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CLANDESTINO TROVA PORTAFOGLIO CON 200 EURO, VA DAI CARABINIERI E LO RESTITUISCE (A DIFFERENZA DI CHI SI E’ FOTTUTO 49 MILIONI)

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

IL GIOVANE NIGERIANO VIENE IDENTIFICATO, IL SINDACO : “VOGLIO INCONTRARLO”

Clandestino, ma dal cuore puro. E’ la storia di un nigeriano che, sebbene senza documenti, non ha esitato ad entrare nella caserma dei carabinieri di Vergato per restituire un portafoglio che aveva appena trovato assieme a un borsello per strada.
Va da sè che il portafoglio, oltre a documenti e carte di credito, conteneva anche numerose banconote: 205 euro.
I carabinieri hanno prima accertato che il borsello apparteneva a una donna di 35 anni di Vergato che lo aveva smarrito in zona, poi sono passati all’identificazione dello straniero che aveva consegnato il tutto.
E qui è arrivata la sorpresa: l’uomo, 32 anni e incensurato, risulta non solo senza fissa dimora, ma pure irregolare sul territorio italiano.
A quel punto i militari hanno eseguito ulteriori accertamenti amministrativi per verificare la posizione dello straniero.
Considerato l’esemplare gesto del nigeriano, il sindaco di Vergato, Massimo Gnudi, si è reso disponibile a incontrarlo per ringraziarlo personalmente e a accoglierlo nel suo territorio.
In attesa delle procedure burocratiche, la 35enne ha riavuto il portafogli contenente l’esatta somma di banconote contenute all’interno.

(da agenzie)

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CONTE INSULTA I PENSIONATI CHE PROTESTANO PER I TAGLI: “PER POCHI EURO IN MENO AL MESE… NEANCHE L’AVARO DI MOLIERE”

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

PARLA LUI CHE GUADAGNA 10.000 EURO AL MESE

È partita la protesta dei pensionati contro la manovra. Nel mirino la norma che prevede il taglio della rivalutazione delle pensioni medie, quelle, cioè, che partono da 1.500 euro lordi (1.100 netti).
I sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil hanno dato il via alla protesta in tutta Italia da oggi 28 dicembre. “Il governo – hanno affermato i segretari generali Pedretti, Bonfanti e Bellissima – usa i pensionati italiani come un bancomat. È una decisione scellerata e insopportabile, ancora una volta si mettono le mani nelle tasche di chi ha lavorato duramente per una vita”.
“Neppure l’avaro di Molière forse si accorgerebbe di qualche euro al mese in meno”, ha ironizzato Conte, che poi rivolto ai pensionati ha aggiunto: “Ora scendono in campo, ma li ricordo silenti per la legge Fornero”
L’esternazione del presidente del Consiglio non è piaciuta a molti
“La battuta di Conte contro i pensionati ricorda molto le brioches di Maria Antonietta. Tagliano i soldi dei pensionati per finanziare le loro marchette e hanno il coraggio di ironizzare sulle proteste dei pensionati. Diciamo la verità : Casalino, questa non ti è venuta bene”, ha scritto Matteo Renzi su Twitter.
“Prima di parlare dovrebbe pensare, ma pensare è difficile. E quando non si pensa il rischio è che si offendano milioni di pensionati, come ha fatto lui. Si vergogni”, ha affermato Carla Cantone.

(da agenzie)

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“QUOTA 100? IL SOLITO TRUCCO: LA PAGHERANNO GLI ALTRI PENSIONATI, CI USANO COME BANCOMAT”

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

IVAN PEDRETTI: “SI TOLGONO RISORSE A CHI HA SEMPRE PAGATO LE TASSE E SI FANNO FAVORI A CHI EVADE IL FISCO”

La riforma delle pensioni è stata messa a punto dal governo utilizzando “il solito trucco”. Ne è convinto Ivan Pedretti, segretario generale Spi-Cgil. Il trucco di cui parla è quello di attingere le risorse dal portafogli, futuro, degli altri pensionati.
In questo caso il risultato sarà  raggiunto con la rivalutazione degli assegni medio-bassi, vale a dire quelli che hanno un importo che va dai 1500 ai 3000 euro lordi al mese.
Si legge su La Stampa:
Non parliamo di pensioni d’oro. Parliamo di pensioni medie, di persone che già  sono state impoverite, e lo saranno ancora di più: il blocco della valutazione fu introdotto da Monti, e oggi viene ribadito dal governo Lega-M5s.
La misura colpirà  una parte dei pensionati non solo nel presente ma anche nel futuro, perchè il potere d’acquisto dell’assegno sarà  ridotto. E l’esecutivo ha intenzione di utilizzare la somma sottratta ai pensionati medi per altre spese:
Ci usano come bancomat. Facile fare quota 100 così, togliendo i soldi ai pensionati-non poveri, ma comunque con redditi medio-bassi per darli ai pensionati di domani. Le risorse si dovevano prendere altrove, dalle grandi rendite e dall’evasione fiscale.
La soluzione, secondo Pedretti, poteva essere un’altra:
Resta il problema gravissimo delle giovani generazioni, che dopo una carriera di lavoro precaria rischiano di avere pensioni bassissime. Piuttosto che quota 100, sarebbe stato meglio varare una vera pensione di garanzia per i giovani.

(da “NextQuotidiano”)

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SONDAGGIO IPSOS: LEGA PERDE TRE PUNTI IN UN MESE, M5S NE HA PERSI 5 DALLE ELEZIONI DI MARZO

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

PAGNONCELLLI: “LA FIDUCIA IN DI MAIO E’ SCESA DI 15 PUNTI, QUELLA IN SALVINI DI 4 PUNTI”

Per la prima volta il partito di Salvini, che ha comunque raddoppiato i suoi consensi dal 4 marzo, rallenta e perde tre punti rispetto al mese precedente.
Ma se sul fronte Carroccio emerge “l’interruzione di una ascesa eclatante, per i pentastellati il logorio invece continua” e i consensi virtuali per il partito del vicepremier Luigi Di Maio scende di cinque punti rispetto alle   politiche e si attesta oggi al 27%, segnando -0,7% rispetto a novembre”.
L’indice di gradimento per Giuseppe Conte rimane alto, al 60%, superando sia Renzi che Berlusconi alla stessa distanza dall’insediamento, grazie al consenso delle forze di maggioranza. Conte era partito al 60%, poi salito a luglio al 68 e dopo sei mesi a Palazzo Chigi era sceso di nuovo al 60%.
Consensi in calo invece per Di Maio, che scende “dal 58 di luglio all’attuale 43, perdendo ben 15 punti”.
Salvini invece ha tendenzialmente mantenuto il consenso al 60% “diminuendo di 4 punti a dicembre”.
Numeri determinati dalla “complessità  degli ambiti che fanno a capo al M5s, difficili da gestire e i cui risultati potranno essere verificati in tempi non brevi”. Cioè occupazione e reddito di cittadinanza.
“Salvini, al contrario — spiega Pagnoncelli — si è intestato aree più ‘semplici’, comunque più immediate, prima fra tutte l’immigrazione”.
Le difficoltà  che la Lega risente di più sono quelle “legate al rapporto del governo con i ceti produttivi del Nord e del Centro Nord, e la Lega” “perde consensi nel lavoro autonomo, uno dei suoi capisaldi”.
Il Movimento, invece, subisce le conseguenze della trasversalità  del suo elettorato, elemento che rappresenta “una grossa complicazione” quando si è al governo, visto che ogni provvedimento rischia di scontentare una parte degli elettori.
“Non a caso — si legge ancora sul Corriere della Sera — i delusi che hanno abbandonato il Movimento si sono rifugiati nell’incertezza o nell’astensione (circa il 20% dell’elettorato del 4 marzo) o hanno scelto la Lega (12%)”.
Per quanto riguarda le altre forze politiche, il Pd è stabile dalle elezioni al 18%, mentre Forza Italia è all’8% delle preferenze se si votasse oggi, contro il 17% delle politiche.

(da agenzie)

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QUANDO SI TRATTA DEI TEPPISTI DELLE CURVE SALVINI DIVENTA BUONISTA

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

ORA VUOLE UN TAVOLO CON I CAPI TIFOSI: A QUANDO UN TAVOLO CON I FIANCHEGGIATORI DI MESSINA DENARO PER PARLARE DI MAFIA?

Se ci sono persone che escono di casa con mazze, coltelli e perfino mannaie, per aggredire, sfasciare, picchiare, ferire e alla fine ci scappa pure il morto, cosa si dovrebbe fare?
Arrestare i delinquenti o aprire un dialogo di discussione nemmeno fossero i rappresentanti sindacali della malavita?
Se vuoi combattere la mafia che fai? Chiami i fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro ad un tavolo o li arresti?
Lo stesso capo leghista ora ministro dell’Interno che non molto tempo fa dichiarava pubblicamente di voler vedere i migranti uscire ‘in manette’ da una nave perchè ‘colpevoli’ di non volere essere rimandati tra le grinfie dei torturatori libici, quando si tratta di ultras neonazisti diventa d’improvviso ‘buonista’ per interesse.
Salvini chiede di ‘non generalizzare’ di ‘non punire tutti’. Classico atteggiamento di chi ha la morale variabile. La sicurezza che apre le porte all’illegalità 
Tanto buonista e dialogante che Salvini ha pure detto: “Meno male che Mazzoleni non ha sospeso la partita, pensate cosa sarebbe successo”.
E ancora sui cori contro i napoletani: “Negli stadi cantano anche ‘Milano in fiamme’: questo sarebbe razzismo? Non mettiamo tutto nello stesso pentolone, anche Bonucci è stato coperto di ‘buuu’ da parte dei tifosi del Milan, anche questo è razzismo? Il sano sfottò tra tifoserie non è da considerare razzismo”.
Capito? I buu non sono razzismo, ma sano sfottò. Detto da uno che aveva dato dei ‘colerosi’ ai napoletani.
Ossia uno che di sfottò, ma soprattutto di razzismo, se ne intende.

(da Globalist)

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CORI RAZZISTI, INTERVISTA A BOATENG: “ODIANO CHI HA LA PELLE NERA, DOBBIAMO DARE UN SEGNALE”

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

“LA PARTITA ANDAVA SOSPESA PER FAR CAPIRE CHE NON DEVE PIU’ SUCCEDERE”

Nel 213 uscì dal campo, durante un’amichevole a Busto Arsizio, per gli ululati razzisti dei tifosi della Pro Patria ai suoi danni.
Oggi Kevin Prince Boateng, tornato in Italia, al Sassuolo, dopo gli anni milanisti, è scosso per l’episodio di San Siro contro Koulibaly del Napoli.
Boateng, come si è sentito ad ascoltare quegli ululati a Koulibaly?
“Mi sono sentito male per lui, e anche per me, per tutti. Un dolore”.
Dall’episodio del 2013 sono passati quasi 6 anni: perchè non è cambiato nulla?
“Semplicemente perchè un passo avanti non è stato fatto. Non è cambiato nulla”.
Crede si tratti di ignoranza o di razzismo?
“Certo che è razzismo. Chi fa queste urla sappiamo perchè le fa, per loro una persona di colore è una scimmia. E questo è razzismo. Questi sono anche ignoranti, ma il fondo è razzismo. Chiedi a Koulibaly come si è sentito, uscendo   dal campo. Te lo dico io: era sotto un treno”
Questo è un Paese che oggi chiude i porti. Crede sia peggiorato?
“Non lo so. Anche in Germania succede. Sicuramente no, non è peggiorato. Ma prima il razzismo si nascondeva di più: prima con me erano solo 50, ora sono stati in 10mila. Allora qualcosa non va bene”.
Sa che ai protagonisti degli ululati di Busto Arsizio non è stata riconosciuta dalla giustizia la matrice razzista?
“Sicuramente è sbagliato assolverli. Tutti hanno capito che era razzismo. Poi se decidono di chiamarlo in un altro modo non so cosa sia razzismo. Dobbiamo aspettare che qualcuno muoia?”.
Anche Salvini ha detto che è stato giusto non fermare la partita perchè non era razzismo. Che ne pensa?
“Se lui dice questo, si sbaglia. E’ razzismo, chiedete a Koulibaly quanto si sentiva male: quella partita la guardavano magari 5 milioni di persone, era il momento giusto di sospendere il gioco. Per far capire che non deve più succedere”
Se la invitassero a un tavolo istituzionale con il Ministero dell’Interno e la Figc, cosa direbbe?
“Io voglio solo che la gente capisca. Spero trovino le sanzioni giuste, certo, ma voglio che la gente capisca cosa significhi essere insultato così ed essere nero. Non capiscono, odiano chi ha la pelle di un colore diverso”.
Tra voi calciatori parlate dell’argomento?
“Certo che ne parliamo negli spogliatoi, ci diciamo che ci vuole coraggio. Dobbiamo alzare la voce, dare segnali, lottare. Sennò si andrà  sempre avanti così”.
Le dispiace che non sia mai uno degli avversari a fermarsi?
“Sarebbe stato un segnale forte se un giocatore dell’Inter si fosse fermato. Tanti su instagram scrivono che sarebbe meglio ignorare il razzismo. Sbagliato, io l’ho ignorato per 2 anni e non lo farò mai più. Abbiamo bisogno di un Colin Kaepernick (giocatore di football che manifestò contro il razzismo, senza contratto dal 2017, ndr), uno che perde tutto per mandare un segnale forte”.
Le sono più capitati episodi spiacevoli? Come si cambia?
“A me non è successo più ma oggi le società  possono sempre fare di più. Proposte? Non basta mettere una bandiera sul campo “Say no to racism” o ogni tre settimane quando c’è la Champions fare la pubblicità . Si può fare di più, allo stadio, non necessariamente costose. Educazione in scuola: hai matematica, perchè non razzismo. Ma non solo in Italia, anche Germania, Francia non si fa nulla. La pubblicità  non basta”.
Nella vita quotidiana ti sono mai capitati problemi simili?
“Una premessa: io amo l’Italia, vivrò qui dopo la mia carriera. Nella vita quotidiana non mi è mai capitato, ma sono uno e 90 e peso 90 chili, magari uno ci pensa un attimo prima”.
La Uefa introdusse solo 5 anni fa la cosiddetta “tolleranza zero”: cosa ne resta oggi?
“Tolleranza zero non lo posso più sentire. I fatti parlano. Succede ancora e ovunque: si poteva partire sei anni fa, siamo in ritardo ma si può partire ora con fatti concreti”.

(da “Huffingtonpost”)

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“SALVINI LASCI PERDERE DE ANDRE’, CON LUI NON C’ENTRA NULLA, FABRIZIO STAVA CON I DISEREDATI, NON CON I PREGIUDICATI”

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

LA VEDOVA DI FABRIZIO: “SALVINI CREDE DI POTER FARE DI TUTTO, IL SUO EGO SARA’ LA SUA FINE”

Dori Ghezzi, vedova di Fabrizio De Andrè, rilascia oggi un’intervista ad Antonello Piroso per La Verità  di Belpietro in cui discute di politica, politici e di Faber. E nota come ci sia qualcuno che se ne sta approfittando.
Indovinate chi:
C’è una frase da lui pronunciata nel 1997 in un’intervista per Sette, il supplemento del Corriere della Sera, su cui vale la pena soffermarsi: “Spesso si odiano le cose soltanto perchè non le si conoscono”.
I muri dividono e separano. I ponti offrono un’opportunità  di dialogo e conoscenza. Perchè appunto le parole, come gli uomini, sono nomadi.
Sembrerebbe non essere questa la tendenza mainstream, incarnata dal leader della Lega Matteo Salvini.
Che due anni fa scolpì questa dichiarazione: “Adoro De Andrè. Era contro ogni dittatura, per le differenze. E quando posso faccio una scappata al cimitero a trovarlo qui a Genova. Sono cresciuto a pane, Milan e De Andrè”.
Viste le sue pubblicizzate frequentazioni di ultrà  pregiudicati, direi che è una persona che crede di poter dire e fare di tutto, che con i suoi gesti vuole trasmettere un’immagine decisionista, ripetendo come un mantra Me ne frego. Il suo ego sarà  il suo tallone d’Achille. Posso leggerle un passo del libro?
Prego.
Senta cosa diceva Fabrizio: “Ho voluto ancora una volta riportare alla ribalta un certo campionario umano. E’ il mondo di tutti i diseredati, dei perseguitati, di coloro che la società  calpesta condannandoli a una sorte di morte morale privandoli anche della loro primitiva innocenza”. Faccia il confronto di questa visione con quella espressa da Salvini e tragga lei le sue conclusioni.

(da “NextQuotidiano“)

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L’ESILARANTE SPIEGAZIONE DI SALVINI PER I CORI RAZZISTI CONTRO KOULIBALY: SONO SOLO SFOTTO’

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

MA COMINCIA AD ANNASPARE, IL SONDAGGIO IPSOS EVIDENZIA CHE HA PERSO IL 3% IN UN MESE… CUOR DI LEONE CHE ADDITA RAGAZZE MINORENNI AGLI INSULTI DEI SUOI FANS MA OSCURA LA FOTO DI SUA FIGLIA

Il ministro dell’Interno, papà , tifoso e amico di pregiudicati Matteo Salvini ieri è intervenuto telefonicamente a Tiki Taka su Italia Uno dove ha deliziato il pubblico con alcune delle sue grandiose trovate comunicative.
Il leader della Lega infatti è considerato dai suoi stretti collaboratori — pagati coi nostri soldi — un infallibile comunicatore.
Deve essere per questo che ieri ha detto di voler incontrare «la parte sana delle tifoserie organizzate. La responsabilità  oggettiva deve essere superata da quella personale, bisogna colpire i colpevoli e invece assistiamo al festival delle generalizzazioni».
Non si sa se Salvini ha capito di cosa sta parlando.
Per la cronaca a Milano alcuni ultras dell’Inter hanno attaccato i tifosi del Napoli prima della partita. Uno di loro, Daniele “Dede” Belardinelli è morto dopo essere stato investito da un van. Belardinelli era capo del gruppo ultras Blood and Honour di Varese, gruppo legato a una corrente transnazionale di chiaro stampo neonazista e aveva numerosi precedenti “da stadio” tra cui un Daspo di almeno 5 anni.
Salvini ha poi continuato il suo show parlando dei cori razzisti dei tifosi interisti all’indirizzo di Kalidou Koulibaly: «meno male che Mazzoleni non ha sospeso la partita, provate ad immaginare se si fosse sparsa la voce dei tafferugli con la partita sospesa cosa sarebbe successo».
Già , chissà  cosa sarebbe successo. Se a dirlo è un vostro amico al bar mentre prende il caffè e commenta i fatti del giorno è una cosa.
Se invece lo dice l’uomo che ha in carico la sicurezza degli italiani, e quindi anche dei tifosi del Napoli, e che dovrebbe far rispettare le regole la frase assume tutt’altro significato.
Ma Salvini voleva semplicemente dire che non c’era motivo per interrompere la partita. Per lui i “buu” nei confronti del giocatore del Napoli non erano razzisti: «negli stadi cantano anche ‘Milano in fiamme’: questo sarebbe razzismo? Non mettiamo tutto nello stesso pentolone, anche Bonucci è stato coperto di ‘buuu’ da parte dei tifosi del Milan, anche questo è razzismo? Il sano sfottò tra tifoserie non è da considerare razzismo».
E se lo dice uno che da deputato durante un raduno a Pontida (quindi non allo stadio) intonava cori razzisti contro i napoletani c’è da crederci.
In fondo pure quando bruciarono il pupazzo con la faccia di Laura Boldrini Salvini disse che era una sciocchezza.
Nel mondo del ministro dell’Interno c’è molto poco che meriti attenzione in quanto problema “serio”. Certo, qualcuno potrebbe far notare al ministro che i “buu” erano contro un giocatore, che per inciso è di colore, e non uno sfottò tra opposte tifoserie. Ma il tifoso (e Ministro) Salvini ritiene probabilmente che il razzismo non esiste. Forse è stato abolito dal suo governo, come la povertà .
Le dichiarazioni del ministro, soprattutto quelle sul razzismo, hanno scatenato l’ira dei tifosi napoletani, che non hanno certo dimenticato gli “sfottò” leghisti a terroni e napoletani.
Ma la Lega del 2018 non è più la Lega Nord del 2009. Perchè Salvini ha sentito la necessità  di minimizzare i cori razzisti nei confronti di un calciatore del Napoli?
Tutto fa parte di una raffinatissima strategia del nostro eroe gialloverde: quella di far arrabbiare più persone possibile per potersi poi lamentare che “ce l’hanno tutti con me” e lanciare hashtag come #colpadiSalvini.
Immaginate di aver costruito la vostra ventennale carriera politica utilizzando un solo strumento: l’offesa.
Salvini in questi vent’anni, prima di iniziare a distribuire bacioni ai rosiconi ha insultato chiunque: immigrati, fedeli musulmani, “terroni”, zecche rosse, Rom, la Presidente della Camera, buonisti e via dicendo.
Vi stupireste se dopo aver seminato così tanto odio qualcosa iniziasse a tornarvi indietro? Probabilmente no.
E nemmeno Salvini ne è sorpreso, ha dichiarato di voler fare da “parafulmine” per i suoi elettori: in pratica si sacrifica perchè ha le spalle grosse.
Eppure Salvini cosa fa? Quando delle ragazzine minorenni se ne vanno in manifestazione con un foglio A4 (nemmeno un cartellone 6à—3) in cui lo accostano a Piazzale Loreto le dà  in pasto, senza censurarne i volti, ai suoi sostenitori.
Un bravo papà  si sarebbe comportato così? La risposta è no, perchè quando Salvini è andato alla recita di Natale della figlia ha giustamente pubblicato una foto della bambina di spalle con cappello e parrucca dorati in modo da renderla irriconoscibile. Come mai i figli degli altri meritano un trattamento peggiore?
Il problema di Salvini però non è il vittimismo. Certo, il Ruspa può continuare a postare foto di pizze salame piccante e cipolla, mandarinetti, capuccini, arancini, fette biscottate con la Nutella o tortellini al ragù di salsiccia nella speranza di “far arrabbiare i professoroni di sinistra” ma ultimamente ad arrabbiarsi sono soprattutto i suoi sostenitori.
Emblematico il caso del panino con la Nutella che un sorridente ministro mostrava “ai suoi” all’indomani di un efferato omicidio e di una terribile scossa di terremoto.
Quando in conferenza stampa ieri un giornalista gli ha chiesto se lo avrebbe rifatto Salvini ha risposto “questa mattina ho mangiato pane e Nutella senza dirlo a nessuno”, sottointeso: alla faccia dei criticoni.
E per tutta risposta Salvini ha postato una foto vestito da Vigile del Fuoco con un arancino. Ma quei rosiconi e odiatori non sono i soliti buonisti. Durante le feste di Natale molti italiani si sono trovati a tavola a parlare di politica.
E contrariamente alle speranze dello staff della comunicazione di Salvini non hanno discusso se sia più buona la Nutella o la Nocciolata Rigoni; non si sono accapigliati se sia più corretto dire “arancino” o “arancina” e nemmeno si sono preoccupati dello stato di salute della mucca Mirtina che sta tranquilla in Valtellina.
No, gli italiani a tavola si sono fatti due conti.
Hanno scoperto che il governo di cui Salvini è vicepremier sta mettendo le mani nelle loro tasche, a partire da quelle dei pensionati “normali”.
Si sono ricordati che non sono ancora state tagliate le accise sulla benzina (anzi, aumenteranno), il cui prezzo non accenna ad abbassarsi.
E hanno notato che Lega e M5S hanno fatto una poderosa marcia indietro sul 2,4% di deficit.
Gli elettori della Lega hanno ancora di più da recriminare. A loro era stata promessa, con astutissimi giri di parole l’uscita dall’euro: ma non si farà .
Era stata promesso la “pace fiscale” un bel condono fiscale con un nuovo nome ma per il momento hanno visto che i pentastellati hanno fatto passare solo condoni edilizi. Qualcuno alla cena della vigilia si è accordo che la Flat Tax al 15% non è nella legge di Bilancio per il 2019.
Altri invece hanno cominciato a fare i conti: il MoVimento 5 Stelle ha portato a casa il Reddito di Cittadinanza e un ridicolo “superamento” della Legge Fornero con Quota 100. E per il 2020 c’è il rischio di un aumento dell’IVA da capogiro.
Ai leghisti cosa rimane? La misura “simbolica” dei porti chiusi non ci ha fatti diventare più ricchi e nemmeno più sicuri.
La Torino-Lione è ancora bloccata, Roma continua ad essere “ladrona” visto che verrà  mandato l’esercito (pagato da tutti noi) a riparare le buche.
Ecco che Salvini, forte dei suoi sondaggi al 32% e dipinto da tutti come quello che ha messo nel sacco i 5 Stelle, finisce per essere quello che non ha portato a casa risultati concreti che piacciano davvero al suo elettorato.
Salvini può continuare a postare tutte le foto che vuole, può preoccuparsi dei cani (che si sa sono meglio delle persone) e dei botti di capodanno e farci vedere anche lo spuntino di mezzanotte.
Ma quello che gli chiedono i suoi elettori, per una volta solamente in qualità  di ministro, è di fare politica e di occuparsi degli italiani.
Salvini invece sembra più preoccupato dei professoroni rosiconi.

(da “NextQuotidiano”)

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I BLOOD & HONOUR DI VARESE: CHI SONO I NAZISKIN DI BELARDINELLI

Dicembre 28th, 2018 Riccardo Fucile

IN ITALIA I NAZISKIN DA STADIO SONO 45.000 DIVISI IN 420 GRUPPI

Daniele Belardinelli, 35 anni, una moglie e due figli, era capo del gruppo ultras Blood and Honour di Varese, gruppo legato a una corrente transnazionale di chiaro stampo neonazista e da sempre gemellato con le frange più estreme della Curva Nord dell’Inter.
Blood & Honour, Sangue e Onore, era uno dei motti delle SS: Dedè era il capo del gruppo che rappresentava una sigla transnazionale “che —si legge in un appunto dei nostri Servizi segreti — fu utilizzata nel 1979, agli albori del movimento naziskin in Inghilterra, anche come vero e proprio bollettino del movime nto”.
Nel primo numero di Blood and Honour l’editoriale di presentazione fu dedicato a Rudolf Hess, uno dei gerarchi più vicini ad Adolf Hitler. Attraverso Blood and Honour si è costituita a livello europeo una vera e propria Internazionale nera.
Ma proprio la pagina Facebook dei Blood & Honour di Varese ieri è rimasta muta davanti alla morte di Belardinelli.
Niente status, niente saluti al “capo” e niente reazioni, come se quanto accaduto in via Novara a Milano non li riguardasse. In compenso molti ultras hanno espresso solidarietà  alla famiglia e hanno regalato un “Riposi in pace” a lui.
Scrive oggi il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Davide Milosa che i Blood & Honour sono vicini al gruppo degli Irriducibili, manipolo ultras nato sulle ceneri del gruppo Skins Inter. Teste rasate, “lame”e mani tese.
Non è un caso, si ragiona a livello investigativo, che due degli arrestati di ieri siano riconducibili proprio alla parte della curva che sta sotto lo striscione degli Irriducibili. Il terzo è invece legato al gruppo storico dei Boys. Tutti e tre non hanno Daspo. Due invece hanno precedenti per reati da stadio, l’altro è incensurato.
Pizzicati dalle telecamere sono stati subito fermati. La Digos però non li ritiene gli organizzatori degli scontri, ma semplicemente dei medi livelli all’interno della curva.
Contro gli ultras del Como Dedè Belardinelli nel 2012 si è preso il suo secondo Daspo. Cinque anni per la guerriglia fuori dallo stadio prima dell’amichevole Como-Inter. Ancora prima, è il 2007, altri cinque anni di Daspo per scontri durante Varese-Lumezzane.
Dedè un ultras. Pochi dubbi in questo. E come tale mercoledì sera, assieme ad altri della curva del Varese, ha dato l’assalto ai camioncini dei napoletani. Lui che oltre al tifo curvaiolo, aveva la passione per le arti marziali e la“scherma corta”. Tradotto: coltelli.
Tra le “imprese” dei Blood & Honour c’è anche la contestazione a sfondo razziale del 2012 contro Osarimen Ebagua, attaccante nigeriano, allora al Varese.
I capi storici erano fino a poco tempo fa Saverio Tibaldi e Filadelfio Vasi. Il primo, cranio rasato e svastica tatuata, è stato ucciso a coltellate in una rissa, nel 2003, a Torremolinos, località  turistica nel sud della Spagna, dove si trovava per evitare l’esecuzione di una condanna a 11 anni per episodi di violenza da stadio.
Lo striscione “Saverio presente” è in bella vista a ogni partita all’Ossola.
Vasi è invece in carcere per reati comuni: nelle carte di un’inchiesta, una testimone racconta i riti violenti di fedeltà  ai sottoposti del gruppo.
Oggi il capo è Matteo Bertoncello, che è anche vicepresidente di Do.ra, la Comunità  militante dei dodici raggi.
Paolo Berizzi su Repubblica spiega che da tempo nel mondo ultrà  l’onda dell’odio è tornata a salire. In attesa che la tessera del tifoso introdotta dal “cattivissimo” Maroni vada in soffitta e che le regole si allentino in nome dei “colori” e della “passione”, gli hooligan italiani – un esercito di 45mila persone divise in 420 gruppi, la maggior parte connotati politicamente a destra – hanno deciso di portare lo scontro fuori dalle curve e dagli stadi.
E così ecco gli agguati negli autogrill e le risse tra tifosi in autostrada, fino all’assedio in via Novara.

(da agenzie)

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