Novembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
GLI APPELLI SI SUSSEGUONO DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA … I RIANIMATORI: “LA PROSSIMA SETTIMANA RADDOPPIO DEI RICOVERI”
Lockdown generale in tutto il Paese al più presto, o in un mese – se il trend epidemico da
Covid-19 in Italia non subirà un’inversione – ci troveremo dinanzi ad una situazione “drammatica” poichè il sistema “non sarà in grado di reggere”.
Raccoglie consensi da parte di medici e infermieri di tutta Italia il forte appello lanciato ieri dal presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: “A trend invariato, in 30 giorni dovremo fare i conti con un numero enorme anche di decessi”.
Gli anestesisti: idea ragionevole
“Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva la prossima settimana se il trend non muterà , ed in attesa degli eventuali benefici derivanti dall’ultimo Dpcm, che potranno però evidenziarsi non prima di 10 giorni”, dice il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) Alessandro Vergallo. Le terapie intensive “sono già sotto pressione. A fronte di ciò e dell’assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale – rileva – è a questo punto ragionevole”.
Il lockdown totale, ha detto Anelli, che si è espresso anche sulla situazione pugliese, “è una richiesta forte ma da più parti del Paese arrivano segnali molto preoccupanti. La situazione mostra un Sistema sanitario nazionale alle corde”. Questa settimana “abbiamo avuto una media di 1000 ricoverati al giorno; se il trend non cambia, nei prossimi 30 giorni, per l’Immacolata, avremo 30mila ricoverati che si aggiungeranno ai 26mila attuali”.
“Ne ho parlato col ministro della Salute Roberto Speranza – ha detto Anelli stamattina – e le mie preoccupazioni sono condivise. Immagino che il governo nelle prossime ore potrà valutare e credo che l’opinione pubblica condivida le nostre preoccupazioni”.
Intanto l’Alto Adige, da oggi zona rossa, presto potrebbe applicare addirittura un lockdown duro. “Non abbiamo alternative, altrimenti collassa l’intero sistema sanitario”, dice l’assessore alla Sanità Thomas Widmann. “I danni collaterali sarebbero devastanti, se gli ospedali non dovessero più garantire chemioterapie e interventi chirurgici”. La questione sarà analizzata domani dalla giunta provinciale perchè “siamo oltre il tempo massimo, i campanelli d’allarme non possono più essere ignorati”.
Anelli “in realtà esprime un parere che è assai generalizzato tra i medici del nostro Paese. E quelli che hanno parere diverso, lo hanno per motivi loro, non sulla base di un dato scientifico o di realtà “. Lo ha detto stamattina Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano e direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco, ad Agorà , su Rai 3. “Non c’è alcun dubbio che la situazione sia fuori controllo”, ha aggiunto Galli, spiegando che i dati “mostrano un costante incremento della diffusione dell’infezione “.
Quindi rispetto all’eventualità di una chiusura specifica: “si possono considerare ancora differenze regionali, ma con attenzione per non vanificare il risultato”.
Quello che però “bisogna sapere fin d’ora è che, dopo un eventuale lockdown nazionale, non è che subito dopo si potrà fare come l’estate passata, altrimenti saremo da capo”.
Allarme rilanciato anche da Ciro Carbone, presidente dell’Ordine degli infermieri di Napoli: “Alla luce della situazione epidemiologica, del crescente numero dei contagi, dei dati allarmanti che ci vengono forniti dalle direzioni ospedaliere, dalla mancata osservanza delle prescrizioni da parte dei cittadini, chiedo a nome di tutti gli infermieri della provincia provvedimenti più restrittivi per la tutela della Salute pubblica”. Carbone dice “basta al rimpallo di responsabilità . La politica svolga il ruolo di indirizzo che la Costituzione le assegna. Ora il rischio è alto”, afferma Carbone. “Gli Infermieri – dice ancora Carbone – stanno lavorando in condizioni estreme, con turni massacranti, con Dpi insufficienti e non sempre adeguati e con la grave carenza di organici più volte denunciata. Il numero di infermieri contagiati ormai è incontrollabile. Poniamo rimedio prima che sia troppo tardi”.
Anche Nicola Addis, presidente dell’ordine dei medici di Sassari, assicura che “la pandemia è più grave di quanto si creda” e che la classificazione in Zona gialla di alcune Regioni come la Sardegna “può indurre a sottovalutare il problema. Con l’approssimarsi delle malattie stagionali il sistema non potrà reggere ancora per molto”. E che non solo non sia più in grado di farsi carico dei pazienti Covid, ma “nemmeno di assicurare le cure ai cittadini colpiti da altre patologie, riuscendo con grande sforzo a garantire solo le terapie salvavita”.
Da Palermo interviene il commissario all’emergenza Covid Renato Costa: “Siamo di fronte a uno tsunami che ha travolto tutti e il sistema può reggere per 10 giorni: o freniamo il virus o fermiamo le sale operatorie”.
(da agenzie)
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Novembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
OLTRE CHE ODIOSO E’ PURE SBAGLIATO, LA SOLITA CARTA IGIENICA SOVRANISTA
A Libero hanno deciso che non la mandano proprio giù la vittoria di Biden e della sua vice, la prima donna, Kamala Harris. E così, non avendo migliori argomentazioni utilizzano un termine tanto desueto quanto razzista per definire la prima afroamericana arrivata alla vicepresidenza degli Stati Uniti: “mulatta”:
Cambiano gli argomenti, ma quell’ammiccamento è sempre presente.
Questa mattina in edicola, infatti, troviamo nel taglio basso del giornale diretto da Pietro Senaldi un titolo civetta (si chiama così in gergo giornalistico) che annuncia un doppio approfondimento a firma Giovanni Sallusti e Antonio Socci. Il tema? La nuova vice-Presidente degli Stati Uniti.
«La vice mulatta ha già rubato la scena a Biden». Questo il titolo Libero Kamala Harris. Ovviamente l’accento va diretto sul colore della pelle della nuova Vice-Presidente degli Stati Uniti. Ancora una volta, dunque, si strizza l’occhio verso una determinata direzione.
Evidente a molti, visti anche i precedenti che hanno già visto molte denunce a carico della testata diretta da Pietro Senaldi e verso l’editorialista di spicco del quotidiano, Vittorio Feltri.
Ci risiamo, dunque. La scelta è sempre (o molto spesso), la stessa. Senza alcun motivo logico, se non andare a toccare determinate corde che poi, inevitabilmente, portano a polemiche. Polemiche che, ancora una volta, è lo stesso Libero quotidiano a far nascere ed alimentare.
Accadde già in passato con alcune scelte titolistiche ‘avventate’ (per usare un eufemismo) e sanzionate da chi di dovere. Da quel titolo su Virginia Raggi, passando per alcune trovate illogiche sull’omosessualità , fino a quelle sui meridionali. E oggi, 9 novembre 2020, alla collezione degli orrori si aggiunge il titolo in prima pagina per annunciare i pezzi a firma Socci e Sallusti.
Oltretutto il termine non è solo odioso ma anche sbagliato. A voler fare i pignoli Kamala Harris ha la mamma indiana e il papà giamaicano. Non rientra quindi nella definizione data da Libero.
(da agenzie)
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Novembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO LA PARENTESI DI TRUMP CHE “PROVAVA DISGUSTO” PER I CANI, ORA LA FAMIGLIA BIDEN PORTERA’ I LORO DUE PASTORI TEDESCHI
Nella lunga serie di ‘prime’ della nuova Casa Bianca targata Joe Biden ci sono anche i cani.
Dopo quattro anni di assenza i giardini di 1600 Pennsylvania tornano a ospitare i First Dog, ripristinando una tradizione lunga anni e interrotta dalla famiglia di Donald Trump.
Major e Champ Biden sono due pastori tedeschi.
Champ – il soprannome di Joe quando era bambino – è già abituato ai fasti delle residenze presidenziali. Biden gli aveva infatti dato il benvenuto nel dicembre 2008, quando era vicepresidente eletto e stava per assumere ufficialmente l’incarico.
Nel 2018 Biden ha adottato Major, un cucciolo di pastore tedesco che aveva vissuto primi mesi difficili. Parte di una cucciolata esposta a tossine chimiche Major era stato inizialmente in affidamento presso i Biden. Poi la decisione di adottarlo in via definitiva che proietta ora Major nella storia: è il primo cane di un canile a vivere nella Casa Bianca.
Major e Champ raccolgono il testimone di Bo e Sunny Obama riportando alla Casa Bianca la tradizione dei cani.
Li avevano John Adams e George Washington e quasi tutti i presidenti. Durante la sua presidenza Theodore Roosevelt ha avuto una serie variegata di animali, inclusi conigli e maiali: fra i suoi cani c’erano il San Bernardo Rosso, il Fox Terrier Scampa e il Bull Terrier Pete.
Con Calvin Coolidge calcò i giardini presidenziali Rob Roy, un Collie bianco. “Chi non ama i cani e non li vuole non merita di essere alla Casa Bianca”, disse una volta Coolidge.
Herbert Hoover promosse il suo King Tu a monitorare il perimetro di 1600 Pennsylvania Avenue.
Ci sono poi stati Fala Roosevelt, il terrier di Franklin Delano Roosevelt e Heidi di Dwight Eisenhower. Con Jfk arrivarono invece Charlie, regalo di John Fitzgerald Kennedy a Jackie durante la campagna elettorale, e Pushinka, mentre Lyndon Johnson portò i suoi due Beagle Him e Her.
Richard Nixon era invece accompagnato alla Casa Bianca da tre cani, Vicky, Pasha e King Timahoe, ai quali seguì il golden retriever Liberty di Gerald Ford prima e Grits di Jimmy Carter poi.
Ronald e Nancy Reagan potevano contare su Lucky e Rex, mentre George W. H. Bush e la moglie Barbara avevano Fred.
Buddy era il labrador di Bill Clinton, la cui eredità fu poi raccolta da Barney e Miss Beazley di George W. Bush.
(da agenzie)
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Novembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
“LA ZONA ROSSA NON E’ UNA PUNIZIONE, E’ UN ATTO DI SALVAGUARDIA DELLA SALUTE DEI CITTADINI”…”NELLE EMERGENZE CI SI STRINGE ATTORNO ALLE ISTITUZIONI, NON SI FANNO POLEMICHE INUTILI”
“Non ho sentito Donald Trump. Credo abbia pagato con queste elezioni anche il suo atteggiamento molto spesso troppo arrogante”.
Silvio Berlusconi commenta le elezioni americane durante la trasmissione Che tempo che fa.
Così mentre l’alleato Matteo Salvini ha sostenuto il presidente americano uscente alle elezioni, con tanto di mascherina con la scritta ‘Trump’ indossata ultimamente in varie occasioni, Berlusconi ha commentato la sconfitta e si è complimentato con il vincitore: “Ho mandato i miei auguri di buon governo a Biden. Gli Usa risultano divisi. Ma credo che oggi Biden abbia chiara la necessità di essere il presidente di tutti gli americani. E questo penso possa essere un bene per tutti noi”, ha detto durante l’intervista telefonica con Fabio Fazio, in cui dalle elezioni Usa è passato al Covid definendolo “una delle peggiori esperienze della mia vita”
Berlusconi, parlando dell’emergenza Covid, si è rivolto ancora una volta al governo: “Ci ascolti e ponga rimedio ai ritardi accumulati in questi mesi. Non si deve perdere del tempo prezioso. Io non avrei chiuso un occhio sugli assembramenti, avrei fatto controlli massicci, disposto un adeguato distanziamento sui trasporti pubblici, la disponibilità vaccini antinfluenzali anche nelle farmacie”.
Serve, quindi, “trovare un luogo per confrontare le proposte e discuterle in vista di una decisione condivisa. Il luogo è il Parlamento e l’occasione è la sessione di Bilancio – sostiene il leader di Forza Italia – Noi siamo fermamente alla opposizione ma nel rispetto dei ruoli non ci sono limiti alla nostra disponibilità purchè sia nel bene del Paese e non per le convenienze politiche di qualcuno. Sono stato il primo a dire che nella emergenza ci si stringe attorno alle istituzioni e si mettono da parte le polemiche facendo quello che il presidente Mattarella ci ha detto di fare. Ci vuole uno sforzo comune. Un impegno di tutti a prescindere dagli schieramenti”.
Ed è anche sicuro che “Forza Italia possa essere alla guida del centrodestra: è l’unico movimento politico a rappresentare la cultura liberale, cristiana, garantista ed europeista. Senza questi contenuti non esiste un centrodestra che possa governare. I nostri alleati se ne accorgono. Il centrodestra vincente è quello a trazione liberale. Dobbiamo tornare a parlare con gli italiani che ora sono disgustati dalla politica. Dobbiamo farlo con un linguaggio nuovo e probabilmente con volti diversi”, commenta il leader azzurro.
Un accenno poi alla sua esperienza personale da malato di coronavirus: “La mia salute fisica va bene, lentamente un poco alla volta se ne stanno andando i postumi del Covid, una delle peggiori esperienze della mia vita. Ho condiviso la sofferenza di tante persone. Non posso però dire di stare bene – sottolinea – quando attorno a noi c’è lo spettacolo del dolore e quando tante imprese possono rischiare la fame come tanti italiani. Non posso dire di sentirmi bene in questa tragedia collettiva”.
(da agenzie)
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Novembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
NEL PROGRAMMA DEL PRESIDENTE L’ELIMINAZIONE DEI DAZI ALLE IMPORTAZIONI SU MODA, ABBIGLIAMENTO, PELLETTERIA, ACCESSORI E MOBILI
Wall Street ha già festeggiato la vittoria del candidato democratico che punta sulla transizione
energetica, su una politica commerciale meno restrittiva e su un piano di nuove infrastrutture per rilanciare l’economia Usa dopo la pandemia.
Intermonte, in caso di vittoria del candidato democratico, suggeriva di puntare su alcune aziende italiane con un forte presidio negli Stati Uniti o che stanno investendo molto sulla transizione energetica.
E’ il caso del colosso dei veicoli agricoli Cnh, che peraltro ha anche investito in Nikola, che è specializzata nei veicoli pensati a idrogeno. Prysmian, che attraverso General Cable è presente nei cavi energia ma anche in quelli tlc, avrà una chance in più per partecipare alle gare per la transizione energetica, così come tutte le società italiane che direttamente indirettamente si occupano di energie da fonti rinnovabili come Enel, Erg, Falck Renewable e così via.
Infine anche i chip di Stm farebbero meno fatica a competere anche nei confronti di quelli Usa e di quelli cinesi.
Se insieme al cambio alla presidenza verrà approvato un piano di rilancio delle infrastrutture potrebbero beneficiare sia Buzzi Unicem, che ha importanti stabilimenti di cemento in Usa, sia Astm, che ha rilevato un’azienda americana di costruzioni e che ha già vinto la preselezione di importanti commesse.
Stesso discorso, in via indiretta, per Autogrill che è presente nella ristorazione di aeroporti, e in parte anche autostrade, in tutti gli Stati uniti, attraverso la controllata Hms Host.
Anche tutto il made in Italy potrebbe beneficiare della vittoria democratica, perchè se come più volte affermato durante la campagna elettorale venissero eliminati i dazi alle importazioni, moda, abbigliamento, pelletteria, accessori, mobili e design avrebbero un interessante vantaggio a tornare a fare affari con gli Stati Uniti.
(da agenzie)
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Novembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
INDICI IN RIALZO, BTP DA RECORD
Le Borse brindano alla definitiva affermazione di Joe Biden alle elezioni americane. Nonostante i ricorsi minacciati dal presidente uscente Donald Trump gli investitori intravedono finalmente un segnale di chiarezza dopo il voto.
Un entusiamo che si è fatto sentire già nella notte sulla sponda asiatica, dove tutti i listini si sono mossi in rialzo, con Tokyo che ha archiviato gli scambi a +2,12%. Analoghi segnali arrivano dai future Usa che indicano per questo pomeriggio una partenza in deciso rialzo.
Non è da meno l’Europa, dove le principali piazze finanziarie trattano tutte all’insù. Milano conferma l’ottimismo delle prime battute e il Ftse Mib cresce dell’1,93%: nessuna azione del paniere principale tratta in ribasso, mentre Stm si mette in evidenza dopo i conti della concorrente tedesca Infineon che hanno battuto le attese.
Bene anche le altre: Londra sale dell’1,35%, Francoforte dell’1,79% e Parigi avanza dell’1,51%.
Il clima di distensione fa bene anche ai titoli di Stato
Oggi lo spread tra i Btp decennali e gli omologhi Bund tedeschi cala a 121 punti, contro i 124 della chiusura di venerdì: il tasso del decennale segna un nuovo minimo storico sotto lo 0,6% allo 0,57%. Giornata importante per il Tesoro perchè parte il collocamento del secondo Btp Futura, il titolo finalizzato a raccoglier denaro in chiave anti-Covid.
Il successo di Biden spinge anche le quotazioni del petrolio, nell’aspettativa generale che il cambio alla presidenza possa accelerare il via libera al maxi piano di stimoli per l’economia americana. In mattinata il barile di greggio Wti avanza del 2,8% rivedendo quota 38 dollari a barile a 38,17. Il Brent è scambiato a 40,17 dollari, in rialzo del 2,6%.
Tra i dati macroeconomici di giornata spicca il balzo dell’export cinese, la cui economia è uscita con ampio anticipo rispetto agli altri grandi Paesi dalla crisi economica legata all’emergenza Covid. A ottobre le esportazioni di Pechino ha registrato il rialzo più forte da 19 mesi, crescendo dell’11,4% su base annua, meglio della crescita del 9,3% atteso e in accelerazione rispetto al +9,9% di settembre. Un balzo che, al netto del dato sulle importazioni, ha contribuito ad ampliare il surplus commerciale, salito a 58,44 miliardi di dollari, dai 37 miliardi di settembre.
(da agenzie)
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