Destra di Popolo.net

CALENDA: “LA PATRIOTA MELONI DIFENDE UNGHERIA E POLONIA CHE CI RUBANO AZIENDE E LAVORO”

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

“A MARINE LE PEN NON PASSEREBBE NEMMENO PER L’ANTICAMERA DEL CERVELLO DI DIFENDERE QUALCUNO CHE E’ CONTRO L’INTERESSE NAZIONALE”… “LO STATO DI DIRITTO E’ UNA GARANZIA PER LE OPPOSIZIONI, LA MELONI DICE FESSERIE”

La difesa da parte di Giorgia Meloni del comportamento vergognoso di Ungheria e Polonia che hanno bloccato il bilancio Ue e il Recovery Fund perchè non vogliono rispettare la clausola sullo Stato di diritto è stata aspramente criticata dal Governo, e anche Azione parte all’attacco.
Carlo Calenda afferma infatti: “Polonia e Ungheria non solo stanno bloccando il Recovery Fund ma ci rubano i posti lavoro, prendono i fondi europei e tengono basse artatamente le tasse prendendosi tutte le nostre aziende. Ma davvero Giorgia Meloni deve difendere loro? Non era patriottica e sovranista?”.
“A Le Pen non passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello di difendere qualcuno che è contro l’interesse nazionale. E sullo Stato di diritto, che difende proprio le opposizioni, ha detto una totale fesseria. La procedura per l’articolo 7 è già  iniziata”, ha concluso Calenda.

(da Globalist)

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IN FILA PER MANGIARE ALLA MENSA DEI POVERI VENGONO MULTATI PER “ASSEMBRAMENTO”: IL BUON SENSO NELLE GIUNTE LEGHISTE NON ESISTE

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

I VIGILI: “ERA NECESSARIO”… DON MARTINO: “LA LEGGE VA APPLICATA GUARDANDO LA SITUAZIONE, ALTRIMENTI DIVENTA INGIUSTA”

In fila per mangiare alla mensa dei poveri sono stati multati perchè non rispettavano le disposizioni anti-Covid sugli assembramenti e l’uso delle mascherine.
E’ successo ad alcuni bisognosi ieri in via Prè, storica via del centro storico di Genova.
“Dopo le segnalazioni — ha spiegato il comandante della polizia municipale Gianluca Giurato — abbiamo richiamato più volte le persone in coda a rispettare le norme. Ma nonostante tutto hanno continuato e siamo dovuti intervenire”.
Così, si è passati alle sanzioni (che nessuno pagherà )
La vicenda ha creato scalpore in città  e dato adito alle polemiche. Tra i primi ad alzare la voce su quanto successo è stato don Giacomo Martino, direttore di Migrantes nel capoluogo ligure e punto di riferimento nella diocesi.
“Uno dei motti delle forze di polizia è di proteggere e servire — ha ricordato -. La legge giusta va applicata guardando la situazione, altrimenti diventa ingiusta. In questo momento è necessario usare l’umanità  e anche le associazioni se hanno bisogno di aiuto per gestire le emergenze devono chiedere aiuto. Le stesse istituzioni devono ‘sporcarsi’ le mani con le associazioni, le devono coinvolgere di più. Solo così si può superare un momento così duro per tutti, senza puntare il dito contro nessuno”.
Conoscendo la situazione, esprimiamo qualche considerazione.
1) Si parla di “via che si interseca con zone dello spaccio” e questo sarebbe un problema ulteriore secondo i vigili . Ma qualcuno ha vietato ai vigili di identificare e fermare gli spacciatori e consegnarli alle forze dell’ordine? O il loro compito è solo quello di multare i poveracci ?
2) Ha senso dare 400 euro di multa a chi non ha neanche gli spiccioli per un panino, altrimenti sarebbe a casa a cucinarsi un arrosto?
3) Tra i poveri ci sono anche soggetti con problemi comportamentali che neanche capiscono il distanziamento e l’uso di mascherine, sarebbe meglio farli seguire dai servizi sociali invece che fare sfoggio di muscoli e verbali che lasciano il tempo che trovano. Si permette ai negazionisti di fare il cazzo che vogliono e poi andiamo a multare il clochard in coda per un panino? E’ questo il decoro? Non si arrestano gli spacciatori ma si multa il povero Cristo.
Un po’ di buon senso mai?

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PERCHE’ MATTEO BASSETTI RACCONTA BALLE SUI MORTI COVID?

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

SCIORINA IN TV NUMERI SENZA CONFERME… DALL’ESAME DI 5.000 CARTELLE CLINICHE E’ PROVATO CHE NELL’89% DEI CASI IL COVID-19 E’ STATA LA CAUSA DIRETTA DELLA MORTE DEL PAZIENTE

Se nel mese di febbraio alcune considerazioni sul Covid erano accettabili per via di una situazione di non conoscenza dell’imminente pandemia, ora dopo mesi di emergenza sanitaria, centinaia di migliaia di contagiati e migliaia di vittime (parlando solo dell’Italia), non è più possibile dover ascoltare in televisione esperti della prima e dell’ultim’ora che plasmano i numeri in base alla propria esigenza dialettica raccontando delle vere e proprie balle a chi li ascolta.
E, oltretutto, lo fa dando adito e credibilità  a quella schiera di negazionisti e complottisti.
Insomma, Matteo Bassetti anche oggi non ha perso l’occasione per non fornire informazioni falsate a chi — malauguratamente — era collegato su La7 nel momento del suo intervento.
Ecco cosa ha detto Matteo Bassetti nella sua ospitata (anche oggi) a L’Aria che Tira su La7.
«Abbiamo sbagliato a contare i decessi, anche chi aveva un infarto con un tampone positivo veniva registrato come morto per Covid», ha detto puntando il dito contro chi ha fatto i conti e i media che hanno riportato le notizie.
Ma, ovviamente, non è così e, forse, l’immunologo genovese ha letto report sbagliati.
Per spiegare perchè quanto narrato da Matteo Bassetti sia una balla utilizziamo i numeri e un thread Twitter di Lorenzo Ruffino che da mesi segue le dinamiche dell’epidemia nel nostro Paese.
E sono numeri reali tratti da report reali.
Non da barzellette da teatro di avanspettacolo come, invece, stanno diventando alcune ospitate televisive e trasmissioni
A luglio Iss e Istat hanno pubblicato i risultati delle analisi di quasi 5.000 cartelle cliniche di persone decedute e positive al coronavirus: nell’89% dei casi la Covid-19 è stata la causa direttamente responsabile della morte.
Basta questo, bastano i numeri.
Adesso piantiamola di sparare stupidaggini ed evitiamo di dare ulteriore spazio a chi ormai presenzia per sponsorizzare i propri libri sul Covid e sull’epidemia. Di cantori di false verità  ne avevamo già  troppi.

(da Giornalettismo)

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I COMPLOTTISTI DELLE AMBULANZE

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

I NEGAZIONISTI SONO LA DIMOSTRAZIONE CHE LA SCUOLA DELL’OBBLIGO E’ UNO SPRECO DI SOLDI PUBBLICI… QUANDO UN NEGAZIONISTA SI AMMALA E’ A CARICO DELLA SANITA’ PUBBLICA E OCCUPA UN POSTO LETTO CHE DOVREBBE ESSERE LASCIATO LIBERO PER CHI HA UN QUOZIENTE INTELLETTIVO NORMALE

Il creatore del telefilm X-files, Chris Carter, mai avrebbe potuto immaginare nel 1996 la nascita dei complottisti delle ambulanze.
Quelli convinti che il governo obblighi le ambulanze a girare vuote con le sirene spianate per terrorizzare la gente. In X-files c’era il protagonista, Fox Mulder, che era un complottista, ma era anche un agente dell’FBI con laurea ad Oxford e, nell’immaginario fantastico della serie TV, aveva ragione.
Qui invece abbiamo personaggi che messi insieme tutti i loro Q.I. forse si arriverebbe a eguagliare quello di una gallina, gente che testimoniano il fallimento della pubblica istruzione di base e che in quella che incredibilmente oggi ci potrebbe apparire come una magica utopia, parlo della dittatura cinese, finirebbero impagliati accanto all’Esercito di terracotta, conferendo al mausoleo di Qin a Xi’an un valore aggiunto.
L’imperatore cinese lì sepolto ci finì perchè convinto che il mercurio conferisse l’immortalità , quindi morì per avvelenamento da mercurio, mi sembra poetico questo parallelismo sull’idiozia umana.
Credere che le ambulanze girino a vuoto per spaventare le persone significa essere convinti che il governo abbia un’immane rete di complici e sostenitori occulti, e che questo ‘governo ombra’ sia anche certo che nessuno di questi complici lo tradisca.
Pensate, manco nella mafia esistono queste certezze, lì dove è noto che si rischia di finire nei piloni di cemento.
Eppure, a quanto pare, mia cugina Rosanna che a Milano lavora proprio su una di quelle ambulanze è in realtà  complice di un intrigo di governo dai contorni fantascientifici e a questo punto mi verrebbe da chiederle: a che pro? Visto che vive in un monolocale a Sesto San Giovanni.
Cioè, io pretenderei molto di più, solo per l’obbligo di dover custodire il segreto in eterno vorrei un attico a via Turati con affaccio sul palazzo di Radio 105, oppure a City Life per passare le mattine proiettando il riflesso di uno specchio in casa dei Ferragnez.
E invece no, farebbe tutto per quello stipendio datato, ah! Povera Rosanna.
Negli Stati Uniti i complottisti sono più tollerati, magari perchè lì la sanità  non è gratuita come qui da noi. Quindi se un complottista si ammala a causa di un suo comportamento idiota sono poi solo problemi suoi, della sua assicurazione o del suo conto corrente e se non avesse nè assicurazione, nè il conto corrente, avallerebbe la teoria di Darwin sulla selezione naturale.
Qui invece non solo i loro comportamenti idioti gravano sulla spesa pubblica e quindi sulle tasse della collettività , ma c’è anche il rischio concreto che occupino un posto letto che, con comportamenti responsabili, sarebbe rimasto libero per chi realmente ne avesse bisogno.
Ieri un medico ad Agorà  ha raccontato che un paziente di 58 anni, un negazionista, ricoverato con una grave insufficienza respiratoria, si è strappato la macchina per la ventilazione non invasiva a cui era stato attaccato, sostenendo di non avere il covid, insultando i medici e il personale sanitario definendoli ‘assassini’, per poi crollare costringendo il personale sanitario a soccorrerlo nuovamente.
In questi giorni si parla di ‘selezione’, in caso di mancanza di posti letto, in situazioni di gravità  estrema, i medici dovranno scegliere a chi dare la precedenza. Solo che lo faranno basandosi sull’età  e sulla gravità  del malato, io invece consiglierei altri parametri di selezione, sicuramente più appropriati.

(da agenzie)

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IL GRANDE BLUFF DI UNGHERIA E POLONIA: SE CHIEDI DI ISCRIVERTI A UN CLUB NE RISPETTI LE REGOLE, SE NON TI PIACCIONO LI’ STA LA PORTA

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

EUROPEISTI QUANDO DEVONO PRENDERE SOLDI EUROPEI, SOVRANISTI QUANDO DEVONO NEGARE DIRITTI E VALORI EUROPEI… IL 77% DEI CITTADINI EUROPEI E’ FAVOREVOLE A TAGLIARE I FONDI A QUEI PAESI CHE VIOLANO LO STATO DI DIRITTO

Stato di diritto for dummies. La questione è molto semplice. Se tu chiedi di iscriverti a un club, ne rispetti le regole che tutti i soci si sono dati. Se quelle regole non ti piacciono, o abbandoni il club oppure provi a cambiarle trovando la maggioranza dei consensi all’interno.
Tra le regole che l’Unione europea si è data, sin dalla sua nascita, c’è il rispetto dei diritti fondamentali, delle libertà  democratiche, dell’indipendenza dell’informazione e della magistratura, della lotta contro la corruzione.
Polonia e Ungheria hanno aderito al club Ue, pretendono i benefici soprattutto economici derivanti da questa appartenenza, ma non vogliono più rispettarne le regole sancite dall’articolo 2 del Trattato.
In pratica fingono di essere europei quando si tratta di ricevere i miliardi di euro dell’Europa e fanno i nazionalisti quando si tratta di rispettare le regole e i valori che hanno sottoscritto. Troppo facile così.
Questa posizione irricevibile trova inoltre la sponda dei sovranisti nel resto d’Europa, a cominciare dall’Italia: nella migliore ipotesi, utili idioti di Orbà¡n o del PiS, che vanno contro gli interessi del nostro Paese.
Altro che prima gli italiani. L’unico e vero obiettivo di costoro, spesso anche dichiarato, è quello di distruggere l’Unione europea.
Salvini esalta Orbà¡n (alleato europeo di Tajani), mentre Orbà¡n va contro l’Italia sul Recovery plan e immigrazione; Meloni presiede il partito europeo con i polacchi del PiS che negano alle donne il diritto di scelta sull’aborto. Non prevarranno.
In un recente sondaggio il 77% dei cittadini europei si è detto favorevole alla negazione dei fondi Ue a chi viola lo Stato di diritto. La maggioranza: anche in Italia, Polonia e Ungheria.
Come sempre, i cittadini sono molto più sensibili al rispetto delle libertà  di vari governi che restano in silenzio e di chi giustifica e difende le gravi violazioni perpetrate da alcuni governi loro alleati.
L’Unione europea è nata per garantire ai nostri popoli libertà , pace e democrazia. Chi non rispetta e riconosce tutto questo, è fuori dalla storia e si mette fuori dall’Europa. Tutto questo è un bluff: polacchi, ungheresi e i loro alleati nazionalisti cederanno. E se non cederanno, noi andremo avanti lo stesso con i governi e i popoli che vogliono tutelare diritti e democrazia.

(da “Huffingtonpost”)

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BRUNETTA DA’ UNA LEZIONE DI ECONOMIA A SALVINI: IL TAGLIO DELL’IVA NON SERVE ED E’ FRUTTO DI FACILONERIA IMPROVVISATORIA

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

LA STRADA MAESTRA E’ RIDURRE L’IRPEF, NON SI PUO’ CONTINUARE A FAR CRESCERE IL DEFICIT SPARANDO PROPOSTE A CASACCIO A SECONDO DI COME CI SI ALZA

La proposta di taglio dell’Iva da 20 miliardi, avanzata in questi giorni dalla Lega di Matteo Salvini, ha l’amaro retrogusto della faciloneria improvvisatoria e dell’indebolimento della credibilità  per chi, all’interno del centrodestra, combatte da anni per un fisco più giusto e da mesi per aiuti mirati e non a pioggia.
Sia che la si guardi dal lato degli aiuti transitori a fronte della attuale situazione, sia che la di guardi dal lato della proposta a regime di riduzione del carico fiscale, quella di Salvini è una proposta che non regge e danneggia le battaglie di tutto il centrodestra.
Se la proposta è funzionale ad un aiuto transitorio, è del tutto evidente che i tagli di aliquote non distinguono tra chi ha bisogno e chi non ne ha.
L’inefficienza nell’investire in questo modo 20 miliardi di preziosissime risorse finanziarie è talmente lampante da non necessitare di altri commenti.
Se la proposta è, invece, funzionale a una riduzione a regime della pressione fiscale, nell’ottica di lubrificare la ripartenza, è altrettanto evidente, per lo meno a chi ha sempre creduto nella serietà  delle proposte del centrodestra, che tradisce in modo davvero clamoroso quella che per noi è sempre stata la priorità : ridurre le tasse sui redditi, a cominciare dal ceto medio.
Intendiamoci, il taglio delle tasse è sempre una politica economica da valutare positivamente. Tuttavia, appare evidente che una operazione del genere non possa essere fatta alla leggera, prescindendo dal contesto economico nel quale essa avviene, dagli equilibri di finanza pubblica che devono essere tenuti in considerazione e dalla tipologia di tasse che si intende tagliare.
Partiamo da una considerazione banale. Le tasse, per quanto mal sopportate, sono tuttavia necessarie per finanziare le spese dello Stato.
E se queste, le tasse, non sono sufficienti a coprire tutte le spese, lo Stato si deve indebitare, come sempre ha fatto lo Stato italiano negli ultimi decenni.
Complice la crisi da pandemia, le finanze pubbliche italiane hanno toccato un nuovo record storico di debito pubblico, accompagnato dal ritorno del deficit a due cifre, nell’esatto contesto storico in cui, con fatica, l’Italia stava dirigendosi verso il pareggio di bilancio. L’eccesso di deficit di quest’anno e dell’anno prossimo devono essere quindi considerati come temporanei e per nulla si può pensare di effettuare politiche espansive senza limiti nei prossimi decenni.
Finita questa crisi, si spera al più presto, volenti o nolenti, bisognerà  tornare a pensare alla sostenibilità  della nostra finanza pubblica. Per questo motivo, se taglio delle tasse ci deve essere, occorre selezionare attentamente e con criterio quali tasse tagliare, nella consapevolezza che tutto non si può tagliare.
Un aiuto, da questo punto di vista, ci arriva dalla teoria economica della tassazione e dall’evidenza empirica, le quali mostrano inequivocabilmente che la tassazione diretta (redditi da lavoro e da impresa) è più nociva per l’economia di quanto lo sia la tassazione indiretta (consumi), perchè provoca maggiori effetti distorsivi sull’offerta di lavoro e di capitale e, di conseguenza, sul Pil e sul benessere della società .
In altre parole, l’Irpef e l’Ires sono imposte più distorsive per l’economia di imposte come l’Iva. Non a caso, questa evidenza empirica è stata fatta propria dalla Commissione Europea, che da anni, nelle sue Raccomandazioni Paese, invita il Governo italiano ad abbassare la tassazione dei redditi in cambio di un aumento della tassazione dei consumi. Uno switch fiscale che Bruxelles reputa conveniente per il nostro Paese.
Un suggerimento però che è sempre rimasto inascoltato, nonostante, di recente, l’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria si fosse mosso per attuare proprio una politica di questo tipo.
Anche in una situazione di enorme crisi come quella attuale, possono venire meno le risorse ma non devono venire meno i principi economici sui quali bisogna effettuare le scelte. Ecco perchè, se vi è la possibilità  di tagliare le tasse nella prossima Legge di bilancio, occorre pensare al taglio di quelle sui redditi, non di quelle sui consumi.
Il taglio dell’Iva può sembrare appetibile come proposta, ma non è la migliore che il Governo possa fare. Per aumentare i consumi non è necessario tagliare le aliquote, ma occorre abbassare le tasse sul reddito da lavoro delle famiglie, in maniera che il salario netto aumenti e di conseguenza il potere di acquisto, che può essere impiegato per aumentare la domanda.
Ma con in più il beneficio di ridurre il costo del lavoro, incentivandone l’offerta e l’occupazione. Sotto qualsiasi punto di vista, il taglio dell’Irpef si rivela superiore rispetto a quello dell’Iva e, per questo, è quello che andrebbe sostenuto.
Quale credibilità  potrà  mai avere la nostra proposta di flat tax, se invece di continuare a portarla avanti con determinazione, spostiamo continuamente il tiro saltando di palo in frasca, a seconda di come ci siamo svegliati quella mattina?
Noi siamo da sempre consapevoli della grande difficoltà  di arrivare in tempi brevi a una flat tax sui redditi per tutti, ma sappiamo anche che essa costituisce un faro politico utile a indirizzare tutti gli sforzi di graduale avvicinamento nella giusta direzione.
Già  solo arrivare a metà  di quel percorso, in una legislatura, sarebbe un grande successo per tutti quei contribuenti che oggi pagano il 38% già  a partire da 28.000 euro.
Ecco un obiettivo di serio riformismo che potrebbe mettere insieme maggioranza e opposizione, fuori da ogni schema ideologico e da ogni inutile contrapposizione.

Renato Brunetta
(da “Huffingtonpost”)

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MESSAGGIO DI BERLUSCONI A SALVINI: “SENZA DI NOI FATE LA FINE DELLA LE PEN”

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

“NON PARTECIPIAMO A TEATRINO O MANOVRE”… “E’ DA IRRESPONSABILI, IN UN MOMENTO COSI’ DIFFICILE PER IL PAESE, PERDERE TEMPO IN MESCHINE MANOVRE PARLAMENTARI”

Alla fine di una giornata complicata Silvio Berlusconi decide di rispondere di persona agli attacchi di Matteo Salvini. E lo fa con un lungo comunicato, dove non si nomina mai il leader della Lega ma che a lui è diretto: “Forza Italia non è soltanto parte integrante del centrodestra, ne è il soggetto fondante”.
Ed è dunque, imprescindibile, ricorda alla Lega: “I nostri alleati del resto sanno benissimo che senza Forza Italia — e senza le altre forze politiche di centro che rappresentano culture e tradizioni fondamentali nella nostra democrazia come quella democristiana, liberale e socialista — non avremmo un centro-destra, ma una destra isolata in Italia e in Europa, non in grado nè di vincere le elezioni, nè di governare il paese, esattamente come avviene in Francia per il Front National”.
L’ex premier nega “presunti scambi impossibili” – leggi “inciuci” in cambio di norme salva.Mediaset, come ha accusato Salvini – e si chiama fuori dal “teatrino della politica” poichè sarebbe “da irresponsabili perdere tempo in piccole manovre parlamentari” dato il grave momento “e non lo siamo noi nè i nostri alleati”.
Nessun passo indietro, invece, sulla linea della “disponibilità  a collaborare”, come chiesto anche dal presidente della Repubblica, nello spirito “di un’unità  sostanziale della Nazione”. Niente rimpasti o cambi di maggioranza bensì un partito unito “su questa linea di responsabilità  istituzionale e di chiarezza politica”.
L’accenno alla destra di governo, ben più ampia del recinto sovranista che si auto-confinerebbe all’opposizione, è il cuore del testo con cui il Cavaliere replica punto su punto agli sgarbi del Capitano: “Leggo con stupore una serie di notizie e commenti giornalistici riferiti al ruolo di Forza Italia e a presunte divergenze con alcune forze politiche alleate. Ritengo quindi necessario ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, alcuni dati di fatto che dovrebbero essere per tutti evidenti”.
Anzitutto, appunto, sul ruolo di Fi nel centrodestra “che esiste in Italia come possibile maggioranza di governo solo dopo e per effetto della mia discesa in campo nel 1994. Da allora Forza Italia non è mai venuta meno al suo ruolo e io personalmente ho sempre lavorato, accettando anche grandi sacrifici, per l’unità  della coalizione”.
Poi, l’ex premier ribadisce quello che già  Antonio Tajani ieri sera, poi la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini oggi, con l’intero stato maggiore azzurro nel mezzo, avevano detto: “Fi non ha alcuna intenzione di partecipare a maggioranze o governi con forze politiche incompatibili, ma sente il profondo dovere di assumersi le responsabilità  verso la Nazione che derivano dal momento gravissimo che l’Italia sta attraversando, la peggiore crisi sanitaria ed economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”.
Nessun “inciucio”, quindi — sottolinea Berlusconi — poichè “questo non ha nulla a che fare con manovre di palazzo, con quello che spesso ho definito “teatrino della politica”. Trovo offensivo non verso di noi, ma verso il paese che soffre, discutere di questo mentre tanti italiani rischiano di non potere essere curati, tanti altri italiani rischiano di perdere il lavoro, di chiudere l’azienda, di veder sfumare un’attività  costruita in tanti anni di sacrifici, in molti casi addirittura di non sapere come sopravvivere”.
A Salvini, una stoccata molto poco velata: “Chi alimenta questa discussione forse non si rende conto della gravità  dell’ora che stiamo attraversando. Solo degli irresponsabili in questa situazione perderebbero tempo in piccole manovre parlamentari. Noi non siamo irresponsabili e naturalmente non lo sono i nostri alleati. Quindi non ci presteremo a strumentalizzazioni mirate a creare equivoci e divisioni. Per questo vorrei che non si parlasse più di queste meschinità  — e tantomeno di presunti scambi di favori ovviamente impossibili — e si parlasse invece di quello che stiamo provando a fare per salvare le imprese, per tagliare la burocrazia, per sospendere il pagamento delle tasse, per aiutare le famiglie e la scuola e naturalmente per potenziare con il MES il sistema sanitario e retribuire meglio medici e infermieri”.
Avanti, quindi, sulla linea del dialogo con la maggioranza purchè con questi paletti e con questi obiettivi: “Questo è il senso della nostra disponibilità  a collaborare, nello spirito dei richiami del Capo dello Stato ad un’unità  sostanziale della Nazione. Fi è unita su questa linea di responsabilità  istituzionale e di chiarezza politica da cui chiaramente discende che mai parteciperemo ad un governo con forze politiche per noi totalmente incompatibili”.
La partita non è chiusa.

(da “Huffingtonpost”)

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QUANDO SALVINI DICEVA: “FUORI DALLE PALLE CHI CAMBIA PARTITO”

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

E OGGI APRE LE PORTE A TRE DEPUTATI CHE LASCIANO FORZA ITALIA

«Ah shit, here we go again». Esatto, ci risiamo. Come già  accaduto in passato, le vicende parlamentari si intrecciano con le vecchie dichiarazioni del passato.
Ed ecco che dal 2016 di Matteo Salvini riemerge una dichiarazione su quei politici che, nel bel mezzo di un mandato, decidono di abbandonare il partito nel quale sono stati eletti.
E oggi che tre deputati Forza Italia — Federica Zanella, Maurizio Carrara e Laura Ravetto — hanno lasciato Silvio Berlusconi per confluire nella Lega, quelle parole del leader del Carroccio tornano a riecheggiare (come già  accaduto in passato).
Era il 2 agosto del 2016 durante la festa della Lega di Cervia disse: «Se vieni eletto in Parlamento con quel partito e poi cambi partito, te ne vai a casa e ti togli dalle palle. Basta con questa cosa del vincolo di mandato. Sennò poi ti trovi gli Scilipoti e i Verdini».
Ovviamente all’epoca non sapeva che nel giro di pochi anni si sarebbe fidanzato con la figlia del senatore Verdini.
Nè che qualche tempo dopo si sarebbe ritrovato ad accogliere tantissimi parlamentari che sono andati via da altri Gruppi a Montecitorio e a Palazzo Madama.
Il video di quell’intervento di Matteo Salvini è stato pubblicato anche da Il Fatto Quotidiano qualche mese fa, in occasione di diversi ingressi nella Lega da parte di altri parlamentari (prima dei tre deputati Forza Italia) provenienti (la maggior parte) dal Movimento 5 Stelle.
Insomma, sono tutti Scilipoti (o Verdini) col partito degli altri.
Quando poi si aprono i porti agli approdi che rinvigoriscono la propria squadra, tutto diventa meravigliosamente bello.
La sintesi della politica moderna (ma anche di quella passata di cui sono figli i nostri attuali rappresentanti in parlamento).

(da agenzie)

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CALENDA RIVELA: “UNO DEI TRE DEPUTATI DI FORZA ITALIA PASSATI ALLA LEGA MI CHIESE DI VENIRE IN AZIONE PERCHE’ “NON POSSO STARE IN UN PARTITO CHE SI FA COMANDARE DA SALVINI”

Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile

PER CAPIRE COME SIAMO MESSI IN PARLAMENTO

Il leader di Azione, Carlo Calenda, in un tweet rivela che uno dei tre deputati di Forza Italia passato al Carroccio gli avrebbe espresso l’intenzione di unirsi al suo gruppo
“La politica è l’arte del possibile”, diceva Otto von Bismarck.
Può succedere di tutto, anche che un parlamentare eletto con una forza politica decida un giorno di cambiare casacca, scelga dove accasarsi e poi, improvvisamente, cambi idea, trovando un’altra collocazione.
Sentite cosa racconta Carlo Calenda, eurodeputato e leader di Azione!
“Per capire come siamo messi in Parlamento – scrive su Twitter – uno dei deputati di Forza Italia passato oggi alla Lega aveva chiesto di venire da noi perchè ‘non posso stare in un partito che si fa comandare da Salvini”. Per fortuna non se n’è fatto più nulla”.
L’ex ministro fa riferimento a uno dei tre parlamentari (Laura Ravetto, Maurizio Carrara e Federica Zanella) che oggi ha deciso di lasciare gli azzurri aderendo alla Lega.

(da agenzie)

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