INTERVISTA A POLVERINI: “BERLUSCONI HA FATTO BENE A SCEGLIERE BERTOLASO, ORA SPAZIO AI GIOVANI”
“BASTA DERIVE ESTREMISTE, NON SI GOVERNA COSI’ L’ITALIA”
Onorevole Polverini, FI prima ha confermato Bertolaso, poi ha trattato con la Meloni, poi ha ipotizzato una convergenza su Marchini, infine Berlusconi ha deciso di andare avanti con l’ex sottosegretario. Che idea si è fatta di queste giornate convulse? Eppure non sosteneva Marchini, ma Bertolaso sin dalla prima ora.
«Alla fine Berlusconi ha deciso per il meglio. Si è arrivati fino all’ultimo, ma l’importante ora è aver sciolto ogni dubbio. Il Cav nella sua lettera a Il Giornale dice la verità : il centrodestra vincente andava da An all’Udc, ma aveva i moderati di FI come polo centrale, era un centrodestra moderato».
Perchè ha sempre sostenuto Bertolaso?
«Quando Berlusconi ha annunciato due assi nella manica tirando fuori Parisi e Bertolaso ero convinta che entrambi potessero tenere insieme una coalizione vincente. A Milano è successo e probabilmente Parisi vincerà . A Roma no».
Perchè?
«Per colpa degli alleati. La Meloni ha titubato troppo, prima ha sostenuto Bertolaso poi si è fatta convincere da Salvini e si è sfilata. Tre leader hanno chiesto tutti insieme a Guido di candidarsi, lui stava facendo altro. La credibilità in politica è tutto, soprattutto quando si coinvolge la società civile. La coerenza è fondamentale per far presa sull’elettorato e il popolo moderato a Roma premierà la nostra scelta».
Anche lei ha avuto da governatrice diversi problemi con i partiti. Vede parallelismo con Bertolaso?
«Ne vedo molti. La mia campagna elettorale fu tutta in salita, poi cominciarono problemi a non finire. Anche per questo sono sempre stata vicino a Bertolaso, so come ci si sente ad essere sempre messa in discussione, ad avere accanto persone che non ci credono. I sondaggi vanno male? Se non ci credono i politici come possono farlo gli elettori».
Lei fu protagonista, anche grazie al Cav, di una strepitosa rimonta. Bertolaso può fare altrettanto?
«Ho sentito Berlusconi e gli ho chiesto di fare per Guido la stessa campagne elettorale che fece per me. Certo il conteso è diverso, ma mettendo fine a questo dibattito su Bertolaso sì Bertolaso no, ci possiamo provare, l’impresa è possibile. Certo anche il candidato deve metterci del suo».
Magari evitando gaffe.
«Venendo dal mondo sindacale ero abituata a gestire i media, ma dovetti studiare molto. Bertolaso viene da un altro mondo, qualche gaffe gliela possiamo concedere. Ora diamogli la serenità di spiegare agli elettori il suo programma»
Dopo Mafia Capitale come deve comportarsi il partito sulle liste?
«Non deve mettere nessuno vicino o associabile alle persone coinvolte. Resto garantista ma dobbiamo dare un segnale. Non possiamo permetterci una campagna elettorale in difesa. Mettiamo giovani che rappresentano i quartieri in difficoltà . Io ho tante persone che vogliono competere nelle liste di FI».
Torniamo al contesto nazionale. A Roma si è creata una frattura. Che tipo di centrodestra nascerà dopo il 5 giugno?
«C’è una coalizione che governa Liguria e Lombardia e tante città . Vent’anni fa si poteva ipotizzare un’alleanza FI-An al Centro-Sud e una FI-Lega al Nord. L’Italicum impone la lista unica. Io credo alla prospettiva di vittoria con una coalizione di moderati che si ispiri al Ppe e richiami alle urne un popolo che oggi si rifugia nell’astensionismo. Le posizioni di Salvini non mi appartengono».
(da “il Tempo”)
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