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REDDITO DI CITTADINANZA, COME FUNZIONA E PERCHE’ E’ UN BLUFF

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

LA BALLA DEI 780 EURO: IN REALTA’ LA MEDIA SARA’ DI 390 EURO A PERSONA, NON POTRA’ SUPERARE 500 EURO PER UN SINGOLO, DURERA’ APPENA 12 MESI, IL LAVORO NON C’E’, QUINDI QUASI NESSUNO TROVERA’ UN’OCCUPAZIONE E SE LA TROVI I SOLDI ANDRANNO ALL’AZIENDA… GLI   STRANIERI UE LO PRENDERANNO COME GLI ITALIANI, ALTRA BALLA DEL GOVERNO

Nel 2019 sono previsti circa 4,68 miliardi di euro di coperture (oltre ai 2 miliardi assorbiti dal Rei). Ecco in cosa consiste la misura.
Che cos’è il reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza è un sussidio destinato alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia della povertà  assoluta. Quella, definita dall’Istat, di chi può contare su meno di 780 euro al mese.
In questa fascia, stranieri inclusi, si trovano circa 5 milioni di persone, e circa 1 milione e 700 mila famiglie, il 47% al Centro Nord e il 53% tra Sud e Isole
Il reddito di cittadinanza, e la pensione di cittadinanza destinata agli over 65, è un’integrazione al reddito che dovrebbe permettere di raggiungere questa soglia. Significa che, tra i beneficiari, chi vanta ad esempio un reddito di 200 euro mensili nel migliore dei casi può ottenere i 580 euro che gli mancano per raggiungere “quota 780”. Il reddito di cittadinanza viene versato su una apposita carta, una normale PostePay, chiama Carta Reddito di Cittadinanza.
A quanto ammonta il reddito di cittadinanza
Nel caso di un cittadino single l’importo massimo è di 780 euro, ma si tratta di una cifra da dividere in due parti.
L’importo massimo del Reddito di cittadinanza in quanto tale arriva fino a 500 euro.
A questa cifra si somma un importo di 280 euro se si è titolari di un contratto di affitto o 150 se si vive in una casa di cui si sta pagando un mutuo.
Solo in questo modo l’importo massimo totale può raggiungere i 780 euro. Diversamente, se ad esempio si vive in una casa di proprietà , la cifra massima arriva a 500 euro.
Dividendo a spanne l’ammontare del fondo previsto in manovra per il numero stimato dei beneficiari e per gli interi potenziali nove mesi di percezione del sostegno si ottengono poco meno di 400 euro medi a famiglia e poco meno di 140 persona.
Il beneficio economico andrà  comunque da un minimo di 40 a un massimo di 780 euro mensili.
Quando parte il reddito di cittadinanza
Le domande per il reddito di cittadinanza potranno essere presentate da marzo. Il sito Internet che informerà  della documentazione necessaria sarà  in linea a febbraio, mentre il mese dopo sarà  attrezzato per la compilazione delle domande. Il sussidio verrà  erogato a partire dal mese successivo alla domanda.
Chi può prendere il reddito di cittadinanza
Per accedere al Reddito di cittadinanza bisogna essere cittadini italiani (o europei) o stranieri residenti nel Paese da almeno 10 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo.
I beneficiari devono avere un Isee inferiore ai 9.360 euro annui oppure, se non si possiedono immobili e liquidità , un reddito familiare inferiore ai 6000 euro, pari a 500 euro al mese. Oltre ad altri requisiti su immobili di proprietà  e patrimonio mobiliare, nessun membro del nucleo famigliare deve possedere un’auto immatricolata nei sei mesi precedenti di oltre 1600cc di cilindrata (250cc per le moto), nè una barca.
Chi non può prendere il reddito di cittadinanza
Oltre a chi non soddisfa i requisiti, sono esclusi dal reddito di cittadinanza chi si trova in carcere, i ricoverati in lunga degenza o altre strutture assistenziali a carico dello Stato, e le famiglie che hanno all’interno del proprio nucleo chi si è dimesso dal proprio lavoro nei dodici mesi precedenti. Chi non spenderà  per intero il reddito di cittadinanza, nel mese di ricezione, perderà  l’importo.
Cosa bisogna fare per avere il reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza potrà  essere richiesto ai Caf, alle Poste, a uno sportello Inps presentando un modulo predisposto dallo stesso Inps. La richiesta potrà  essere fatta anche via Internet, sul sito dedicato che sarà  pronto a marzo. Per ottenerlo però tutti i membri del nucleo dovranno siglare aderire a un “percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale”. In particolare, per quanto riguarda il Patto per il lavoro, i beneficiari dovranno iscriversi alla piattaforma dedicata alla ricerca di lavoro, svolgere una ricerca attiva del lavoro, accettare i percorsi di formazione (suggeriti da enti di formazione bilaterale, entiinterprofessionali o aziende). I beneficiari sono obbligati ad accettare almeno una delle tre proposte di lavoro suggerite, mentre dopo 12 mesi di fruizione del sussidio bisognerà  accettare la prima offerta.
Il sostegno alla imprenditorialità 
Un’impresa che assume chi prende il reddito di cittadinanza otterrà  fino a 18 mesi di sgravi fiscali. Se chi prende il reddito di cittadinanza avvia una sua impresa, ottiene il reddito fino a 16 mesi.
La revoca del Reddito di cittadinanza
Chi dovesse mentire sui requisiti per potere accedere al Reddito di Cittadinanza rischia una condanna da 2 a 6 anni e, a condanna definitiva, è obbligato a restituire quanto incassato. Inoltre gli è inibita la possibilità  di richiedere il sussidio per i successivi 10 anni. In ogni caso il minimo della pena a 2 anni vuol dire che in galera non ci andra’ nessuno.
La pensione di cittadinanza
Questa integrazione aumenterà  le attuali pensioni che sono sotto il livello di povertà . Un pensionato, se vive da solo, avrà  630 euro (solo se in affitto arrivi a 780 euro) al mese mentre un nucleo arriverà  fino a un massimo di 1032 euro, meno ovviamente quello che già  percepisce di pensione. Se ha una pensione di 500 euro prenderà  appena 130 euro.
Il lavoro
Chi ha diritto al Reddito potrà  rifiutare fino a due offerte, accettando la terza. Tuttavia, dopo 12 mesi di fruizione del beneficio, non si potrà  più rifiutare alcuna offerta ‘congrua’ (dunque entro 250 chilometri dalla residenza), pena la decadenza del sostegno.
Alle aziende che assumono un beneficiario del Reddito viene indirizzato l’importo percepito dal neo-assunto per i mesi rimanenti fino alla fine del ciclo di 18 mesi (in pratica i soldi li prende l’azienda e non più il richiedente il reddito)
Le aziende percepiscono invece metà  dell’importo del Reddito (sempre fino a fine ciclo) nel caso in cui il beneficiario usufruisca di un corso di formazione per l’impiego o dell’ausilio delle agenzie per il lavoro (a cui andrà  il restante 50%).   Quindi come inizi a seguire un corso di formazione, l’assegno si dimezza.

(da agenzie)

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IL PACCO E’ SERVITO: QUOTA 100, COME FUNZIONA E PERCHE’ PUO’ ESSERE UNA FREGATURA

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

ANDANDO IN PENSIONE PRIMA L’ASSEGNO PENSIONISTICO SI RIDURRA’ PER UNA PERCENTUALE TRA IL 5% E IL 34% (AD ES UNA PENSIONE DI 2000 EURO POTREBBE RIDURSI A 1400 EURO)… NON SI POTRANNO SVOLGERE ALTRI LAVORI, SE NON IN NERO… LA PLATEA E’ DI 350.000 POTENZIALI FRUITORI, MA SE LO POTRANNO PERMETTERE SOLO I PIU’ BENESTANTI

Che cos’è quota 100
Per quota 100 si intende un meccanismo di pensionamento anticipato che consente di lasciare il lavoro prima di avere maturato i requisiti attualmente in vigore dal primo gennaio (67 anni di età  per gli uomini e 66 anni e 7 mesi per le donne con 20 anni di contributi, oppure in base alla contribuzione con 43 anni e 5 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 5 mesi per le donne indipendetemente dall’età ).
Quota 100 prevede invece almeno 62 anni di età  e 38 anni di contributi. Lo stesso decreto prevede un abbassamento del requisito contirbutivo attualmente in vigore dal primo gennaio, ripristinandolo a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Quando si può andare in pensione con quota 100
Nel settore privato, chi ha maturato i diritti a quota 100 entro il 31 dicembre 2018 potrà  andare in pensione dal primo aprile 2019; chi li matura dal primo gennaio 2019 avrà  diritto alla pensione tre mesi dopo.
Quando possono andare in pensione con quota 100 i dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici seguono regole diverse. I lavoratori che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2018 avranno accesso alla pensione dal primo agosto, per gli altri la decorrenza partirà  sei mesi dopo la maturazione dei requisiti con l’obbligo di preavviso di sei mesi. Se un lavoratore ad esempio raggiungesse i requisiti dal primo maggio, potrebbe andare in pensione dal primo novembre. I lavoratori della scuola possono andare via a inizio anno scolastico, a settembre.
Lavoro e quota 100
Coloro che decidono di andare in pensione con quota 100 non possono, fino al raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, cumulare altri redditi, quindi lavorare.
Quanto si riduce la pensione con quota 100
Andare in pensione prima siginifica però inevitabilmente versare meno contributi rispetto a quanto sarebbe accaduto se si fosse atteso il raggiungimento dell’età  per il pensionamento di vecchia. Versando di meno si incassa di meno.
Quanto? L’Upb ha condotto delle simulazioni prima di conoscere il testo definitivo del provvedimento, ipotizzando tagli dal 5 al 34%.

(da agenzie)

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IL GOVERNO NON PIACE AGLI ITALIANI, MA LE OPPOSIZIONI NON COSTITUISCONO UNA VALIDA ALTERNATIVA

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

GLI ULTIMI SONDAGGI DANNO LA LEGA AL 30-32%, IL M5S AL 26%, IL PD AL 17,6-18,5%

I dati sono chiari e in linea con le rilevazioni precedenti: il governo M5s-Lega non piace (la maggioranza non è convinta della manovra economica), ma la totale mancanza di offerta politica alternativa fa sì che, se pur in flessione, Lega e M5s siano sempre in testa nei sondaggi: secondo gli ultimi rilevamenti la Lega è ancora il primo partito del paese con percentuali tra il 30 e il 32 per cento, seguito da M5s intorno al 26 per cento.
E’ quanto emerge da due sondaggi, effettuati dall’istituto Demopolis e da Emg Acqua per Agorà 
Secondo Demopolis, che ha condotto il 14 e 15 gennaio l’indagine su un campione stratificato di 1.500 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, il partito del vicepremier Matteo Salvini è con il 32% il primo partito nel Paese, con il Movimento 5 Stelle attestato al 26,5%.
Molto distanti appaiono i partiti di opposizione: il Partito Democratico al 17,6% e Forza Italia al 9%; Fratelli d’Italia avrebbe il 3,4%, mentre rimarrebbero sotto il 3% Più Europa, LeU, Potere al Popolo e le altre liste minori.
Secondo un sondaggio Emg Acqua presentato la Lega sarebbe il primo partito con il 30,6% con un calo dello 0,4% rispetto alla scorsa settimana, seguito dal Movimento Cinque Stelle al 26,6%. In totale le intenzioni di voto dei partiti di governo raggiungono il 57,2%.
In risalita le opposizioni di centrodestra: Forza Italia 8,8% (+0,5% rispetto a una settimana fa), Fratelli d’Italia 4,4% (+0,3%
Oggi il Pd raggiungerebbe il 18,5% delle preferenze, percentuale in calo dello 0,6% rispetto alla settimana scorsa.
Stabili le opposizioni di centrosinistra: Più Europa-CD con Bonino 2,1% (+0,1%). Altri partiti fra cui Mdp, Si, Verdi raggiungono il 4,2% (-0,2%). Potere al popolo è al 1,8%% (-0,2%).

(da Globalist)

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IL SOCIOLOGO DE MASI, EX PUNTO DI RIFERIMENTO DEL M5S: “QUESTO E’ UN GOVERNO DI STAGISTI SULLA PELLE DEGLI ITALIANI”

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

“DI MAIO? CASO UNICO AL MONDO: E’ PASSATO DA ZERO LAVORI A QUATTRO”

Il lavoro per come lo conosciamo sparirà  entro il 2054: questa è stata la recente previsione fatta da Davide Casaleggio sulle pagine de Il Corriere della Sera.
Oggi, dalle pagine de Il Giornale, a commentare quelle parole giunge il sociologo Domenico De Masi – ex punto di riferimento dei pentastellati in tema welfare.
De Masi fa ipotesi a più breve termine rispetto a quelle di Casaleggio, al quale lancia anche qualche frecciata:
Io che studio questi temi, faccio previsioni che si fermano ai prossimi anni. Lui si spinge addirittura al 2054. Mah. Prima di parlare bisogna andare sul campo. Io non smetto di andarci. […] Per conoscere occorre studiare. Casaleggio che basi ha? A quali ricerche si riferisce?
Negli anni passati, De Masi aveva parlato di “reddito di cittadinanza”, ma rispetto a quello voluto dal governo gialloverde ha le idee chiare:
Ma quale reddito di cittadinanza? Questo è un reddito per i poveri non per i lavoratori […] Questo reddito non c’entra nulla con la disoccupazione […] Il reddito di cittadinanza che sta per essere varato non è altro che il Rei introdotto dal governo Gentiloni.
Il sociologo, che in passato era stato vicino al Movimento 5 Stelle, non sembra soddisfatto da questa nuova misura di Welfare e, anzi, mette in guardia dagli effetti negativi che potrebbe avere al Sud.
Conoscete i disoccupati meridionali? Faranno altri lavori. Il disoccupato meridionale è un artista. Non sta mai fermo […] E poi che deve fare con 300 euro di reddito di cittadinanza. Fa ridere […] Quota 100 per le pensioni? Ma chi vuole andare in pensione a 65 anni? Posso capire i minatori, ma a 65 anni la mente è attiva.
Insomma, a De Masi il governo gialloverde sembra proprio non piacere. Lo studioso, infatti, arriva a sottolineare “l’inadeguatezza” della preparazione e della pregressa esperienza dei membri dell’esecutivo:
In questo governo nessuno ha mai fatto il mestiere che oggi è chiamato a fare […] Di Maio è un caso unico al mondo. Un uomo che a 32 anni è passato da non avere un lavoro ad averne quattro: vicepremier, due ministeri e capo politico.
Infine, il sociologo usa una metafora eloquente per definire il lavoro portato avanti dai due vicepremier:
“Di Maio e Salvini vanno avanti per prove ed errori. Stanno facendo stage. Ma con l’Italia.”

(da “Huffingtonpost”)

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MA QUANTO DISPERATI SONO I GRILLINI PER COPIARE SALVINI?

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

L’AUTOLESIONISTICA RINCORSA ALLA NARRAZIONE SECURITARIA LEGHISTA

Due giorni fa a Di Martedì Giovanni Floris ha chiesto al ministro del Lavoro Luigi Di Maio se stava in qualche modo “soffrendo” la competizione con Matteo Salvini.
Da quando è partito il Governo del Cambiamento infatti la Lega ha continuato a macinare consensi nei sondaggi mentre il M5S è rimasto al palo.
Il vicepremier ha farfugliato una risposta dicendo che i rapporti con l’alleato leghista non sono affatto tesi e che in ogni caso quella tra lui e il ministro dell’Interno non è una gara perchè c’è un contratto.
Ma la competizione c’è eccome.
Basti guardare il fatto che da qualche tempo lo stile comunicativo del MoVimento 5 Stelle è cambiato. Da un lato si tratta di un cambiamento “naturale” dovuto al fatto che i pentastellati ora sono al governo e non più all’opposizione ma è innegabile come il M5S stia cercando di seguire le orme della Bestia di Salvini cavalcando certe notizie e certi sentimenti popolari che ben poco hanno a che fare con l’azione di governo in senso stretto per il semplice motivo che sono frutto non tanto del lavoro dei ministri quanto quello di magistrati, poliziotti, carabinieri e forze dell’ordine.
Ad esempio ieri il vicepremier e Capo Politico del MoVimento ha deciso di sfruttare la spinta della narrazione securitaria già  ampiamente utilizzata da Salvini.
Ma se il Segretario della Lega quando dà  i quotidiani aggiornamenti su arresti e operazioni di Polizia — che nei fatti non dipendono dal suo operato — ha almeno la giustificazione di essere ministro dell’Interno la scelta di Di Maio mostra come il M5S sia alla rincorsa della Lega.
Il ragionamento è semplice: i cittadini chiedono maggiore sicurezza e soprattutto vogliono vedere in   azione   uno Stato che funziona. Cosa c’è di meglio quindi di dare in pasto al pubblico di Facebook le notizie di arresti, perquisizioni, mandati di cattura?
Sono tutte azioni che non dipendono dal potere esecutivo e che non sono agevolate da particolari normative introdotte dal governo. Come tutti sanno dalle elementari il potere giudiziario (la magistratura) opera in maniera indipendente dal governo. Eppure è facile prendersene i meriti.
Un altro esempio sono il blitz di Virginia Raggi in occasione della demolizione delle villette abusive dei Casamonica (decisa dalla magistratura) o la passerella ad Ostia per l’abbattimento di uno stabilimento balneare abusivo (mentre il TMB Salario andava a fuoco).
Un paio di giorni fa la sindaca di Roma ha dato su Facebook notizia dell’operazione “Tellus” portata a termine dai   Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma e dei Forestali di Roma, Rieti e Latina che ha portato all’arresto di quindici persone per traffico illecito di rifiuti.
Dal momento che risultano coinvolti due autodemolitori che operano a Roma la notizia è stata usata come pretesto per affermare la lotta per la legalità .
Poi magari succede che un emendamento presentato da senatori M5S finisca per diventare una sanatoria per i balneari di Ostia che hanno un contenzioso aperto con lo Stato, ma sono dettagli.
Culmine di questa continua rincorsa a Salvini e ai suoi post bomberistici è sicuramente il video-gogna pubblicato dal Ministro Bonafede sulla cattura, o meglio sull’incarcerazione di Cesare Battisti. Il video arriva dopo che i pentastellati — parlamentari e ministri — hanno condiviso a tambur battente post entusiastici e trionfanti che più o meno recitavano “La giustizia finalmente può fare il suo corso. È un risultato che aspettavamo da un quarto di secolo. Grazie al ministro Bonafede“.
E il Guardasigilli non ha perso tempo (c’era da battere Salvini) e ha pubblicato un disgustoso video presentandolo come «Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!».
L’arrivo di Battisti in Italia è stato salutato come se ad essere catturato fosse stato il padrino della mafia globale o, per gli appassionati di complotti messi in giro da questo governo, il finanziatore dei taxi del mare delle ONG che procuratore Zuccaro va cercando da anni senza successo.
Battisti non è stato che un personaggio secondario del periodo degli Anni di Piombo e l’entusiasmo dei pentastellati di governo nella sua cattura non si spiega se non con la volontà  di avere un trofeo da esibire proprio come fa Salvini sulla sua pagina Facebook quando arrestano l’immigrato stupratore (che poi magari viene scagionato, come è successo).
Bonafede, con la sua bella divisa della Polizia Penitenziaria certifica il desiderio del MoVimento 5 Stelle di essere come la Lega, almeno dal punto di vista della comunicazione.
La dimostrazione che, come ha sempre detto Grillo, il M5S non è un partito politico: un movimento d’opinione.
Nel senso che le sue scelte sono orientate dall’analisi dei “sentimenti” popolari e dirottate dalla consapevole scelta di assecondarli.

(da “NextQuotidiano”)

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LA STORIA DEL PICCOLO MIGRANTE SENZA NOME, ANNEGATO CON LA PAGELLA SCOLASTICA CUCITA ADDOSSO

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

SE NE PARLA PER LA VIGNETTA DI MAKKOX… NEL 2018 SONO STATI 1311 I MORTI ACCERTATI NEL MEDITERRANEO GRAZIE AI GOVERNI CRIMINALI

Non ne conosciamo il volto, non ne conosciamo il nome.
Ma non per questo ciò che sappiamo di lui fa meno male: veniva dal Mali, aveva 14 anni e la speranza di una nuova vita cucita addosso, sotto forma di una pagella della scuola che in patria non avrebbe potuto frequentare più.
La storia risale al 18 aprile 2015, al terribile naufragio nel Mediterraneo che fece più di mille vittime – la maggior parte delle quali non identificate – ma a riportarla d’attualità  ci ha pensato Cristina Cattaneo, il medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare e che ha deciso di raccogliere molte di queste storie di migrazione in un volume dal titolo Naufraghi senza volto (Cortina Editore).
Al grande pubblico, però, la storia è arrivata grazie ad una vignetta di Makkox, il disegnatore che l’11 gennaio su Il Foglio aveva dedicato una vignetta al ragazzo senza nome.
Nel libro di Cattaneo si legge che l’adolescente “era vestito con una giacca simile a un piumino, un gilè, una camicia e dei jeans” e che l’unico modo per risalire alla sua età  è stato quello di analizzarne i resti.
Era privo di documenti che ne accertassero l’identità , ma all’interno della giacca aveva cucito qualcosa di ancora più prezioso: una pagella scolastica. In un passaggio del libro Cattaneo racconta i momenti della scoperta, con il plico di carta sbiadito e ripiegato su sè stesso che riportava i nomi della materie, in francese.
Non sappiamo – e con molta probabilità  non sapremo mai –   le ragioni che portarono il ragazzo a custodire con tanta cura il documento. Probabilmente lo considerava il suo biglietto per una vita migliore, un pass per essere accettato nella comunità  che sognava di raggiungere.
La dimostrazione pratica che lui non era “solo” un migrante, ma un essere umano con una storia, anche scolastica.
Una storia che oggi è diventata il simbolo dei viaggi della speranza, un monito affinchè tragedie come questa non accadano mai più.
Un’aspettativa purtroppo disattesa, come indicano i dati.
Secondo l’Unhcr le persone morte o disperse nel Mediterraneo sono state 1.311 nel solo 2018, più di 55 ogni mille arrivi.

(da agenzie)

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DIRITTO DI ASILO: 2 ANNI PER AVERE IL PRIMO APPUNTAMENTO, MINIMO 3 MESI PER AVERE UNA RISPOSTA

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

E’ QUANTO CI VUOLE IN ITALIA PER COMUNICARE A UN RICHIEDENTE ASILO SE PUO’ O MENO RESTARE IN ITALIA, NEL FRATTEMPO NON PUO’ NEANCHE LAVORARE

Quanto ci mette il nostro Paese a comunicare a un richiedente asilo se può rimanere in Italia o deve tornarsene indietro? Quasi mille giorni.
Due anni se ne vanno per il primo appuntamento. Un minimo di tre mesi per avere la risposta. Diverse settimane per ottenere il permesso di soggiorno elettronico.
La prova? Quanto scrive all’Arci il 9 gennaio scorso la Commissione asilo di Firenze: «Stiamo convocando chi ha fatto domanda di protezione internazionale nel mese di gennaio 2017».
La storia di Abdul.
Abdul (il nome è di fantasia) è un musicista liberiano di ventitrè anni. La sua storia parte da lontano, quando vittima di persecuzioni fugge da casa e cerca di mettersi in salvo. Il suo è un viaggio di sei anni. «Prima di arrivare in Italia — ricorda Abdul — ho attraversato Guinea, Senegal, Mauritania, Mali e Algeria. In Mauritania sono stato arrestato e torturato. Ero accusato di immigrazione illegale. Ho pagato una cauzione e mi hanno liberato. Mi sono rimesso in viaggio e ho raggiunto l’Algeria».
Abdul si mette a lavorare, fa di tutto per racimolare i soldi necessari alla traversata. Quindi il passaggio in Libia e l’appuntamento con il trafficante. «Ho pagato tanti soldi e sono salito a bordo di un barcone sfondato».
Il lungo silenzio dopo la domanda. Abdul arriva in Italia a maggio del 2017 e trova alloggio in un Cas (Centro d’accoglienza straordinaria) in Toscana. A giugno dello stesso anno presenta domanda d’asilo, gli prendono le impronte digitali e la sua pratica viene regolarmente registrata nel sistema Vestanet del Viminale.
Riceve così un numero di codice della banca dati dei richiedenti asilo. Poi più niente. Nessuna chiamata per il colloquio davanti alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.
Così, dopo più di un anno, Abdul si rivolge al numero verde dell’Arci. Gli uffici si attivano subito e a fine agosto 2018 scrivono alla Commissione asilo competente.
La risposta arriva a stretto giro. Per Abdul è una doccia fredda: «Buongiorno, in relazione all’oggetto, si informa che l’interessato deve aspettare perchè stiamo convocando il 2016». Firmato: Segreteria Commissione rifugiati asilo Firenze.
Una “macchina” indietro di due anni. Passano i mesi e la situazione non migliora, anzi, i tempi si confermano lunghissimi.
Il 9 gennaio 2019 l’Arci chiede infatti nuovamente via mail ai commissari «se è stata fissata una data di convocazione per l’audizione» di Abdul. La loro risposta arriva lo stesso giorno: «Salve, la Commissione sta convocando chi ha fatto domanda di protezione internazionale nel mese di gennaio 2017. Saluti. Segreteria Commissione territoriale di Firenze».
«La macchina continua a non funzionare — commenta Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci nazionale — stanno ancora indietro di due anni. Non solo. Dopo il colloquio il nostro richiedente asilo dovrà  aspettare un minimo di tre mesi per la risposta. Sono i tempi medi. E ancora: in caso di esito positivo, altri mesi passano per ottenere la stampa del permesso di soggiorno elettronico e nel frattempo il rifugiato non può fare nulla».

(da “La Repubblica”)

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LA GRANDE RISPOSTA DELL’ALLENATRICE ALLA DOMANDA SESSISTA: “SCELGO I GIOCATORI IN BASE AL PENE”

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

IMKE WUBBENHORST E’ LA PRIMA DONNA ALLA GUIDA DI UN CLUB PROFESSIONISTICO DI CALCIO… UN GIORNALISTA LE AVEVA CHIESTO SE I GIOCATORI NELLO SPOGLIATOIO INDOSSASSERO I PANTALONI

Ottima battuta che liquida una domanda cretina, così il fastidio si è trasformato sto in ironia e ha steso al tappeto l’interlocutore: alla domanda sessista di un giornalista che le ha chiesto se i suoi giocatori dovessero indossare i pantaloni prima che lei entrasse nello spogliatoio, Imke Wà¼bbenhorst, da prima di Natale alla guida del BV Cloppenburg e prima allenatrice di un club professionistico maschile tedesco (5a serie), ha risposto dando una lezione al suo interlocutore: “Certo che no. Sono una professionista. Scelgo i giocatori per le dimensioni del loro pene”
Wà¼bbenhorst aveva precedentemente allenato la squadra femminile del BV Cloppenburg, che milita nella 2a Bundesliga.
Come giocatrice, l’ex nazionale Under 20 ha vestito tra la altre la casacca dell’Amburgo e ha giocato nella Serie A spagnola con lo Sporting Huelva.
La 30enne è in possesso del patentino di licenza A e ha studiato educazione sportiva. La missione che la attende è davvero complicata, visto che la sua squadra è ultima in classifica con appena 16 punti in 18 partite a 6 lunghezze dalla salvezza quando ci sono da giocare ancora 12 partite.

(da agenzie)

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AL BANCHETTO DI NOZZE GLI SPOSI INVITANO 82 SENZATETTO: “UN MOMENTO CHE CI HA ARRICCHITO DAL PUNTO DI VISTA UMANO”

Gennaio 17th, 2019 Riccardo Fucile

A NOVARA UNA COPPIA DIMOSTRA CHE NON TUTTI GLI ITALIANI HANNO PORTATO IL CERVELLO ALL’AMMASSO

Una coppia di Novara, in attesa del matrimonio, ha deciso di festeggiare in anticipo invitando al proprio banchetto di nozze 82 senza tetto della zona
Dopo il pranzo, gli invitati hanno ricevuto anche uno zaino con piccoli regali, come biancheria, guanti, capelli e sciarpe.
“Avremmo potuto mettere mano al portafoglio – ha raccontato la donna a La Stampa – ma l’effetto non sarebbe stato quello che volevamo. Il pranzo di nozze anticipato e condiviso ci è sembrato un momento più arricchente dal punto di vista umano”.
Il menù per gli homeless comprendeva: focaccia alle verdure, pasta al ragù vegetale, risotto al formaggio, arrosto con patate al forno e dolci.

(da agenzie)

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