Gennaio 27th, 2019 Riccardo Fucile
FRANCESCO ITALIA: “NON C’E’ UNA MOTIVAZIONE PER NEGARE L’INGRESSO DELLA NAVE IN PORTO, HO CHIESTO UFFICIALMENTE UNA RISPOSTA AL MINISTRO COMPETENTE TONINELLI, E’ INCONCEPIBILE CHE NON RISPONDA E NON SI ASSUMA LA RESPONSABILITA'”… “LA CITTA’ VUOLE ACCOGLIERLI, I MINORI SONO 15”
“Il comandante ha fatto richiesta di scarpe, viveri e altri generi necessari e noi siamo pronti a
fornirli. Aspettiamo il via libera della Capitaneria di porto”.
Francesco Italia è ancora a bordo della “SeaWatch3”.
Il sindaco di Siracusa è salito sull’imbarcazione ferma a un miglio dalla costa stamattina insieme ai tre parlamentari Nicola Fratoianni, Riccardo Magi e Stefania Prestogiacomo, a due avvocati, a un medico, a un membro dello staff di Mediterranea e alla portavoce di Sea Watch Italia. “Per poter sbarcare, così come indicato dalla Capitaneria, dobbiamo essere visitati da un medico. Stiamo aspettando che arrivi”, spiega Italia ad HuffPost.
Il gommone col quale stamattina la delegazione ha raggiunto la “Sea Watch3”, spiega, ce l’ha la Capitaneria e tiene a fare una precisazione. “Non abbiamo forzato blocchi, nè opposto resistenza ad alcuno – scandisce – nessuno ci ha impedito di salire a bordo quindi non abbiamo commesso violazioni di sorta”.
Sindaco, che situazione avete trovato sulla nave?
“Il disagio è enorme. Si tratta di persone salvate in mare. Alcuni ci hanno raccontato che quando la Sea Watch3 si è avvicinata pensavano fosse una nave libica e che se fosse stato davvero così avrebbero preferito lasciarsi morire. Non c’è alcuna drammatizzazione, queste persone sono scappate dall’inferno e io sono qui a portare loro il conforto della mia comunità . Ritengo che farlo sia un mio preciso dovere, indipendentemente dalla nazionalità di queste persone. C’è una legge morale che viene prima di questa politica”.
Nei giorni scorsi ha detto di essere disposto ad accogliere i 47 migranti a Siracusa. È ancora così?
“Certo, col passare dei giorni sta aumentando il numero di offerte di aiuto che ricevo, da parte di associazioni e anche di privati cittadini. Si è attivata una grande catena di solidarietà della quale sono orgoglioso. A bordo cominciamo a scarseggiare i viveri, le condizioni igieniche si fanno più precarie. È evidente che più passa il tempo più la situazione si aggrava. E poi c’è un altro elemento da tenere in considerazione”.
Quale, sindaco?
“La condizione psicologica di queste persone. Sono tutti maschi, arrivano da Paesi diversi, parlano lingue diverse dunque non si capiscono tra loro. In un clima di convivenza forzata, in spazi angusti, mantenere l’equilibrio può risultare difficile”.
Potrebbero esserci disordini?
“No, si trovano in uno stato di notevole prostrazione. Ma la loro condizione psicologica è in equilibrio precario, anche per ciò che hanno vissuto prima che la Sea Watch3 li portasse in salvo”.
Lei ha scritto al ministero dei Trasporti per chiedere di far sbarcare la nave. Ha ricevuto risposta?
“Ad oggi che io sappia non sono arrivate risposte. Resta il fatto che non c’è alcuna motivazione specifica per negare l’ingresso della nave nel porto”.
C’è anche chi la accusa di cercare visibilità .
“Sono stato eletto da sei mesi, a capo e con il supporto di uno schieramento civico, non devo fare campagne elettorali. È squallido pensare che qualcuno possa fare politica sulla pelle di queste persone. L’accusa neanche mi sfiora. Poi, certo, la questione va affrontata su un piano più generale”.
Cioè?
“È evidente che le risposte che solleva la questione delle migrazioni devono arrivare dall’Europa, non si può pensare se ne faccia carico un solo Paese. Ma quando ci sono persone in tali difficoltà , in uno stato di necessità come quello in cui si trovano i 47 migranti a bordo della “Sea Watch3″ bisogna soccorrerli”
Cosa gli avete detto, sindaco?
“Che ci sono migliaia di persone che lottano per loro, per quei valori che nessun Governo può cancellare”.
E i minori, in che condizioni sono? Sappiamo ce ne sono tredici a bordo.
“Anche a noi risultava fossero tredici, ma il comandante ci ha detto che in realtà sono quindici. Hanno lo sguardo impaurito, totalmente silenti. Sono passati da una prigione a un’altra. A tutti abbiamo detto che ci batteremo per loro. Ma che razza di immagine vogliamo dare del nostro Paese?”.
A cosa si riferisce?
“Al fatto che il nostro rischia di passare per un Paese razzista e non è così. In Italia ci sono rabbia e sfiducia diffuse, non si riesce ad arrivare a fine mese, ma la colpa non è dei migranti, come qualcuno sta raccontando e vuole far credere. Questa rappresentazione non corrisponde alla realtà . Tanti italiani vivono una frustrazione profonda e hanno le loro ragioni, ma la politica deve individuare soluzioni concrete, non additare un nemico contro il quale scagliarsi”.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 27th, 2019 Riccardo Fucile
“IL NOSTRO GIOCATORE E’ GIA’ STATO INSULTATO LO SCORSO ANNO DA UN ALTRO ARBITRO, ORA BASTA, CHIEDO LA SOSPENSIONE DEL CAMPIONATO”… A QUESTO PORTANO GLI ISTIGATORI ALL’ODIO RAZZIALE ANCORA A PIEDE LIBERO
“Stai zitto, negro!” È questo l’insulto razzista che l’arbitro ha rivolto a un giocatore nero durante la partita di calcio in promozione Serino-Real Sarno, che si giocava a Serino in provincia di Avellino.
Il presidente della squadra di casa, mentre la partita era sul 2 pari, ha ritirato la squadra e oggi dice: “Dobbiamo fermare il campionato”.
Parlando con l’Ansa Donato Trotta, presidente del Serino, squadra di calcio della provincia di Avellino (girone C, campionato di Promozione), chiede azioni incisive dopo quanto ha denunciato e di cui riferisce Il Mattino, l’arbitro avrebbe apostrofato il portiere senegalese della squadra dicendogli: “Stai zitto, negro”.
Trotta, dopo l’espulsione del portiere, che lo ha messo al corrente delle offese, è entrato in campo, ha stretto la mano all’arbitro e ha detto: “Ragazzi, finisce qui, andiamo via”.
“Vedendo il mio calciatore in lacrime mentre si dirigeva negli spogliatoi – spiega Trotta – ho deciso di ritirare la squadra dal campo perchè non permetto a nessuno di calpestare la dignità dei miei ragazzi e soprattutto la mia. Penso che questa volta si sia superato il limite e chiedo subito un’indagine federale”.
Il presidente del Serino riferisce che il portiere Gueye Ass Dia, 25 anni senegalese, da due anni tesserato con il Serino calcio, già l’anno scorso era stato offeso da un arbitro anche lui di Ariano Irpino, nell’Avellinese, (come quello di ieri) durante il riconoscimento. ‘”Non ti distinguo sulla foto perchè sei nero” gli disse l’arbitro”, racconta Trotta.
Nella partita con il Real Sarno, Ass ha protestato sul pareggio degli ospiti (2-2) concesso dall’arbitro nonostante il fuorigioco segnalato dall’assistente. E l’arbitro avrebbe risposto con l’insulto razzista. Espulsi per proteste subito dopo un difensore, il direttore sportivo e l’allenatore.
Trotta denuncia che “sono sempre più frequenti le discriminazioni e le offese. Dobbiamo fermare il campionato per un turno. Stiamo preparando uno striscione che invieremo a tutte le squadre del girone perchè venga esposto negli stadi. Sabato prossimo dovremmo giocare a San Vitaliano, in provincia di Napoli. Se non ci sarà lo stop saremo costretti a scendere in campo ma sarebbe una vergogna e un atto di inciviltà sociale prima che sportiva”
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2019 Riccardo Fucile
“INVECE CHE ACCANIRSI SU POVERI DISPERATI PENSI A GARANTIRE LA LEGALITA’ NELLE NOSTRE CITTA'”
“Dispiace che il ministro Salvini accusi tre parlamentari di aver violato la legge, dimenticando che
le prerogative ispettive dei parlamentari sono dovere ed obbligo a difesa dello Stato e dei cittadini che essi rappresentano. Può piacere o no, ma non esiste una legge che dichiara illegittimo ciò che è sgradito a chi governa”.
Così Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia, riguardo ai tre parlamentari – tra questi l’azzurra Stefania Prestigiacomo – saliti sulla Sea Watch 3.
“È troppo facile accanirsi su 47 persone, di cui 13 minorenni, che da giorni sono in mezzo al mare: evidentemente lo è molto meno garantire sicurezza e legalità nelle nostre città , mentre è quello che gli italiani si aspettano e hanno diritto di pretendere dal ministro degli Interni. In Italia ci sono stazioni, quartieri, strade dove l’illegalità , l’abusivismo e l’immigrazione clandestina dilagano. E’ qui che sono indispensabili azioni intransigenti, rigorose e severe; è questa la vera emergenza del nostro Paese. Nessuna propaganda su 47 poveri disperati potrà mai oscurarla – conclude Carfagna -. Vengono prima le persone, poi sarà la legge a dire se hanno o no diritto di restare qui”.
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2019 Riccardo Fucile
LA DOCENTE DELLA LUISS: “ESERCITANO LE LORO PREROGATIVE, L’IMBARCAZIONE E’ IN ACQUE ITALIANE”…ALTRA FIGURA DI MERDA: IMPEDIRLO SAREBBE STATO UN REATO, TANTO E’ VERO CHE LA GUARDIA COSTIERA SI E’ BEN GUARDATA DAL FARLO
“Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l’immigrazione clandestina?” si chiede sibillino Matteo Salvini, a proposito del blitz sulla Sea Watch3 che ha visto protagonisti l’azzurra Stefania Prestigiocomo, il Leu Nicola Fratoiann e l’esponete di +Europa Riccardo Magi.
Pronta la replica dei deputati. “Salvini ci denunci” lo sfida Magi. “Noi non abbiamo violato un bel niente”, taglia corto Prestigiacomo.
Entrambi d’accordo nel sostenere l’esercizio delle “prerogative parlamentari costituzionalmente protette, che prevedono di poter svolgere ispezioni in un luogo da giorni nel limbo del diritto e dell’umanità . Sarebbe stato semmai illegale impedirci l’ispezione e le motovedette, se avessero voluto lo avrebbero potuto fare. E questa è già una risposta”.
COSA DICE LA LEGGE
Ma chi ha ragione? Codice alla mano, dalla parte del torto è il vicepremier leghista. “La Sea Watch3 si trova a un miglio dalla costa, è nelle acque territoriali italiane ed è sottoposta al controllo dello Stato Italiano. I parlamentari hanno la possibilità di andare nelle carceri e negli ospedali per verificare situazioni che ritengono pericolose, non vedo perchè fare eccezione per una nave che è nelle acque italiane”, spiega Angela Del Vecchio, professore di Diritto internazionale e Giurisdizione internazionale presso la facoltà di Giurisprudenza della Luiss.
“Sembra che noi navighiamo in un mondo senza norme, sia internazionali sia dell’Unione europea”, insisite. “Le norme internazionali non hanno più valore se chi deve rispettarle non le applica”.
LA COMPETENZA
A gestire il caso della Sea Watch, osserva ancora la giurista, “dovrebbe essere il ministro delle Infrastrutture e del Trasporti, perchè la comptetenza sulle navi in mare è delle Capitanerie di porto controllate dal Mit. Il Viminale ha competenza quando i migranti sono sul territorio italiano. Fino a quel momento la competenza è di Toninelli”.
Che potrebbe tutt’al più condividerla col ministro degli Esteri Enzo Moaveo Milanesi dal momento che “ci sarebbero anche problemi di rapporti internazionali”.
E pure l’interpretazione su cosa debba interndersi per “porto sicuro” non è così scontata. “Il presupposto – aggiunge la professoressa Del Vecchio – è sempre il diritto del mare. Il “porto sicuro” dipende sì dalle condizioni della nave e dalle condizioni meteorologiche, e può essere il porto più vicino, ma deve anche essere un porto dove le persone possano trovare la tutela dei diritti umani”.
Perchè alla fine è sempre una questione di conoscenza delle materie di cui si parla: “I politici si muovono in una rete intessuta di norme dove c’è il diritto del mare, il diritto della navigazione, il diritto commerciale e il diritto internazionale”, conclude la giurista: “Il diritto serve proprio per gestire situazioni difficili come queste”.
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2019 Riccardo Fucile
HANNO ESERCITATO IL LORO DIRITTO DI PARLAMENTARI: “SBARCARLI SUBITO, HANNO SUBITO TORTURE IN LIBIA”
Hanno affittato un gommone (la Prestigiacomo ha la patente nautica), beffato il controllo della Capitaneria di porto, che ieri aveva impedito loro di raggiungere la nave, e sono riusciti a salire a bordo.
Il nono giorno in mare della Sea Watch si apre con l’inattesa visita dei tre parlamentari da due giorni a Siracusa.
Riccardo Magi, Nicola Fratoianni e Stefania Prestigiacomo sono a bordo della nave umanitaria per verificare le condizioni dei 47 migranti soccorsi nel Mediterraneo nove giorni fa.
“Siamo saliti a bordo nonostante i divieti illegittimi per esercitare i nostri diritti e doveri di parlamentari – dice Riccardo Magi di +Europa – siamo qui per verificare le condizioni dei passeggeri e dell’equipaggio. Chiediamo che siano fatti sbarcare tutti immediatamente!”.
“Chiediamo il rispetto delle norme internazionali – aggiunge Nicola Fratoianni – in rispetto delle quali ai naufraghi e all’equipaggio deve essere consentito di scendere a terra”.
“La questione migranti – aggiunge Stefania Prestigiacomo – non è uno show mediatico di esibizione di forza, come sosteniamo da tempo, ma va affrontata in modo serio, politico, in Europa, senza isolare il Paese dai suoi partner europei e soprattutto senza mettere a rischio vite umane. Il governo affronti la questione migratoria con le competenze adeguate, se ne ha, e non impedendo a un pugno di disgraziati di scendere sulla terraferma…”
Con i parlamentari ci sono anche la mediatrice culturale Alessandra Sciurba, l’avvocato Nicoletta Piazzese e lo psichiatra Gaetano Sgarlata.
A preoccupare sono soprattutto le condizioni dei 13 minori, 8 dei quali non accompagnati, che il ministro Salvini si rifiuta di far scendere nonostante la sollecitazione del procuratore dei minori di Catania Caterina Ajello.
A bordo c’è “una situazione difficile – riferisce Magi dei radicali italiani – sull’imbarcazione abbiamo parlato con alcuni migranti, hanno raccontato le loro storie”. “Provengono da torture, da anni di violenze incredibili di cui portano i segni sul loro corpo: cicatrici sul volto che vanno dall’orecchio alla gola, cicatrici impressionanti sull’addome, storie che vengono raccontate di torture ripetute per anni”, ha specificato Magi.
Sulla Sea Watch, che batte bandiera olandese, c’è anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e alcuni attivisti che hanno portato sulla nave generi di prima necessità .
Tra questi anche Alessandra Sciurba di Mediterranea. “Verificheremo le condizioni fisiche e psicologiche e raccoglieremo le testimonianze sugli abusi e le torture subite nei campi di detenzione in Libia a sostegno della richiesta di sbarco immediato per tutte le persone a bordo”.
(da agenzie)
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