Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
IL CENTRODESTRA RIUSCIRA’ A PERDERE ANCHE STAVOLTA ?… ASTENSIONE PREVISTA AL 56%… CANCELLERI RITENUTO “PIU’ AFFIDABILE” DI MUSUMECI (43% a 40%)
Un testa a testa fra 5stelle e centrodestra. A due mesi esatti dalle elezioni regionali in Sicilia le elezioni le vincerebbe al fotofinish Giancarlo Cancelleri (35%), superando di un’ incollatura Nello Musumeci (34%).
Resta distante dai due contendenti, pur avendo archiviato la “vertenza Crocetta”, il candidato del centrosinistra: Fabrizio Micari si attesta al 22%.
Più staccato Claudio Fava, con un 6%, che comunque riaprirebbe le porte dell’Ars alla Sinistra.
Sono i dati di un sondaggio, condotto fra il 3 e il 4 settembre scorsi, da Demopolis, in esclusiva per il quotidiano La Sicilia che lo pubblica oggi, a 60 giorni dal voto del 5 novembre.
L’istituto demografico ha rilevato anche la ‘fama’ dei candidati governatori tra gli elettori: Musumeci (79%) è il più conosciuto, seguito da Fava (60%), Cancelleri (58%) e Micari (25%).
Il gradino più alto, nel podio dell’ affidabilità , lo ottiene il grillino Cancelleri (43%), davanti, nell’ordine, a Musumeci (40%), Micari (38%) e Fava (29%).
Secondo Demopolis, infine, c’è il rischio di un’altissima astensione, stimata intorno al 56%. Su 4,6 milioni di aventi diritto, secondo la previsione dell’istituto demografico, si recherebbero alle urne 2,1 milioni elettori; oltre 2,5 milioni rimarrebbero a casa. Voterebbe meno della metà degli aventi diritto: il 46%.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
RIMANE UNA FOGLIA LIBERA, AFFRETTARSI PER CHI HA NECESSITA’ DI UNA POLTRONA… MA I SONDAGGISTI AVVERTONO: UN LISTONE UNICO FA PERDERE IL 7-8% DI CONSENSI
Un quadrifoglio con una foglia “libera” è il simbolo del centrodestra unito che Silvio Berlusconi
vuole proporre a Giorgia Meloni e Matteo Salvini per rappresentare la nuova alleanza tra i tre partiti che oggi avrebbero la maggioranza (relativa) in Parlamento in vista delle prossime elezioni.
L’idea non è originalissima, ed è stata pubblicata sul sito vicino a Renato Brunetta Freenewsonline, ma ora non ce n’è più traccia.
Il quadrifoglio del centrodestra unito mostra che la “road map” di Silvio Berlusconi punta ormai nettamente verso un “listone” unico dell’intero centrodestra per le prossime elezioni politiche.
I dubbi dell’ex premier, spiega oggi Ugo Magri sulla Stampa, “sono alle spalle perchè l’uomo è fatto così: quando una scelta gli appare ineluttabile, lui se ne appropria e arriva anzi a sostenere che è stata sempre la sua intuizione. Dunque, ok al simbolo unico per concorrere al “premio” che, perlomeno alla Camera, resterà in vigore”.
E pazienza se gli studi di Euromedia Research documentano che un confuso “listone” su scala nazionale si fermerebbe 7-8 punti sotto la somma dei singoli alleati, politicamente un disastro.
Ora il compito di Silvio è quello di riuscire ad armonizzare un programma comune con la Lega e Salvini che hanno già fatto un mezzo passo indietro sull’euro che però viene furiosamente negato dai responsabili economici del partito.
Vincere, ok. E poi?
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
LA RAGAZZA DI 26 ANNI CHIEDEVA UN ASSEGNO DI 2.577 EURO AL MESE PER NON RINUNCIARE AL SUO ELEVATO TENORE DI VITA
Non voleva rinunciare al suo elevato tenore di vita, così ha deciso di portare il padre in tribunale. Una ragazza friulana di 26 anni, da tempo fuoricorso e senza lavoro – come si legge sul Messaggero Veneto – ha vinto la causa ed ottenuto che il padre continui a mantenerla, almeno per altri due anni.
Dopo il divorzio dalla madre, il giudice aveva stabilito che fosse il padre a dover provvedere ai bisogni della figlia.
Il genitore – che abita con la ragazza e che comunque ha sempre provveduto alle sue esigenze primarie – pensava, però, che la ragazza dovesse assumersi le sue responsabilità :
Dal canto suo il padre, un libero professionista, è persuaso che la figlia sia ormai una persona adulta alla quale va garantito il sostentamento, in caso di bisogno, ma che le sue scelte di vita non la qualifichino più come “maggiorenne non autosufficiente” e per questo meritevole di mantenimento.
La figlia, però, non si è accontentata dei 20 euro a settimana che il padre aveva deciso di darle.
Ha elencato con precisione tutte le spese – comprese quelle per lo svago – che voleva fare ogni mese. E che il padre avrebbe dovuto, secondo lei, garantirle:
Lei mette nero su bianco nel suo ricorso al tribunale di Pordenone una lista dei desideri da 2.577 euro al mese, comprensiva delle spese per la salute e l’università , bollette e alloggio, ma anche di 400 euro per lo svago al mese e mille euro l’anno per le vacanze.
Dopo due gradi di giudizio, però, l’uomo dovrà arrendersi: la Corte d’Appello di Trieste ha deciso che la cifra non sarà quella che la ragazza pretendeva, ma dovrà comunque continuare a mantenerla: ogni mese 350 euro, fino al 2019.
Il padre, però, anche se rispetterà la decisione del giudice, ha deciso di non darla vinta alla figlia:
L’ultimo atto giudiziario nella vicenda potrebbe non essere scritto. A novembre, dopo la sessione autunnale di esami, in famiglia si tireranno le somme. Il padre è pronto a chiedere la revoca dell’assegno, se la studentessa non avrà dato esami.
La ventiseienne di Pordenone non è la sola ad aver vinto questa battaglia: un’ordinanza del Tribunale di Milano ha stabilito, nel 2016, che se il figlio non lavora o non ha ancora finito gli studi, i genitori saranno obbligati a mantenerlo fino a quando non avrà 34 anni.
(da agenzie)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
SI TROVANO NELLE REGIONI A MAGGIORE VOCAZIONE TURISTICA O NELLE AREE INTERNE DELLE REGIONI MERIDIONALI CHE HANNO SUBITO SPOPOLAMENTO
In Italia sono sette milioni le case vuote. 
Si trovano nelle regioni a maggiore vocazione turistica (come Valle d’Aosta e Liguria) o nelle aree interne delle regioni meridionali che nel corso degli anni hanno subito i più forti fenomeni di spopolamento (Calabria, Molise, Abruzzo). Ravenna, Reggio Calabria, Catania, Modena e Messina sono i cinque comuni più grandi con più abitazioni non occupate (a Ravenna sono il 28%) mentre nel Lazio arrivano al 17,62% dell’intero patrimonio immobiliare.
Spiega oggi La Stampa in un articolo di Paolo Baroni che gli immobili «a disposizione» sono 6 milioni e 623 mila e corrispondono al 10,4% del totale, le abitazioni non utilizzate di proprietà di persone fisiche sono invece 5,71 milioni (17,9% del totale), praticamente il doppio di quelle affittate (8,8 per cento).
Ma poi, tra case non dichiarate (694 mila) e alloggi di cui non è stato possibile ricostruire l’utilizzo (283.432), ce n’è quasi un altro milione che resta nel limbo.
Dove sono presenti le aree metropolitane più estese si registrano i livelli più alti di occupazione delle case cui corrispondono quote di immobili sfitti ben sotto la media nazionale: a Milano si tocca infatti il 10,8% (16,6% in centro), a Roma il 9% (14% in centro) e a Napoli l’8,6% (13,4 nel centro antico).
Due giorni fa una circolare del ministero dell’Interno ha approntato un censimento degli immobili pubblici e privati vuoti o sfitti con il varo di un piano nazionale per il riuso a fini abitativi. Ma visto che non è possibile espropriare gli immobili per l’accoglienza, viene il dubbio: che cosa è stato ordinato a fare?
(da agenzie)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
IL CRIMINALE DI GUERRA COMPAGNO DI MERENDE DEI SOVRANISTI NOSTRANI INCHIODATO DALLE PROVE: UCCISI DECINE DI BAMBINI
Gli investigatori dell’Onu sui crimini di guerra hanno annunciato prove delle responsabilità delle forze del governo siriano nell’attacco chimico che il 4 aprile causò 87 morti a Khan Sheikhun.
Secondo il rapporto della commissione di inchiesta sullo stato dei diritti umani in Siria, “è stato raccolto un grande numero di informazioni” che dimostrano che dietro l’attacco chimico c’era il regime di Damasco.
Il regime siriano ha usato armi chimiche almeno in quattro occasioni tra marzo e giugno di quest’anno, compreso l’attacco del 4 aprile, sulla località di Khan Sheikhun. Sono le conclusioni della Commissione di inchiesta dell’Onu sui diritti umani in Siria, secondo la quale negli attacchi, effettuati dalle forze aeree di Damasco, è stato usato gas sarin.
Nel 14mo rapporto, diffuso oggi, la commissione rileva che “interviste e informazioni di avvertimento anticipato indicano che un Sukhoi 22, in dotazione solo alle forze siriane, ha effettuato 4 attacchi aerei su Khan Sheikhun alle 6:45 ora locale”.
In questi quattro attacchi “furono utilizzate 3 bombe convenzionali e una chimica”, prosegue il rapporto.
Nel bombardamento morirono anche 28 bambini e 23 donne, mentre i feriti furono in tutto 293, tra cui 103 bambini.
Nella zona sono stati trovati resti della bomba. La commissione non ha potuto determinare con esattezza la sostanza chimica utilizzata, ma “le parti sono compatibili con bombe di gas sarin prodotte dall’Unione Sovietica nella di bombe di 250 chilogrammi, di cui approssimativamente 40 di Sarin”.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
LA PIAGA DELLE ZANZARE IMMIGRATE CHE PORTANO LA MALARIA IN ITALIA E PRENDONO 35 EURO AL GIORNO, USUFRUENDO ANCHE DEL WI-FI GRATIS, VIENE GIUSTAMENTE ESECRATA SUL GIORNALE DEGLI INTELLETTUALI DI DESTRA
La piaga delle zanzare immigrate che portano la malaria nel nostro paese e prendono 35 euro al
giorno usufruendo anche del Wi-Fi gratis viene oggi giustamente esecrata su Libero, la cui prima pagina è tutto un programma
Il tono del quotidiano è giustamente indignato e non si può certo biasimarlo: Pietro Senaldi ci informa che “basta che una zanzara punga un malato e poi uno sano e quest’ultimo muore“, e questo ci prova con tutta evidenza le chiare responsabilità delle zanzare immigrate che portano la malaria dal paese loro arrivando qui in comode valigie mentre gli italiani sono costretti nelle tende.
In effetti è una vergogna che il governo se ne disinteressi e insista con l’accoglienza: l’altroieri la Boldrini — l’ha vista con i suoi occhi un lettore di Libero — ha accolto con una delegazione delle forze armate e la banda musicale un gruppo di zanzare provenienti dai paesi esotici con tutti gli onori: alle zanzare minorenni è stato anche concesso lo ius soli temperato con deroga alla legge da parte della presidente della Camera.
E alle zanzare italiane chi ci pensa?
Perchè il governo non dà qualche camera in hotel 5 Stelle anche alle zanzare nostrane?
Perchè non apre loro i serbatoi dell’AVIS?
Forse che loro non hanno diritto di mangiare?
Solo le zanzare immigrate che portano la malaria sono le preferite dei matusa e del go-go-go-governo?
(da “NextQuotidiano“)
argomento: denuncia | Commenta »
Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
VIA DEL FRANTOIO, NESSUN SEQUESTRO DA PARTE DEGLI ERITREI, NESSUN SASSO AI RAGAZZINI, E’ STATA LEI A COLPIRE L’ERITREO PER UNA SIGARETTA… E LE FERITE GLIELE HA PROCURATE IL MARITO CHE L’HA PRESA A SBERLE
Pamela Pistis, 36enne del Tiburtino Terzo che aveva accusato gli ospiti del centro d’accoglienza di via del Frantoiodi averla sequestrata ed era stata fiancheggiata da Casapound e altri prima che si scoprisse che l’aggressione era una bufala, rischia anche un’accusa di calunnia.
La donna è accusata di aver infilzato sulla schiena Yacob Misgn con un tondino, un pezzo di ferro di quelli usati nell’edilizia e per questo è indagata per lesioni aggravate dall’uso di un’arma.
La versione della donna che ha sostenuto di non aver mai maneggiato armi anzi di essere stata vittima di un’aggressione dopo essere intervenuta contro il quarantenne eritreo, colpevole di aver tirato sassi ai figli e ai nipoti, di cui uno in passeggino, non ha retto.
Per questo adesso, scrive Il Messaggero, la donna, già iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni aggravate, rischia anche la contestazione di calunnia.
La perizia del medico legale ha confermato che la ferita della vittima è compatibile con il tondino usato dalla donna per colpirlo.
E’ stato poi accertato che le contusioni e i graffi sul corpo dell’indagata erano precedenti e non causati dall’aggressione degli altri immigrati del centro.
L’unica ferita recente le era stata provocata anzi dal marito con un pugno nel tentativo di strapparla da una eritrea a sua volta aggredita per essersi permessa di aiutare il connazionale ferito.
L’arma è all’esame del Ris.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
“VOGLIONO SOLO ANDARE AL GOVERNO, PER FARE COSA NON IMPORTA”
“Ormai il MoVimento 5 Stelle è un partito di risultato. Volevano vincere a Roma e Torino. Vogliono
vincere in Sicilia. Vogliono andare al governo. Per fare cosa non importa. È lì che è scattata la scelta di Di Maio, l’elemento più rassicurante”.
La dura analisi al momento dei pentastellati arriva dal docente di storia Aldo Giannulli, per anni consigliere di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, intervistato da Repubblica.
“I 5 Stelle sono nati come forza antisistema, con l’idea di creare un’alternativa al sistema. È da qui che deriva il divieto di allearsi con altri partiti. Ma questa impostazione sta svanendo. Fino a quando c’era Gianroberto, il gruppo della “comunicazione” dipendeva dalla Casaleggio. Giusto o meno che fosse, era così”.
Giannulli cita direttamente Di Maio solo tre volte, ma si capisce che il rapporto tra i due non è esaltante.
“Ora si sono spostati alle dipendenze del vicepresidente della Camera assumendo un ruolo di ufficio politico per il quale nessuno li ha eletti”.
Anche le primarie previste per fine settembre, con cui verrà scelto il candidato premier per le elezioni politiche del 2018, finiscono nel mirino di Giannulli.
“Sono primarie bulgare. Non so se ci sarà gente disposta a candidarsi in una situazione già così pregiudicata. L’unico che avrebbe potuto sfidarlo [Di Maio] era Di Battista, ma facendo il tour con lui ha perso credibilità . Che alternativa potrebbe rappresentare ormai?
L’attacco “interno” ai 5 Stelle verte anche su alcune non-scelte degli ultimi tempi:
“Gli iscritti hanno deciso a cosa dare più rilievo in base a scelte già fatte. Ma da quando è morto Gianroberto Casaleggio, non mi sembra si sia più votato su questioni calde come fu per il reato di immigrazione clandestina. Ad esempio, non si è votato sullo ius soli”.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 6th, 2017 Riccardo Fucile
RICOLLOCATI SOLO 8.220 RICHIEDENTI ASILO DEI 40.000 CHE L’EUROPA SI ERA IMPEGNATA A RIDISTRIBUIRE
“La Corte di giustizia Ue ha confermato la validità dello schema dei ricollocamenti. E’ tempo di lavorare nell’unità e attuare in pieno la solidarietà “. Così il commissario Ue Dimitris Avramopoulos, su Twitter, commenta la sentenza, con cui la Corte Ue ha respinto oggi i ricorsi di Ungheria e Slovacchia contro il meccanismo di ridistribuzione dei richiedenti asilo da Italia e Grecia.
La Corte di giustizia Ue respinge infatti i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro le ‘relocation’ dei richiedenti asilo da Italia e Grecia e nella sentenza i giudici spiegano che “il meccanismo contribuisce effettivamente e in modo proporzionato a far sì che la Grecia e l’Italia possano far fronte alle conseguenze della crisi migratoria del 2015”
Slovacchia e Ungheria, che nel 2015, in Consiglio avevano votato contro la misura temporanea (come Rep. Ceca e Romania) avevano chiesto alla Corte di giustizia di annullarla, sia per motivi intesi a dimostrare che la sua adozione era viziata da errori di ordine procedurale o legati alla scelta di una base giuridica inappropriata, sia perchè non idonea a rispondere alla crisi migratoria, nè necessaria a tal fine.
Nel procedimento davanti alla Corte, la Polonia è intervenuta a sostegno della Slovacchia e dell’Ungheria, mentre Belgio, Germania, Grecia, Francia, Italia, Lussemburgo, Svezia e la Commissione europea sono intervenuti a favore del Consiglio Ue.
Con la sua odierna sentenza, la Corte ha respinto integralmente i ricorsi proposti da Slovacchia e Ungheria
“La solidarietà non è a senso unico. Ora bisogna andare avanti con i ricollocamenti e con le procedure d’infrazione” avviate, anche in seguito alle pressioni dell’Europarlamento, “contro chi non rispetta la decisione della Commissione” commenta il presidente del Pe Antonio Tajani ha accolto la sentenza con cui la Corte Ue ha respinto i ricorsi presentati da Slovacchia e Ungheria.
“Siamo soddisfatti. Non avevamo mai avuto dubbi” sulla legittimità della decisione presa a Bruxelles.
“Pacta sunt servanda, gli impegni presi vanno rispettati” ha poi detto Tajani. Il quale ha ricordato il ruolo svolto dal Pe nel sollecitare l’apertura di procedure d’infrazione nei confronti di quei Paesi che non hanno finora accettato di accogliere i rifugiati arrivati in Italia e Grecia in base al piano messo a punto dalla Commissione europea. Del tema migranti Tajani ha parlato questa mattina anche nel corso di una conferenza sulle priorità della politica europea rispetto alle elezioni che si svolgeranno nella primavera del 2019 per il rinnovo dell’Europarlamento. In questa sede il presidente del Pe ha ribadito la necessità di mettere in campo una sorta di ‘Piano Marshall’ per l’Africa mobilitando almeno 40 miliardi di euro per lanciare una strategia per lo sviluppo del continente che intervenga sui motivi che sono alla base dei flussi migratori verso l’Europa.
“Bisogna investire molto in questa strategia – ha detto Tajani – altrimenti non ci sarà soluzione al problema dei migranti illegali”. “L’Africa non può essere lasciata nelle mani dei cinesi”, ha poi aggiunto ricordando anche gli “errori enormi” che sono stati fatti nella gestione del post-Gheddafi in Libia e che quello dei migranti non è un problema dell’Italia o di altri singoli Paesi, ma “dell’intera Europa”.
Il programma di relocation di richiedenti asilo dall’Italia continua a procedere ma molto più lentamente del previsto.
Al 28 agosto (data dell’ultimo aggiornamento del Viminale), i migranti effettivamente ricollocati sono solo 8.220, di cui 7.457 adulti, 743 minori e 20 minori stranieri non accompagnati.
Diciannove i Paesi di destinazione: nell’ordine, Germania (3.215), Norvegia (816), Svizzera (779), Finlandia (755), Paesi Bassi (714), Svezia (513), Francia (330), Portogallo (302), Belgio (259), Spagna (168), Lussemburgo (111), Malta (47), Romania (45), Slovenia (45), Cipro (34), Lettonia (27), Lituania (27), Croazia (18) e Austria (15).
Ungheria e Slovacchia, i due Paesi che avevano presentato il ricorso respinto oggi, non hanno sinora accettato di ospitare alcun richiedente asilo.
Le richieste già approvate ma in attesa di transfer sono 1.072 (riguardano 959 adulti, 100 minori e 13 minori non accompagnati), quelle inviate ma in attesa di approvazione da parte dello Stato ospitante sono 1.148 (939 adulti, 150 minori e 59 minori non accompagnati), quelle già istruite ma in attesa di individuazione dello Stato membro sono 1.073 (943 adulti, 49 minori e 81 minori non accompagnati).
I potenziali ulteriori beneficiari della normativa, sempre secondo il ministero dell’Interno, al momento sono circa 2.500.
(da “Huffingtonpost”)
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