Destra di Popolo.net

GALLI DIFENDE CRISANTI: “IL VACCINO? FARO’ IL VOLONTARIO, MA PRIMA FUORI I DATI”

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

“TROPPI ANNUNCI, CORSA ALLE PERCENTUALI E POCHI DATI PUBBLICATI”

“Se come spero il vaccino AstraZeneca arriverà  al Sacco vorrei fare da volontario. Sono assolutamente favorevole, ma prima i dati”.
Così Massimo Galli, infettivologo del Sacco di Milano, su La Stampa, dove di Crisanti dice: “Se lo conosco un po’ penso viva la mia stessa insofferenza verso i troppi annunci e i pochi dati pubblicati. Questo non significa essere pessimisti, ma che se dobbiamo dare un’opinione da medici non sappiamo su che base farlo. Peccato se poi da una reazione di questo tipo uno viene definito no vax. Semplicemente dobbiamo saperne di più”.
“Nonostante le differenze tra aree diverse del Paese, si può sintetizzare che ci siamo”, siamo sul plateau – osserva – la situazione sta migliorando “un po’, anche perchè c’è stata una riorganizzazione dell’assegnazione dei pazienti agli ospedali. La pressione però resta pesante e mi auguro che migliori a breve”.
Sul Natale in giallo: “Non bisogna avere fretta di allentare le misure, anche perchè i dati per essere reali devono essere consolidati. So che è impopolare dirlo, ma non è il tempo del liberi tutti e non lo sarà  a lungo. Non ne veniamo fuori se invece di guardare alla realtà  cominciamo la corsa alla riapertura. La seconda ondata ci è già  costata circa 12mila morti e se a Natale non si sta attenti non finirà  più; questo virus finisce in due modi: o muta, cosa improbabile a breve, o con un vaccino che ci regali l’immunità  di gregge. Non vedo alternative”.
A proposito della campagna di vaccinazione “se nulla andrà  storto nella verifica e nella distribuzione dei vaccini potremmo farcela entro l’anno prossimo”.

(da agenzie)

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HANNO LA COSCIENZA SPORCA: ATTACCANO MORRA COSI’ NON SI PARLA PIU’ DELL’ARRESTO DI TALLINI

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

LE CARTE DELL’INCHIESTA DIMOSTRANO LE COLLUSIONI DELLA POLITICA CALABRESE CON LA ‘NDRANGHETA… DOV’E’ LA SEDICENTE DESTRA DELLA LEGALITA’?

Possiamo tornare al punto, gentilmente? Perchè l’arresto di Mimmo Tallini e il quadro indiziario che emerge dall’ordinanza del gip Giulio De Gregorio (che ha accolto la richiesta della Direzione distruttale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri) disegna un contesto, al di là  di quello che dirà  l’eventuale processo, su cui varrebbe la pena riflettere.
Perchè ora sotto la lente dei Ros ci sono anche le comunali di Catanzaro del 2017, le politiche del 2018 e le elezioni regionali del 2020. Nelle carte di legge del Consorzio Farma Italia e della collegata Farmaeko che sono tenute in pugno dalla cosca Grande Aracri di Cutro, nate e subito fallite, come immagine di una regione in cui la malapianta continua a raccogliere frutti.
“Tutto ciò avverrà  — scrive il gip De Gregorio — perchè l’enorme profittabilità  prospettata inizialmente non era riferita a particolari capacità  imprenditoriali dei criminali che la dovevano governare, ma allo sfruttamento dei contatti con politica ed economia, all’accesso a risorse finanziarie illecite senza dover corrispondere interessi, alla sostanziale irregolarità  delle condizioni di lavoro, ai metodi truffaldini di approvvigionamento”.
C’è un antennista vicino alla cosca come Domenico Scozzafava, legato a Grande Aracri ma anche a Pierino Mellea, il nuovo boss dei Gaglianesi, che votava e faceva votare Domenico Tallini: uno che andava in giro a piazzare bottiglie incendiarie con un pistola con matricola abrasa ed è diventato uomo vicino al presidente del consiglio regionale Tallini.
Sono le solite commistioni che raccontano di funzionari in regione che se non eseguono gli ordini del politico di turno vengono rimossi in favore di qualcuno più accondiscendente. L’abbraccio perverso tra economia, politica e ‘ndrangheta è un tema che, al di là  degli esiti giudiziari, esce con forza dal punto di vista etico.
Quindi, al di là  del caso Morra e della sua infelice uscita, cosa hanno da dire su questo i leader del centrodestra?
Oltre alle parole del grillino hanno qualcosa da dirci su un politico già  segnalato dalla commissione antimafia diventato così facilmente presidente del consiglio regionale?
Salvini che ora lo scarica sa che sono i suoi alleati con cui governa la Calabria?
Giorgia Meloni, tutta ordine e disciplina, che ne pensa della fotografia che emerge?
Perchè tra poco in Calabria si vota e dalle parti del centrodestra qualcuno ha il coraggio di pensare al sindaco di Catanzaro Sergio Abramo come candidato, un uomo vicinissimo proprio a Mimmo Tallini.

(da TPI)

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CHI SI DEVE DIMETTERE NON E’ MORRA, MA CHI HA CANDIDATO UN IMPRESENTABILE COME TALLINI

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

MORRA: “SE DAI FASTIDIO ALLA MAFIA TI INFANGANO”… LA SCONCIA CENSURA DELLA RAI CHE ELIMINA LA SUA PARTECIPAZIONE E IL SEDICENTE CENTRODESTRA CHE NON SI VERGOGNA DI DIFENDERE COLLUSI CON LA MAFIA

Continua il pressing del centrodestra sul presidente dell’Antimafia Nicola Morra per spingerlo alle dimissioni dopo le sue presunte ‘offese’ ai calabresi commentando l’arresto del presidente del consiglio regionale Domenico Tallini.
Il caso Morra, però, si è complicato dopo che la trasmissione di Rai3 “Titolo Quinto” ieri aveva cancellato all’ultimo momento la sua partecipazione.
Su questo episodio sono scesi in sua difesa diversi esponenti politici, alcuni del M5S , come i senatori Paola Taverna e Marco Pellegrini. Altri di altri partiti come il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, e il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.
“Credo che quello che è avvenuto a Morra, al di là  delle sue opinioni, costituisca un precedente gravissimo per la vita democratica” afferma il primo. “Rai censura Morra, gravissimo precedente”, commenta il secondo.
Ma anche i sindacati dei giornalisti stigmatizzano la decisione della televisione pubblica di escludere Morra: “Troviamo la cancellazione della sua intervista un errore, nei modi, nei tempi e nel merito”, affermano in una nota congiunta Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti, rispettivamente segretario e presidente della Fnsi, e Vittorio di Trapani, segretario dell’
Morra: “Non mi dimetto. E mia esclusione da Rai da sepolcri imbiancati”
Morra resiste e insiste nel rifiutare di fare un passo indietro. “Dimettermi da presidente della Commissione Antimafia? – ha affermato intervenendo a Omnibus su La7 – piacerebbe a tanti ma io credo che anche quello che è accaduto ieri sia un episodio all’interno di una strategia, perchè quando dai fastidio a Cosa Nostra, la mafia e la ndrangheta, come ci hanno insegnato, allora bisogna sporcare, infangare e delegittimare”.
Poi su Facebook si vanta addirittura di essere   in topic trend su Twitter, stavolta non per iniziativa degli amici della mafia, ma di persone libere che spontaneamente hanno lanciato l’hashtag ‘IoStoConMorra’. Grazie per il sostegno. Loro non si arrenderanno, noi neppure”.
“Questo – ha aggiunto a proposito della sua esclusione dalla Rai – è il Paese dell’ipocrisia e dei sepolcri imbiancati in cui forse qualcuno facendo servizio pubblico reputa che il presidente della Commissione Antimafia piuttosto che essere severamente giudicato da giornalisti che gli possono fare le pulci, debba essere semplicemente escluso a una trasmissione che avrebbe parlato di Calabria, di ndrangheta e altro”.
Il senatore del Movimento cinque stelle Marco Pellegrini, componente della commissione parlamentare Antimafia, osserva che “Morra ha chiesto scusa per le parole sulla Santelli”. “Chi candida i Tallini di turno, chi candida cialtroni che trafficano voti della mafia non si è ancora scusato. E non ha ancora chiesto perdono al popolo italiano per aver portato nelle Regioni e in Parlamento gente infima e pericolosa”.
“Faccio notare – prosegue l’esponente del M5s – che la stessa Rai in passato non ha provato la benchè minima vergogna nell’ospitare, in programmi di grande ascolto, personaggi come il figlio di Riina o esponenti della famiglia Casamonica”.
“Nessuna distanza da Morra – interviene in una nota il deputato M5S Luigi Gallo – in un paese normale al centro delle polemiche finiscono i politici che vengono arrestati nelle inchieste sulla ‘ndrangheta. Forza Italia chieda scusa al paese e ai Calabresi”.
Infine la difesa della senatrice M5S Barbara Lezzi su Fb. “Chiunque prenda le distanze da te prende le distanze da un duro lavoro e non parla a nome del M5S. Non sei nè solo nè isolato. L’arroganza con cui è stato posto il veto sulla tua partecipazione a Titolo V è aberrante e chi lo ha preteso dovrebbe avere il coraggio di manifestarsi.”

(da agenzie)

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FALLISCE LO “SCIPPO DEL MICHIGAN” DA PARTE DELL’EVERSORE TRUMP, GLI STESSI REPUBBLICANI RESISTONO ALLE SUE PRESSIONI DA GOLPISTA CRIMINALE

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

I DUE RAPPRESENTANTI REPUBBLICANI: “L’AMERICA RISPETTA LA VOLONTA’ POPOLARE, NON CEDIAMO A MINACCE E INTIMIDAZIONI, HA VINTO BIDEN”…. IL REPUBBLICANO ROMNEY: “TRUMP E’ UN EVERSORE”

Una visita alla Casa Bianca con tanto di schiaffo al presidente uscente. Al termine dell’incontro tenutosi a Washington tra i legislatori repubblicani dello Stato del Michigan e Donald Trump, i conservatori hanno chiarito che non intendono mettere in discussione il risultato elettorale nello Stato del Midwest.
Nella nota ufficiale diffusa al termine della visita, i due legislatori locali chiamati da Trump hanno fatto sapere di non avere alcuna intenzione di provare a rovesciare il verdetto delle elezioni del 3 novembre scorso in Michigan, che hanno visto Joe Biden conquistare la maggioranza degli elettori.
Uno smacco per Trump, che da settimane grida — senza prove — alla frode elettorale.
«Non siamo stati messi a conoscenza di nessuna informazione in grado di cambiare il risultato elettorale. Seguiremo la legge e il normale processo: il processo di certificazione deve essere libero da qualsiasi minaccia e intimidazione. Le accuse di presunte frodi vanno prese seriamente, esaminate e, se ci sono prove» portate in tribunale, si legge nella nota dei repubblicani del Michigan.
«Il candidato che conquista il maggior numero di voti vince le elezioni e i 16 grandi elettori del Michigan. Queste sono verità  semplici».
Fallisce lo “scippo del Michigan” tentato da Donald Trump. Due legislatori locali, repubblicani, hanno detto no all’estremo tentativo del presidente di stravolgere le regole e ribaltare il verdetto delle urne in quello Stato industriale del Midwest conquistato da Joe Biden.
I due repubblicani, convocati alla Casa Bianca, hanno risposto con fermezza: secondo loro non c’è alcuna ragione per rovesciare il risultato elettorale. E’ uno smacco per il presidente, che sta esaurendo gli ultimi tentativi di non riconoscere la vittoria del democratico.
L’ultima carta che Trump tenta per ribaltare il verdetto delle urne, viene definita dagli storici un gesto senza precedenti. Alcuni costituzionalisti la considerano quanto di più vicino a un colpo di Stato, rispetto alla tradizione americana di rispetto della volontà  degli elettori.
Trump nella serata di venerdì aveva convocato alla Casa Bianca i rappresentanti repubblicani eletti nell’assemblea legislativa del Michigan, con un obiettivo: convincerli a designare dei “grandi elettori” che voterebbero per lui come presidente. Il problema è che i cittadini del Michigan hanno scelto Biden.
Il piano di Trump è legato a una peculiarità  del sistema elettorale americano: sostanzialmente, la scelta del presidente avviene a suffragio universale, formalmente invece si tratta di una sorta di voto indiretto.
I passaggi sono due: prima ogni Stato deve certificare il verdetto delle urne; poi è l’assemblea legislativa dello Stato a designare i membri del collegio elettorale che travasano i voti dei cittadini a Washington e contribuiscono a designare il nuovo capo dell’esecutivo.
In teoria quindi le assemblee legislative locali possono anche disconoscere la volontà  dei veri elettori e designare dei “grandi elettori” di segno politico opposto. Sarebbe una tale violazione della volontà  popolare, da giustificare i paragoni con un golpe.
Trump ha sperato in questo scippo, perchè diversi Stati-chiave che hanno votato per Biden hanno dei Parlamenti locali con maggioranze repubblicane: oltre al Michigan è il caso di Wisconsin, Pennsylvania, Georgia.
Quella di Trump è una corsa contro il tempo perchè il suo piano è impossibile in quegli Stati che hanno già  ufficialmente certificato il verdetto delle urne.
Michigan, Wisconsin, Pennsylvania e Georgia sono molto vicini a compiere quel passo irreversibile. La pressione di Trump sugli eletti locali del suo partito è stata formidabile, il che rende ancora più significativo il fatto che i due eletti del Michigan non si siano piegati. Il calendario ormai si fa stretto per lui: entro l’8 dicembre gli Stati devono aver certificato i risultati, in modo che il 14 dicembre avvenga la conta a livello nazionale.
Perchè i Parlamenti dei singoli Stati ribaltino la volontà  degli elettori, devono avere delle solide giustificazioni: brogli massicci, contese giudiziarie che impediscano di arrivare alla certezza del risultato. Ma la squadra legale di Trump continua a perdere nei tribunali le cause avviate per presunte frodi.
E’ riuscita a ottenere dei ri-conteggi di schede contestate, ma nessuno di questi finora ha ribaltato il risultato.
Il sospetto in certi casi è che abbia voluto guadagnare tempo per avvicinarsi alla data dell’8 dicembre senza che gli Stati abbiano potuto certificare l’esito finale del voto, aprendo così allo scenario dello “scippo” in sede legislativa locale.
Le macchinazioni di Trump suscitano condanne anche nel suo partito. Come sempre il capofila dei dissidenti è Mitt Romney, ex candidato alla Casa Bianca nel 2012 contro Barack Obama. Senatore dello Utah, il repubblicano Romney ha avuto parole durissime contro il suo presidente: “Essendo fallito ogni tentativo di dimostrare brogli, il presidente ora fa pressione sugli eletti locali per sovvertire la volontà  popolare e ribaltare il responso del voto. E’ difficile immaginare un comportamento più antidemocratico da parte di un presidente in carica”.
La ferma reazione dei due repubblicani del Michigan sembra indicare che Romney non è più una voce isolata nel Grand Old Party, e la solidarietà  verso il presidente uscente si sta indebolendo.

(da agenzie)

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IL SENZATETTO MULTATO PERCHE’ NON ERA A CASA CON IL COPRIFUOCO

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

SOLO NELLA COMO LEGHISTA POSSONO ACCADERE COSE DEL GENERE: COME PUO’ ESSERE A CASA UNO CHE LA CASA NON CE L’HA E VIVE SOTTO I PORTICI?… E’ LA CARITA’ CRISTIANA DEI SEDICENTI CATTOLICI

Sembra uno scherzo e invece non lo è: a Como un senzatetto di 63 anni, Pasquale Giudice, ha preso la multa per aver violato il coprifuoco. In città  tutti sanno che vive sotto i portici. Per fortuna qualcuno ha pagato la sanzione al posto suo.
Le sue parole a Repubblica Milano:
«Erano da poco passate le 21, mi hanno detto che ero fuori casa durante il lockdown. A Como però tutti sanno che vivo per strada da dieci anni. L’ho anche scritto sul cartello che tengo sul marciapiede quando chiedo l’elemosina. Il giorno dopo mi hanno detto che un uomo ha già  pagato la multa».
Un benefattore. Lo conosce?
«No. Chiunque sia, lo ringrazio di cuore, vorrei esprimergli personalmente tutta la mia gratitudine. Non avrei proprio saputo come fare, sono solo».
Com’è finito in strada?
«Fino al 1992 ho lavorato come manovale e come muratore in vari punti della provincia. Poi hanno smesso di chiamarmi e non ho più trovato nessuno che mi facesse lavorare. Ho cercato tanto, poi sono anche arrivati i problemi di salute: ho avuto un tumore, sono stato operato, poi ho subito un altro intervento per un’ernia. La mia situazione è ancora più difficile proprio per questo: avrei bisogno di visite periodiche e di medicinali e non me li posso permettere. Proprio in questi giorni ho appuntamento da un medico: vorrei iniziare le pratiche per ottenere la pensione di invalidità ».
Pasquale Giudice spiega che prende 500 euro di reddito di cittadinanza ogni mese, ma che non è una garanzia sufficiente perchè qualcuno in città  gli affitti una stanza. Como è la stessa città  in cui qualche tempo fa l’assessore al welfare buttò via la coperta a un clochard.

(da “NextQuotidiano”)

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IN SICILIA SI INVENTANO POSTI LETTO PER RIMANERE IN ZONA ARANCIONE?

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

L’AUDIO DEL BUROCRATE APRE PESANTI INTERROGATIVI

È bufera in Sicilia per un audio molto ambiguo pubblicato sul sito lasicilia.it in cui si sente il dirigente del dipartimento Pianificazione Strategica della Regione siciliana Mario La Rocca affermare quanto segue rivolto ai manager di Asp e ospedali dell’Isola: “Oggi su Cross (la piattaforma nazionale della Protezione civile, ndr) dev’essere calato tutto il primo step al 15 novembre. Non sento cazzi, perchè oggi faranno le valutazioni e in funzione dei posti letto di terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede. Non è accettabile che noi si subisca ulteriori restrizioni perchè c’è resistenza da parte di qualcuno ad aprire posti letto di terapia intensiva o ordinari”.
“Da tre settimane – dice ancora il super burocrate – vi prego di aprire posti. Appena stasera ci chiudono l’assessore andrà  a controllare chi ha calato cosa su Gecos e Cross. Ognuno sarà  responsabile di quello che subirà  la Sicilia in termini di restrizioni. E’ una responsabilità  che vi prego di non assumervi. Quindi la cortesia è di calare tutto lo step previsto al 15 novembre già  da stamattina su Gecos perchè stasera si conteranno i morti e i feriti…”
Un audio che suscita l’immediata presa di posizione del parlamentare Claudio Fava, presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, che invoca l’invio degli ispettori del ministero della Salute.
“Che vuol dire? Che occorreva caricare sul sistema di tracciamento nazionale anche posti letto che non esistono – chiede Fava -? Che bisognava dare per operativi anche quelli ancora sforniti del personale medico necessario ad una terapia intensiva? Stiamo alterando la realtà  per evitare di finire in zona rossa? E tutto questo sulla pelle dei siciliani?”
Da qui la richiesta. “Chiediamo al ministero di inviare i propri ispettori in Sicilia per verificare quale sia la reale fotografia sulla capacità  di tenuta del nostro sistema sanitario – sottolinea Fava -. E inammissibile pensare che la salute dei siciliani sia stata oggetto di menzogne e di baratti, come purtroppo ci confermano non solo le denunzie del sindacato dei medici, ma anche i gravi casi che stanno emergendo ovunque di reparti ancora non attivati, da Barcellona Pozzo di Gotto dove i macchinari giacciono inutilizzati in una magazzino, a Petralia dove il raggiungimento degli obiettivi dichiarati non sarà  possibile prima di diverse settimane – conclude il parlamentare siciliano -, o al Policlinico di Messina da cui giungono notizie allarmanti e verificate che contraddicono le rassicurazioni dell’assessore Razza”.

(da agenzie)

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CONCESSI I DOMICILIARI A LUCA SOSTEGNI, IL PRESTANOME CHE HA INCASTRATO LA LEGA

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

GRAZIE ALLA SUA CONFESSIONE, SONO EMERSE LE RESPONSABILITA’ DEI COMMERCIALISTI DELLA LEGA

E’ l’uomo da cui sono partiti tutti i guai recenti della Lega. Il prestanome usato dai revisori contabili in Parlamento del Carroccio, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e dal commercialista Michele Scillieri, che ospitò la sede della lista “Per Salvini premier”, per nascondere la reale proprietà  di alcune società  che parteciparono alla compravendita del capannone di Cormano della Lombardia Film Commission.
Dopo quasi quattro mesi, stamattina Luca Sostegni, 62 anni, liquidatore della Paloschi srl che aveva in pancia l’immobile di Cormano, ha lasciato il carcere.
Su decisione del gip Giulio Fanales, e con il consenso della procura, è andato ai domiciliari.
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi lo hanno interrogato ancora una volta pochi giorni fa, insieme agli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di Finanza.
E Sostegni ha aggiunto altri elementi alla storia della compravendita della Lombardia Film Commission, che ha portato nelle casse dei tre professionisti leghisti 800 mila euro di fondi pubblici.
Sostegni   – un diploma di terza media, disoccupato in Italia – è stato l’ultima pedina di un piano che ha portato vantaggi soprattutto ad altri. Eppure a pagare il prezzo più alto finora, con i quattro mesi a San Vittore, è stato lui.
Dallo scorso settembre, anche Di Rubba, Manzoni e Scillieri sono ai domiciliari.
Con i primi due che si sono visti respingere una richiesta di scarcerazione e anche un’altra per il dissequestro delle due ville a Desenzano del Garda, acquistate – per l’accusa – con i soldi della Regione Lombardia stanziati per il capannone di Cormano.
Nei mesi che precedono il suo arresto, Sostegni minaccia i leghisti di rivelare tutto ai magistrati. Ritiene di non essere stato ricompensato per il suo ruolo di prestanome, a fronte di un incasso di centinaia di migliaia di euro da parte dei professionisti del partito. E chiede di essere pagato adeguatamente.
“Sostegni – scrivono i magistrati Fusco e Civardi nel decreto di fermo – si sentiva a in qualche modo defraudato di quanto gli sarebbe spettato per la gestione della ‘vicenda Paloschi’, avendo ricevuto a suo dire solo 20mila euro a fronte di profitti enormi per gli altri; ma soprattutto reclamava perlomeno altri 30mila euro, posto che gliene erano stati promessi 50mila”.
Minaccia di svelare dettagli non solo sulla della vicenda di Cormano, ma anche su altre realtà  societarie in cui è stato usato come prestanome. “Innesco una serie di situazioni che io non so dove si va a finire.. io per 30mila euro non so se ne vale la pena far tutto questo casino..”. Pochi giorni fa è stato interrogato per l’ultima volta. E saranno le prossime settimane a far capire quanto Sostegni sa e quanto ha raccontato.

(da agenzie)

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MEGACODE E ASSEMBRAMENTI PER COMPRARE IL MONOPOLY A BERGAMO

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

TIRATURA LIMITATA E IN VENDITA SOLO IN DUE SUPERMERCATI DELLA PROVINCIA: LE MIGLIAIA DI MORTI NON HANNO INSEGNATO NULLA A CERTI COGLIONI

Dopo le code alla Lidl dei giorni scorsi, anche i supermercati di Bergamo sono stati presi di mira da tantissimi clienti che hanno puntato all’edizione limitata del Monopoly dedicato ad una delle città  che ha sofferto particolarmente la prima ondata di Covid-19 in Italia.
A partire da oggi sono stati messi in vendita 7mila pezzi di quest’edizione e parte del ricavato sarà  devoluto al Fondo di mutuo soccorso istituito dal Comune per sostenere il finanziamento di iniziative sociali e culturali connesse all’attuale emergenza sanitaria.
Un’edizione limitata che fa gola e che, di conseguenza, crea code e assembramenti all’interno dei punti vendita.
Una fonte a TPI ha spiegato quello che accade al Centro Commerciale alle Valli, Seriate, a Bergamo, con tanto di foto e video allegati. “Solo due supermercati in tutta la provincia li possono vendere. Tutto questo è pazzesco! Poi non si devono creare assembramenti! Abbiamo già  vissuto quello che abbiamo vissuto mesi fa, cosa ci tocca sopportare ancora?”.
Cos’avrà  di particolare questo Monopoly? Le regole non cambiano, ma il tabellone sì. Cambiano tutte le caselle, dalle Vie alle Piazze: ad esempio Parco della Vittoria e Viale dei Giardini lasciano il posto a San Vigilio e Viale delle Mura, mentre le stazioni Nord, Sud, Ovest ed Est lasciano il posto alle valli bergamasche (Seriana, di Scalve, Brembana e Imagna). Imprevisti e Probabilità  restano.

(da agenzie)

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RICOVERANO SUA MADRE PER IL VIRUS, LUI POSTA SU FB MESSAGGI NEGAZIONISTI

Novembre 21st, 2020 Riccardo Fucile

“VEDETE, NON C’E NESSUNO”: IL SUO VIDEO DOPO AVERLA PORTATA ALL’OSPEDALE DI VERDUNO… LA ASL LO DENUNCIA

La madre non si sente bene, è anziana, ha un’occlusione intestinale e il figlio la porta al pronto soccorso dell’ospedale di Verduno.   Subito dopo il triage la donna viene sottoposta al tampone, è positiva al Covid e viene ricoverata.
Il figlio che l’ha portata al nosocomio perchè fosse curata, però, è un negazionista e dopo averla lasciata in ospedale si sistema nel parcheggio e accende la videocamera del suo cellulare per “denunciare la solita mangeria della sanità  italiana”.
Il video è stato pubblicato su Facebook ed finito sul tavolo dell’Asl Cn2 che ora è pronta a denunciare l’autore del video.
Nel suo video l’uomo mostra l’ingresso del triage dell’ospedale : “Vedete non c’è nessuno – dice –   lo strapieno pronto soccorso di Verduno”, e continua. “Mia mamma non ha neanche un raffreddore e non può essere positiva ma così i medici ottengono 700 o 2000 euro per ogni malato. E’ il teatrino del covid”.
L’uomo minaccia di chiamare i carabinieri o il suo avvocato, ma ora rischia davvero di doverlo chiamare per difendersi da un’accusa di diffamazione.
“In riferimento ai messaggi denigratori che stanno circolando sui social riguardo il “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno e in particolare alcuni contenuti all’interno dei quali viene sostenuto che “i sanitari inventano la positività  dei pazienti a proprio beneficio”, per scopi non meglio precisati   – è la replica dell’Asl   – smentiamo con forza tali illazioni”.
E prosegue l’azienda sanitaria: ” Le strutture sanitarie dell’Asl Cn2, soprattutto il personale composto da Oss, infermieri e medici, stanno sostenendo un carico professionale e umano senza precedenti. Il personale in servizio sul territorio e a Verduno è quotidianamente sottoposto a uno sforzo al limite delle possibilità , anche perchè gli operatori stessi, in numero molto maggiore rispetto alla prima ondata, sono soggetti al rischio di contagio. Dunque, come evidente, la componente sanitaria, che agisce con abnegazione e sacrificio, non trae alcun giovamento dalla situazione. Come organizzazione sanitaria restiamo disponibili a proseguire l’impegno professionale e assicuriamo la dedizione umana. “Aiutateci ad aiutarvi””.
Della questione si sta ora occupando l’ufficio legale dell’Asl.

(da agenzie)

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