Dicembre 5th, 2018 Riccardo Fucile
ERA STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO A 4 MESI PER IL CASO DELLA BAITA-PRESIDIO NO TAV IN VALLE DI SUSA
In attesa che la tanto odiata prescizione diventi legge, a beneficiare del vecchio sistema che
loro considerano indecente c’è il comico che ha fondato M5s-
Così a carico di Beppe Grillo e di altre nove persone sotto processo a Torino per episodi legati alla baita-presidio costruita dai No Tav in Valle di Susa non ci sono i “presupposti per una pronuncia assolutoria nel merito”.
E’ quanto scrive la Corte d’appello nella sentenza che ha dichiarato i reati prescritti. In primo grado, Grillo era stato condannato a quattro mesi senza condizionale
“Non sussistendo i presupposti per una pronuncia assolutoria per motivi di merito ai sensi dell’articolo 129 del codice di procedura penale – scrivono i giudici della seconda sezione della Corte d’appello nella motivazione – dovendosi sul punto richiamare le motivazioni della sentenza appellata, si impone, dato atto del parere favorevole espresso dal procuratore generale, la pronuncia di estinzione per intervenuta prescrizione”.
La Corte ha depositato la sentenza in cancelleria il 22 novembre dopo una decisione presa “fuori udienza”. Alcune settimane fa aveva interpellato la procura generale.
(da Globalist)
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Dicembre 5th, 2018 Riccardo Fucile
AL MODICO COSTO PER LE CASSE DI 60 MILIONI DI EURO… SI PREPARANO LA VIA DI FUGA QUANDO SARANNO INSEGUITI DAI PATRIOTI ITALIANI CON I FORCONI?
Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio indicato spesso come regista della rimozione di Roberto Battiston dal vertice dell’Agenzia spaziale italiana sta lavorando a un altro progetto: un italiano in missione in orbita con la Soyuz dei russi e senza l’aiuto europeo.
Scartata l’ipotesi che Giorgetti stia lavorando per mandare in orbita qualche ministro grillino che non gli sta particolarmente simpatico, la scelta sarebbe caduta su Walter Villadei, pilota dell’aeronautica, classe 1974, unico ad aver già svolto un addestramento in Russia.
Gianluca Di Feo, che racconta l’intera storia su Repubblica, fa sapere anche che il costo del biglietto è di 60 milioni di euro.
La questione è stata discussa il 24 ottobre nei colloqui tra il premier Giuseppe Conte e Putin. E il 7 novembre Villadei è stato l’ospite d’onore della cena dell’ambasciata a Mosca per festeggiare i cento anni dalla vittoria sul Piave.
Presenti i vertici della Roscosmos, l’ente spaziale russo, e del centro “Gagarin”, assieme a Sergei Krikalev, il recordman rimasto in orbita per 803 giorni.
Questo rinnovato interesse italiano è molto importante per Roscosmos, che naviga in pessime acque tra scandali di corruzione e di inefficienza. E un piccolo sostegno potrebbe arrivare da Roma, disposta a pagare per assecondare i desideri galattici. L’anno scorso il costo di un biglietto sulla “Soyuz” era di 75 milioni di dollari, più il prezzo dell’addestramento. Niente male per uno spot celestiale.
A pagare dovrebbe essere l’Asi, dove si è appena insediato il fisico Piero Benvenuti, anche se sulla defenestrazione di Battiston e la nomina del successore si attende il verdetto del Tar, rinviato al prossimo marzo.
Roma insomma si rivolge a Mosca in chiave anti-Europa e anti-USA. E fa arrabbiare tutti:
Un primo risultato però è già stato ottenuto: indispettire i partner del Vecchio e del Nuovo continente. L’Esa teme che le spese per il countdown italico vengano sottratte ai suoi programmi, che prevedono nel luglio 2019 il lancio di Parmitano.
Gli americani, invece, vorrebbero imbarcare a pagamento i nostri piloti sulla “Virgin Galactic”, la navetta suborbitale privata che decollerà dagli States: la scorsa settimana quattro ufficiali dell’Aeronautica hanno completato un minicorso a Philadelphia.
E sapete chi c’era? Villadei, che si è concesso una pausa dall’addestramento moscovita
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 5th, 2018 Riccardo Fucile
LAVORAVA PER UNA DITTA DEL CUGINO DI UN ESPONENTE DI FDI
Il Messaggero racconta oggi come la città di Pomigliano D’Arco sta prendendo l’improvvisa
attenzione dei media nei confronti di Luigi Di Maio e del suo passato di lavoratore insieme al padre e imprenditore con i fratelli.
E così, dopo la cartella Equitalia del padre Antonio, fioccano le difese:
Ma chi si aspetta di trovare a Pomigliano una roccaforte grillina rimane deluso. Il centrodestra è saldamente al potere con il sindaco Lello Russo e in consiglio sono solo tre gli esponenti del Movimento. Tra loro c’è Dario De Falco, amico di scuola di Luigi Di Maio e oggi suo alter ego. Figlio di un barbiere, De Falco ha fondato con Di Maio la sezione cittadina del M5s, è stato candidato sindaco, ma quando si è decisa la leadership del Movimento ha ceduto il passo al suo amico.
Nessuna difesa di campanile, però, a Pomigliano: c’è anche chi invoca le dimissioni del vicepremier.
E lo fa evocando una vicenda molto recente che ha avuto per protagonista Maria Busiello, eletta in consiglio comunale col M5S e dimissionaria lo scorso 23 novembre dopo una denuncia per abusi edilizi sulla casa in cui vive che però fu costruita dal padre.
«La Busiello si è dimessa per colpe che forse ha commesso suo padre, il ministro invece manda l’anziano genitore davanti alle telecamere a leggere un messaggio di scuse umiliante per non lasciare la poltrona», commenta un amico di vecchia data di Luigi Di Maio.
Altra storia quella della presenza del ministro, da giovane, sugli spalti dello stadio San Paolo. Di Maio ha spesso dichiarato di aver lavorato nel 2006 come steward; ma da una delle agenzie che all’epoca del Napoli Soccer in serie C si occupava del servizio arriva una versione diversa.
«Luigi lavorava per la ditta che distribuiva le bibite, di proprietà del cugino del consigliere regionale di Fdi Luciano Passariello»
«Lo pagavano 30 euro a partita, erano prestazioni occasionali», spiega un parente del ministro che come gli altri esige anonimato e minaccia querele.
Il tema del giorno è dunque quello dei voucher che spiegherebbero le carenze contributive emerse all’Inps sulla posizione del ministro.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 5th, 2018 Riccardo Fucile
“PRONTA A TORNARE A FARE IL VETERINARIO, IL PROGRAMMA DEL M5S ERA UN ALTRO”
“Se la legittima difesa non cambia, me ne vado a casa”. Parola di Doriana Sarli, deputata del Movimento 5 stelle e critica con il testo del dl sicurezza.
Sarli manifesta tutto il suo scontento in una intervista al Corriere della sera.
“Non siamo dissidenti. Io ed altri abbiamo solo ribadito la posizione M5s sull’immigrazione, che è quella del programma. Nel decreto c’è tutt’altro. Fino all’ultimo sono stata tentata di votare contro. Poi, per rispetto di chi ci ha lavorato, non ho votato. Noi siamo quelli del “nessuno deve rimanere indietro. Non voglio uno stato di polizia.
Sull’accoglienza, spiega
“si è fatto il contrario di quello che si doveva fare: erano da affossare Cara e Cas, non la microaccoglienza degli Sparar. In Italia gli immigrati non possono arrivare legalmente. Noi italiani abbiamo invaso il mondo e siamo emigrati ovunque. Aiutare i migranti a casa loro, vuol dire aiutarli a procurarsi i documenti per viaggiare in modo legale.
Sulla legittima difesa Sarli afferma:
Spero che si potrà discutere. la paura è solo percepita, i dati non giustificano un cambio della legge. Le persone condannate per eccesso di legittima difesa sono pochissime: l’eccesso va mantenuto, altrimenti si legittima l’assassinio. Più ti armi e più succedono tragedie.
Se il testo non cambiasse, Sarli si dice pronta a lasciare
“Se si va avanti senza migliorare la legge, allora mi dimetto. Non cambio gruppo, me ne vado proprio a casa. Ho fatto il veterinario per 30 anni, posso continuare a farlo. ”
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 5th, 2018 Riccardo Fucile
MA CHE PORNO-MARESCIALLA E’ SOLO UNA VITTIMA DEI SOLITI FRUSTRATI BIGOTTI
La storia di F. G. carabiniera e marescialla sospesa a causa di una macchina del fango
scatenata contro di lei via Whatsapp, per ora è arrivata a una conclusione positiva.
In un articolo a firma di Lorenzo Mottola Libero oggi fa sapere che la donna non rischia alcuna punizione per l’accaduto, ma condisce il tutto con elementi che continuano a perpetuare la macchina del fango nei suoi confronti.
Nel titolo la carabiniera (non più) sospesa viene chiamata senza alcun motivo “porno-marescialla” mentre nel testo si continua ad alludere nei suoi confronti mentre fintamente si prendono le sue difese contro i bigotti:
Per la marescialla le grandi manovre non sono ancora finite. Per fortuna, non rischia alcuna punizione la carabiniera dalla quale tutti vorremmo esser presi con le mani nel sacco. Nessun trasferimento monastico in Sardegna per riflettere sulle sue vergogne e mondare la coscienza. Nessuna sospensione, come qualche orrendo bigotto sperava.
E infatti nella ricostruzione fornita da Libero della vicenda ci sono una serie di “piccoli” errorini”, che casualmente esagerano alcuni particolari e ne inventano di sana pianta altri:
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, la storia è la seguente: la ragazza, giovane romana, aveva realizzato una serie di foto osè (alcune delle quali in dolce compagnia, tra baci saffici e altri svaghi) e aveva aggiunto alla collezione anche un video senza veli con particolari bollenti. Senza pensarci troppo, conservava tutto sul suo telefonino. E faceva male. Non si sa bene in che modo, ma tutto il materiale è stato diffuso sui social e ha iniziato a circolare a macchia d’olio.
Una corsa da un cellulare all’altro, finita sul portatile di qualche giornalista e di alcuni ufficiali dei carabinieri.
Interrogata, la signorina ha parlato di furto: sarebbe stato un hacker a provocare la valanga. O forse un ex fidanzato vendicativo.
Le indagini, poi, si sono concentrate su una sua amica conosciuta in palestra, tale Samantha Brega, che compariva in uno dei tanti scatti. Quest’ultima è una vecchia conoscenza del mondo dell’hard. È un’attrice famosa, insomma,ha recitato pure con il numero uno del settore, Rocco Siffredi.
Ricapitoliamo le “piccole inesattezze” contenute nella sinossi:
1 — La carabiniera è stata in realtà oggetto di un dossieraggio che ha messo insieme foto sue prese dal profilo facebook con amici, una foto “intima” ma assolutamente innocente come quella che vedete qui sopra, foto della sua amica e delle due insieme e un video che nulla c’entrava in cui una ragazza bionda, vagamente somigliante a entrambe, si trovava in una vasca. Quel video ritrae in realtà una camgirl ed è facile trovarlo ancora oggi online.
2 — Alle foto era accompagnato un messaggio che insultava a più riprese la ragazza raccontando tutte le balle che poi sono finite nei resoconti dei giornali accompagnate da un “si dice..:” e un “si mormora”;
3 — Il tutto, condito con foto di altre ragazze o rubate dal profilo facebook, contribuiva a costruire nei confronti della donna una macchina del fango, forse per semplice vendetta di qualcuno che ha preso il due di picche. Questa è la realtà dei fatti.
E doveva anche essere punita?
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 5th, 2018 Riccardo Fucile
VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO: IL TITOLARE DEL RISTORANTE HA SOMMINISTRATO ALLA VITTIMA LA “DROGA DA STUPRO”
Violenza sessuale di gruppo e cessione di sostanze stupefacenti: sono i reati ipotizzati a carico di Mario Pepe, 56enne titolare di un ristorante del centro di Sorrento – nei vicoli alle spalle del corso Italia – e di Clara Esposito, ragazza di 23 anni, arrestati stamane dalla polizia giudiziaria della Procura di Torre Annunziata e dagli agenti della sezione anticrimine del commissariato di Sorrento.
Vittima una donna alla quale sarebbero stati somministrate cocaina e «droga da stupro» per indurla ad avere inconsapevoli rapporti sessuali con l’uomo.
Teatro della violenza sessuale sarebbe stato proprio il ristorante gestito dal 56enne, nel quale gli investigatori hanno ricostruito diversi episodi di cessione di cocaina ad amici e avventori.
Sia la vittima dello stupro che la donna arrestata erano frequentatrici del locale.
(da agenzie)
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