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L’UFFICIO MARKETING DI SALVINI SEMINA VELINE SU INESISTENTI TERRORISTI CHE AVREBBERO POTUTO ESSERE SULLA DICIOTTI

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

A PARTE CHE E’ ASSODATO CHE NON C’ERANO, A PARTE CHE IL VIMINALE NON NE AVEVA MAI PARLATO DURANTE I GIORNI DEL BLOCCO, A PARTE CHE SONO DICHIARAZIONE A POSTERIORI DI FUNZIONARI PER SALVARSI IL CULO, SE FOSSE STATO REALE IL PERICOLO UNA RAGIONE IN PIU’ PER FARLI SCENDERE… E INFATTI IL TRIBUNALE DEI MINISTRI SI SARA’ FATTO UNA RISATA

Come dire? Vergognosi azrigogoli per cercare di mascherare la realtà : ossia che il ministro di Polizia (con la complicità  o no del governo, ma ora non conta) ha sempre sbraitato sulla sua linea contro l’immigrazione, l’Europa e quant’altro per giustificare la mano dura.
E adesso, mentre si avvicina l’ipotesi che possa finire alla sbarra per sequestro di persona e aver abusato dei suoi poteri, Salvini la butta sul terrorismo e la criminalità , cercando alibi con l’appoggio dei suoi funzionari, che ovviamente non smentiscono il ‘capo’.
Così l’ufficio marketing che guida la distribuzione delle veline del Viminale ha fatto filtrare una ricostruzione che dovrebbe far ridere se non fosse qualcosa di estremamente preoccupante per la democrazia di questo paese
Che hanno detto quelli dello staff leghista? “A bordo della Diciotti, la nave della Guardia costiera con a bordo 177 persone soccorse lo scorso agosto, c’era la possibilità  che ci fossero infiltrazioni terroristiche e/o criminali.”
Lo hanno sostenuto funzionari del Viminale davanti ai magistrati siciliani, nell’inchiesta che vede indagato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, “anche se la ricostruzione del Tribunale dei Ministri non ne ha tenuto conto”. E lo credo, mica sono fessi.
Ovviamente, se fosse minimamente vero quello che è stato detto, ossia che sui i migranti c’erano indizi tali da giustificare che avessero commesso reati o tentavano di commetterli, il Viminale avrebbe semmai dovuto sbarcare subito i poveri rifugiati e trattenere legittimamente i sospetti per 96 ore (48+48) come previsto dal codice di procedura penale. Per questo si ipotizza l’abuso di potere e il sequestro di persona.
Ulteriore dettaglio ridicolo: nei giorni in cui i migranti erano in attesa di sbarcare, di terroristi non ne aveva parlato mai nessuno. La scusa è stata tirata fuori solo davanti ai giudici per salvarsi il culo.

(da agenzie)

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PERCHE’ SIAMO CONTRO LO SGOMBERO DI CASAPOUND E DEL CENTRO SOCIALE ZAPATA

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

A ROMA PD E M5S VOGLIONO LO SGOMBERO DI UN CENTRO SOCIALE DI DESTRA, A GENOVA LA LEGA DI UNO DI SINISTRA… I CENTRI SOCIALI, SE RISPETTANO LA LEGALITA’, NON VANNO CRIMINALIZZATI, SONO LUOGHI DI AGGREGAZIONE SOCIALE DELLE MINORANZE… E LE OCCUPAZIONI ABUSIVE HANNNO PORTATO SPESSO ALLA RIQUALIFICAZIONE DI AREE CITTADINE… E PARTITI CHE VIOLANO LE LEGGI NON HANNO TITOLO PER PARLARE DI LEGALITA’

Partiamo da due notizie odierne.
La più nota è la richiesta del consiglio comunale capitolino per lo sgombero di CasaPound-
Una mozione che impegna la sindaca ad “attivarsi presso gli Organi competenti affinchè sia predisposto lo sgombero immediato dello stabile sito in Via Napoleone 111 illegalmente occupato dall’associazione CasaPound”.
Proposta dal consigliere dem Giovanni Zannola, è stata approvata a maggioranza dal consiglio comunale di Roma: a votare a favore, oltre al Pd, anche il Movimento 5 Stelle. Trenta sì contro 4 no, tutti di consiglieri di destra.
“In questi mesi si è usato sul tema degli sgomberi il pugno duro — ha detto in Aula Zannola presentando la mozione — noi chiediamo alla Giunta di fare altrettanto con un edificio di pregio al centro di Roma occupato ormai dal 2003.
La seconda riguarda il più noto centro sociale di Genova, lo Zapata di Sampierdarena.
Il sedicente assessore leghista “alla sicurezza” annuncia che lo Zapata sarà  il «primo centro sociale di cui ci occuperemo, visto che i Magazzini del Sale sono interessati dal progetto sulle periferie: quell’edificio sarà  destinato ad attività  sociali o museali, quindi il primo spazio abusivo che dovrà  liberarsi è lo Zapata e subito dopo ci sarà  il centro sociale Terra di Nessuno”
Immediata la risposta degli attivisti e di tanti genovesi che nello spazio autogestito di via Sampierdarena hanno assistito a concerti, dibattiti, spettacoli teatrali e hanno partecipato alle attività  della palestra popolare: sui social network, in particolare su Facebook e Instagram, è partita la mobilitazione a suon di hashtag #iostoconlozapata.
Da un lato Pd e M5S, dall’altro la Lega, vogliono chiudere centri sociali di diverso orientamento politico.
Tre partiti di potere (nazionale o locale) che non hanno altro a cui pensare che a fare la guerra alle minoranze, se vogliamo andare al dato politico.
Dimenticando, caso della Lega, che nei centri sociali sono passati Salvini e la Borgonzoni, tanto per non fare nomi.
Certo, c’e’ un discorso di legalità , che in verità  riguarda più CasaPound che lo Zapata, diverse sono le storie dell’occupazione e del valore dell’immobile.
Oggi CasaPound ha un tessuto di imprese correlate e potrebbe permettersi di pagare un affitto o di sanare una parte del pregresso.
Ma all’interno sono state ricavate abitazioni che non si sa bene a chi siano state assegnate. Se è vero che sono famiglie indigenti, vanno tutelate. Se invece fossero abitate dai vertici del Movimento andrebbero assegnate ad altri, non ci piove, non si può occupare per fini sociali e sistemarvi i parenti.
Lo Zapata invece la ha forma di un luogo di aggregazione aperto al quartiere, è innegabile che abbia una funzione sociale e non risulta coinvolto in vicende illegali.
Perchè il problema di fondo è questo: le minoranza vanno tutelate in una democrazia, non perseguitate.
Se all’interno di questi Centri si dimostra che vengono poste in essere attività  illegali, esiste il codice penale e la responsabilità  soggettiva.
E se si vogliono legittimamente recuperare immobili si persegua la strada della discussione e della mediazione, non quella degli atti d’imperio, offrendo alternative di immmobili comunali che sono disponibili.
Vale per gli sgomberi dei disperati che dormono in edifici fatiscenti, vale per le minoranze politiche che hanno diritto a manifestare il proprio dissenso.
La soluzione non è una sedicente destra che persegue una sedicente sinistra o viceversa. Chi ha cervello impari ad usarlo.
Anche perchè da un governo che viola le leggi non abbiamo proprio bisogno di lezioni di legalità .

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PER SALVINI SI AVVICINA UN SECONDO PROCESSO GRAZIE ALLA LEGGE VOTATA DAL M5S: HA VIOLATO LA LEGGE 47/2017 ART 3

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

“IN NESSUN CASO PUO’ DISPORSI IL RESPINGIMENTO ALLA FRONTIERA DI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI”… TRATTENERE OTTO MINORI A BORDO DELLA SEA WATCH VUOLE DIRE AVER VIOLATO LA LEGGE (STUPIDAMENTE)

Mentre il ministro dell’Interno cambia idea sull’ipotesi di farsi processare per l’accusa di sequestro di persona aggravato relativa al caso Diciotti all’orizzonte si profila l’ipotesi di una nuova grana legale per Salvini.
A bordo della nave Sea Watch 3 ci sono 47 migranti (da inizio d’anno ne sono sbarcati in Italia 155)   di cui 15 sono minorenni.
Salvini qualche giorno fa durante un comizio ad Avezzano   ha dichiarato che a bordo dell’imbarcazione non ci sono bambini,   ma naturalmente questa è una mezza verità  perchè un minorenne non è necessariamente un bambino. Ed i nuovi guai giudiziari per il vicepremier leghista potrebbero venire proprio da lì
Perchè Salvini sta violando la legge che vieta il respingimento dei minori non accompagnati
L’ex deputata PD Sandra Zampa ricorda come l’articolo 3 della legge 47/2017 recante Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati approvata durante la scorsa legislatura prevede che «in nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati».
L’articolo 3 è andato a modificare l’articolo 19 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, il Testo Unico sull’Immigrazione (che a sua volta era stato modificato dalla Bossi-Fini), e vieta il respingimento dei minori non accompagnati.
Una volta accertata l’identità  e la condizione dei 15 minorenni a bordo della Sea Watch 3 lo Stato italiano ha l’obbligo di farsi carico di quelle persone.
Dei quindici minorenni   a bordo della nave della ONG otto sarebbero non accompagnati. Quei minori quindi, a norma di una legge che anche un ministro dell’Interno come Salvini è tenuto a rispettare, devono essere fatti sbarcare.
Motivo per cui la Procura dei Minori di Catania ha chiesto ufficialmente che venga consentito lo sbarco dei minorenni della Sea Watch 3 al fine di procedere al collocamento nelle apposite strutture per l’accoglienza dei minori.
Secondo il procuratore per i minorenni Caterina Ajello fintanto che rimarranno a bordo dell’imbarcazione al largo di Siracusa i diritti dei minori «vengono elusi a causa della permanenza dei suddetti minori a bordo della nave poichè quantomeno non possono beneficiare di strutture di accoglienza idonee e sono costretti a permanere in una condizione di disagio sino a quando la situazione politica internazionale non sarà  risolta, con grave violazione dei loro diritti».
A complicare le cose per il governo c’è il fatto che — ricorda Zampa a Dire — il MoVimento 5 Stelle votò compatto per l’approvazione della legge: «il voto dei parlamentari a 5 Stelle fu unanime.
Tutti   hanno votato a favore delle nuove norme lavorando in Commissione sotto la guida della collega Dadone, rieletta nel 2018».
A votare a favore furono anche il concentratissimo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli e il Presidente della Camera Roberto Fico.
Insomma la legge che potrebbe mettere nuovamente nei guai Salvini è stata votata dai suoi alleati di governo, che però oggi sembrano essersene dimenticati e parlano di fantomatiche (e inesistenti) indagini a carico del comandante della Sea Watch per “violazione delle leggi del mare”.
Eppure il governo sa bene cosa è scritto nel Testo Unico sull’Immigrazione perchè non ha chiesto di far tornare i migranti in Libia ma di farli sbarcare in Tunisia (prima) e in Olanda (poi).
La legge infatti prevede che «non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura».
Esattamente quello che succede nei campi di prigionia libici.
Il primo passaggio sarà  la richiesta da parte della procura dei minorenni di apertura della pratica a tutela dei minori non accompagnati.
In seguito ci saranno le verifiche previste dalla legge sulle autodichiarazioni fornite dai migranti per accertarne l’identità  e l’effettiva età  anagrafica.
La Procura dei minori valuterà  se denunciare una violazione della legge a causa della mancata tutela dei minori a bordo della Sea Watch e a quel punto la Procura di Catania dovrà  stabilire se è stato commesso un abuso e quindi aprire un fascicolo d’indagine a carico di chi ha preso la decisione di lasciare in mare i migranti salvati dalla ONG.

(da “NextQuotidiano”)

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DE FALCO: “RETROMARCIA DI SALVINI INDECOROSA”

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

“IN GIUNTA TROVERANNO IN ACCORDO, MA IL AULA IL RISULTATO POTREBBE ESSERE DIVERSO”

Senatore Gregorio De Falco, membro della giunta per le elezioni e immunità  del Senato ed “espulso” dal M5s, che idea si è fatto della retromarcia di Salvini, che oggi chiede di non essere processato per il caso della nave Diciotti?
“Sono rimasto molto meravigliato: il ministro dell’Interno si vanta di essere persona coerente. Mi sembra indecoroso adesso questo cambio di rotta. Sono rimasto deluso”.
E l’atteggiamento vacillante del M5s come lo giudica?
“Fino a ieri la posizione del Movimento era ineccepibile dal punto di vista della coerenza con la sua posizione ideologica, che è quella di concedere sempre l’autorizzazione a procedere. Forse è stato proprio questo a spingere Salvini al clamoroso voltafaccia. Di Maio, però, ha detto che lo stop allo sbarco dei migranti a bordo della Diciotti è un atto condiviso di governo, che di fatto è un atto politico, di per sè insindacabile”.
Lei, in quanto membro della giunta come interpreta l’immunità ?
“Aldilà  del fatto che per me è meglio valutare le cose in scienza e coscienza, essendo l’immunità  una deroga che sottrae un soggetto al suo giudice naturale, andrebbe interpretata nel modo più ristretto possibile. Tant’è vero che la norma impone che si possa negare l’autorizzazione a procedere soltanto nel caso ci sia la maggioranza assoluta di componenti dell’Aula. L’interpretazione restrittiva è anche a garanzia della separazione dei poteri”.
In questo caso non le sembra invece che ci sia la volontà  di creare un conflitto tra poteri dello Stato?
“Mi ha fatto specie una nave militare bloccata in un porto per tanti giorni. È come se si fosse messo a confronto il ministro dell’Interno e la Guardia Costiera come corpo della Marina militare. Mi è dispiaciuto molto non sentire neanche una parola a riguardo da parte del Capo di Stato maggiore della Marina”.
Come andrà  a finire?
“I senatori dovranno decidere se lo stop alla Diciotti sia stato un ‘atto politico’ o un ‘atto amministrativo’. Io penso che in giunta si troverà  un accordo tra le forze di maggioranza. Ma in Aula il risultato potrebbe essere diverso”.
“Quello sulla Diciotti non è in nessun modo configurabile come un atto politico”. Mentre i suoi (ex) compagni del Movimento 5 stelle si scervellano sul da farsi, il senatore Gregorio De Falco ha già  formulato un pensiero preciso sull’autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri nei confronti di Matteo Salvini. Non un parere qualsiasi.
Perchè l’ex comandante è uno dei componenti della Giunta per le immunità  del Senato. Quella che è chiamata a formulare una proposta all’Aula: salvare il soldato Salvini, o spedirlo davanti alla sbarra? E nella quale gli equilibri si possono giocare sul singolo voto.
“Tutti devono essere giudicati dal loro giudice naturale — spiega De Falco — ma la legge stabilisce garanzie precise in caso un individuo ricopra un ruolo da ministro o parlamentare. La maggioranza può sottrarlo al giudizio qualora ritenga che quello per cui è perseguito sia un atto politico”. Un ragionamento che può sembrar partire da lontano, ma in realtà  molto lineare. “La necessità  è chiarire cosa sia un atto politico. Che a mio avviso ha un livello di responsabilità  tale da contemplare un orizzonte di finalità  pubbliche”.
Ecco il cuore della vicenda: “L’atto politico ha caratteristiche generali e di astrattezza di indirizzo”.
Si spieghi.
*”Mi spiego. Se io dico tramite un provvedimento che nessuna nave può avvicinarsi al porto, per esempio, di Siracusa per determinate ragioni, faccio una scelta di indirizzo politico generale. Se impedisco lo sbarco di una singola nave dove sta la finalità  generale? È una scelta specifica”.
E quindi?
“Quindi quello sulla Diciotti non è mai configurabile come atto politico”.
De Falco sembra anche criticare i suoi ex colleghi M5s quando spiega che la responsabilità  di quel che è accaduto non si può estendere all’intero governo, come dicono in queste ore i 5 stelle, Luigi Di Maio in primis: “Una posizione del genere sarebbe ragionevole se ci fosse stata una condivisione su un atto normativo, un provvedimento. Ma anche lì di carattere generale, non nella fattispecie della nave. Cosa che non è avvenuta”.

(da “Huffingtponpost”)

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TODI, SPARA CON IL FUCILE AI TECNICI DELL’ENEL: “PENSAVO FOSSERO LADRI”

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

L’EROE SOVRANISTA DENUNCIATO PER TENTATO OMICIDIO… SALVINI DOVREBBE DARGLI UNA MEDAGLIA, HA APPLICATO LA SUA LEGGE SULLA LEGITTIMA DIFESA DEI CAZZARI

Un colpo di fucile contro l’auto dei tecnici dell’Enel.
Come riportano il Corriere dell’Umbria e Il Messaggero è successo in una frazione di Todi, nella notte di venerdì.
L’Enel sporge denuncia sabato mattina e i carabinieri indagano. Il proiettile da caccia al cinghiale, esploso da un cittadino armato convinto che si trattasse di una banda di ladri a caccia di case da ripulire, ha centrato il mezzo dei tecnici, al lavoro nella frazione per riallacciare la corrente elettrica a una struttura ricettiva rimasta isolata.
I militari sono riusciti a ricostruire l’accaduto e a identificare l’uomo che ha imbracciato il fucile. Sempre come riportano il Corriere dell’Umbria e Il Messaggero è scattata la denuncia per tentato omicidio.

(da agenzie)

argomento: Costume | Commenta »

GRILLINI ESILARANTI VOLTAGABBANA: “SE SALVINI NON VUOLE PIU’ FARSI PROCESSARE POTREMMO CAMBIARE IDEA E VOTARE NO”

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

TONINELLI INVITA ANCHE CONTE E DI MAIO AD AUTODENUNCIARSI: OTTIMA IDEA, COSI’ CON UN COLPO SOLO CI LIBERIAMO ANCHE DI TUTTI I SERVI DI SALVINI

L’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a creare tensioni nella maggioranza di governo.
Soprattutto dopo la lettera firmata dal ministro dell’Interno e pubblicata sul Corriere della Sera, in cui il segretario della Lega difende il suo operato e chiede che “il processo non sia fatto”.
Un cambio di linea improvviso che spiazza gli alleati 5S.
Ad Agorà , su Rai3, il deputato pentastellato ed ex giornalista Sky Emilio Carelli afferma: “Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all’autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi”.
Nel Movimento va riaperta la discussione?
“Dobbiamo riflettere bene se votare sì o no all’autorizzazione per Salvini”, conclude Carelli.
E a conferma delle fibrillazioni nel Movimento arriva anche la presa di posizione del ministro Danilo Toninelli: “Io sono come ministro dei Trasporti responsabile della navigazione, fino all’attracco. Salvini è responsabile della sicurezza sulla terra ferma. Sulla Diciotti la decisione la abbiamo presa insieme, io, lui, il presidente del Consiglio e tutto il Governo del Parlamento. Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il Governo. Se vogliono farlo diventare un processo al Governo ci siamo tutti”. Così il ministro Mattino 5.
“È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato – afferma a Radio1 Rai il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano – Noi M5S lavoriamo con coerenza e abbiamo sempre dato l’autorizzazione a procedere”, detto questo “Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme, credo che debbano essere parte del processo perchè sono scelte collegiali di tutto governo”.
Ottimo: votate allora tutti Sì e buona permanenza a San Vittore e Rebibbia.

(da agenzie)

argomento: Costume | Commenta »

COME VOLEVASI DIMOSTRARE: CUOR DI LEONE SI E’ GIA’ CACATO SOTTO

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

SALVINI SCRIVE AL CORRIERE: NO ALL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO DI ME

Matteo Salvini ha già  cambiato idea (strano!).
Come si era capito ieri dal comunicato dei capigruppo leghisti alla Camera e al Senato, al Capitano è già  passata la voglia di farsi processare che aveva esibito per qualche giorno dopo la richiesta di autorizzazione a procedere inviata dal tribunale dei ministri di Catania a Palazzo Madama.
E così Salvini ha deciso di scrivere al Corriere della Sera per dire che vuole che sia negata l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, dopo che il MoVimento 5 Stelle per qualche giorno ha ripetuto che non c’era alcun problema sulla questione perchè Salvini aveva deciso di farsi processare:
“Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni. In secondo luogo, ma non per questo meno importante, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano,quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità  di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 (precedente ai fatti a me contestati), in cui si legge che «per smantellare definitivamente il modello di attività  dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi.”
Salvini insomma afferma che non è certo la paura per la sua persona a guidare il suo dietrofront (LOL). Ma sono considerazioni politiche che erano sul tavolo anche la scorsa settimana, quando invece ha ritenuto di dover fare un figurone con i suoi piccoli fà ns facendo finta di voler fare l’eroe facendosi processare.
Evidentemente poi ci ha ripensato. E ci ha ripensato perchè sa che fuori dal Parlamento, dove contano gli atti e i fatti e non le chiacchiere e le fregnacce di propaganda, sarebbe in difficoltà .
La parte più divertente della lettera è il finale:
“In conclusione, non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità  di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo”
Salvini, mentre fugge dal processo dice che non vuole fuggire dalle sue responsabilità , con un gioco di parole che è simile al comportamento di quello che ti incontra per strada e ti abbraccia ricordandoti che è un tuo vecchio parente e intanto che cerchi di ricordarti chi sia ti sfila il portafogli dalla tasca.
Ora rimane solo di capire quanti faranno finta di crederci.
E quanti nel MoVimento 5 Stelle decideranno di salvare il governo e perdere la faccia per mettere al sicuro le poltrone.

(da “NextQuotidiano“)

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SMASCHERATE LE MENZOGNE DI SALVINI: ARRIVATI IN ITALIA 6.000 MIGRANTI CON GLI SBARCHI FANTASMA SULLE NOSTRE COSTE

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

SALVINI NON CITA E NON CONTEGGIA I DATI DELLO STESSO VIMINALE CHE ATTESTANO CHE I GOMMONI VELOCI PORTANO ALMENO 500 MIGRANTI AL MESE   CHE SFUGGONO AI CONTROLLI

Nella lettera che ha inviato al Corriere della Sera per annunciare che non vuole essere processato per sequestro di persona sulla Diciotti, Matteo Salvini ha scritto che nel 2018 ci sono stati «23.370 sbarchi contro i 119.369 dell’anno precedente. Il trend è confermato anche dalle prime settimane del 2019. Dall’inizio dell’anno a ieri si sono registrati 155 arrivi sulle nostre coste. Nello stesso periodo di un anno fa gli sbarchi furono 3.176».
Quello che Salvini ha dimenticato di dire è che mentre il governo fa la guerra alle ONG per ragioni di propaganda politica, in parallelo agli sbarchi «ufficiali», nel nostro Paese da mesi sono in aumento i cosiddetti «sbarchi fantasma», approdi illegali che avvengono con piccoli gommoni veloci con motore fuoribordo o barchini in vetroresina che trasportano 10-15 persone alla volta.
Queste imbarcazioni viaggiano dalle coste del Maghreb alla Sicilia in poche ore. Quando si tocca la costa italiana i pochi migranti vengono fatti scendere e gli scafisti di solito abbandonano i resti del natante lungo la costa. Qualcuno viene rintracciato sulla terra ferma, altri fanno perdere le loro tracce. E ovviamente non finiscono nei conti del ministro ad usum delphini.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera cita i dati del Viminale (e quindi sarà  difficile per il ministro smentirli)   per raccontarci che al 31 dicembre 2018 risultano effettuati ben 341 sbarchi e arrivate 5.999 persone.
Di queste, 2.331 sono state trovate appena scese dai barchini e altre 3.668 sono state rintracciate a terra.
Ma poi ci sono anche quelle che sono riuscite a non farsi individuare e che – dicono gli analisti – potrebbero essere almeno altre 2.000.
L’articolo racconta anche quello che ha detto sul tema il presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario:
Non a caso – dopo aver sottolineato come non sia chiaro se il calo degli sbarchi ufficiali sia il frutto di una riduzione delle operazioni di salvataggio o dell’aumento dei «morti in mare» – l ‘alto magistrato ha evidenziato come «oltre alle impervie traversate con i migranti ammassati a centinaia in condizioni disumane su barconi fatiscenti, vengono realizzati sempre più spesso altri sbarchi, specie dalle coste tunisine verso quelle siciliane». E per questo sono usati «mezzi più sicuri e veloci riguardanti numeri ridotti di migranti che, giunti a destinazione, riescono a sfuggire ad ogni vigilanza e ad operare al di fuori dei circuiti istituzionali dell’accoglienza».

(da “NextQuotidiano”)

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SEA WATCH, EMERGENZA SANITARIA A BORDO, LA SITUAZIONE PRECIPITA, SI TEMONO ATTI DI AUTOLESIONISMO

Gennaio 29th, 2019 Riccardo Fucile

PARTONO ALTRE DENUNCE CONTRO IL GOVERNO, IL TRIBUNALE DEI MINORI CERTIFICA CHE SONO 15 I MINORI A BORDO TRATTENUTI ILLEGALMENTE DA SALVINI… IL GOVERNO DELIRA : LI SBARCHIAMO SOLO SE VANNO IN GERMANIA O OLANDA

“Sì allo sbarco ma solo se poi i migranti andranno in Germania o in Olanda”. All’undicesimo giorno di attesa sulla Sea Watch, il ministro dell’Interno fa sapere che darà  l’autorizzazione all’attracco della sea Watch a Siracusa solo se la Germania, stato a cui appartiene l’organizzione umanitaria, o l’Olanda, stato di cui la nave batte bandiera, si assumeranno la loro responsabilità .
Parole che non lasciano sperare in una rapida soluzione della vicenda visto che ieri l’Olanda ha ribadito di non aver alcun obbligo giuridico e di essere solo disponibile ad accogliere gli aventi diritto allo status di rifugiato.
Intanto il presidente del Pd Matteo Orfini e il parlamentare Fausto Raciti hanno presentato un esposto alla Procura di Siracusa contro il Governo nazionale. Accompagnati dall’avvocato Giuseppe Calvo, hanno depositato la denuncia a firma di numerosi esponenti Pd al sostituto procuratore Andrea Palmieri
.”Riteniamo siano state commesse – ha detto Orfini – violazioni di legge come sul caso Diciotti. I migranti sono trattenuti in modo illegittimo sulla Sea Watch ma a nostro avviso ci sono altri punti di arbitrarietà  e illegittimità “.
In giornata, per ovviare all’emergenza sanitaria a bordo, sono attesi dei bagni chimici che dovrebbero essere portati sulla nave dove le 69 persone, tra membri dell’equipaggio e migranti, sono costretti ad alternarsi in un solo bagno e pure mal funzionante.
Il procuratore di Siracusa Fabio Schiavone attende oggi l’informativa della Guardia costiera per valutare se intervenire anche in virtù delle sollecitazioni dei colleghi della Procura dei minori di Catania. La legge Zampa prevede infatti il divieto di respingimento alla frontiera di qualsiasi minorenne e sulla Sea Watch, secondo lo screening dell’organizzione, i minorenni tutti di età  compresa tra i 14 e i 17 anni, sarebbero 15 e non 13
La situazione a bordo della Sea watch sta precipitando. C’è un ragazzo che non mangia da 48 ore e altri che non stanno bene dal punto di vista psicologico”. Lo dice il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che ha ricevuto la nota del medico di bordo della Sea watch. “il medico non esclude che possano verificarsi episodi di autolesionismo”, conclude Italia.

(da agenzie)

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