzionari. Lorena La Spina, segretaria nazionale dell’Anfp. “Sono sconfortata. Si può liquidare il problema della foto rilanciata ieri su twitter come uno dei tanti “piccoli equivoci senza importanza”, ma questo goffo tentativo di sviare l’attenzione dal deprecabile messaggio che a quella immagine ed alle domande che sarcasticamante la corredano è indissolubilmente collegato, non muta la sostanza dell’accaduto. Pubblicare, postare, twittare un’immagine significa, infatti, appropriarsi del suo significato, condividerne i contenuti.
Cos’è il Coisp.
Il Coisp di Franco Maccari (ex sindacalista del Sap), è il settimo sindacato su ordine di rappresentatività che conta circa 7700 iscritti su oltre 97mila appartenenti alla Polizia di Stato. Si proclama “indipendente”, ma fa “cartello” con i sindacati sedicenti di destra Sap e Consap. Sulla legittima difesa, ha questa posizione: “Chi muore commettendo un reato è vittima delle proprie scelte”.
Il 27 marzo del 2013 il Coisp organizzò un sit in sotto l’ufficio di Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il ragazzo ucciso dalle botte di alcuni poliziotti. Il Coisp in quell’occasione non manifestò in favore della madre del ragazzo massacrato, ma in solidarietà con i poliziotti che furono condannati in via definitiva a sei mesi per averlo ucciso. Il Coisp, infine, aveva querelato la madre di Aldrovandi, il sindaco di Ferrara, e Ilaria Cucchi.
La replica del Coisp.
Risponde Franco Maccari, segretario nazionale: “È una foto come tante che gira su Internet da mesi, ogni domenica pubblichiamo una serie di foto. La didascalia non l’abbiamo scritta noi perchè era già sulla foto che ritraeva uno sbarco di migranti siriani. Francamente non penso che potranno metterci sulle spalle l’etichetta di razzisti. Sono davvero perplesso”.
Quindi se ne deduce che per un sindacato di polizia si possa riprodurre qualsiasi foto che “gira su Internet”, presentazione tarocco compresa, senza verificarne la fonte.
Andiamo bene…
I tweet di protesta.
Giancarlo Albricci è tra chi rivendica la veridicità dell’episodio: “Dovete solo vergognarvi a distribuire questa immagine che rappresenta un fatto reale. Vergogna!”.
E c’è anche chi, come â€@luca_g438, non ha alcuna voglia di scherzare e riporta la discussione alla tristezza di tragedie come queste, richiamando a riflettere: “Quanto sarcasmo fareste se ci fossero i vostri figli là ? Vergogna infinita!”.
La verità sul fatto
La foto è utilizzata da chi vuol far credere che le drammatiche immagini dei naufragi dei migranti siano frutto di una “propaganda mediatica”.
Il Co.I.S.P. riprende la tesi di chi, nello scatto, ha notato un ragazzo che non sembra in difficoltà come i suoi sfortunati compagni di viaggio.
L’immagine invece corrisponde al vero, come testimonia anche un video girato dalla guardia costiera turca che ha effettuato le operazioni di soccorso.
Il naufragio di un’imbarcazione è avvenuto nel Mar Egeo a dicembre 2015, a causa del quale hanno perso la vita almeno quattro bambini.
Tutto ripreso dal video che il Coisp non ha verificato.
Ora abbia il buon gusto di chiedere scusa.
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
LA POLITICA NON E’ CHE LO SPECCHIO DI UNA ILLEGALITA’ DIFFUSA CHE ARRIVA DAL BASSO
Il dottor Davigo non si fa molte illusioni sulla moralità dei politici. Personalmente me ne farei anche meno sulla moralità di coloro che li eleggono. Sulla nostra.
Del resto come potrebbe essere altrimenti?
Appena inizia ad aprirsi alla ragione il giovane italiano va a scuola. Lì tutti cercano di copiare senza che la cosa desti particolare riprovazione.
Chiunque vuole, poi, può maltrattare arredi, imbrattare di scritte di ogni tipo (in genere oscene) i bagni, scrivere e disegnare a suo piacere sui muri dell’edificio: anche in questo caso senza alcuna sanzione.
Così come senza alcuna sanzione significativa resterà ogni atto d’indisciplina: se marinerà la scuola, se si metterà a compulsare il suo smartphone durante le lezioni, se manderà l’insegnante a quel paese.
Imitato in quest’ultima attività anche dai suoi genitori. I quali talvolta – assai più spesso di quanto si creda – ameranno ricorrere anche a insulti e minacce.
Tutto coperto sempre da una sostanziale impunità . Non basta.
In genere, infatti, la scuola sarà per il nostro giovane concittadino anche un’ottima palestra di turpiloquio, di bullismo sessista, di scambio di materiale pornografico quando non di spaccio di droga.
Uscito dalle aule all’una, per tornare a casa l’adolescente italiano, se usa i trasporti pubblici si eserciterà nel salto del tornello sulla metro o si guarderà bene, se vorrà (ma perchè non volerlo?) dal pagare il biglietto di un autobus o di un tram.
Ha imparato da tempo, infatti, che in Italia pagare il biglietto sui mezzi pubblici è più che altro un’attività amatoriale, un hobby. Per farlo bisogna esserci portato
Ma naturalmente è più probabile che invece il nostro abbia un motorino. Il più delle volte, va da sè, con la marmitta truccata. Insomma, un po’ più veloce e molto più rumoroso del consentito.
Gliel’ha aggiustato un meccanico e, si capisce, il giovane italiano ha pagato per questo anche un bel po’: eppure una ricevuta fiscale o uno scontrino egli s’è guardato bene dal chiederli e l’altro dal darglieli.
E allora via con il motorino truccato: tanto che probabilità ha di essere fermato e multato? Diciamo una su centomila.
Dunque avanti come se nulla fosse. Avanti a sorpassare sulla destra, a tagliare la strada con repentini cambi di corsia, una mano sul manubrio e l’altra impegnata a twittare.
Un po’ di studio nel pomeriggio, e arriva finalmente la sera: il momento di svagarsi, specie se è sabato.
Sì, è vero, vendere gli alcolici ai minorenni sarebbe vietato, ma via!, non vorremo mica vedere strade e botteghe deserte, spero. Dunque una birra, due birre, tre birre in un pub e poi in un altro ancora; o qualcosa di più forte in discoteca.
Come si sa, tutti locali aperti di solito anche oltre l’orario stabilito: del resto è la movida, no? Pertanto anche se c’è un po’ di schiamazzo sotto le finestre della gente che dorme, e magari qua e là gare di velocità tra motorini, e sgassate micidiali, e cocci di bottiglie rotte sui marciapiedi, che problema c’è?
Inevitabilmente vigili e carabinieri, seppure risponderanno mai alle telefonate inviperite di qualcuno, in genere non faranno, non potranno fare (loro almeno così dicono) un bel niente
Ottenuta senza troppa fatica una licenza (in Italia le percentuali dei promossi sfiorano abitualmente il cento per cento), bisogna alla fine iscriversi all’università .
Le tasse, è vero, sono un po’ cresciute in questi ultimi anni, ma non c’è una riduzione o addirittura l’esenzione per chi viene da una famiglia a basso reddito?
È a questo punto che il nostro giovane italiano compie l’atto finale della sua educazione sentimentale alla legalità . Quando scopre, per l’appunto che il suo papà e la sua mammina, accorsati commercianti, ottimi professionisti, funzionari di buon livello, possessori di un suv e di un’utilitaria, di un bell’appartamento in un quartiere niente male, di una casetta al mare e di un adeguato gruzzoletto da parte, mamma e papà che ogni anno si fanno la loro settimana bianca e la loro vacanza da qualche parte nel mondo, e i quali come si dice non si fanno mancare niente, scopre il nostro giovane, dicevo, che essi però al Fisco risultano titolari di un reddito che consente a lui di avere una discreta riduzione delle tasse universitarie e a tutta la famiglia l’esenzione dal ticket sanitario
A quanti giovani italiani può applicarsi questo ironico ma realistico ritratto di un’educazione alla legalità ? A molti, direi.
Con qualche ulteriore elemento (tutt’altro che raro) da mettere eventualmente in conto: tipo frequentazione di un centro sociale antagonista o presenza in casa di una vecchia zia finta invalida con relativa pensione.
Da quanto tempo è in questo modo – attraverso la forza senza pari dell’esempio diffuso capillarmente e quotidianamente attraverso queste micidiali dosi omeopatiche – che i giovani italiani (non nascondiamocelo: in particolare quelli del ceto medio, della cosiddetta «buona borghesia») apprendono come funziona il loro Paese e in quale conto vi deve essere tenuto il rispetto delle regole?
Alcuni non ci stanno e se ne vanno, ma la grande maggioranza ci si trova benissimo e cerca una nicchia dove sistemarsi (spesso grazie alla raccomandazione e/o alle relazioni dei genitori di cui sopra).
La nostra corruzione nasce da qui. Da questo rilasciamento di ogni freno e di ogni misura che ha accompagnato il nostro divenire ricchi e moderni.
In Italia il marcio della politica è il marcio di tutta una società che da tre, quattro decenni, per mille ragioni – non tutte necessariamente malvagie – ha deciso sempre più di chiudere un occhio, di permettere, di non punire, di condonare.
Certo, Piercamillo Davigo ha ragione, lo ha deciso la politica. Ma perchè il Paese glielo chiedeva.
Il Paese chiedeva traffico d’influenza, voto di scambio, favori di ogni tipo, promozioni facili, sconti, deroghe, esenzioni, finanziamenti inutili alle industrie, pensioni finte, appalti truccati, aggiramenti delle leggi, concessioni indebite, e poi soldi, soldi e ancora soldi.
E con il suffragio universale è difficile che prima o poi la volontà del Paese non finisca per imporsi.
Di questo dovrebbe occuparsi la fragile democrazia italiana, di questo dibattere i suoi politici che ancora sanno che cosa sia la politica: del mare di corruzione dal basso che insieme alla delinquenza organizzata minaccia di morte la Repubblica.
Per i singoli corrotti invece bastano i giudici: ed è solo di costoro che è loro compito occuparsi.
Ernesto Galli della Loggia
(da “il Corriere della Sera”)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
GALLETTI AMMETTE: “IL DISASTRO AMBIENTALE RESTA”
L’emergenza ambientale è rientrata, ma lo stato di criticità a Genova rimane. 
Il procuratore capo Francesco Cozzi, che con il sostituto Walter Cotugno sta portando avanti l’inchiesta per disastro ambientale colposo ha reso noto, dopo gli accertamenti fatti in seguito al sequestro della condotta, che nella pipeline gestita dalla raffineria genovese Iplom che ha collassato domenica 17 aprile esistono altri venti punti critici.
La Liguria rimane dunque in allerta, dopo i due incidenti che hanno causato, tra il 17 e il 23 aprile lo sversamento di petrolio nel torrente Polcevera e nel Fegino e, conseguentemente, anche nel mare
Secondo quanto si è appreso, sull’oleodotto, che è stato costruito negli anni Sessanta, “sarà necessario ispezionare i punti critici e ripararli”.
Il ministro Galletti: “Resta un disastro ambientale”
Quello avvenuto a Genova “resta un disastro ambientale, nessun trionfalismo”, ha commentato a Rai News24 il ministro Gian Luca Galletti , in visita sul luogo dell’incidente.
“Chi viene in queste zone — ha aggiunto — si rende conto che c’è stato un fatto ambientale di rilievo e io non lo sottovaluto. Il lavoro più difficile, la bonifica, è quello che abbiamo davanti. Non abbassiamo la guardia, continuiamo a lavorare per ripristinare i luoghi”.
Per quanto riguarda i tempi, ha proseguito, “saranno quelli che richiede una bonifica. Oggi — ha concluso — è impossibile dire quali siano i danni permanenti“.
“Chi ha sbagliato — ha ribadito il ministro — paghi, ma guai a pensare che sia finita qui”. “Aspettiamo i risultati della magistratura e poi trarremo le conseguenze”, ha spiegato Galletti.
Presente all’incontro con il ministro anche il presidente della regione Liguria Giovanni Toti: “L’incidente che ha provocato lo sversamento di greggio — ha aggiunto il governatore — è l’occasione per fare il punto sullo stato della rete degli oleodotti italiani, sulla loro obsolescenza”.
Forse era il caso che ci pensasse prima.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
“A ROMA AVREI APPOGGIATO BERTOLASO”… “IL FUTURO NON E’ NE’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA, BISOGNA FARE COSE CONCRETE”
Scende in campo ancora Umberto Bossi. Nei giorni del gelo tra Matteo Salvini e Forza Italia, lo storico alleato di Silvio Berlusconi snocciola la sua ricetta in un’intervista a Il Giorno.
Il Senatùr spiega che “io Bertolaso lo avrei appoggiato. Ma penso sempre che il candidato sindaco debba essere uno che conosce bene la città “.
Dunque, quando gli chiedono se Forza Italia e Lega possono ancora stare insieme, risponde: “Non lo so. Il futuro non è nè di destra nè di sinistra. Devono trovare qualcosa da fare insieme, ma non così, in astratto…bisogna fare cose concrete”.
Dunque, sui grillini spiega: “Si fanno sentire, fanno molto rumore. Sono bravi sì, ma al funerale ho sentito tanto parlare di onestà . Io però l’avevo detto a Casaleggio: l’onestà è fondamentale ma prima viene la libertà “.
Possibile un’alleanza tra Lega e M5s? “Questo non lo so, se anche lo sapessi non direi nulla”.
Di sicuro, però, “qualsiasi cosa per battere Renzi, per avere dopo la possibilità di cambiare le cose”.
Infine, una durissima stoccata a Salvini.
Al Senatùr viene ricordato che il leader leghista, in un’intervista al Corsera, ha ricordato “i periodi della moglie e dei figli”, un chiaro riferimento a Renzo Bossi.
E Umberto, così, spara: “I ragli d’asino non raggiungono il cielo. Non c’è bisogno di rispondere”.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
PAROLE DI STIMA E PROVE D’INTESA PER UN’ALLEANZA CHE SOLO I POLTRONISTI DEL NORD VOGLIONO IMPEDIRE
Ancora parole di stima e prove di intesa fra Alfio Marchini e Guido Bertolaso. 
«Io ringrazio Bertolaso perchè dire che è pronto a fare un passo indietro per un suo competitor è particolare e anomalo. Gli fa onore e dimostra che Bertolaso ha molto più a cuore rispetto agli altri Roma, che è di una pasta diversa», ha detto oggi Marchini a Coffee Break su La7.
«Bertolaso credo si possa criticare, ma non vi è dubbio che sia uno capace di risolvere alcuni problemi. Se non ci fosse andrebbe inventato come profilo, perchè Roma ha una situazione emergenziale h24», ha aggiunto Marchini.
A chi gli chiede se non è disposto lui a fare un passo verso il candidato di Silvio Berlusconi, Marchini ha risposto: «No. Il tema non è chi resiste di più. Noi abbiamo un movimento civico che sono 3 anni che sta a Roma, ha centinaia di migliaia di elettori, di volontari, che rimane a prescindere da me. C’è un impegno che va vista con una prospettiva ventennale. La mia collocazione “libero dai partiti” non vuol dire “contro per uccidere i partiti”, ma essere abbastanza forte. Marino “è morto subito” perchè non aveva una forza propria. Anche Giachetti, che è una gran brava persona, la stessa Meloni non faranno niente perchè sono vittime del meccanismo del consenso dei partiti che ha ridotto Roma così. Poi sfatiamo un altro mito sulla Raggi: io ho conosciuto altri consiglieri comunali meno belli e telegenici di lei ma molto più capaci e competenti. Anche lì c’è un brand che si vende».
(da “il Messaggero”)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
“AVREBBE COMPROMESSO L’ALLEANZA CON SALVINI E LA MELONI: BERLUSCONI CI STAVA PENSANDO MA QUALCUNO HA FATTO PREVALERE I PROPRI INTERESSI LOCALI”
«Siamo rimasti 72 lunghissime ore a capire quello che si poteva fare. E io l’avevo detto chiaramente, anche a Berlusconi, che ero disposto a fare un passo indietro per trovare una convergenza con Alfio Marchini, che era e rimane il candidato più simile a me».
Che cosa ha detto di preciso a Berlusconi?
«Gli ho detto “guarda, io non sono certo uno appiccicato alla sedia a tutti i costi, voglio solo il bene dei romani”».
E lui?
«Lui mi ha ascoltato ed era pronto a valutare tutto. Poi si è messo di mezzo il suo partito…».
Forza Italia…
«…sostenendo a più voci che andare con Marchini avrebbe compromesso per sempre l’alleanza a livello nazionale con Lega e Fratelli d’Italia».
Quello che era rimasto dietro le quinte arriva ora sul palcoscenico. Guido Bertolaso si toglie molti sassolini dalle scarpe. E racconta l’ultimo fine settimana di passione in cui s’è sfiorata la clamorosa convergenza tra lui e «il candidato più simile a me», e cioè Alfio Marchini.
La sua disponibilità a un accordo con Marchini resta?
«L’ho detto e lo ripeto, voglio il bene dei romani e non sono attaccato alla poltrona. Ma bisognerebbe fare delle valutazioni nazionali che non competono a me».
La quadra tra lei, Forza Italia e Marchini si può ancora trovare?
«Io ci spero. Ma visto al punto in cui siamo, a differenza del mio solito, sono pessimista. Il tempo che ci separa dalla presentazione delle liste è poco. Dovremmo usare tutti i secondi, i minuti e i giorni per lavorare a un accordo per il bene di Roma…».
A proposito di Roma, lei sta con Totti o con Spalletti?
«Io sto col capitano, con l’ottavo re di Roma, naturalmente. Ha visto anche oggi, che giocata decisiva? Però le devo dire una cosa. Quando Spalletti se n’era andato da Roma l’ultima volta, gli avevo scritto un sms dicendo che mi dispiaceva. Segno che per me Totti e Spalletti servono entrambi, nello stesso momento, nella stessa squadra».
Marchini e lei come Spalletti e Totti?
«Eh (sorride, ndr)… come sintesi giornalistica ci potrebbe stare, certo. Però una cosa la vorrei dire. Si è sempre discusso del sostegno mio ad Alfio. Ma il passaggio inverso? Anche io ho le carte in regola e il curriculum per fare bene il sindaco di questa città ».
Meloni dice che, tenendo lei in campo, Berlusconi sta facendo un favore a Renzi.
«Scusi, se c’è qualcuno che sta facendo un favore a Renzi, quelli sono Meloni e Salvini».
Dice?
«Non lo dico io, lo dicono i fatti. Io non ho mai sostenuto la Meloni, visto che diceva di non volersi candidare. Però lei ha sostenuto me, ricorda? E all’epoca i sondaggi, per quello che valgono, mi davano al 25%. Se non mi crede, vado a prenderle il lancio dell’Ansa… Di conseguenza, se c’è qualcuno che ha scombinato la situazione, favorendo il Pd, quelli sono Fratelli d’Italia e la Lega. Non certo Silvio Berlusconi. Quanto a Renzi, di cose da dire, ne avrei tante. A cominciare dalla scelta della data del voto».
Il 5 giugno primo turno, il 19 gli eventuali ballottaggi.
«Queste date sono il segno che il governo centrale ha paura delle urne. Ma come si fa a scegliere un giorno che arriva alla fine di un lungo ponte e addirittura ironizzare, come ha fatto Alfano, sui romani che comunque non andranno a fare le gite fuori porta? Avrebbero potuto quantomeno tenere i seggi aperti la mezza giornata del lunedì, come s’è fatto l’ultima volta. Invece niente».
Qual è la cosa che la spaventa di più, della situazione di Roma?
«Tra le tante cose, ci sarà un’emergenza rifiuti su cui il governo Renzi e la Regione guidata da Zingaretti hanno evidentemente le idee poco chiare. Roma ne produce tra le 3.500 e le 4 mila tonnellate al giorno. E i romani pagano le tasse più alte d’Italia. Mi crede se le dico che, senza soluzioni chiare e definitive, tra un po’ rischiamo di avere la spazzatura a piazza Venezia o a piazza San Pietro?».
Che cosa pensa dell’emergenza migranti?
«Leggo che Obama avrebbe aperto all’invio di mezzi Nato in Libia. È la stessa cosa che dicevo io mesi fa».
Salvini e Meloni stanno con la Le Pen.
«Lo vedo. E, a quanto pare, non fanno nulla per nasconderlo».
Bertolaso è l’argine che impedisce al centrodestra di diventare destra-destra?
«Bertolaso è uno che rispetta la Costituzione, che ripudia il fascismo, che festeggia il 25 aprile e che, a queste condizioni, dialoga con tutti. Anche con Casa Pound. A queste condizioni, ovviamente».
Tommaso Labate
(da “il Corriere della Sera“)
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Aprile 26th, 2016 Riccardo Fucile
“BASTA DERIVE ESTREMISTE, NON SI GOVERNA COSI’ L’ITALIA”
Onorevole Polverini, FI prima ha confermato Bertolaso, poi ha trattato con la Meloni, poi ha
ipotizzato una convergenza su Marchini, infine Berlusconi ha deciso di andare avanti con l’ex sottosegretario. Che idea si è fatta di queste giornate convulse? Eppure non sosteneva Marchini, ma Bertolaso sin dalla prima ora.
«Alla fine Berlusconi ha deciso per il meglio. Si è arrivati fino all’ultimo, ma l’importante ora è aver sciolto ogni dubbio. Il Cav nella sua lettera a Il Giornale dice la verità : il centrodestra vincente andava da An all’Udc, ma aveva i moderati di FI come polo centrale, era un centrodestra moderato».
Perchè ha sempre sostenuto Bertolaso?
«Quando Berlusconi ha annunciato due assi nella manica tirando fuori Parisi e Bertolaso ero convinta che entrambi potessero tenere insieme una coalizione vincente. A Milano è successo e probabilmente Parisi vincerà . A Roma no».
Perchè?
«Per colpa degli alleati. La Meloni ha titubato troppo, prima ha sostenuto Bertolaso poi si è fatta convincere da Salvini e si è sfilata. Tre leader hanno chiesto tutti insieme a Guido di candidarsi, lui stava facendo altro. La credibilità in politica è tutto, soprattutto quando si coinvolge la società civile. La coerenza è fondamentale per far presa sull’elettorato e il popolo moderato a Roma premierà la nostra scelta».
Anche lei ha avuto da governatrice diversi problemi con i partiti. Vede parallelismo con Bertolaso?
«Ne vedo molti. La mia campagna elettorale fu tutta in salita, poi cominciarono problemi a non finire. Anche per questo sono sempre stata vicino a Bertolaso, so come ci si sente ad essere sempre messa in discussione, ad avere accanto persone che non ci credono. I sondaggi vanno male? Se non ci credono i politici come possono farlo gli elettori».
Lei fu protagonista, anche grazie al Cav, di una strepitosa rimonta. Bertolaso può fare altrettanto?
«Ho sentito Berlusconi e gli ho chiesto di fare per Guido la stessa campagne elettorale che fece per me. Certo il conteso è diverso, ma mettendo fine a questo dibattito su Bertolaso sì Bertolaso no, ci possiamo provare, l’impresa è possibile. Certo anche il candidato deve metterci del suo».
Magari evitando gaffe.
«Venendo dal mondo sindacale ero abituata a gestire i media, ma dovetti studiare molto. Bertolaso viene da un altro mondo, qualche gaffe gliela possiamo concedere. Ora diamogli la serenità di spiegare agli elettori il suo programma»
Dopo Mafia Capitale come deve comportarsi il partito sulle liste?
«Non deve mettere nessuno vicino o associabile alle persone coinvolte. Resto garantista ma dobbiamo dare un segnale. Non possiamo permetterci una campagna elettorale in difesa. Mettiamo giovani che rappresentano i quartieri in difficoltà . Io ho tante persone che vogliono competere nelle liste di FI».
Torniamo al contesto nazionale. A Roma si è creata una frattura. Che tipo di centrodestra nascerà dopo il 5 giugno?
«C’è una coalizione che governa Liguria e Lombardia e tante città . Vent’anni fa si poteva ipotizzare un’alleanza FI-An al Centro-Sud e una FI-Lega al Nord. L’Italicum impone la lista unica. Io credo alla prospettiva di vittoria con una coalizione di moderati che si ispiri al Ppe e richiami alle urne un popolo che oggi si rifugia nell’astensionismo. Le posizioni di Salvini non mi appartengono».
(da “il Tempo”)
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