DE FALCO: “RETROMARCIA DI SALVINI INDECOROSA”
“IN GIUNTA TROVERANNO IN ACCORDO, MA IL AULA IL RISULTATO POTREBBE ESSERE DIVERSO”
Senatore Gregorio De Falco, membro della giunta per le elezioni e immunità del Senato ed “espulso” dal M5s, che idea si è fatto della retromarcia di Salvini, che oggi chiede di non essere processato per il caso della nave Diciotti?
“Sono rimasto molto meravigliato: il ministro dell’Interno si vanta di essere persona coerente. Mi sembra indecoroso adesso questo cambio di rotta. Sono rimasto deluso”.
E l’atteggiamento vacillante del M5s come lo giudica?
“Fino a ieri la posizione del Movimento era ineccepibile dal punto di vista della coerenza con la sua posizione ideologica, che è quella di concedere sempre l’autorizzazione a procedere. Forse è stato proprio questo a spingere Salvini al clamoroso voltafaccia. Di Maio, però, ha detto che lo stop allo sbarco dei migranti a bordo della Diciotti è un atto condiviso di governo, che di fatto è un atto politico, di per sè insindacabile”.
Lei, in quanto membro della giunta come interpreta l’immunità ?
“Aldilà del fatto che per me è meglio valutare le cose in scienza e coscienza, essendo l’immunità una deroga che sottrae un soggetto al suo giudice naturale, andrebbe interpretata nel modo più ristretto possibile. Tant’è vero che la norma impone che si possa negare l’autorizzazione a procedere soltanto nel caso ci sia la maggioranza assoluta di componenti dell’Aula. L’interpretazione restrittiva è anche a garanzia della separazione dei poteri”.
In questo caso non le sembra invece che ci sia la volontà di creare un conflitto tra poteri dello Stato?
“Mi ha fatto specie una nave militare bloccata in un porto per tanti giorni. È come se si fosse messo a confronto il ministro dell’Interno e la Guardia Costiera come corpo della Marina militare. Mi è dispiaciuto molto non sentire neanche una parola a riguardo da parte del Capo di Stato maggiore della Marina”.
Come andrà a finire?
“I senatori dovranno decidere se lo stop alla Diciotti sia stato un ‘atto politico’ o un ‘atto amministrativo’. Io penso che in giunta si troverà un accordo tra le forze di maggioranza. Ma in Aula il risultato potrebbe essere diverso”.
“Quello sulla Diciotti non è in nessun modo configurabile come un atto politico”. Mentre i suoi (ex) compagni del Movimento 5 stelle si scervellano sul da farsi, il senatore Gregorio De Falco ha già formulato un pensiero preciso sull’autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri nei confronti di Matteo Salvini. Non un parere qualsiasi.
Perchè l’ex comandante è uno dei componenti della Giunta per le immunità del Senato. Quella che è chiamata a formulare una proposta all’Aula: salvare il soldato Salvini, o spedirlo davanti alla sbarra? E nella quale gli equilibri si possono giocare sul singolo voto.
“Tutti devono essere giudicati dal loro giudice naturale — spiega De Falco — ma la legge stabilisce garanzie precise in caso un individuo ricopra un ruolo da ministro o parlamentare. La maggioranza può sottrarlo al giudizio qualora ritenga che quello per cui è perseguito sia un atto politico”. Un ragionamento che può sembrar partire da lontano, ma in realtà molto lineare. “La necessità è chiarire cosa sia un atto politico. Che a mio avviso ha un livello di responsabilità tale da contemplare un orizzonte di finalità pubbliche”.
Ecco il cuore della vicenda: “L’atto politico ha caratteristiche generali e di astrattezza di indirizzo”.
Si spieghi.
*”Mi spiego. Se io dico tramite un provvedimento che nessuna nave può avvicinarsi al porto, per esempio, di Siracusa per determinate ragioni, faccio una scelta di indirizzo politico generale. Se impedisco lo sbarco di una singola nave dove sta la finalità generale? È una scelta specifica”.
E quindi?
“Quindi quello sulla Diciotti non è mai configurabile come atto politico”.
De Falco sembra anche criticare i suoi ex colleghi M5s quando spiega che la responsabilità di quel che è accaduto non si può estendere all’intero governo, come dicono in queste ore i 5 stelle, Luigi Di Maio in primis: “Una posizione del genere sarebbe ragionevole se ci fosse stata una condivisione su un atto normativo, un provvedimento. Ma anche lì di carattere generale, non nella fattispecie della nave. Cosa che non è avvenuta”.
(da “Huffingtponpost”)
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