Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
SUL MEMORANDUM CON LA LIBIA SI SMARCA: “E’ UNA SCELTA POLITICA, DECIDE IL GOVERNO”
“Penso di sì”. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha risposto a margine
dell’audizione in Commissione antimafia a chi gli chiedeva se i decreti sicurezza del governo gialloverde verranno modificati entro la fine dell’anno.
“C’è stato un intervento del Capo dello Stato – ha detto il ministro – quindi noi certamente faremo delle modifiche” in modo da “rendere conforme” i testi “alle osservazioni che sono arrivate dal Quirinale”. “Secondo me – ha concluso – nel giro di poco si affronterà il problema”.
Quanto al memorandum Italia-Libia, ”è una questione di carattere politico che si farà a livello governativo e del presidente del Consiglio”.
L’intesa con la Libia scade il prossimo 2 novembre e, senza un intervento, il rinnovo è automatico.
A chiedere un cambio radicale è il segretario dem Nicola Zingaretti. “Il memorandum con la Libia deve cambiare radicalmente, oggi il Pd lo chiederà al ministro Di Maio al question time”, ha detto Zingaretti riferendosi, a Radio Capital, agli accordi con Tripoli sui migranti.
“Io – aggiunge – non ho mai creduto al disimpegno unilaterale. la soluzione non è scappare dagli scenari di crisi. Questo governo deve darsi con più chiarezza una politica sulle migrazioni: il pre-accordo di Malta va allargato ad altri paesi, bisogna poi fare i corridoi umanitari”, conclude.
Ps
Cari Zingaretti, Renzi & Co., basta rendere noto un semplice concetto: o il M5S si adegua e disdice l’accordo con i criminali libici o salta il governo. La politica sui “valori” si fa così.
(da agenzie)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
SOVRANISTI INQUINATORI E TANGENTARI, PRENDETE ESEMPIO DA CHI VI ASFALTERA’ NEL FUTURO
Ha detto “No, grazie”. Con la solita risolutezza che la contraddistingue.
Affidando ai social le sue motivazioni. Con un post su Instagram Greta Thunberg ha annunciato di aver rinunciato al premio ambientale assegnato ogni anno dal Nordic Council. Un gesto polemico nei confronti dei paesi nordici che, secondo la 16enne svedese, potrebbero fare molto di più.
“Il movimento per il clima non ha bisogno di altri premi. Ciò di cui abbiamo bisogno è che i nostri politici e le persone al potere inizino ad ascoltare gli scienziati”, ha esordito Greta su Instagram.
Un discorso che vale per l’Europa come per gli altri paesi occidentali: inclusi Svezia e Norvegia, nonostante quest’ultimi siano già molto più avanti rispetto a tante nazioni.
“I paesi nordici hanno una grande reputazione in tutto il mondo quando si tratta di problemi climatici e ambientali – ha continuato Greta – Le belle parole non mancano mai. Ma quando si tratta delle nostre emissioni effettive e delle nostre impronte ecologiche pro capite, se includiamo il nostro consumo, le nostre importazioni, nonchè il trasporto aereo e il trasporto marittimo, allora è tutta un’altra storia”.
Citando i dati del il WWF e Global Footprint Network, ha criticato le Nazioni del Nord per le emissioni inquinanti rilasciate. “In Norvegia, ad esempio, il governo ha recentemente rilasciato un numero record di permessi per cercare nuovo petrolio e gas”, ha spiegato la sedicenne.
La conclusione del post è un monito forte e chiaro: “Quindi, fino a quando non si inizierà ad agire in conformità con ciò che la scienza dice che è necessario fare per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi o addirittura 2 gradi centigradi, i ragazzi del movimento per il clima scelgono di non accettare il premio ambientale dei Consigli nordici nè il montepremi di 500.000 corone svedesi (equivalenti a 46mila euro ndr).
(da agenzie)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
“TI AVEVO CHIESTO DI RIMUOVERE UN ASSESSORE CONDANNATO IN TERZO GRADO PER LESIONI, FALSO E CALUNNIA”… “LE TUE SCELTE PASSAVANO PER IL CONSIGLIERE LEGHISTA CARAPIA”
“Cara Sangiorgi, è vero eri commissariata, ma non da me che ti ho solo chiesto di rimuovere un
assessore condannato in terzo grado per lesioni, falso e calunnia, bensì dalla Lega”.
Così Massimo Bugani, uno dei leader del M5s in Emilia-Romagna e oggi capostaff in Campidoglio a Roma, replica a Manuela Sangiorgi, la sindaca ‘grillina’ di Imola che si è dimessa due giorni fa e ha accusato proprio Bugani di averla scaricata e non appoggiata.
“Sa tutta Imola che ogni tua scelta passava dal consigliere leghista Carapia e non dai ragazzi del M5s”, ha scritto in un lungo post su Facebook, Bugani: “Insieme a lui e al deputato Tonelli della Lega e del Sap (per intenderci quello che sostiene che Aldrovandi e Cucchi siano morti per caso), hai smesso di ascoltare il gruppo M5s di Imola e ti sei isolata da tutti”.
(da agenzie)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
SOTTO ESAME DELLA CORTE DEI CONTI ANCHE LA VACANZA IN COSTA AZZURRA E IL COMPLEANNO DI SALVINI
Le Iene ieri hanno pubblicato un servizio a cura di Alice Martinelli in cui un ex collaboratore dice che gli deve 2750 euro per l’organizzazione del compleanno dei 18 anni della figlia, e tre abiti sartoriali per 2000 euro, oltre ad alberghi pagati a Roma per un totale di 48mila euro.
L’ex ministro a colloquio con le Iene sostiene che si chiarirà tutto e non ha molta voglia di spiegare cosa è successo, non parla nemmeno della questione del collaboratore: “Sto raccogliendo tutte le carte per mettere a posto tutto”, si limita a dire.
In tredici mesi le sue missioni sono state 133 (mancano, ancora, le “note spese” di gennaio, agosto e settembre 2019). Di queste, ottantotto sono state realizzate in Lombardia e settanta a Milano.
Tra queste ci sono 54 trasferte. In diversi giorni, poi, l’occasione prevista appare gracile sul piano istituzionale, somiglia piuttosto a una scusa per poter tornare a casa spesato dallo Stato. Nove viaggi sono costruiti in questo modo.
Grazie al gioco dei “finti incarichi”, l’ex ministro Bussetti per 25 volte ha messo in nota spese gli spostamenti – quasi sempre in aereo, sempre Alitalia – che all’inizio della settimana l’hanno portato a Roma, per il lavoro alla scrivania di viale Trastevere 76/A.
Tra le missioni 2018-2019 dell’ex ministro ci sono stati undici appuntamenti elettorali pagati con i soldi pubblici. Su tutti, “la colazione in onore di Salvini” – testuale, secondo agenda – tenuta il 19 marzo 2019 all’Hotel Principe di Savoia di Milano. Marco Bussetti va a spegnere le candeline per il Capitano che compie 46 anni. Costo dell’osanna, 440,95 euro.
Con i denari di tutti seguirà il segretario nel famoso comizio di Pontida «governeremo per i prossimi trent’anni» e nell’adunata per l’Immacolata di Piazza del Popolo, a Roma (rientro a casa pagato 135,58 euro). Ha affiancato candidati leghisti sindaci a Forlì (“Zattini sindaco”), Sant’Arcangelo di Romagna, Ascoli, a Canzo, ad Albavilla. Ha partecipato alle feste della Lega di Alzano Lombardo, Treviglio, Lezzeno.
(da agenzie)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
“E’ UNA VERA LEADER DA DISCOUNT”
Dopo l’articolo di Francesco Merlo su Repubblica che l’ha fatta arrabbiare assai, Giorgia Meloni
oggi finisce tra le grinfie di Selvaggia Lucarelli, che sul Fatto Quotidiano tratteggia «l’ascesa low-budget di Giorgia: una vera “leader da discount”»
“Quella che se Salvini cavalca la paura, lei cavalca il coraggio: il coraggio di dire la prima cosa che le viene in mente, esattamente come le viene in mente. Quella che se Salvini parla alla pancia degli italiani, lei parla all’intestino crasso. Quella che se Salvini parla come il cittadino medio al bar, lei parla come il cittadino medio al bar dopo sei prosecchi. Quella che se Salvini fa i selfie con la carbonara, lei si preoccupa del cous cous nelle mense scolastiche. Quella che se Salvini muove le pedine della sua comunicazione guidato da Morisi e la Bestia, lei è La Bestia. E chiariamo.
La Bestia nel senso del talento istintivo e impetuoso con cui riesce a sintonizzarsi con le piazze dando l’idea di non aver pianificato nulla, manco un appuntamento dal parrucchiere per ritoccare le meches. Salvini è populismo, lei è popolo. Salvini è mojito, lei è il caffè con la Sambuca. Salvini è il Papeete Beach, lei è la mamma che in spiaggia tira fuori la borsa frigo e il tavolino pieghevole. Insomma, la Meloni rischia seriamente di rosicchiare voti a Salvini mese dopo mese, anno dopo anno, comizio dopo comizio. Un’ascesa low budget, la sua, che nel giro di pochissimo l’ha incoronata leader di partito politico con più consensi.
La Meloni in Umbria ha incassato un successo personale: solo Fratelli d’Italia ha guadagnato voti rispetto alle elezioni europee tra centrodestra, centrosinistra e grillini che ne hanno persi i tre quarti.
Poi, per contrastare l’immigrazione, lei vuole il blocco navale e la costruzione di muri. A questo punto direi che le due idee sono conciliabili: traslochiamo il Mose, che così diventa pure utile a qualcosa. Un enorme muro di ferro sollevabile a comando in mezzo al Mediterraneo. Rendendolo carrabile lo puoi pure vendere come il ponte di Messina così Berlusconi, a cui in fondo i profughi stanno simpatici, è contento e non rompe i coglioni. Alla fine, però, a Giorgia si perdona tutto, perchè il budget è quello che è. Anzi, è la sua forza. Salvini ha dietro i russi. Lei al massimo ha La Russa. È così che alla fine li asfalterà tutti.”
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
CERTO CHE IL M5S SELEZIONA CON ATTENZIONE LA SUA CLASSE DIRIGENTE
Manuela Sangiorgi, ultimo (si spera) atto.
Oggi l’ex sindaca di Imola, che ha annunciato in piazza le sue dimissioni e ha dichiarato morto il MoVimento 5 Stelle, parla con il Messaggero di un altro argomento che l’ha resa famosa prima dell’addio al Comune: il fidanzamento con un leghista.
«Hanno detto, i miei consiglieri, che avrei valorizzato il casale di mia madre. Un giorno sì e l’altro pure presentavano la sfiducia contro di me. Qui c’è un pezzo di M5S che va a braccetto con il Pd».
Ormai il mood è questo.
«Ma io liberai Imola, quindici mesi fa. Ho combattuto da sola. Anzi, con il mio portavoce scriveremo un libro».
E chi lo comprerà , scusi?
«Chi vuole conoscere questo mondo. Sono esausta, meglio disoccupata che sindaca grillina. Mi ero dimessa dalla Uil. Pensavo di durare, ma per 2.600 euro al mese non ne vale la pena».
Dicono che dietro le sue dimissioni ci sia il suo fidanzamento con un leghista. Voce spezzata, ancora lacrime
«I grillini sono come le SS!».
Non pianga, guardi al futuro.
«In primavera mi sposerò con il mio Simone».
E alle Regionali voterà Lega?
«Credo di sì, ci sto pensando. Anzi, se fossi in Bonaccini non starei tranquillo».
“Simone” è Simone Carapia, capogruppo leghista in comune. La cosa più bella dei grillini è l’attenzione con cui selezionano la loro classe dirigente.
(da agenzie)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
POI LA GIUSTIFICAZIONE ESILARANTE: “ERO PASSATO AL RISTORANTE PER RITIRARE UN PACCO”… SULL’INVITO IL SIMBOLO DI FDI… MA CI VUOLE TANTO AD AVERE LE PALLE E RIVENDICARE LA SCELTA?… LA SOLITA TECNICA: LANCIARE IL SASSO E NASCONDERE LA MANO, COSI’ SI ACCONTENTANO TUTTI
Il TgZero di Radio Capital ha intervistato Luigi Capriotti. Si tratta del vicesindaco di
Acquasanta Terme, cittadina dove è andata in scena la cena per la marcia su Roma
Prima la negazione: «Non sapevamo di questa cena organizzata dalla sezione locale di Fratelli d’Italia». Poi, però, la presenza del vicesindaco di Acquasanta Terme, del sindaco di Ascoli Piceno e altri esponenti di rilievo di Fratelli d’Italia nelle Marche certificate da fotografie pubblicate dal quotidiano online PicenoOggi.
La bufera per la cena celebrativa nel 97esimo anniversario della Marcia su Roma prosegue, inevitabilmente. Sulla locandina e sul menu le citazioni di Benito Mussolini e il logo di Fratelli d’Italia sotto al fascio littorio. Scelte inequivocabili.
Nel tardo pomeriggio di martedì, il TgZero di Radio Capital ha intervistato, in diretta, il vicesindaco di Acquasanta Terme e segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Luigi Capriotti che — secondo le indiscrezioni e la fotografia pubblicata da PicenoOggi — ha partecipato a quella cena per la marcia su Roma. E le sue giustificazioni non sono state molto esaltanti.
Rispondendo alle domande di Edoardo Buffoni e Michela Murgia, Capriotti ha provato a usare delle capriole linguistiche che quasi giustificavano quella cena per celebrare la marcia su Roma.
Ha detto che non si è trattato di un evento a stampo fascista e che lui è un fervente sostenitore del motto «Dio, patria e famiglia», spiegando come sul suo balcone sia da sempre affisso il tricolore italiano.
Il vicesindaco di Acquasanta Terme è anche il segretario provinciale di Fratelli d’Italia.
Insomma, non proprio un personaggio secondario nell’organigramma del partito di Giorgia Meloni.
Nel tentativo di districarsi dalla matassa, Capriotti aveva detto di esser passato in quel ristorante per caso, solamente per ritirare un pacco.
Poi ha sottolineato come l’emergenza fascismo sia immaginaria e creata ad arte. Ma a quella cena c’erano i vertici di FdI nelle Marche.
(da agenzie)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
MATTARELLA NON SAREBBE INTENZIONATO A PERDERE ALTRO TEMPO
Concetto Vecchio su Repubblica oggi conferma il retroscena del Corriere della Sera di ieri che voleva Sergio Mattarella pronto a portare il paese alle urne in caso di caduta del governo Conte Bis.
Di più: nell’articolo si nota che a quel punto il voto si farebbe con le vecchie regole, quindi senza il taglio dei parlamentari proposto dal MoVimento 5 Stelle:
Stavolta, se Conte si dimettesse sarebbe insomma molto difficile evitare le urne. È vero che la dizione «formule politiche ulteriori» lascerebbe la porta aperta a un nuovo premier a capo della stessa maggioranza giallorossa, ma è una strada che al Colle non appare realisticamente percorribile. Se il governo implode, si potrebbe votare già a fine febbraio, più o meno. E per eleggere 945 parlamentari, e non 600, come stabilito con la riforma del taglio votata dal Parlamento lo scorso 8 ottobre e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 12 ottobre.
Perchè? L’articolo 4 della Riforma dispone infatti che «le disposizioni si applicano non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore».
Quando entra in vigore la riforma? Il 12 gennaio, se in Parlamento non verranno raccolte le firme necessarie per fare scattare il referendum confermativo, e quindi le nuove regole varrebbero dal 12 marzo.
Oppure sessanta giorni dopo la celebrazione del referendum. Alla Camera tre deputati, Deborah Bergamini Roberto Giachetti, Riccardo Magi, stanno raccogliendo le firme per chiedere il referendum. Hanno tempo fino a gennaio. Servono le firme di un quinto della Camera o del Senato. Si tratta di 126 a Montecitorio, dove al momento sono a quota 15. Va meglio al Senato.
Qui le firme raccolte sono 40. Ne mancano 24. «Altre dieci sono sicure», dice uno dei promotori, il forzista Andrea Cangini.
«Hanno firmato anche alcuni Cinquestelle, come Mario Giarrusso. Possiamo farcela, il tempo c’è. Non lo faccio certo perchè spero di blindare la legislatura, ma in quanto contrario a questa riforma, approvata senza alcuna discussione profonda sul merito».
Sia come sia. Se qualcuno pensa che il Quirinale attenda la celebrazione del referendum — tra aprile e giugno — mettendo in campo nel frattempo un governo tecnico, sbaglia. «Non si possono aspettare sei mesi, se la situazione precipitasse a fine anno», spiegava ieri una fonte che ha avuto modo di parlare con il presidente.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 30th, 2019 Riccardo Fucile
SOSPESO L’ITER PER LA CESSIONE DELLO STABILIMENTO, SERVE TEMPO PER TROVARE UNA SOLUZIONE CONDIVISA
L’annuncio tanto atteso da parte dei dipendenti e lavoratori Whirlpool dello stabilimento di
Napoli. L’azienda, dopo le minacce delle ultime settimane, ha annunciato di aver ritirato il processo di cessione per avere maggior tempo di trattare con il governo e trovare soluzioni (anche a livello sindacale) per evitare licenziamenti di massa. La notizia è stata ufficializzata anche dal ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.
Whirlpool Emea ha spiegato di «essere pronta a ritirare la procedura di trasferimento del ramo d’azienda, a non procedere con il licenziamento collettivo dei dipendenti di Napoli e a continuare la produzione delle lavatrici — si legge nella nota ufficiale dell’azienda -. Le attuali tensioni siano controproducenti nella ricerca di una soluzione condivisa, a fronte di una situazione di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine».
Nelle prossime settimane sono previsti diversi tavoli di confronto con il Mise e le sigle sindacali, per tentare di arrivare a una soluzione condivisa per l’azienda e per i lavoratori. «Whirlpool è convinta che, con maggior tempo a disposizione, si possa ristabilire un dialogo costruttivo e raggiungere una soluzione condivisa per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine allo stabilimento di Napoli e ai suoi 400 dipendenti».
Una boccata di ossigeno in attesa di trovare una soluzione che possa esser condivisa tra azienda e governo.
«In queste ore l’azienda mi ha comunicato — ha detto il ministro Stefano Patuanelli in una diretta video su Facebook — la volontà di ritirare la procedura di cessione. E’ un primo passo che ci consente di sederci a un tavolo per risolvere definitivamente i problemi di quello stabilimento. Su questa vertenza il Governo ci ha messo la faccia. Abbiamo ottenuto un importante risultato. Ora ci sono le condizioni per sederci a un tavolo con le parti sociali per provare a trovare una soluzione industriale anche con un impegno del Governo per lo stabilimento».
(da agenzie)
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