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MA GUARDA UN PO’, AUMENTANO I RISPARMI DEGLI ITALIANI E LA LIQUIDITA’ DELLE AZIENDE: IN SETTE MESI 92 MILIARDI IN PIU’ SUI CONTI CORRENTI

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

MA NON MORIVANO TUTTI DI FAME E LE AZIENDE ERANO ALLO SFASCIO?… TRA L’ALTRO LO STUDIO E’ DI UNIMPRESA SU DATI BANCA D’ITALIA

Negli ultimi mesi, calcola Unimpresa, la liquidità  dalle famiglie e dalle aziende è cresciuta avvicinandosi a quota 2.000 miliardi di euro, cifra assai più alta del valore del prodotto interno lordo.
Le “riserve” degli italiani sono arrivate, a settembre, a 1.904 miliardi di euro, in aumento di quasi 122 miliardi su base annua (+7%) e di 71 miliardi (+4%) rispetto a febbraio scorso, inizio della pandemia.
Sui conti correnti ci sono 1.279 miliardi, in aumento di 92 miliardi (+8%) in sette mesi.
Le famiglie hanno accumulato, in sette mesi, oltre 28 miliardi di euro (+2,72%).
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, nei “salvadanai” delle famiglie c’erano 1.032,3 miliardi a settembre 2019, 1.050,6 miliardi a febbraio 2020 e 1.079,2 miliardi a settembre scorso: su base annua la crescita è stata pari a 46,8 miliardi (+4,54%), nell’arco di sette mesi si è registrato un aumento di 28,5 miliardi (2,72%).
In sette mesi la liquidità  delle aziende è salita di 62 miliardi (+20,80%).  
Le riserve delle aziende erano pari a 294,1 miliardi a settembre 2019, a 302,1 miliardi a febbraio 2020 e a 364 miliardi a settembre scorso: in un anno l’aumento è stato di 70,7 miliardi (+24,05%), quasi tutti accumulati (62,8 miliardi, con un più 20.80%) da febbraio a settembre 2020.
Quanto all’analisi per strumento, sui conti correnti c’erano 1.163,6 miliardi a settembre 2019, 1.187,5 miliardi a febbraio 2020 e 1.279,9 miliardi a settembre scorso: più 116,2 miliardi su base annua (+9,99%), più 92,3 miliardi in sette mesi (+7,78%).
Nei depositi vincolati, il “saldo” totale era di 198,2 miliardi a settembre 2019, di 213,9 miliardi a febbraio 2020 e di 213,4 miliardi: più 15,2 miliardi in un anno (+7,71%) e meno 426 milioni in sette mesi (-0,20%).
I depositi rimborsabili hanno registrato un saldo di 305,9 miliardi a settembre 2019, di 308,6 miliardi a febbraio 2020 e di 321,5 miliardi a settembre scorso: l’aumento su 12 mesi è stato di 6,5 miliardi in un anno (+2,16%) e di 3,8 miliardi in sette mesi (+1,25%). L’ammontare in pronti contro termine è passato dai 115,1 miliardi di settembre 2019 ai 122,9 miliardi di febbraio scorso ai 98,8 miliardi di settembre scorso: su base annua c’è stato un calo di 16,1 miliardi (-14,03%), in sette mesi di 24,1 miliardi (-19,57%).

(da agenzie)

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SONDAGGIO DEMOPOLIS: PD A SOLO UN PUNTO E MEZZO DALLA LEGA, SALE FDI

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

LEGA 23%, PD 21,5%, FDI 16,2%, M5S 15,7%, FORZA ITALIA 7,3%, LEU 3,3%, ITALIA VIVA 2,6%, AZIONE 2,4%, + EUROPA 2,3%

Ilvo Diamanti illustra i sondaggi sulla popolarità  dei leader politici. La seconda ondata di Coronavirus non ha giovato a Conte che rispetto ad agosto perde due punti e viene raggiunto da Luca Zaia, che invece cresce.
Ma di questo decrescente gradimento non riesce a fare tesoro Salvini, in basso nella classifica.
In testa sono Conte e Zaia con il 58% di gradimento, seguono Draghi con il 54%, Speranza e Meloni con i 42%, Gentiloni con il 40%, Bonaccini con il 39%. Salvini con il 38%, Franceschini e Bonino al 37%, Berlusconi e De Luca con il 36%, Zingaretti e Di maio con il 32%
Per quanto riguarda i partiti rispetto ad agosto la Lega perde un punto e mezzo e scende al 23%, il Pd sale al 21,5%, Fdi al 16.2% , il M5s scende al 15,7%.
Stabili gli altri: Forza Italia al 7,3%, Leu al 3,3%, Italia Viva al 2,6%, + Europa al 2,3%, Azione al 2,4%

(da agenzie)

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COVID NON E’ SCONFITTO, MA GLI EURODEPUTATI HANNO VINTO: TORNA LA DIARIA

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

323 EURO AL GIORNO CHE SI SOMMANO ALLO STIPENDIO: UNA FIRMA E POI SI TORNA A CASA

La pandemia non è finita, si sa, sebbene in Belgio i contagi siano in discesa nelle ultime settimane. L’Europarlamento però continua a riunirsi da remoto, per il lavoro delle commissioni e anche per la plenaria della prossima settimana.
Ma — ed è questa la novità  che Huffpost è in grado di raccontare in esclusiva — da lunedì prossimo riapre l’ufficio registri dell’Eurocamera e gli eurodeputati potranno tornare a percepire la diaria, 323 euro al giorno che si sommano allo stipendio.
Oltre tre settimane fa, il presidente dell’Europarlamento David Sassoli, d’accordo con i capigruppo, aveva chiuso l’ufficio registri. Perchè, pur senza riunioni fisiche, succedeva che molti parlamentari — anche 200 al giorno — firmavano la loro presenza per uno scopo soltanto economico, evidentemente. Prendere la diaria, appunto.
Da subito è scattata la protesta.
Moltissime le mail giunte alla presidenza per contestare la scelta di chiudere gli uffici registri, mail che lamentavano il danno arrecato all’istituzione parlamentare, mail che imploravano la diaria per gli affitti da pagare a Bruxelles, mail che piangevano miseria, diciamo così, mail anche furiose con la presidenza.
Tra i contestatori anche il greco Ioannis Lagos, leader di ‘Alba Dorata’ eletto al Parlamento europeo, di recente condannato a 13 anni di reclusione perchè a capo di un partito definito dai giudici ‘organizzazione criminale’. Dovrebbe essere espulso dall’Eurocamera, ma il procedimento è ancora in corso
La scorsa settimana la protesta è arrivata addirittura in aula, aula semideserta per i lavori da remoto, ma chi doveva contestare si è fatto sentire. Capofila il tedesco del Ppe Markus Ferber, furioso con Sassoli tanto da riuscire a interromperlo mentre tentava di dare inizio alla seduta.
Alla fine hanno vinto loro, i parlamentari scontenti. Complice il calo dei contagi, la presidenza ha deciso di riaprire l’ufficio registri.
“Nella riunione della Conferenza dei presidenti del 18 novembre 2020 — recita la lettera che annuncia la decisione presa – la maggior parte dei gruppi politici ha chiesto l’apertura del registro di presenza durante la plenaria a partire dal 23 novembre 2020. Le misure adottate congiuntamente dal Presidente, dall’Ufficio di presidenza e dal Segretario generale, che sono in linea con quelle prese dalle autorità  nazionali e regionali, hanno comportato una significativa diminuzione dei nuovi casi al Parlamento a partire dalla fine di ottobre, con una costante tendenza al ribasso nelle prime settimane di novembre, il che offre attualmente nuove possibilità . Tenendo conto del recente miglioramento della situazione pandemica, comunicato dal Presidente a tutti i deputati il 18 novembre 2020 sulla base del rapporto del Servizio medico, l’Ufficio di presidenza, mediante procedura scritta il 19 novembre 2020, ha accolto la proposta della Conferenza dei presidenti di aprire il registro di presenza durante la plenaria a decorrere dal 23 novembre 2020”.
Il covid costringe ancora al lavoro da remoto, ma gli eurodeputati avranno la possibilità  di registrarsi comunque, sebbene invitati a stare lontano dal palazzo per ragioni sanitarie. Una firma e la diaria c’è, anche se poi vai a lavorare da casa. La scelta se approfittarne o meno sta alla coscienza di ognuno.

(da “Huffingtonpost”)

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VA AVANTI LA TRATTATIVA PD-FORZA ITALIA SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

SALVINI PROVA A MANDARE SEGNALI DI DISTENSIONE, MA BERLUSCONI GIOCA SU DUE TAVOLI

Il day after del giovedì più nero della storia recente del centrodestra è di distensione. Dopo i tre sgarbi del giorno precedente, Matteo Salvini procede a due riparazioni.
In Lombardia, riunisce il governatore Attilio Fontana con gli assessori e consiglieri regionali concludendo l’incontro con l’indicazione di non votare la sfiducia all’assessore forzista al Welfare Giulio Gallera (che il leader leghista non ha mai amato).
E soprattutto, in serata espunge il riferimento a Mediaset dalla pregiudiziale di costituzionalità  firmata dal suo capogruppo Riccardo Molinari, che sarà  votata martedì a Montecitorio.
La stessa scelta “in difesa dell’italianità ” già  adottata da Giorgia Meloni, anche in commissione, per evitare di pestare i piedi a Silvio Berlusconi su un tema più che sensibile. Non a caso, poco prima, il salviniano e bene informato governatore del Friuli Max Fedriga aveva derubricato la lite tra i leader a “baruffa di famiglia”.
Spiega Molinari: “E’ stato tutto un grande equivoco. Abbiamo voluto soltanto fare ostruzionismo per ottenere l’inversione del calendario sul decreto Sicurezza, e infatti l’abbiamo ottenuta. Adesso abbiamo tolto il riferimento a Mediaset perchè era stato frainteso, ma l’intenzione della Lega era rallentare l’intero decreto Covid e non mettere in discussione quella norma in particolare”.
La mossa pacificatrice di Salvini arriva alla fine di una lunga giornata di interlocuzioni e approfondimenti trasversali per capire quali saranno i contenuti della manovra, e quante delle priorità  azzurre abbiano la possibilità  reale di venire accolte.
Mentre il Cavaliere, al telefono con i suoi, prepara la strategia in vista dei prossimi appuntamenti. E gioca da par suo l’ennesima partita a scacchi, da un lato inviando le “colombe” a vedere le carte dei giallorossi sulla sessione di bilancio e dall’altro confermando un vertice di coalizione sulle comunali, la settimana prossima, a cui medita di partecipare (in streaming) personalmente.
Ma la vera cartina tornasole dello stato dei rapporti nel centrodestra sarà  il voto sullo scostamento di bilancio, mercoledì prossimo al Senato.
Il pressing del Pd, e del governo, per convincere (almeno) Forza Italia a votarlo è fortissimo. Nella maggioranza è ormai chiaro che tavoli di consultazione permanente, super-capigruppo e bicamerali varie sono tramontate.
Di cambiare il perimetro dell’asse di sostegno al governo, a sinistra come a destra, si parla soltanto per smentirlo.
E dunque, l’unica forma realistica di “collaborazione” resta la Finanziaria in Parlamento. La partita è in mano al segretario Nicola Zingaretti, al suo vice Andrea Orlando e al capogruppo alla Camera Graziano Delrio. Quest’ultimo stamattina ha parlato alla “Stampa”: “Un mese di ritardo nel presentare la legge di Bilancio è un fatto senza precedenti, serve un’unità  nazionale sostanziale, Fi si propone con responsabilità , nessun inciucio è tutto alla luce del sole”.
Orlando ha spiegato a HuffPost: “Nessun cambio di maggioranza. Una parte dell’opposizione collabora e non si sottrae a una responsabilità  nazionale. Chi non vota lo scostamento ha scelto la linea del tanto peggio, tanto meglio”.
L’obiettivo Dem è chiaro quanto ambizioso: è vero che il centrodestra ha già  votato due scostamenti nel recente passato, ma non si è mai divisa al suo interno.
L’ultima volta, c’è stato il “trappolone” leghista per far mancare il numero legale, con tutti e tre i partiti che non hanno votato.
Adesso, si punta sulla voglia di rivalsa di Berlusconi, appena “scippato” di tre deputati dal Carroccio per indurlo a smarcarsi. Il Cavaliere, però, è una vecchia volpe.
Intanto, Mariastella Gelmini e Renata Polverini sono andate in missione dal ministro Roberto Gualtieri, per capire se l’ipotesi di un “quadrimestre” o addirittura di un “semestre fiscale bianco” possa trovare ascolto nella maggioranza. Il viceministro Antonio Misiani sta lavorando per quantificare tutte le coperture. Perchè è chiaro che eventuali convergenze, dal punto di vista del centrodestra, vanno rese pubblicamente spendibili: “Se non accolgono nessuna delle nostre proposte, parliamo del niente” ripetono gli azzurri.
Ad esempio, proprio grazie allo scostamento di bilancio, si potrebbero “liberare” 3,8 miliardi inizialmente previsti per i “ristori” del 2021 e che potrebbero invece essere destinati a esigenze delle forze parlamentari.
E il capogruppo del Pd in commissione Bilancio Daniele Manca rilancia: “Per l’uso e la relativa destinazione dello scostamento bisogna coinvolgere il Parlamento, il confronto tra maggioranza e opposizione diventa cruciale”.
Può essere questa, sperano i giallorossi “la chiave per accendere il motore del dialogo” con Forza Italia. Il problema, però, è che buona parte dei berlusconiani giudica la dote di 3,8 miliardi “irrisoria”. E il partito è spaccato come una mela tra “governisti” e “sovranisti”. Così sta andando la storia del doppio relatore, (quasi) affossata dalla crepa tra alleati ma anche dai distinguo interni. E la prossima mossa diventa il voto sullo scostamento di bilancio. Fino a quella successiva. Ride un parlamentare: “E’ un minuetto”. Che però tutti sono costretti a ballare.

(da “Huffingtonpost”)

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“QUESTO CORONVIRUS E’ STATO UN AFFARE”: SEQUESTRATA DITTA DI SANIFICAZIONI A PESARO

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

TITOLARE VICINO A CLAN DELLA CAMORRA, TANTO PER CAMBIARE

“È stato un buon affare ‘stu Coronavirus“. È quanto dice intercettato al telefono Salvatore Emolo, uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Cleaning” che ha portato la Guardia di finanza di Rimini a sequestrare un’azienda operante tra Rimini e Pesaro nel settore delle sanificazioni anti Covid-19.
Emolo gestiva di fatto la ditta, intestata ad un altra persona, con uno schema imprenditoriale risultato particolarmente redditizio per l’uomo, che nelle intercettazioni si compiace ripetutamente del suo fiorente giro d’affari.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, che sorvegliavano Emolo dal 2016 perchè fratello di un pregiudicato ritenuto affiliato al clan camorristico Di Lauro, la ditta di pulizie di Pesaro ha avuto tra i suoi committenti bar, ristoranti e alberghi che dopo il lockdown dovevano sanificare i locali dall’eventuale presenza di Covid per poter riaprire.
Un affare che ha fatto decollare i fatturati, facendo scattare le verifiche che oggi hanno portato all’esecuzione del decreto di sequestro preventivo della ditta: Emolo è uno delle quattro persone indagate a vario titolo per intestazione fittizia dopo le perquisizioni condotte a Pesaro, Rimini e anche a Trento, dove l’impresa si era ormai infiltrata.
Il nucleo di Polizia economico finanziaria di Rimini ritiene di avere accertato che per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, ad aprile Emolo sarebbe divenuto socio occulto della ditta individuale operante nel settore delle sanificazioni delle autovetture, degli esercizi commerciali e degli hotel a Rimini e a Pesaro-Urbino, partecipando agli utili e utilizzando le autorizzazioni rilasciate alla stessa.
Secondo quanto riportato da Agi, l’indagato risultava già  coinvolto nel 2014 nell’operazione anti-droga denominata ‘Drugstore’ condotta dagli stessi finanzieri riminesi, e nel 2016 appunto era stato sottoposto a sorveglianza speciale dopo che il Ferdinando è stato condannato in via definitiva perchè ritenuto affiliato al clan camorristico dei Di Lauro, coinvolto nella faida di Scampia. Questa volta Emolo aveva trovato fortuna rilasciando certificazioni e fatture eludendo i controlli, tanto da compiacersi del giro d’affari tanto redditizio e definire il Coronavirus “un buon affare”.

(da agenzie)

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VACCINI ANTINFLUENZALI IN LOMBARDIA, L’ULTIMA BEFFA: A COMO E VARESE DOSI IN FIALE SENZA AGHI

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

“COSI’ SONO INUTILIZZABILI”

L’ultimo capitolo della grottesca rincorsa di Regione Lombardia alle agognate dosi di antinfluenzale nell’anno del Covid sono i vaccini senza ago.
È successo che diversi medici di famiglia dell’Ats Insubria, l’azienda sanitaria delle province di Como e Varese, si sono visti recapitare dosi in siringa, ma senza ago. E quindi inutilizzabili, finchè non riusciranno a rifornirsi o non verranno riforniti dall’Ats anche degli appositi aghi.
Con nuovi ritardi che si aggiungeranno ai ritardi già  consolidati della campagna vaccinale in salsa lombarda organizzata dall’assessorato di Giulio Gallera, tra errori nei bandi di acquisto, 620mila dosi (su un totale di 2,9 milioni ordinate) senza le autorizzazioni dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), fornitori improvvisati, persone a rischio che non trovando il vaccino gratuito del pubblico finiscono per rivolgersi al privato. Il tutto all’indomani delle ammissioni sfuggite via mail all’Ats di Milano su una filiera distributiva che “presenta disponibilità  ridottissime di vaccino over 65”.
Ma come è potuta succedere questa? La centrale acquisti regionale Aria ha portato a casa quel che ha trovato sul mercato, dunque sia dosi con ago che senza.
Ma chi poi si è occupato della distribuzione nelle varie Ats s’è dimenticato, in qualche caso, delle confezioni di aghi. “Sul fronte vaccini si continua ad andare avanti con grandissima difficoltà  e ogni giorno emergono delle criticità  — accusa Samuele Astuti, capogruppo in Commissione Sanità  — Gli aghi che si trovano in confezioni distinte non consegnate adesso andranno montati uno per uno, causando ulteriori ritardi”.

(da agenzie)

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VACCINO ANTINFLUENZALE, GALLI: “IN LOMBARDIA IN PERICOLOSO RITARDO”

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

“LE STIAMO ASPETTANDO, LE DOSI DI UNA SETTIMANA FA NON ANCORA ARRIVATE”

“Anche io sto aspettando il vaccino che mi deve fornire il mio ospedale, ma le consegne che dovevano esser fatte una settimana fa sono state ritardate. Speriamo arrivi presto”.
A lamentare i “pericolosi ritardi” nelle vaccinazioni antinfluenzali è un altro nome illustre della sanità  lombarda, Massimo Galli, direttore Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
Le sue parole seguono di pochi giorni quelle di Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, che ha confidato al Corriere della Sera di non essere riuscito ad avere la dose di antinfluenzale dal suo medico di base, nonostante i suoi 92 anni.
Vaccini dunque che in Lombardia arrivano col contagocce per gli anziani, i bambini, le categorie fragili. E anche per gli operatori sanitari, come testimonia Galli.
Del resto la cosa è stata messa nero su bianco anche nell’ultima circolare sul tema diramata dalla direzione generale dell’assessorato guidato da Giulio Gallera, che aggiornando una precedente circolare dell’8 ottobre sposta l’inizio delle somministrazioni per chi lavora negli ospedali da metà  novembre alla fine del mese.
Nel corso del suo intervento odierno al webinar “L’Unione europea alla sfida del Covid-19”, organizzato dall’Ufficio in Italia del Parlamento europeo, Galli sottolinea come “i pericolosi ritardi” nella vaccinazione antinfluenzale vadano “in controtendenza rispetto a quella che sarebbe stata la cosa da fare: non solo vaccinare contro l’influenza una grande massa di persone, ma anche utilizzare questo tipo di opportunità  per cominciare a organizzare una vaccinazione di massa contro il coronavirus. Non è stato fatto e stiamo perdendo una grande occasione”.
Il primario di malattie infettive allarga poi il discorso: l’Italia, con una copertura del 54% delle persone sopra i 65 anni vaccinate nella stagione 2019-20, secondo Galli “non è ultimissima in Europa”, ma al suo interno vi sono situazioni molto diverse. “Ci si aspetterebbe che la Lombardia potesse essere al primo posto, mentre lo scorso anno con il 49% della copertura era quart’ultima tra le regioni italiane, e al primo posto c’erano Umbria, Campania e Calabria, con oltre il 60% della copertura. Anche su questo serve una riflessione. Deriva dalla solo riluttanza dei cittadini? Non credo”.

(da agenzie)

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FELTRI CONTRO I TRE DEPUTATI CHE HANNO LASCIATO “FORZA ITALIA”: TOPI E CACASOTTO

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

“HANNO SOLO PENSATO A SALVARE LE TERGA”

I tre dall’Ave Salvini, approdati nella giornata di ieri alla Lega dopo aver abbandonato il gruppo parlamentare alla Camera di Forza Italia, non vengono perdonati da Vittorio Feltri. Zanella, Carrara e Ravetto finiscono nel mirino per aver tradito ‘l’amicizia’ con Silvio Berlusconi, scegliendo una via che — secondo l’ex direttore ed editorialista di Libero — «gli salva le terga».
E i toni per definirli, come al solito, sono molto poco sobri: «topi» e «cacasotto».
Nel pezzo di Feltri vengono definiti ‘cacasotto’, ma nel titolo (e nell’apertura dell’articolo) il paragone è con i topi che fuggono dalla nave quando iniziano i primi sentori di affondamento.
«La politica poi è peggio di una morosa: se smetti di alimentarla ti lascia. Silvio se ne farà  una ragione, Ravetto e Zanella si parano le preziose terga. Buona sfortuna», sentenzia Vittorio Feltri in chiusura del suo articolo.

(da agenzie)

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GLI IPOCRITI CHE VOGLIONO LE DIMISSIONI DI MORRA RILEGGANO BENE COSA HA DETTO

Novembre 20th, 2020 Riccardo Fucile

C’E’ SOLO UNA CADUTA DI STILE EVITABILE NEL PARLARE DELLA DEFUNTA SANTELLI, MA LA FRASE “TALLINI E’ STATO IL PIU’ VOTATO E QUINDI OGNI POPOLO HA LA CLASSE POLITICA CHE SI MERITA” E’ SOLO   UNA CONSTATAZIONE CHE VALE PER TUTTA ITALIA

“Domenico Tallini è stato il più votato nel collegio di Catanzaro, se non il più votato in Calabria. È la dimostrazione che ogni popolo ha la classe politica che si merita”. Questo il commento a Radio Capital del presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra all’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria. “Il mio e’ un rimprovero”, spiega.
E aggiunge: “Sarò politicamente scorretto, era noto a tutti che la presidente della Calabria, Jole Santelli, fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perchè sei grande e grosso”.
Le parole di Morra hanno scatenato la solita polemica ipocrita: in prima fila proprio i sovranisti, quelli che non hanno cacciato Fontana dalla Lombardia dopo 4 inchieste giudiziarie in corso a suo carico e lo sfascio della sanità  lombarda svenduta ai privati.
Contro Morra anche ambienti del M5S che vogliono approfittare della situazione per regolare conti interni.
Il nostro punto di vista:
1) Come qualche lettore che ci segue da anni avrà  notato, non ci siamo mai permessi di rivolgere accuse ai defunti, preferiamo attaccarli da vivi. Questione di stile.
Ma non è neanche ammissibile l’ipocrisia di fare “santi” i politici defunti, è lecito dare un giudizio politico.
Morra ha sbagliato ad affermare che tutti conoscevano la malattia della Santelli perchè ci sono anche elettori che non sanno neanche per chi votano o che votano secondo le indicazioni che ricevono.
2) Morra dice una cosa evidente quando sostiene che “Domenico Tallini è stato il più votato nel collegio di Catanzaro, se non il più votato in Calabria. È la dimostrazione che ogni popolo ha la classe politica che si merita”.
Perchè è l’ora di finirla con l’ipocrisia dello “sconcerto” per il politico che si scopre colluso con la ‘ ndrangheta quando il soggetto era stato già  indicato come “impresentabile” dalla Commissione antimafia in modo unitario.
Chi lo ha votato con la preferenza lo conosceva, nel bene e nel male, quindi è degno di lui, nel bene e nel male, poche balle.
Se la Santelli lo ha voluto presidente del Consiglio regionale se n’e’ assunta la responsabilità  politica e non si può negare un “giudizio politico” su tale scelta.
Se ricevi la nota dell’Antimafia e fai finta di nulla, è lecito ricevere critiche politiche, non è che la morte ha cancellato la possibilità  di parlare di Napoleone o Garibaldi, ci mancherebbe pure questa.
3) Quelli che si scandalizzano per la chiamata di Gino Strada in Calabria dicendo “qua non servono ospedali da campo ma riattivare ospedali inulizzati e lasciati marcire” perchè non si chiedono chi li ha lasciati marcire? Quei politici calabresi che si sono alternati al governo della Regione negli ultimi 30 anni .
E chi li ha votati? Voi, cari amici calabresi, non Gino Strada che vota a Milano.
E allora abbiate il coraggio di fare autocritica, invece di fare gli ipocriti.
Quante strutture sanitarie calabresi sono inquinate dalla ‘ndrangheta? Non lo sapete? Lo ha ricordato oggi il procuratore Gratteri, informatevi.
Lo sapete che Emergency è presente da 7 anni a Polistena, nella piana di Gioia Tauro, dove fornisce cure gratuite in una location sequestrata alla ‘ndrangheta? Come mai non vi siete indignati in questi anni?
Vi mettiamo anche la foto della struttura che non è costata un euro ai calabresi, a differenza dei milioni di euro sputtanati dai politici che avete votato VOI.
E se, negli anni, su sei commissariamenti nella sanità  italiana ben cinque riguardano la Regione Calabria per infiltrazioni della ‘ndrangheta al posto vostro qualche domanda ce la porremmo.

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